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Wanted: Dead

Recensione - Wanted: DeadXbox Series X | S Xbox One DigitalGame

Un mondo prossimo alla guerra, una squadra d’assalto composta da ex-fuorilegge e un complotto a tinte cyberpunk. Sono questi gli ingredienti di Wanted: Dead, il nuovo titolo d’azione dei creatori di Ninja Gaiden e Dead or Alive, in uscita oggi sulle nostre console. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
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Il Gioco

Wanted: Dead è il nuovo action-shooter sviluppato da 110 Industries, la software house fondata da alcuni veterani che hanno lasciato il Team Ninja per iniziare una nuova avventura, con il supporto di Soleil LTD. Nel gioco indossiamo i panni del tenente Hannah Stone e, attraverso i suoi ricordi, riviviamo una “normale” settimana operativa della sua unità speciale in forza alla polizia di Hong Kong, anche conosciuta come “Unità Zombie”. Il team, composto dal classico mix di galeotti e mercenari dall’aspetto poco raccomandabile, viene inviato ad investigare su una presunta intrusione nel quartier generale della Dauer Synthetic, leader mondiale nella creazione di droni da combattimento e manodopera sintetica, finendo poi per ritrovarsi coinvolto in un complotto su vasta scala che metterà a repentaglio non solo la sicurezza della squadra, ma anche quella di tutta la città di Hong Kong.

MX Video - Wanted: Dead

Sono queste le premesse narrative alla base di Wanted: Dead e che accompagnano il giocatore per tutte le 10/12 ore necessarie a superare i cinque livelli di cui si compone l’avventura, variabili come sempre a seconda del livello di difficoltà selezionato all’inizio tra i due disponibili e, in questo caso più che in tanti altri, delle capacità di chi impugna il controller. Il nuovo gioco di 110 Industries è infatti un titolo d’azione in terza persona che miscela combattimenti all’arma bianca e scontri a fuoco caratterizzato da un tasso di sfida medio-alto. La protagonista, così come tutti gli altri membri del team, è addestrata nell’uso di un vasto arsenale di armi da fuoco che vanno da quelle presenti nella sua dotazione standard, ovvero un fucile automatico e una pistola, a quelle che è possibile raccogliere vicino ai cadaveri dei nemici abbattuti, tra cui trovano spazio fucili, mitra, lanciagranate e persino delle letali, per quanto poco eleganti, motoseghe.

A differenza dei suoi compagni, il tenente Stone può però contare anche sulle sue doti di spadaccina e su una katana, che di fatto rappresenta l’arma principale utilizzata durante il gioco, con la quale è possibile concatenare combo di varia natura, molte delle quali prevedono l’amputazione più o meno sanguinosa degli arti dei nemici, sia utilizzando la sola katana sia alternando quest’ultima alla pistola in dotazione. La katana può inoltre essere utilizzata per parare la maggior parte degli attacchi corpo a corpo in arrivo, ottenendo una finestra per il contrattacco e riducendo sensibilmente la stamina degli avversari se si esegue una parata con il giusto tempismo. Alcuni attacchi speciali, annunciati a schermo da un alone rosso e da un suono specifico, non possono essere parati, ma in molti casi è possibile eseguire un contrattacco ad-hoc con la pistola in dotazione, che all’atto pratico si traduce in una versione potenziata della parata standard.

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Concatenando attacchi ed eseguendo parate perfette, il tenente Stone aumenta poi il proprio livello di adrenalina, rappresentato a schermo da un cerchio giallo che si illumina progressivamente. Una volta riempito questo indicatore, la protagonista può sparare una raffica di colpi capace di ridurre praticamente a zero la stamina di tutti i nemici standard e di causare ingenti danni a quelli speciali o ai boss presenti alla fine di ogni livello. Ridurre a zero la stamina dei nemici, oltre a renderli temporaneamente inoffensivi, apre le porte a spettacolari mosse speciali, che in molti casi si concludono con la morte violenta del malcapitato di turno e che possono essere concatenate se si riesce a fiaccare la resistenza di più nemici nello stesso momento, così da dare vita a sequenze di mosse tanto scenografiche quanto efferate.

Parallelamente agli scontri con katana e pistola Wanted: Dead propone anche una grande quantità di scontri a fuoco, da affrontare imbracciando il fucile automatico in dotazione al tenente Stone o le armi raccolte durante le missioni. In entrambe le situazioni, il sistema di controllo prende ispirazione dai classici TPS basati su coperture. La protagonista può infatti sfruttare in maniera automatica la maggior parte dei ripari presenti negli scenari per sfuggire alle raffiche dei nemici, sporgersi per rispondere al fuoco e scavalcare con un balzo gli elementi di dimensioni adeguate, così da cogliere di sorpresa l’avversario. All’occorrenza è inoltre possibile passare brevemente a una visuale in prima persona e/o modificare la cadenza di tiro delle armi automatiche, passando dalla modalità raffica a quella a colpo singolo. Immancabile infine la possibilità di lanciare granate con l’ormai tradizionale “traiettoria di lancio” a schermo.

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Tra le file dei nemici trovano spazio una discreta varietà di avversari diversi. Oltre a varie classi di soldati, più o meno equipaggiati, ognuno dei cinque livelli porta con sé nuove tipologie di nemici, tra cui diverse varianti di ninja corazzati, droidi, avversari specializzati nei combattimenti corpo a corpo e alcune unità da guerra. Alla fine di ogni missione è inoltre necessario affrontare un vero e proprio boss, con tanto di barra della vità posizionata nella parte alla dell’HUD e combattimenti suddivisi in più fasi. Per sopravvivere alla costante superiorità numerica degli avversari, il tenente Stone può però contare sul supporto dei suoi tre compagni di squadra, che per tutta l’avventura vengono gestiti in totale autonomia dalla I.A. e che possono contribuire alla causa in vario modo. Herzog e Cortez, per esempio, possono eseguire mosse uniche per immobilizzare gli avversari mentre Doc, data la sua precedente esperienza medica, può rianimare la protagonista quando quest’ultima finisce al tappeto, ma solo una volta tra un checkpoint e l’altro, generalmente associati a una cutscene o all’incontro con alcuni piccoli droni volanti.

Questi droni, oltre a ricoprire il ruolo di punti di salvataggio e di respawn dopo una sconfitta, permettono alla protagonista di recuperare le energie, ripristinare le scorte di stimpack curativi e modificare le due armi standard con vari accessori, che vanno a variare sette caratteristiche base tra cui precisione, rinculo, capacità dei caricatori, danni e velocità di ricarica. Gli accessori si sbloccano progressivamente ad ogni nuovo checkpoint e possono essere rimossi o applicati in totale libertà ogni volta che si incontra uno dei droidi. Abbattere nemici consente poi al tenente Stone di ottenere punti abilità, da spendere per sbloccare nuove mosse per la protagonista o uno degli altri membri del team, per migliorare quelle già sbloccate o per ottenere preziosi bonus passivi. A differenza di quanto accade con le armi, i potenziamenti sono definitivi ed è possibile sbloccare nuove opzioni in qualunque momento dal menù di pausa. Nel gioco sono inoltre presenti alcuni collezionabili sottoforma di documenti e simili, che una volta raccolti consentono sia di ottenere maggiori informazioni sulle vicende sia di ottenere preziosi punti abilità extra.

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A completare l’offerta di Wanted: Dead troviamo infine 5 minigiochi, ai quali è possibile prendere parte tra una missione e l’altra. Si va da un tradizionale poligono di tiro a un vero proprio omaggio a classici shooter a scorrimento anni 90, passando per una versione virtuale dei giochi di pesca a premi che è possibile trovare praticamente in ogni lunapark o sala giochi, per una sfida tra mangiatori di ramen e per un’esibizione karaoke sulle note di “99 Luftballons” di Nena, con le ultime due che strizzano chiaramente l’occhio al sistema di controllo reso celebre dalla saga di Guitar Hero. Tra una missione e l’altra, la protagonista e la sua squadra potranno inoltre esplorare liberamente la centrale di polizia di Hong Kong, così da sbloccare qualche linea di dialogo extra o raccogliere altri documenti utili per capire al meglio gli avvenimenti narrati nel gioco.

Sotto il profilo puramente tecnico, Wanted: Dead propone ai giocatori una sola modalità di rendering a 60fps su tutte le piattaforme di ultima generazione, con pieno supporto alla tecnologia HDR dove disponibile. Il comparto audio è invece affidato a una colonna sonora che mescola brani originali e canzoni famose, abbinata a un doppiaggio in lingua inglese di qualità discreta e alla completa localizzazione di tutte le parti scritte, sottotitoli inclusi.

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Amore

Combat system

- Come era facile prevedere dal curriculum dei membri fondatori del team di sviluppo, il punto di forza principale di Wanted: Dead è il suo sistema di combattimento ibrido. La miscela di scontri a fuoco e combattimenti a filo di katana, già di suo molto interessante per tutti gli amanti del genere, beneficia dell’alto livello di sfida proposto dal team di sviluppo e del ritmo elevato che la nuova software house è riuscita a imprimere al gioco. L’importanza attribuita alle parate e la presenza costante di elementi “splatter”, come mutilazioni e la protagonista che si copre progressivamente di sangue dopo ogni scontro, rappresentano poi un valore aggiunto per gli amanti del genere, che ritroveranno in questa nuova IP tutti gli elementi che hanno reso celebre la serie di Ninja Gaiden.

Mosse finali

- Uno degli tratti distintivi di Wanted: Dead è la presenza di oltre 50 esecuzioni differenti, che si attivano a seconda della situazione, della posizione della protagonista, del tipo di avversario che abbiamo di fronte e così via. L’unico elemento comune tra tutte le mosse è la brutalità, resa ancora più spettacolare dalla sovrabbondanza di sangue e dalla cura riposta nel rifinire ogni singola animazione. Uccidere un avversario è sempre una soddisfazione, specie in giochi particolarmente ostici, ma in Wanted: Dead il punto vero è COME li si uccide. Man mano che ci si addentra nelle meccaniche, la ricerca di nuove mosse finali diventa quasi un gioco nel gioco, che aumenta ulteriormente la profondità del sistema di combattimento.

Fascino old-school

- Wanted: Dead è, come più volte dichiarato dal team di sviluppo, una vera e propria lettera d’amore ai giochi action con qualche anno in più sulle spalle. Questo si traduce in un gameplay lineare, anche nell’esplorazione, in una difficoltà superiore rispetto agli standard attuali e a tutta una serie di elementi distintivi capaci di risvegliare emozioni in chi ha vissuto con un controller tra le mani gli anni ‘80/90 e l’inizio del nuovo millennio. Come vedremo meglio nella sezione ODIO, questa operazione nostalgia non è riuscita al 100% ma permette comunque al titolo di 110 Industries di presentarsi sul mercato come un prodotto originale capace di soddisfare gli amanti degli action vecchio stile.

Crescita del personaggio

- Wanted: Dead è un raro esempio di come andrebbe concepito lo sviluppo del personaggio in un gioco del genere. Un numero abbastanza contenuto di opzioni, capaci però di incidere sensibilmente sulle abilità del proprio alter-ego e di garantire il costante apporto di novità, e un bilanciamento che consente di sbloccare tutte le opzioni con un discreto anticipo rispetto al finale, così da poter sfruttare adeguatamente anche gli ultimi snodi presenti in ogni skill-tree. Davvero notevole.

Odio

Framerate

- Pur senza sfoggiare un comparto grafico all’ultimo grido, Wanted: Dead è purtroppo afflitto da alcuni gravi problemi di ottimizzazione su entrambe le piattaforme testate, ovvero Xbox Series X e Series S. In molte situazioni il gioco fatica a mantenere i 60fps e in più di un’occasione mi è capitato di dover affrontare lunghe sequenze di combattimento al rallentatore, senza che questa fosse ovviamente una scelta di design. Al momento in cui scriviamo sappiamo che verrà rilasciata una patch al day-one, ma non abbiamo conferma che l’update andrà a risolvere, o almeno a ridurre, questo fastidioso problema.

Meccaniche poco rifinite

- Wanted: Dead è un titolo ibrido e, come tale, mescola al suo interno tante dinamiche diverse, come quelle derivate dagli sparatutto in terza persona con uso di coperture e i minigiochi, che ricordano molto quelli presenti nei giochi della serie Yakuza. Peccato però che questi aspetti non siano stati curati con la giusta attenzione. Gli scontri a fuoco, per quanto divertenti, risultano in molte occasioni un po’ legnosi e la gestione delle coperture spesso non funziona come dovrebbe. I minigiochi invece sono divertenti, ma davvero poco vari sia in termini di sfide per il poligono di tiro e il campo di addestramento, sia per quanto riguarda le opzioni per le altre sfide, che di fatto possono contare su una sola canzone per il karaoke e un solo scenario per la sfida di mangiata di ramen.

Curva di difficoltà mal calibrata

- Wanted: Dead è un titolo tosto, ma questo lo sapevamo già da tempo. Peccato però che la progressione del livello di sfida non sia quasi mai omogenea, con sezioni a volte fin troppo semplici alternate a scontri al limite dell'impossibile, anche per chi ha già sbloccato tutti i rami dei tre skill tree presenti nel gioco e ha accumulato parecchie ore di gioco. Questo sbilanciamento, abbinato al sistema di salvataggio vecchio stile basato su checkpoint, si traduce purtroppo nella necessità di dover ripetere più volte delle parti di missione, talvolta anche piuttosto lunghe, con conseguente rischio di frustrazione. Una maggiore attenzione da questo punto di vista avrebbe sicuramente giovato.

Storia poco sviluppata

- Le premesse alla base di Wanted: Dead sono molto interessanti, così come le tematiche che vengono affrontate nel gioco. Peccato però che la sceneggiatura non riesca mai a colpire nel segno, con nemici presentati in modo frettoloso, troppi snodi delegati ai documenti sparsi per le ambientazioni o ai contenuti rilasciati nel corso del tempo dagli sviluppatori attraverso vari canali alternativi e, più in generale, una scrittura che sembra volersi adattare al ritmo estremamente veloce del gioco, finendo però per diventare troppo superficiale. Un vero peccato.

La telecamera, il vero nemico

- Se avete giocato almeno un titolo action in terza persona nella vostra vita, sapete quale ruolo fondamentale riveste la telecamera in questo genere, nel bene e nel male. In Wanted: Dead indossa purtroppo i panni dell’avversario più temibile, specie quando ci si ritrova ad affrontare tanti nemici contemporaneamente o quando gli scontri avvengono in corridoi o spazi angusti. In queste situazioni, complice anche l’assenza di un sistema di aggancio, la gestione delle inquadrature mette in mostra tutti i suoi limiti, esponendo la protagonista a colpi e sconfitte che, in condizioni normali, sarebbe facile evitare. Disattivando alcuni aiuti e modificando le impostazioni base si può mitigare in parte questi effetti, ma il risultato rimane comunque molto lontano da quando sarebbe lecito cercare in un titolo del genere.

Tiriamo le somme

Wanted: Dead è un esperimento riuscito solo a metà. L’idea di mescolare il genere degli sparatutto con quello degli action a base di spade, condendo il tutto con un gameplay che strizza l’occhio al passato, è interessante e, a tratti, anche molto divertente. Peccato però che questo elemento venga inesorabilmente ridimensionato dalla poca profondità di alcune meccaniche, in primis quelle legate alla gestione delle coperture e ai minigame che fanno da intermezzo alle varie missioni, da una realizzazione tecnica al di sotto degli standard attuali e da un bilanciamento generale che non riesce quasi mai a garantire un senso di progressione soddisfacente, né per quanto riguarda la difficoltà né per quanto riguarda la narrazione. Un titolo che gli amanti dell’azione pure e dei titoli orientali potrebbero considerare, ma che difficilmente potrà soddisfare i giocatori in cerca di un’esperienza più rifinita o con una trama indimenticabile.
6.8

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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