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img Grounded

Recensione - GroundedXbox Series X | S Xbox One DigitalGame

A due anni (e tanti update) dal lancio in Game Preview, il survival di Obsidian Grounded è finalmente pronto a mostrarsi nella sua versione finale, sia ai tanti giocatori che l'hanno supportato finora che a quelli che ne stavano pazientemente aspettando l'uscita definitiva per giocarlo senza bug: (ri)scopriamolo insieme nella nostra recensione!
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Il Gioco

La storia di Grounded segue le vicende di quattro teenager (o uno, due o tre a seconda che si giochi da soli o in co-op) degli anni 90 che si ritrovano improvvisamente all'interno del giardino di una casa, senza memoria di come vi siano finiti. E non ho usato "all'interno" casualmente, visto che i ragazzi si trovano anche rimpiccioliti alle dimensioni di una formica, vivendo quindi il giardino come un enorme mondo completamente nuovo e popolato da insetti giganteschi, a volte amichevoli ma spesso ostili. Nei panni di questi ragazzi e senza sapere perché siamo finiti lì né come tornare alle nostre dimensioni originali, dobbiamo quindi iniziare ad esplorare il giardino cercando di sopravvivere e di trovare indizi utili a venire a capo di questo mistero. A breve inizieremo a trovare le registrazioni di uno scienziato, il Dr. Wendell Tully, autore della tecnologia di miniaturizzazione che ci ha portato a queste dimensioni e che ha riempito il giardino di laboratori in miniatura nei quali condurre i suoi studi, apparentemente per nasconderli a qualcuno. E' nel primo di questi laboratori che incontriamo BURG.L, un robottino anch'esso privo della sua memoria che ci chiederà di recuperare dei chip negli altri laboratori del giardino, per ricostruire le sue banche dati e aiutarci a tornare alle nostre dimensioni normali. Inutile dire che ognuno di questi laboratori è posizionato in aree estremamente pericolose, e starà a noi capire come cavarcela tra ambienti ostili ed insetti mortali.

MX Video - Grounded

Da questa premessa parte la grande avventura di Grounded, un gioco decisamente atipico per i californiani Obsidian: non solo perché è stato sviluppato da un team di sole 14 persone nel corso di due anni con la formula "early access" ed il contributo attivo della community, ma anche perché si tratta del primo survival game per uno studio che finora si è specializzato unicamente in RPG. E che survival: le meccaniche del gioco sono complesse e profonde, basate sulla raccolta di risorse e sul crafting per la realizzazione di tutto quel che ci servirà nel corso dell'avventura, ma anche sul continuo mantenimento dei nostri parametri vitali per riuscire a sopravvivere ai tanti ambienti del giardino ed alle insidie che questi nascondono.

Il titolo, giocabile sia in prima (la mia preferita, per una questione d'immersività e di come il giardino sembri ancora più imponente) che in terza persona, ha una struttura ad obiettivi: sin dall'inizio ci vengono indicati i primi step da fare come mangiare qualcosa e bere, e man mano che procediamo con l'avventura ne saranno aggiunti sempre di più importanti, sia primari che secondari. Gran parte di questi obiettivi sono però molto generici e sta a noi capire come raggiungerli o ottenere determinate risorse; persino quando ci verrà indicata sulla mappa la posizione specifica di un oggetto, recandoci sul posto non lo troveremo perché è localizzato sotto terra oppure sopra di noi, e dovremo iniziare ad esplorare minuziosamente l'area circostante per capire come arrivarci.

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I primissimi obiettivi ci introducono al sistema di sopravvivenza del gioco, basato sul controllo dei livelli di fame e sete e sul crafting: mentre innocue (e gigantesche) coccinelle e formiche ci passano accanto senza curarsi di noi, capiamo subito che è possibile raccogliere piccole piantine, ciottoli e altri elementi, che è possibile mangiare dei funghetti ed anche bere l'acqua stagnante nelle pozzanghere (scoprendo però che, pur dissetandoci, questa è impura e non ha un bell'effetto sul nostro organismo, mentre le gocce di rugiada che si formano sotto gli steli d'erba sono molto più salubri) e poco dopo c'imbattiamo in una piccola cupola di fattura umana, un "laboratorio da campo" nel quale possiamo analizzare gli oggetti raccolti per ottenere delle "ricette", ossia delle indicazioni su come combinare i vari elementi tra loro per ottenere nuovi oggetti. Ecco così che combinando un germoglio, della fibra vegetale ed un ciottolo otteniamo un'ascia utilissima per abbattere steli d'erba ed altri vegetali più grandi, ed allo stesso modo è possibile ottenere delle mazze per frantumare oggetti, lance e archi utili per combattere e difenderci, e tanto altro. Gli oggetti più semplici e di utilizzo comune, quindi più di più facile logoramento (sì, ogni oggetto ha una sua durata e può rompersi) sono craftabili direttamente dal menu del gioco ovunque ci troviamo, ma altri più complessi richiedono l'utilizzo di un banco da lavoro, anch'esso costruibile con elementi raccolti nell'ambiente, o addirittura di una "stazione di forgiatura" che ci permette di utilizzare materiali altrimenti poco manipolabili. E se ciò non bastasse, gran parte degli strumenti e oggetti creabili dispongono anche di un livello che va da 1 a 3: le ricette di livello più elevato si guadagnano con l'avanzamento nella storia principale man mano che consegniamo i chip a BURG.L, e richiedono materiali sempre più rari o difficili da ottenere, ma ci permettono di tagliare e frantumare elementi altrimenti non scalfibili con gli strumenti di livello più basso. Nel caso delle armi, ovviamente, quelle di livello 2 o 3 ci consentono di essere molto più efficaci negli attacchi.

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Nel corso dell'esplorazione è inoltre possibile anche trovare dei molari nascosti qua e là, chiamati "denti del latte", che una volta frantumati con una mazza di secondo o terzo livello ci permettono di ottenere una sostanza spendibile presso i laboratori del giardino per aumentare i livelli massimi di salute, sete, fame ed energia del nostro personaggio. Tramite questo meccanismo è possibile anche aumentare il numero di "mutazioni" attivabili contemporaneamente, dei miglioramenti alle nostre abilità (danni da caduta ridotti, polmoni capienti, pugni più potenti, ecc.) sbloccabili o acquistabili presso BURG.L. che possiamo utilizzare per personalizzare ulteriormente le capacità del nostro teenager.

Ho menzionato il banco da lavoro e la stazione di forgiatura, e questo ci porta ad un altro importante aspetto di Grounded: il crafting della nostra base. Il gioco include un profondo sistema di progettazione e costruzione di basi, che possono andare da piccole casette in cui conservare le nostre risorse fino a enormi costruzioni, come torri altissime visibili da qualsiasi punto del giardino: una volta ottenute le ricette per realizzare i vari elementi, come muri, porte, scale e pavimenti, si entra in modalità progettazione posizionando virtualmente i vari oggetti, con la possibilità di ruotarli e spostarli come preferiamo ed andando a creare una sorta di "progetto 3D" della nostra costruzione, non ancora realizzato ma visibile sotto forma di strutture blu semitrasparenti. Una volta fatto questo, basterà portare i materiali necessari per la creazione di ogni elemento e passare alla costruzione vera e propria, che avviene in maniera automatica. Non è però così semplice, perché il nostro inventario non ha spazio per tutti gli oggetti e quelli più grandi, come gli steli d'erba o altri materiali necessari per creare le pareti, possono essere portati in quantità molto ridotte. Quindi per evitare di fare continuamente avanti e indietro tra ricerca di risorse e costruzione, la strategia migliore è fare prima scorta di tutto il necessario stoccandolo in appositi contenitori e strutture che possiamo creare, per poi partire con la costruzione. Inutile dire che si tratta di un processo molto laborioso e per questo ideale quando si è in più persone, dividendosi i compiti tra costruzione e ricerca di risorse, ma è qualcosa in grado di dare grandi soddisfazioni. Anche qui, come per il resto del sistema di crafting, è possibile ottenere col tempo nuovi materiali e ricette per nuovi tipi di strutture, come quelle circolari o capaci di galleggiare sull'acqua.

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Già, acqua, perché il nostro bel giardino non si limita al solo ambiente, verde e lussureggiante, che incontriamo all'inizio: sono presenti diversi biomi, ognuno molto diverso dagli altri per conformazione, insetti che lo popolano e, ovviamente, pericolosità: c'è una grande quercia le cui radici nodose sono il riparo perfetto per decine di pericolosissimi ragni, un laghetto pieno di ninfee che nasconde un vero "mondo nel mondo" le cui profondità saremo in grado di esplorare solo con il giusto equipaggiamento, un'area altamente tossica e popolata da insetti infetti a causa della perdita di una bombola di gas, un'alta siepe esplorabile saltando tra i rami ed anche un'area del "giardino superiore" più vicina alla villetta e che nasconde segreti importanti. Senza contare la presenza di formicai e altre grotte esplorabili con l'ausilio di torce. A questa grande varietà si aggiunge un ciclo notte/giorno completo che vede cambiare le routine dei vari insetti a seconda dei loro cicli vitali (per cacciare le lucciole bisogna ovviamente attendere la notte, mentre le pericolosissime cimici dormono di giorno ed è quindi più facile aggredirle per ottenere le loro ghiandole, preziosissime per alcune ricette di alto livello), ed è perfino possibile scatenare degli eventi che cambieranno permanentemente la conformazione del giardino, come la possibilità di tappare la falla della bombola di gas per rendere meno pericolosa l'area circostante, ma che causerà anche degli effetti indesiderati che vi lascerò scoprire da soli. Ovviamente la notte è generalmente più pericolosa ed il buio rende difficile l'esplorazione, quindi è possibile costruire dei piccoli ripari improvvisati nei quali addormentarsi fino al mattino e che possiamo impostare come punti di respawn in caso di morte.

Proprio così, morte, una cosa a cui finora non ho accennato ma che è molto comune in Grounded. La morte può avvenire per cause accidentali come la caduta da una grande altezza o l'esaurimento totale delle riserve di cibo e liquidi, ma più frequentemente avviene a causa dell'attacco di insetti ostili. Quando questo avviene, ci sono due modi per gestire l'evento: uno è quello di respawnare dall'ultimo riparo utilizzato per poi recarci al punto della nostra morte per recuperare lo zaino in cui sono rimaste le risorse raccolte fino a quel momento, mentre l'altro è quello di caricare il salvataggio più recente e riprovare. Ovviamente il primo modo è più utile nel caso in cui si giochi in co-op, perché non si costringeranno gli altri giocatori a ricominciare dal salvataggio, mentre il secondo torna più pratico quando si gioca da soli.

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Ma ovviamente il nostro scopo è evitare di morire, fronteggiando e sconfiggendo gli insetti ottenendo così dalle loro carcasse anche preziosissimi materiali per le nostre creazioni. Il gioco dispone di un basilare sistema di combattimento fatto di attacchi corpo a corpo, da lontano (con frecce o il lancio di oggetti, incluse piccole bombe) e difesa, ma se l'insetto che stiamo fronteggiando è molto forte non c'è strategia che regga senza la giusta "potenza di fuoco". Serve quindi equipaggiarsi adeguatamente, ed è per questo che il sistema di crafting ci permette anche di creare armature e scudi sempre più potenti così come armi sempre più letali (incluse delle torrette spara-ciottoli!). Alcuni tipi di armature sono anche indispensabili per esplorare determinate aree, come la maschera antigas da usare nella zona infetta o un casco capace di catturare delle bolle d'ossigeno per immergerci a lungo e in profondità nello stagno. I combattimenti possono essere anche molto impegnativi e lunghi, soprattutto con alcuni insetti-boss che proteggono determinate aree chiave, quindi è bene arrivarci preparati, e preferibilmente in compagnia.

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Sì, perché anche se Grounded è perfettamente giocabile da soli, alcune delle imprese che ci propone richiedono molto più tempo per essere portate a termine da un singolo giocatore rispetto a ad un team di più persone, e la cooperativa è realizzata in modo da permettere ad ognuno di andare dove vuole e fare quello che desidera indipendentemente dagli altri, permettendo così al team di giocare compatto quando necessario (combattimenti impegnativi o costruzione delle basi) e di separarsi quando serve parallelizzare attività come la ricerca di risorse ed il completamento di obiettivi. Ed il tutto è realizzato in maniera eccellente, con un sistema di "mondi condivisi" che ci permette di hostare il nostro salvataggio sul cloud condividendolo con i membri del nostro gruppo: in questo modo, qualora uno o più giocatori non avessero tempo, gli altri, o anche uno solo di loro, potranno collegarsi quando vorranno al mondo condiviso per portare avanti qualche compito, raccogliere risorse o anche completare degli obiettivi. Quando gli altri si collegheranno, troveranno la situazione così come l'ha trovata chi si era collegato in precedenza. Un sistema eccellente che sfrutta ovviamente le capacità del cloud di Microsoft per la memorizzazione.

Ad ogni modo, indipendentemente che si affronti in solitaria o in compagnia, il gioco offre tante possibilità per adattare l'esperienza alle proprie necessità. Oltre a tre diversi livelli di difficoltà che regolano il livello di danni ricevuti/inflitti e l'usura delle risorse (e, se si gioca da soli, è consigliabile abbassare la difficoltà), è possibile anche scegliere una modalità Creativa nella quale tutte le risorse e ricette sono disponibili dall'inizio e non si esauriscono mai, consentendoci così di sbizzarrirci nella creazione delle nostre basi; molto interessante anche la difficoltà Personalizzata, nella quale possiamo impostare ogni singolo elemento come invincibilità, aggressività dei nemici, esaurimento di acqua/cibo o delle risorse e così via, così da avere l'esperienza più adatta ai nostri gusti fino a renderla un vero e proprio God Mode dove nulla può scalfirci. E per chi soffre di aracnofobia, c'è persino la possibilità di ridurre l'aspetto dei ragni a delle semplici sfere informi, ma non meno pericolose!

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E' difficile quantificare quanto l'avventura di Grounded vi terrà impegnati mentre scoprite i segreti del giardino e del lavoro di Wendell Tully, visto che questo dipende anche da quanto tempo passerete nell'esplorazione, crafting e potenziamento, ma è facile ipotizzare che giocando da soli vi serviranno ben più di una ventina d'ore, mentre in compagnia è possibile impiegarne anche meno dividendosi bene il lavoro. Si tratta comunque di un gioco capace di tenervi impegnati per molte decine d'ore, se deciderete di approfondirlo al massimo e sfruttarne tutte le possibilità. Vale la pena menzionare, poi, che chi ha giocato finora il titolo in Game Preview, in questa versione finale dovrà ricominciare l'avventura dall'inizio ma mantenendo tutte le risorse possedute precedentemente e tutti i denti del latte già ottenuti, con la possibilità di spenderli nuovamente nel sistema di potenziamento. Il gioco è infine localizzato in italiano in tutti i testi e menu, mentre i dialoghi e le registrazioni audio rimangono in inglese.

Amore

Esperienza survival profonda e personalizzabile

- Non raggiungeranno i livelli di complessità dei survival game più gettonati, da Minecraft ad ARK e Valheim, ma ho trovato le meccaniche survival di Grounded molto più accessibili pur non rinunciando ad un gran livello di profondità. Ottenere le risorse la realizzazione di alcuni oggetti di alto livello può richiedere che ci avventuriamo in aree pericolosissime, costringendoci quindi a prepararci per bene, cosa che a sua volta richiederà il recupero di altre risorse. Il sistema di costruzione della base poi è estremamente intuitivo e permette, a chi è portato a questo tipo di attività, di creare vere e proprie regge o anche strutture come lunghe scale e passerelle che rendano più facile passare da una parte all'altra delle aree del giardino. E la cosa più bella è che è tutto personalizzabile: volete dedicarvi più alla creazione senza avere continuamente a che fare con insetti ostili? Si può fare. Volete dedicarvi all'esplorazione e combattimento ma senza dover costantemente recuperare riserve di cibo e liquidi per tenere fame e sete sotto controllo? E' possibile anche questo. Insomma, un ottimo survival game per gli appassionati del genere, ma eccellente anche per chi ha poca esperienza con questo tipo di giochi.

Storia avvincente

- Nella versione finale di Grounded si dipana finalmente l'intera storia del gioco grazie anche all'aggiunta di nuove cut-scene che ce ne raccontano i retroscena, e nonostante questa venga narrata attraverso registrazioni vocali e sogni dei protagonisti, risulta sicuramente avvincente portandoci a desiderare di scoprirne tutti i risvolti. Non siamo di fronte ad un titolo dalla struttura narrativa e la storia ha il solo scopo di immergerci più facilmente in questo vasto mondo, ma si nota sicuramente come lo storytelling sia da sempre parte dell'anima di Obsidian.

Gioco in compagnia

- Il gioco tra amici è sicuramente quello che vede brillare maggiormente l'esperienza di Grounded, grazie ad una realizzazione perfetta della co-op che ci permette di condividere lo stesso "mondo" con gli altri giocatori che possono così collegarsi e proseguire anche in assenza nostra o di altri membri del gruppo. La possibilità di andare ovunque vogliamo senza un "cordone ombelicale" che ci leghi agli altri giocatori, poi, è perfetto per dividersi i compiti, salvo tornare a fare squadra quando le cose si fanno più dure. Una modalità davvero ben realizzata.

Un mondo vivido e convincente

- Il mondo di Grounded risulta essere estremamente convincente non solo per l'ottima resa grafica capace di creare affascinanti scorci dai colori vivaci e ricchissimi di dettagli, ma anche grazie ai tanti dettagli che lo costituiscono, dagli insetti con le loro routine uniche fino ai tanti oggetti "umani" lasciati qua e là come lattine, scatole di mentine e pupazzetti abbandonati (tutto ovviamente gigante, ai nostri occhi) che contribuiscono a rendere il tutto più "vero" e realistico. Ed il tutto si muove con un'ottima fluidità, almeno su Xbox Series X, senza mostrare particolari problemi prestazionali.

Odio

E ora cosa faccio?

- Grounded lascia tanta libertà al giocatore, anche troppa. Nonostante sia presente un sistema di obiettivi che ci indica cosa fare, spesso capire come raggiungere il prossimo obiettivo è una vera impresa che richiede ore ed ore d'esplorazione in cerca del percorso giusto per raggiungere un dato punto, e quando ci arriviamo non è raro scoprire che la strada è sbarrata da un qualche elemento per il quale non abbiamo lo strumento giusto… e per il quale magari non abbiamo neanche ottenuto la ricetta, costringendoci così a mettere da parte l'obiettivo finché le nostre avventure non ci porteranno ad ottenere quello che ci serve per proseguire. Il consiglio è quindi quello di non curarsi troppo degli obiettivi che ci vengono affidati, almeno quelli della storia principale, e di dedicarsi principalmente ad esplorare ogni palmo della mappa, analizzare tutti gli oggetti che troviamo ed ottenere sempre più ricette e materiali così da trovarci più preparati quando servirà. Un'esperienza un po' più pilotata nel percorso che attraversa la storia principale, però, sarebbe stata sicuramente gradita.

Cammina, cammina, cammina…

- E talvolta, quando ci accorgiamo che per superare un passaggio serve qualcosa che ci manca, potremmo dover attraversare l'intera mappa da una parte all'altra per ottenere quello che ci serve, con tutte le insidie che questo porta con sé, mantenendo fame e sete sotto controllo. Insomma, in Grounded si cammina, o corre, davvero tanto. Un sistema di viaggio rapido, almeno tra le principali location dopo averle raggiunte la prima volta, sarebbe stato molto gradito.

Tiriamo le somme

Grounded è un survival game profondo e avvincente, che ci immerge in un mondo affascinante tutto da esplorare, ricco di sfide e dotato di un'eccellente modalità co-op. Un gioco che non tiene il giocatore per mano e per questo può lasciare spesso spiazzati richiedendo molta tenacia e pazienza, ma che sa anche offrire grandi gratificazioni quando si riesce in un'impresa. Per questo il modo migliore per goderne appieno è in compagnia dei nostri amici, dividendoci i compiti e facendo squadra nelle fasi più ardue. In ogni caso si tratta di un titolo dal grande carisma, che consigliamo di provare sia agli appassionati di survival game che ai neofiti, magari perché in cerca di un titolo diverso dal solito da giocare con gli amici.
8.5

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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