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img Assassin's Creed Valhalla
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Recensione - Assassin's Creed ValhallaXbox Series X | S Xbox OneGame

Si vociferava di un Assassin’s Creed ambientato nell’era vichinga da diversi anni, e alla fine i rumor si sono rivelati corretti: Assassin's Creed Valhalla è realtà, e nei panni di Eivor Morso di Lupo ci siamo guadagnati un posto al fianco di Odino e Thor. Ecco com'è andata tra razzie, battaglie sanguinarie, complotti e interferenze divine.

Il Gioco

Con Assassin’s Creed: Origins Ubisoft ha radicalmente cambiato il suo approccio verso la saga. Non solo è stata parzialmente abbandonata la cadenza delle uscite annuali che avevano saturato il mercato, ma la struttura ludica di Assassin's Creed è stata stravolta con un'impronta molto più incentrata sulla componente RPG. La formula si è evoluta in Odyssey ma trova il suo culmine nel nuovo Assassin's Creed Valhalla, capitolo che conclude la “Trilogia Antica”. La storia segue ancora le vicende di Lyla Hassan nel presente, riprendendole alcune settimane dopo gli eventi dello splendido DLC di Odyssey dedicato ad Atlantide (che vi consiglio di recuperare per non avere buchi di trama), ma questa volta rivivremo i ricordi di Eivor Morso di Lupo, un vichingo vissuto nell’850 d.c. circa. Nonostante nel prologo ci venga presentato come un ragazzino, dopo il tutorial la simulazione dell’Animus ci mette davanti ad una scelta: impersonare Eivor come maschio o femmina. A differenza di Odyssey non si tratta tuttavia di una scelta tra due personaggi distinti, infatti Eivor è l’unico protagonista della storia: c’è una motivazione a livello di trama che non rivelerò sul perché si possa scegliere il sesso, oppure si può addirittura lasciar scegliere all’Animus il genere di Eivor a seconda della situazione.

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La storia inizia nelle fredde montagne della Norvegia, ma ben presto l’azione si sposta in Inghilterra durante le invasioni barbariche. Qui viene fondato il villaggio di Raventhorpe, un insediamento che partendo da poche capanne potrà essere espanso e potenziato usando varie risorse in maniera simile a quanto visto con Monteriggioni in Assassin’s Creed II fino a diventare un villaggio vero e proprio. Costruendo edifici si sbloccano diverse nuove funzioni, missioni e attività come ad esempio le gare di bevute, partite di Orlog (un gioco basato su dadi e strategia) e perfino gare di insulti in rima, un’usanza che i vichinghi avevano anche nella realtà e che potrebbero essere quasi associate a delle “battaglie rap” moderne in cui si deve insultare l’avversario mantenendo sempre una corretta metrica e assonanza.

MX Video - Assassin's Creed Valhalla

Per quanto nel villaggio si respiri un’aria rilassata e sicura lo scopo della visita in Inghilterra non è certo turistica, ma di invasione. Eivor inizia così la sua missione per conquistare i territori inglesi sia con la violenza ma anche stringendo alleanze con la popolazione locale, fino a quando le vicende si vanno ad intrecciare naturalmente nella centenaria lotta tra i Templari, qui chiamati semplicemente “l’Ordine”, e gli Assassini, che invece si facevano chiamare ancora “gli Occulti”, lo stesso nome visto in AC Origins. Eivor viene così in possesso di una lama celata, iconica arma che finalmente fa il suo ritorno dopo l’assenza nel precedente capitolo, tuttavia Eivor sfoggia la sua lama sulla parte superiore dell’avambraccio in bella vista, e non sulla parte inferiore come tutti gli altri Assassini: per quanto sia disposto ad agire nell’ombra si tratta pur sempre di un vichingo, e lo scontro a viso aperto senza inganni o armi nascoste è insito nella sua cultura.

I combattimenti in Assassin's Creed Valhalla sono particolarmente “fisici” e la potenza di Eivor si sente ad ogni colpo, inoltre si tratta del capitolo con la maggiore violenza della serie: non sono rari infatti decapitazioni e mutilazioni, oltre ad attacchi particolarmente sadici come un pestone in piena faccia ai malcapitati a terra. A livello di gameplay il gioco è sostanzialmente simile a quanto eravamo abituati nei precedenti titoli, ma la principale novità è la possibilità di impugnare due armi leggere anche di diverso tipo, ad esempio usando la classica ascia nella mano destra e una mazza nella sinistra creando combinazioni uniche ma sacrificando la difesa che potrebbe dare uno scudo nella mano secondaria. Con l’esperienza si guadagnano punti da investire in uno skill tree particolarmente ampio che permette di sviluppare Eivor in varie vie: Orso (attacco pesante), Lupo (attacchi agili) e Corvo (furtività), anche se nulla vieta di cercare un equilibrio mescolando gli stili. L’unico rovescio della medaglia è che lo skill tree è nascosto fino a quando non si sblocca un certo numero di abilità, per cui è impossibile sapere quali potenziamenti si celano e pianificare la progressione, ma fortunatamente in qualsiasi momento è possibile resettare i punti, per cui si può sperimentare e testare varie “build” senza grandi problemi.

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La componente RPG si nota anche nella gestione dell’equipaggiamento, anche se in questo caso Assassin's Creed Valhalla ha snellito di molto il sistema visto nel precedente capitolo: invece di essere sommersi costantemente da pezzi di armatura e armi da cambiare continuamente sono presenti molti meno equipaggiamenti che andranno tuttavia migliorati più volte per sbloccarne il pieno potenziale. Ad ogni potenziamento, oltre ad un aumento delle statistiche, si possono sbloccare anche effetti passivi (ottenibili anche utilizzando determinati set completi) o slot dove inserire rune che aggiungono ulteriori modificatori. Tutti questi elementi combinati aumentano il livello di Eivor permettendo così di affrontare i nemici nelle aree più insidiose.

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L’Inghilterra infatti è suddivisa in varie regioni, ognuna con un livello di potenza suggerito che indica la pericolosità dei nemici presenti, e una differenza troppo elevata rende gli scontri al limite dell’impossibile.
Parlando della mappa questa si presenta con una estensione notevole ma leggermente inferiore rispetto ad Odyssey, anche se va considerato il fatto che si tratti quasi esclusivamente di “terreno calpestabile” senza gli infiniti mari che speravano le varie isole e territori della Grecia antica. Le battaglie navali sono infatti completamente assenti in Assassin's Creed Valhalla, il che è anche giustificato a livello storico perché i vichinghi non combattevano mai in mare e non avevano una flotta da battaglia. Le imbarcazioni sono comunque presenti ma unicamente per le fasi esplorative, e non mancano fiumi e corsi d’acqua più o meno estesi.

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Gli scenari variano da montagne innevate (soprattutto in Norvegia) ad ampie praterie e boschi, oltre a numerosi insediamenti e villaggi medioevali da esplorare… o saccheggiare. Suonando il corno da battaglia, infatti, Eivor può chiamare i suoi compagni vichinghi per avviare una razzia contro un villaggio che si conclude con l’uccisione di tutti i nemici e il furto dei bauli preziosi che possono contenere risorse e materiali utili per espandere il villaggio di Raventhorpe, oltre ad eventuale equipaggiamento o pergamena con cui imparare degli attacchi speciali. Si possono equipaggiare fino ad 8 abilità (4 corpo a corpo e 4 a distanza) e per utilizzarle è necessario consumare una o più segmenti di adrenalina che si ricarica semplicemente combattendo. In alcune sezione le semplici razzie possono trasformarsi in assalti, ovvero combattimenti su scala maggiore divisi in diverse fasi, come ad esempio scalare le mura di cinta, sfondare i cancelli con l’ariete e liberare la zona dai nemici, e di solito si conclude con un boss finale.

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Dal punto di vista tecnico Assassin's Creed Valhalla si difende piuttosto bene anche sull’attuale generazione, ma già dal Day One sarà disponibile una patch per rendere il gioco in versione next-gen. Al momento non posso sbilanciarmi sulla resa visiva su Series X, ma sull’attuale generazione il colpo d’occhio generale è comunque positivo, anche se si nota leggermente la differenza tra le cut-scene ricche di dettagli e le sezioni di gameplay dove invece si notano alcune sbavature e imperfezioni. Anche il frame-rate si è dimostrato stabile in ogni occasione, e degno di nota anche il doppiaggio in italiano per voci e interpretazione. Menzione d’onore soprattutto all’adattamento nella nostra lingua per quanto riguarda le sfide di insulti: il team è infatti riuscito nel difficile compito di cercare di restare il più fedele possibile ai testi originali (anche se ovviamente spesso non è stato possibile), ma con rime e metriche in italiano.

Amore

Il fascino del nordico

- Negli ultimi anni abbiamo avuto diversi titoli ad ambientazione vichinga, basti pensare ad esempio ad Hellblade: Senua’s Sacrifice o il recente God of War, e avevo il timore che Assassin's Creed Valhalla potesse risultare troppo “già visto”. Mi sono dovuto invece ricredere, ed in particolare ho apprezzato molto come Ubisoft non si sia soffermata unicamente sull’aspetto violento e conquistatore per cui sono famosi i vichinghi, ma anzi abbia esplorato molto la loro cultura e società. Spesso mi sono ritrovato a leggere documenti o ad aspettare di scendere dalla barca perché un compagno stava finendo di raccontare una leggenda nordica, spingendomi anche a documentarmi su alcune curiosità come ad esempio le già citate battaglie di insulti (il cui nome storico è “flyting”). Si nota inoltre una certa influenza della serie TV Vikings, specialmente per quanto riguarda il look dei personaggi, per cui se siete appassionati della serie vi troverete a casa.

Less is more

- Per quanto Assassin’s Creed: Odyssey sia uno dei miei titoli preferiti, è innegabile come il gioco fosse eccessivamente prolisso e diluito, cosa che invece non ho riscontrato in Assassin's Creed Valhalla. Sia chiaro, il farming è comunque presente, ma in maniera molto meno invasiva e la progressione avviene in modo più naturale. Anche il fatto di non essere sommerso da equipaggiamenti e cambi continui ha reso l’esperienza molto più fluida lasciandomi concentrare di più sul gioco vero e proprio. Per le prime 15/20 ore ho utilizzato il primo set d'armatura che ci viene regalato senza avere la necessità di cambiarlo, e solo dopo mi sono messo alla ricerca di un set migliore, ma più per curiosità personale che per effettivo bisogno. Ho apprezzato anche l’assenza delle battaglie navali, una componente che in titoli come Black Flag aveva senso di esistere ma che in Assassin's Creed Valhalla avrebbe stonato troppo anche e livello storico.

Citazioni del passato

- In alcune occasioni Assassin's Creed Valhalla sembra quasi voler riprendere alcune meccaniche del passato che erano state accantonate, in particolare da Assassin’s Creed II. Come già accennato, lo sviluppo di Raventhorpe ricorda molto l’espansione di Monteriggioni, inoltre sono presenti anche alcune meccaniche di gameplay come la possibilità di tirare su il cappuccio per mimetizzarsi tra la folla e passare quasi indisturbati vicino ai nemici. Eivor può ad esempio unirsi ad un gruppo di frati per non destare sospetti, e per quanto non abbia lo stesso stile di Ezio Auditore quando si mescolava alle prostitute, è comunque apprezzabile.

Odio

Storia del presente

- Più che un difetto vero e proprio di Assassin's Creed Valhalla, questa è una critica all’intera gestione della storia del presente. Nei precedenti due capitoli le vicende di Lyla Hassan sono state abbastanza vaghe e poco interessanti, e speravo in una sorta di riscatto in questo capitolo conclusivo della Trilogia Antica. Nonostante ci sia qualche spunto interessante e persino colpi di scena, la sua storia nel complesso mi è sembrata abbastanza scialba e molto meno incisiva rispetto a quanto visto con Desmond Miles, e da una parte è un peccato. Si tratta di una valutazione prettamente personale ma la sensazione è che si potesse (e dovesse) fare qualcosa in più, perché in questo modo le sezioni del presente diventano quasi un fastidio da completare velocemente per ributtarsi nell’Animus.

Qualche bug di troppo

- Quando si parla di titoli open world così vasti è inevitabile incappare in diversi tipi di bug, e Assassin's Creed Valhalla purtroppo non fa eccezione. In alcune occasioni mi è capitato di restare incastrato in una parete, di assistere a dialoghi che non partivano o collisioni totalmente sbagliate, ma già al day one sarà disponibile una prima patch che dovrebbe migliorare la situazione. Personalmente non ho incontrato bug tali da bloccare o rovinare la mia esperienza di gioco, ma alcuni problemi possono essere abbastanza fastidiosi.

Tiriamo le somme

Se avete apprezzato la “rinascita” del brand iniziata con Origins, allora anche Assassin's Creed Valhalla non deluderà le vostre aspettative. La formula di base da action-RPG è rimasta sostanzialmente invariata, ma Ubisoft ha apportato comunque alcune migliorie sia al gameplay che all’esperienza di gioco, andando a snellire alcuni elementi troppo oppressivi nei precedenti capitoli e ripescando dal passato alcune meccaniche che sembravano dimenticate. La storia di Eivor è avvincente e ci mostra diversi aspetti della società vichinga, anche se la storia del presente di Lyla Hassan non riesce a brillare allo stesso modo. Si tratta comunque di un titolo che potrà impegnarvi tranquillamente per decine se non centinaia d'ore se siete dei completisti, considerata la grande quantità di attività e segreti da scoprire, e un ottimo titolo con cui inaugurare le nuove console.
8.6

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L'autore

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I videogame lo intrigano fin da piccolo nonostante il disappunto della nazi-mamma, che alla fine è costretta a cedere e sopporta anche la sua mania per i Comics, i Manga e il collezionismo di Limited Edition. Spera di farsi strada nel mondo del giornalismo videoludico iniziando nel dicembre 2011 a collaborare per MX, inoltre studia psicologia per cercare di capire il comportamento dei fanboy.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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