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Celeste

Recensione - CelesteXbox One DigitalGame

Lo sviluppatore indipendente Matt Thorson ci propone con Celeste la sua personale visione di platform game, facendoci scalare di livello in livello un'altissima montagna nei panni della giovane Madeline, ed offrendoci al contempo uno dei più tosti platformer 2D di questa generazione. Scopritelo con noi.

Il Gioco

Madeline è una giovane ragazza con un obiettivo ben chiaro: scalare la Montagna Celeste, una fittizia vetta canadese che le leggende affermano essere in grado di rivelare la vera essenza ed i contrasti interni di chi la affronta. Inizia quindi la scalata, durante la quale incontrerà altri personaggi che hanno affrontato la vetta per i più disparati motivi, ma dove prenderà forma anche la sua parte più oscura e sgradevole. Tutto questo è vissuto dal giocatore nella forma di un platformer 2D dal look pixelato a metà tra retrò e moderno, dove dopo qualche salto ed arrampicata (la ragazza può anche aggrapparsi alle sporgenze) Madeline scopre anche di aver acquisito il potere di fare rapidi scatti aerei che le permettono di coprire distanze maggiori.

Il gioco è composto da sette stage di difficoltà crescente, ognuno rappresentante un diverso ambiente della montagna, dalle verdi piane con laghi e fiumi alle grotte piene di insidie fino alle ripide vette innevate; questi ampi livelli sono strutturati con un design aperto di chiara ispirazione metroidvania, portandoci così ad esplorarli liberamente in tutte le direzioni (e con buone dosi di backtracking) per scovare l'uscita di ogni scenario. Ma la caratteristica principale di Celeste è l'alto livello di sfida, che ci porta a fallire tante volte prima di arrivare in fondo. Quando si muore si riparte generalmente dall'inizio della schermata in cui eravamo, quindi non si perde molto tempo di gioco, ma questo costringe il giocatore ad imparare al meglio complesse sequenze di salti, scatti ben temporizzati ed altre azioni necessarie per superare le varie aree.

MX Video - Celeste

Il titolo di Matt Makes Games (studio autore, tra l'altro, dell'ottimo TowerFall: Ascension) non è comunque un vero metroidvania: al di là della struttura dei livelli, infatti, non guadagniamo nuove abilità né è possibile migliorare le caratteristiche di Madeline come la salute, (anche perché ogni contatto con oggetti o nemici ostili causa la morte istantanea); la varietà è data invece dall'ottimo level design, che ci propone costantemente elementi nuovi da affrontare con meccaniche precise e ben definite. L'alternarsi iniziale di semplici piattaforme e burroni diventa presto un susseguirsi di piccoli spazi utilizzabili tra spine, trappole, piattaforme mobili, spettri, teletrasporti... insomma, le mosse sono poche, ma le situazioni in cui usarle numerose e molto varie.

Il level design aperto di ogni area di gioco sa ricompensare anche i più attenti e abili, vista la presenza di numerose aree secondarie opzionali: alcune di queste sono facili da trovare ma molto difficili da completare, altre sono difficili anche solo da scovare. L'esplorazione di queste aree ci porta diverse ricompense, come le numerose fragole nascoste in quasi ogni area secondaria fino a delle celatissime cassette musicali. Collezionando questi supporti musicali, è possibile sbloccare un "lato B" di ciascun livello, che prende gli elementi della versione originale, li remixa un po' e li rende ancora più tosti. Come se la sfida fosse stata fino a quel momento di poco conto.

Si possono inoltre sbloccare difficoltà aggiuntive, così come per i meno portati per i platform games è possibile attivare una modalità Assist che offre (quasi) totale controllo sulla difficoltà: è possibile attivare l'invincibilità, stamina infinita o anche saltare interi livelli in cui siamo bloccati. Ovviamente facendo così si perde molto del fascino del titolo, ma può essere un ottimo modo per introdurre giocatori meno esperti (bambini, per esempio) a questa esperienza piuttosto impegnativa ma che è anche molto godibile per i disegni, le atmosfere e la trama.

Già, proprio la trama. Dietro al look da coloratissimo retrogame, infatti, si nasconde anche una trama sorprendentemente profonda e riflessiva. Non vi voglio svelare troppo, ma sappiate che si tratta di un viaggio affascinante che tratta tematiche come le responsabilità da affrontare quotidianamente e il senso della vita. Probabilmente è da Inside che un platformer bidimensionale non mi ha suscitato così tante riflessioni. Fortunatamente questa storia è ampiamente comprensibile da tutti, visto che il gioco è completamente in italiano.

Amore

Il giusto approccio al retrogaming

- L'ho detto tante volte in altre recensioni passate: l'estetica 8/16 bit è ormai fin troppo abusata nel mondo indie, con fin troppi giochi che vanno a scimmiottare i vecchi classici finendo per offrire prodotti davvero poco originali nel look. Fortunatamente questo non è il caso di Celeste, che offre animazioni molto ben curate e fluide, e soprattutto degli sfondi ricchi di varietà e dettagli, per non parlare dell'affascinante colonna sonora tendente al chiptune. Ma anche il gameplay è azzeccato, che pur non uscendo dai canoni classici del genere ci offre diversi elementi di modernità.

Il Dark Souls dei platform games

- Sì lo so, questo ormai è un vero tormentone: tutti i giochi un po' più difficili della media sono ormai additati come i "nuovi Dark Souls". Ma in questo caso può essere un paragone riuscito. Perché piace Dark Souls? Perché è tosto, misterioso, vario e l'alta difficoltà risulta una sfida, non una barriera, perché i comandi e le regole del gioco sono chiare e oneste, diventando così una sfida costante mirata a migliorarsi poco a poco per superare ostacoli a difficoltà crescente. Tutto questo è valido per Celeste, ma coniugato nel mondo dei platform games bidimensionali. E ciò che stupisce è che non c'è solo il platforming sfrenato: troviamo anche una sorprendente storia sulla difficoltà di trovare il proprio posto in questo mondo.

Niente è affidato al caso

- Non negherò che la conta delle mie morti è stata davvero alta, ma mai una volta ho avuto la sensazione di essere stato "tradito" dal gioco. Salti e altre mosse sono precise e reattive, le hitbox degli ostacoli e della protagonista sono impeccabili e non c'è nulla di impossibile. Difficile sì, ma non impossibile. Il level design spesso richiede al giocatore una precisione praticamente millimetrica, o al pixel se preferite, ma ogni morte serve ad imparare cosa va e cosa no, e inevitabilmente vi avvicinerà al successo se ne avrete la pazienza.

Contenuti aggiuntivi a volontà

- E così dopo una quantità non indifferente di morti siete riusciti ad arrivare alla fine del gioco. Bene, il gioco non è ancora finito, altroché: il bello deve ancora iniziare! In primis si sbloccano delle difficoltà aggiuntive che rendono l'esperienza di gioco ancora più letale, ma soprattutto sarete chiamati a tornare in livelli precedentemente completati non solo per raccogliere i collezionabili sparsi, per poi attivare il lato B di ogni livello che lo trasforma con dei veri e propri remix dove la difficoltà subisce un'impennata non indifferente. Se pensavate che bastasse scalare la montagna per completare Celeste, dovreste sapere bene che, una volta raggiunta una vetta, ce n'è sempre una più ostica da conquistare.

Odio

Gameplay non troppo vario

- Celeste mira volutamente a un design di gioco abbastanza semplice, con poche mosse ed abilità da imparare. Si può correre, saltare, aggrapparsi e fare degli scatti aerei, e questo rimane invariato dall'inizio alla fine. La varietà è fornita dai livelli che richiedono una bravura sempre maggiore, ma vista anche la struttura simil-metroidvania dei livelli, non sarebbe stato male se anche il gameplay avesse subìto un'evoluzione di pari passo a quella delle ambientazioni.

Aspetta, dove dovevo andare?

- Vista la complessità di alcune aree, con livelli che possono tranquillamente richiedere una mezz'ora abbondante per via delle probabili morti, una mappa consultabile non avrebbe certo guastato, anche per ricordarsi come accedere a determinate zone. Invece non c'è alcun tipo di indicazione e si va solo ed esclusivamente a memoria, una cosa sconveniente soprattutto se ritornate in un livello dopo qualche giorno e non sapete più dov'era nascosta quella dannata fragola o da che parte fosse l'uscita. Insomma, senza una mappa è facile imboccare percorsi sbagliati.

Tiriamo le somme

Stilisticamente Celeste non sarà il gioco più originale che abbiate mai visto e come gameplay forse non è nulla di rivoluzionario, ma non fatevi ingannare dall'apparente semplicità del titolo di Matt Makes Games, perché si tratta di una delle esperienze platform più impegnative, ma anche appaganti, degli ultimi anni. Le aree create con eleganza ed una cura maniacale, l'abbondanza di contenuti secondari, il gameplay impeccabile e persino la trama sorprendentemente profonda rendono Celeste un gioco da non farsi sfuggire per i fan del genere!
8.2

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

c

Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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