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Recensione - BiomutantXbox OneGame

Annunciato nel 2017, Biomutant ha da subito attirato l’attenzione di stampa e giocatori ponendosi come uno dei titoli da tenere d’occhio. E dopo una serie di rinvii e preoccupanti silenzi, finalmente il gioco è arrivato sulle nostre console: benvenuti quindi nel Nuovo Mondo, una (neanche troppo) distopica versione futura del nostro pianeta!
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Il Gioco

È passato molto tempo da quando la Toxanol, una delle più grandi industrie del pianeta, ha letteralmente distrutto il Mondo Che Fu con una catastrofe ambientale. La continua ricerca e produzione ha portato ad una situazione insostenibile per lo smaltimento dei rifiuti industriali, e invece di cercare soluzioni alternative, i folli dirigenti hanno pensato bene di nascondere tutto sotto terra o in mare… e tutti ne hanno pagato le conseguenze. Alcuni degli animali che sono stati a contatto con i rifiuti tossici hanno subito mutazioni genetiche che gli hanno permesso di evolversi, dando così inizio ad una nuova generazione in grado di sopravvivere in quello che viene definito Nuovo Mondo. Gli animali sono quindi diventati nuovamente i padroni del pianeta, organizzandosi perfino in un abbozzo di società basata su tribù e villaggi, sviluppando un loro linguaggio e sfruttando i resti della tecnologia del Mondo Che Fu per sviluppare armi, mezzi di trasporto e altro ancora. Un nuovo pericolo tuttavia incombe, ovvero i Mangiamondo: si tratta di quattro bestie enormi nate da particolari mutazioni e che stanno distruggendo l’Albero della Vita, una gigantesca pianta che con le sue radici infonde energia all’intero pianeta. Nei panni del peloso protagonista dovremo quindi affrontare un lungo viaggio per affrontare i Mangiamondo e salvare l’Albero della Vita… oppure aiutarli nella loro impresa così da distruggere nuovamente tutto e ricominciare da zero.

MX Video - Biomutant

In Biomutant infatti dovremo prendere diverse decisioni che possono cambiare drasticamente la storia del gioco e influire sul nostro allineamento morale, con tanto di angioletto e diavoletto sulla spalla che commentano le nostre scelte litigando anche tra loro (un po’ alla Kronk in “Le Follie dell’Imperatore”). I Mangiamondo tuttavia non sono l’unico obiettivo della nostra missione, ma anche riportare la pace (o alimentare il caos) tra le sei Tribù e indagare sul passato del protagonista e Lupa-Lupin, un mostro che ha attaccato il villaggio del nostro eroe quando era solo un cucciolo. A tutto questo si aggiungono una miriade di incarichi secondari da scoprire visitando i villaggi ed esplorando il Nuovo Mondo. Biomutant si presenta infatti come un classico Action RPG open world, e come ogni RPG che si rispetti prima di iniziare la nostra avventura dovremo passare qualche minuto nella creazione del personaggio.

Le scelte vanno ad influenzare le statistiche e le abilità disponibili, e in base al vostro stile di gioco potrete scegliere tra razze più orientate verso il combattimento corpo a corpo o alle pistole, oppure specializzarvi in poteri psionici e bio-mutazioni (una sorta di mago quindi). Ogni scelta modifica inoltre anche l’aspetto fisico, ad esempio una grande intelligenza porta ad una grande testa, mentre l’agilità si riflette in un corpo più minuto e snello. Infine anche la classe di combattimento inciderà sul gameplay, con alcune che permettono di utilizzare due armi ad una mano insieme, ottenere bonus alle armi da fuoco con una ricarica perfetta e così via. Nulla vieta tuttavia di creare anche degli ibridi, e nelle fase più avanzate del gioco si potranno acquistare anche alcune abilità delle altre classi così da poter esplorare anche altri stili.

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Dopo una breve sezione guidata che funge anche da tutorial, finalmente il Nuovo Mondo si spalanca davanti a noi, con una piccola sequenza che ricorda molto The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Il paragone non è casuale, infatti il team di Experiment 101 ha preso molta ispirazione dal capolavoro di Nintendo per creare la struttura del Nuovo Mondo. L’enorme mappa, infatti, oltre ad essere ricca di attività secondarie, presenta alcuni mini dungeon (anche se nulla di paragonabile come complessità a Zelda) e diverse aree in cui è necessario possedere uno specifico equipaggiamento per accedere. In particolare alcune zone hanno subito pesanti cambiamenti a causa dell’inquinamento del Mondo Che Fu, per cui non sarà raro imbattersi in luoghi con elevate radiazioni o gas velenosi, o addirittura cambiamenti climatici con caldo o freddo estremi. Per sopravvivere è necessario quindi recuperare delle apposite tute protettive, inoltre nel corso della storia si potranno mettere le zampe su alcuni mezzi come cavalcature, motoscafi e perfino un mecha che permettono di spostarsi rapidamente anche in zone altrimenti inaccessibili.

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Se l’esplorazione ricorda molto Zelda, il gameplay invece sembra prendere ispirazione da Devil May Cry: il nostro peloso protagonista infatti può alternare attacchi con spade, spadoni etc. ad attacchi a distanza con pistole, fucili a pompa e mitragliatori vari. Le combo non sono particolarmente complesse da eseguire ma richiedono comunque un buon tempismo, e l’effetto a schermo è decisamente frenetico e adrenalinico. In alcuni casi è presente anche un effetto slow motion “alla Matrix” che mette particolare enfasi su alcuni azioni spettacolari. A questo si aggiungono le biomutazioni e poteri psionici, ovvero attacchi speciali che vanno dalle classiche palle di fuoco ad altri decisamente più particolari come enormi bolle di muco che oltre a fare da scudo possono attaccarsi ai nemici o l’abilità di far spuntare funghi elastici utili sia per saltare più in alto sia per far rimbalzare gli avversari. Si possono equipaggiare fino a 4 poteri contemporaneamente, e una volta presa dimestichezza ci si può esibire in combinazioni tanto letali quanto spettacolari da vedere. Va tuttavia tenuto conto del fatto che alcuni poteri sono disponibili unicamente in base al nostro karma: compiendo azioni malvagie la nostra “aura” diventerà oscura permettendo di sbloccare determinati attacchi, viceversa con un’aura bianca il set disponibile sarà diverso.

Infine è presente una importante componente di crafting che ci permette di riciclare scarti trovati in giro per trasformarli in armi ed equipaggiamento, con la possibilità di potenziare oggetti già in nostro possesso oppure crearli da zero assemblando i componenti. Il gioco, quindi, invoglia a sperimentare diverse armi sia ravvicinate che a distanza offrendo continuamente nuovo loot, e le possibili combinazioni sono virtualmente infinite.

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Dal punto di vista tecnico Biomutant riesce a girare su Xbox Series X (versione che ho testato per la recensione) in 4K nativi e 60 fps. Va tuttavia ricordato come Biomutant sia un titolo sviluppato specificamente per la precedente generazione e privo di ottimizzazioni per le nuove console, ma di questo ve ne parlerò più approfonditamente a breve. Vi informo infine del fatto che il gioco è completamente doppiato in italiano, anche se, come leggerete più in basso, gli sviluppatori hanno utilizzato un particolare espediente per utilizzare una singola voce parlante.

Amore

Un messaggio importante

- Il mondo di Biomutant è una continua denuncia verso un problema reale, ovvero l’inquinamento ambientale. Per quanto la trama sia anche ricca di humor, non mancano i momenti di riflessione su un tema del quale non si parla mai abbastanza. Esplorando si possono trovare cartelli e filmati che ricostruiscono la storia del Mondo Che Fu, e il fatto che sia così spaventosamente verosimile a ciò che sta già accadendo oggi sotto i nostri occhi può far passare un brividino lungo la schiena. Biomutant è quindi un gioco dalla forte identità e con un messaggio importante che purtroppo troppo spesso viene ancora ignorato.

Gameplay frenetico e divertente

- Come già detto il gameplay di Biomutant si ispira molto a Devil May Cry, anche se in maniera molto più semplificata. Il risultato è comunque adrenalinico e divertente, e può cambiare drasticamente a seconda del tipo di armi e poteri speciali equipaggiati. Una volta presa dimestichezza di può danzare tra i nemici in una pioggia di proiettili, lame ed effetti speciali, e lo slow motion aggiunge quel pizzico di spettacolarità in più. Anche le boss fight sono particolarmente divertenti e richiedono spesso strategie uniche con mezzi utilizzabili unicamente in quelle occasioni, oltre a dividersi in varie fasi che richiedono sempre un approccio diverso.

Direzione artistica

- Sono rimasto particolarmente colpito dalla direzione artistica di Biomutant, e più di una volta mi sono ritrovato a vagare senza meta solo per godermi alcuni scenari. Girare di notte con l’aurora boreale e l’enorme Albero della Vita all’orizzonte è una gioia per gli occhi, e anche il design delle creature che popolano il Nuovo Mondo è degno di nota, specialmente quello dei Mangiamondi. Il contrasto poi tra i resti del Mondo Che Fu con città e tecnologie in rovina e la natura che si riappropria del pianeta è molto suggestivo, mentre si notano alcune somiglianze con The Last of Us Parte II per quanto riguarda l’aspetto delle città e degli edifici abbandonati.

Odio

Il passo più lungo della gamba

- Il problema principale di Biomutant è l’evidente sviluppo travagliato. Experiment 101 è un team al suo debutto, e l’impressione è che il titolo fosse inizialmente molto più ambizioso per poi essere ridimensionato in fase di sviluppo. Dopotutto il gioco ha subito numerosi rinvii e per diversi mesi è sparito dai radar, un campanello d’allarme che non va mai sottovalutato. Il fatto poi di essere uscito con le nuove console già sul mercato rende ancora più impietoso il confronto, sia a livello tecnico che di meccaniche. Nonostante la già citata direzione artistica renda il gioco piacevole da vedere, è innegabile come ad un'analisi più approfondita le ambientazioni risultino comunque povere di dettagli, con modelli riciclati continuamente e intere aree (specialmente alcuni dungeon) palesemente copia-incollati tra loro. Anche il gameplay soffre di qualche disattenzione, come il sistema di aggancio dei nemici e le hitbox degli attacchi fisici non sempre precisi. Biomutant è comunque un titolo longevo, la sola storia principale occupa sulle 20 ore, mentre il mio contatore è arrivato quasi a 70 dedicandomi a quasi tutte le secondarie e collezionabili, tuttavia avrei preferito un titolo più contenuto nelle dimensioni ma con una maggior cura nei dettagli.

Narrazione problematica

- Maggior cura che avrei voluto anche nel comparto narrativo. Il problema non è tanto la storia di Biomutant (che anzi come detto contiene anche dei messaggi importanti), ma il come questa viene narrata. Non so se per una scelta artistica o di budget, ma nel Nuovo Mondo gli animali mutati hanno sviluppato un loro linguaggio, il che è verosimile… ma per qualche motivo il giocatore non può comprendere questa lingua, e tutti i dialoghi vengono tradotti dall’Automa, una sorta di Grillo Parlante (letteralmente un grillo anche se meccanico) sulla nostra spalla che interpreta le frasi e ce le ripete. Questo rende difficile restare coinvolti nei dialoghi, senza contare che avere una sola voce nell’intero gioco alla lunga può stancare. Anche la scrittura dei dialoghi non brilla particolarmente, con frasi che a volte sembrano sconnesse o mal tradotte. È un peccato quindi che la storia venga intaccata da questi problemi di narrazione, e anche le scene finali perdono purtroppo del pathos non rendendo giustizia a quello che dovrebbe essere il climax.

Tiriamo le somme

Biomutant è un titolo dall’enorme potenziale che soffre purtroppo di un’uscita troppo in ritardo sul mercato e di alcuni problemi legati ad uno sviluppo travagliato. Se si pensa che il team di Experiment 101 è composto da appena 20 persone e che questo è il loro debutto, il risultato è anzi impressionante, ma l’errore alla base è stato quello di cercare la quantità invece che soffermarsi sulla qualità, andando a perdersi in alcuni dettagli che, se risolti, avrebbero reso il gioco veramente degno di competere anche con i titoli tripla-A. Mi sento comunque di consigliare Biomutant perché il gioco nonostante tutto è valido e capace di divertire con il suo gameplay frenetico, di affascinare con i suoi scenari ed anche di far riflettere su temi importanti. Se avete un grande hype per il gioco, però, meglio ridimensionare le aspettative.
7.7

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L'autore

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I videogame lo intrigano fin da piccolo nonostante il disappunto della nazi-mamma, che alla fine è costretta a cedere e sopporta anche la sua mania per i Comics, i Manga e il collezionismo di Limited Edition. Spera di farsi strada nel mondo del giornalismo videoludico iniziando nel dicembre 2011 a collaborare per MX, inoltre studia psicologia per cercare di capire il comportamento dei fanboy.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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