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img One Piece: Burning Blood
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Recensione - One Piece: Burning BloodXbox OneGame

Come ogni anno eccoci a parlare di un nuovo gioco basato sul manga di Eiichiro Oda, ma dopo la trilogia di Pirate Warriors Bandai ha deciso di abbandonare i musou per dedicarsi ad un classico picchiaduro. I lavoro è stato affidato a Spike Chunsoft, ex sviluppatori di numerosi titoli dedicati a Dragon Ball: vediamo se One Piece: Burning Blood è riuscito a convincerci.

Il Gioco

Il manga di One Piece offre infiniti spunti per creare un videogame. L’opera di Eiichiro Oda ha una storia che dura da quasi 20 anni e che continua tutt’ora ad appassionare sempre più persone, e in questo periodo di tempo sono stati introdotti una quantità impressionante di personaggi primari e secondari che hanno fatto breccia nel cuore dei fan. Negli ultimi anni Bandai ha puntato molto sul rendere il più spettacolare possibile l’azione trasponendo l'anime nel genere musou, per sottolineare la grande potenza di Rufy e compagnia contro gruppi di avversari numerosi, tralasciando in parte gli scontri singoli che invece sono una parte fondamentale del manga. One Piece: Burning Blood si pone invece in maniera diametralmente opposta alla serie Pirate Warriors, abbandonando le fasi esplorative e di combattimento contro gruppi di nemici anonimi per focalizzarsi invece sulle battaglie tra i vari protagonisti che abbiamo imparato a conoscere nel tempo. Bandai si è ispirata molto ad un’altra delle sue serie per sviluppare One Piece: Burning Blood, ovvero quella di Naruto Shippuden Ultimate Ninja Storm: le somiglianze sono piuttosto evidenti fin dall’inizio, infatti ci troviamo di fronte ad un picchiaduro 3D in cui è possibile muoversi liberamente per l’arena con squadre composte da uno a tre membri e la possibilità di avere dei personaggi di supporto. Anche il gameplay si ispira in parte a quello di Naruto, ma One Piece: Burning Blood riesce comunque ad avere una sua identità che lo differenzia in diversi aspetti.

Come già accennato il manga di One Piece è stracolmo di personaggi iconici, e il roster del gioco ne riprende una buona parte, infatti qui troviamo circa 60 personaggi giocabili e ben 70 di supporto. Bisogna tuttavia specificare che alcuni dei personaggi giocabili sono in realtà delle semplici riproposizioni di lottatori già presenti ma con skin diverse, come ad esempio le versioni con i costumi da bagno di Nami, Nico Robin e Boa Hancok (perché il fan service non è mai abbastanza), quindi in realtà il numero effettivo è leggermente inferiore, ma comunque piuttosto nutrito per un picchiaduro. I personaggi di supporto possono essere richiamati con l’uso delle frecce direzionali in caso abbiano delle abilità attive, mentre se forniscono bonus passivi basta averli in squadra per sfruttare i loro poteri. Questi possono essere di vario tipo, come ricaricare automaticamente la barra della Furia (su cui tornerà più avanti), potenziare i valori di difesa oppure permetterci di subire attacchi senza essere storditi per un breve periodo di tempo, garantendo una buona varietà di bonus che possono fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta.

MX Video - One Piece: Burning Blood

I personaggi giocabili invece si dividono in diverse categorie, ovvero Attacco, Velocità, Tecnica, Distanza e Bilanciato a seconda del loro stile di combattimento. Ognuno inoltre ha una ulteriore sottocategoria che definisce se possiede poteri legati all’Ambizione (Haki, se preferite il nome originale) e Rogia. La differenza tra le due è ciò che rende veramente unico il gameplay di One Piece: Burning Blood, infatti imparare a gestire questi poteri è alla base per uscire vittoriosi di una scontro. Come i lettori del manga sapranno bene, gli utilizzatori di Rogia sono praticamente invulnerabili ai normali attacchi e l’unico modo per colpirli è usare l’Ambizione: in termini di gameplay, tramite la pressione di uno dei dorsali si possono attivare queste abilità, per cui se stiamo subendo dei danni mentre utilizziamo un Rogia vedremo i pugni del nemico andare a vuoto… sempre che lui non usi l’Ambizione per riuscire a colpirci anche mentre siamo in quello stato. L’utilizzo dei poteri è regolato da un’apposita barra che si ricarica con il tempo, per cui bisogna sempre fare attenzione a come utilizzarli se non si vuole rimanere scoperti proprio nel momento del bisogno.

La gestione di Ambizione e Rogia è la parte più tecnica di One Piece: Burning Blood, mentre il gameplay di base è piuttosto semplice: tutte le combo possono essere eseguite tramite la pressione ripetuta dell’apposito tasto, inoltre è possibile eseguire una Mossa Personale e tre attacchi speciali, più un Attacco Supremo quando la barra della Furia è piena. Questa si riempie attaccando o subendo banni, e una volta attivata, oltre a poter eseguire l’Attacco Supremo, per un breve periodo potenzia le nostre statistiche. Inoltre alcuni personaggi subiscono una trasformazione fisica che cambia il moveset: Rufy ad esempio passa al Gear 4th, Eneru diventa un essere di pura elettricità e X-Drake si trasforma in dinosauro. La barra della Furia è divisa in Tacche e gestisce anche un altro degli aspetti fondamentali di One Piece: Burning Blood, ovvero i Cambi. Ogni match può essere affrontato con squadre da 3 personaggi, e spendendo delle Tacche di Furia è possibile effettuare delle Catene Unità con cui combinare gli attacchi, oppure sfuggire alle combo dei nemici facendo intervenire il nostro compagno e sostituirci rapidamente.

Spike Chunsoft ha inserito diverse modalità in One Piece: Burning Blood, e oltre alle classiche Battaglia Libera e Battaglia Online le più interessanti sono Guerra Suprema, VS Ricercato e Bandiera Pirata. Guerra Suprema non è altro che la classica modalità Storia, anche se gli sviluppatori hanno deciso di ripercorrere solo l’arco narrativo di Marineford, tralasciando completamente tutto il resto. La saga è divisa in 4 capitoli che ci mostrano i tragici eventi dalle prospettive di Rufy, Barbabianca, Akainu ed Ace, con una durata di circa 5 ore per completarli tutti. Ogni capitolo ci propone le principali battaglie del personaggio che stiamo usando seguendo gli eventi del manga e alternando combattimenti a filmati realizzati con il motore grafico del gioco, e gli obiettivi possono essere semplicemente di vincere lo scontro oppure sopravvivere per un periodo di tempo limitato.

VS Ricercato invece ci permette di scegliere una squadra e affrontare diverse battaglie contro avversari specifici che spesso condividono qualche legame, come ad esempio essere spadaccini, membri della Flotta dei Sette, rivali eterni e così via. Sono presenti inoltre dei contratti a tempo e degli avvisi Ricercato Speciale, dove dobbiamo affrontare delle sfide con determinate condizioni che aumentano di molto la difficoltà ma offrono ricompense maggiori. Bandiera Pirata, infine, è una modalità online in cui si deve scegliere una delle 16 Fazioni disponibili insieme ad altri giocatori da tutto il mondo e cercare di conquistare quanti più territori possibili nell’arco di una Stagione. Ogni Stagione dura una settimana e dovremo muovere la nostra nave lungo una mappa del mondo di One Piece spendendo Punti Log Pose, e maggiore è la distanza e maggiore sarà il numero di Punti richiesti. Una volta arrivati in un territorio controllato da un’altra Fazione dovremo affrontare una battaglia contro la CPU, contro la CPU potenziata oppure contro un altro giocatore online, e in caso di vittoria si accumulano punti per la propria Fazione. Alla fine di ogni Stagione la squadra che ha totalizzato più punti viene premiata con denaro, skin alternative e diversi altre ricompense.

Dal punto di vista tecnico One Piece: Burning Blood offre modelli poligonali dei personaggi curati nei minimi dettagli e con un cell shading realizzato in maniera ottima, e sembra veramente di essere all’interno di una puntata dell’anime. Peccato solo che le 12 arene non abbiano una qualità leggermente inferiore, mentre il frame rare rimane sempre fisso a 30 fps tranne casi rarissimi in cui ho notato dei lievi cali. Il doppiaggio originale giapponese dell’anime infine farà sicuramente felici i fan, garantendo delle interpretazioni di qualità.

Amore

Roster sconfinato

- La grande quantità di personaggi presenti in One Piece: Burning Blood farà sicuramente felici i fan, e tra vecchie conoscenze e nuove entrare sono presenti gran parte dei protagonisti che abbiamo imparato ad amare. Non mancano certo alcuni grandi assenti, ma effettivamente far entra proprio tutti gli eroi e i nemici che Rufy ha incontrato nelle sue avventure sarebbe stato un lavoro titanico.

Un universo coerente

- L’attenzione ai dettagli è altissima, e gli sviluppatori hanno inserito tante piccole chicche specialmente durante i filmati di presentazione. Con un roster così ampio uno dei vantaggi è poter far lottare fianco a fianco anche dei nemici giurati, e ho apprezzato molto alcune scenette in cui i vari lottatori interagiscono tra loro scambiandosi battute di amicizia, odio o provocandosi a vicenda ricordando alcuni scontri avvenuti nel manga. Le combinazioni poi sono tantissime, tanto che uno degli obiettivi / trofei è quello di vederne più di 50 diverse. Interessante inoltre come le caratteristiche di ogni personaggio si riflettano anche nel gameplay: ad esempio Sanji non fa alcun danno se l’avversario è donna, oppure se un Rogia viene colpito dal bastone di Agalmatolite di Smoker non potrà attivare i poteri per alcuni secondi.

Facile da capire, difficile da padroneggiare

- Il gameplay di One Piece: Burning Blood potrebbe essere riassunto in questa frase. Ad una prima occhiata chiunque potrebbe esibirsi in combo e attacchi speciali tanto spettacolari da vedere quanto facili da eseguire, ma se si vuole veramente imparare tutti i segreti e vincere anche nello spietato mondo online bisogna imparare ad usare al meglio i poteri Rogia / Ambizione, le Catene Unità e i Cambi, oltre soprattutto al tempismo con cui effettuare anche gli attacchi normali visto che è possibile annullare l’offensiva avversaria se si attacca nello stesso istante.

Come nell’anime/manga

- Lo stile grafico di One Piece: Burning Blood riprende alla perfezione lo stile dell’anime, sia nei modelli dei personaggi sia nei filmati durante la modalità Guerra Suprema. Inoltre anche durante i combattimenti compaiono delle scritte in giapponese che simulano le onomatopee e i suoni come nel manga, e a questo si aggiungono le voci originali e alcune inquadrature durante gli attacchi speciali che rendono gli scontri ancora più immersivi.

Odio

Solo Marineford?

- Una delle cose che maggiormente penalizzano il gioco è la modalità Guerra Suprema, non tanto per la sua qualità (che invece è più che buona), ma per il fatto di comprendere unicamente la saga di Marineford. Pur essendo probabilmente l’arco narrativo più bello e completo di tutto il manga, fa storcere il naso la scelta di tralasciare tutto il resto. Non mi sarei aspettato magari di rivivere nuovamente tutta l’avventura di Rufy, ma se proprio dovevano inserire solo una saga avrei preferito quella di Dressrosa, considerato che è l’unica che ancora non ha avuto un suo adattamento videoludico.

Sbilanciamento

- Questo è un problema piuttosto grave in un picchiaduro. Alcuni personaggi sono palesemente più forti di altri, specialmente quelli che possono contare su attacchi a distanza, rendendo la vita un inferno per chi cerca di avvicinarsi. Inoltre anche durante la modalità Guerra Suprema c’è un picco di difficoltà elevatissimo, e alcuni scontri raggiungono rapidamente la frustrazione quando ci si ritrova da soli contro 3 nemici che possono ucciderti letteralmente con due colpi. Forse era un tentativo di rendere più longeva la modalità, ma neanche in Dark Souls ho imprecato così a lungo per arrivare alla fine.

Legnosità generale

- I combattimenti di One Piece: Burning Blood, come già accennato, cercando di riprendere lo stile di quelli visti nella serie di Naruto Shippuden Ultimate Ninja Storm, ma mancano della stessa fluidità d’azione. Alcune animazioni risultano troppo legnose e manca inoltre la stessa varietà di combo presenti nel titolo del ninja biondo.

Tiriamo le somme

One Piece: Burning Blood è un buon prodotto per tutti i fan della saga, e grazie al suo roster sconfinato e la cura nei dettagli per rendere al meglio le caratteristiche di ogni lottatore resta un titolo da provare. Rimangono tuttavia un serie di difetti piuttosto gravi che non consentono al gioco di essere al meglio della sua forma, come una modalità Storia estremamente ridotta e modalità di gioco che diventano velocemente poco interessanti. Anche il gameplay, seppur buono, ha bisogno di diversi aggiustamenti specialmente nel bilanciamento, e nonostante il tentativo di emulare lo stile dei vari Naruto c’è ancora del lavoro da svolgere. One Piece: Burning Blood getta quindi solo le basi per quella che potrebbe diventare una nuova serie di picchiaduro di successo, ma al momento si tratta di un prodotto acerbo e incompleto. Speriamo in un prossimo capitolo più rifinito, perché molte delle idee introdotte sono comunque piuttosto valide.
6.5

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L'autore

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I videogame lo intrigano fin da piccolo nonostante il disappunto della nazi-mamma, che alla fine è costretta a cedere e sopporta anche la sua mania per i Comics, i Manga e il collezionismo di Limited Edition. Spera di farsi strada nel mondo del giornalismo videoludico iniziando nel dicembre 2011 a collaborare per MX, inoltre studia psicologia per cercare di capire il comportamento dei fanboy.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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