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White Night

Recensione - White NightXbox One DigitalGame

A distanza di nove mesi dall’annuncio tenutosi all’E3 2014, ecco approdare su console e PC White Night, l’opera prima del team francese Osome Studio: un terrificante survival horror dallo stile narrativo peculiare e completamente in bianco e nero, che ci fa assaporare atmosfere videoludiche d’altri tempi. Vi sentite abbastanza coraggiosi da affrontare questa spaventosa avventura? Allora leggete la nostra recensione.

Il Gioco

“Mi ricordo bene di quella notte. Attorno a me era solo silenzio di quattro pareti, interrotto dal ticchettare ritmico dell’orologio fissato al muro. Fuori invece era l’inferno. La pioggia e il vento infuriavano come spinti da un’entità malvagia che tentava di espugnare le tapparelle abbassate della mia stanza, illuminata dalla luce del monitor e dai flebili led accesi della console. Indossai le cuffie, alzai il volume e decisi di estraniarmi da tutto, come risucchiato da un mondo immaginario in un’epoca remota e privo di colori.”

Spero perdonerete il mio incipit del tutto personale, forse fuori luogo in una recensione, ma dannatamente adatto per iniziare a parlare di un titolo come questo. White Night è l’opera prima dei talentuosi ragazzi francesi di OSome Studios, che ci porta indietro nel tempo in una Boston alla fine degli anni ’30 in cui la grande depressione e il proibizionismo la facevano da padroni, disgregando lentamente il paese. Ci racconta la storia di un uomo comune, un alcolista senza nome che vive alla giornata e guarda scorrere la sua vita tra una bottiglia di whiskey e l’altra. In una notte come tante altre passate a bere, l’uomo si accinge a tornare a casa ma un incidente lungo il percorso lo spinge fuori strada e rende il suo veicolo inutilizzabile. Ancora frastornato dall’impatto, l’uomo decide di spingersi oltre i cancelli di una vecchia magione situata nei pressi del luogo dell’incidente, proprio mentre un brutto temporale sta per fare la sua comparsa nel cielo oscuro. Il suo intento è quello di trovare aiuto usando il telefono, ma purtroppo le cose non vanno proprio come sperava e l’uomo si ritrova rinchiuso all’interno dell’enorme casa buia senza una via di fuga.

White Night colpisce innanzi tutto per il suo stile monocromatico assolutamente originale, che ben presto scopriremo accompagnato da una narrazione strepitosa. Gli eventi di gioco sono scanditi dalla voce-pensiero del protagonista, che si farà strada lentamente nei torbidi morbosi misteri della famiglia Vesper, i proprietari della casa, leggendo i loro diari e gli appunti sparsi nelle stanze della magione, in cui potremo trovare riferimenti a mutilazioni, brutali omicidi di un killer seriale di donne e oscuri riti tribali. Scopriremo ben presto che la desolazione dell’enorme casa è soltanto apparente, infatti nel buio si nascondono presenze ostili capaci di farci facilmente la pelle, dato che il protagonista non dispone di nessuna capacità offensiva. Il nostro compito quindi non sarà soltanto quello di trovare una via d’uscita dalla villa, ma anche quello di salvare uno spirito inquieto di una donna, una cantante jazz di nome Selena che chiederà ripetutamente il nostro aiuto. L’unico deterrente verso queste presenze malvagie è la luce, che in White Night rappresenta tanto un luogo sicuro quanto un raro privilegio da sfruttare con parsimonia. Durante il nostro incedere nell’oscurità della villa potremo avvalerci soltanto della luce tenue dei fiammiferi che riusciremo a racimolare qua e là nella casa, assolutamente insufficiente a darci piena visibilità degli ambienti e arma inefficace contro i fantasmi. Inutile dire che le scorte di fiammiferi non saranno di certo infinite, cosa che ci costringerà di volta in volta a cercarne altri da utilizzare. Oltre alle manifestazioni degli spiriti, il buio all’interno del gioco è il nostro primo silenzioso nemico, che ci costringerà a cercare costantemente una fonte luminosa dove poter far rifugiare il protagonista, pena il game over.

Il titolo propone la struttura tipica dei survival horror d’altri tempi, con inquadrature fisse e puzzle ambientali che nella maggior parte dei casi hanno come denominatore comune l’uso delle fonti luminose, uniche armi in nostro possesso capaci di offrire tocchi di colore alle immagini rigorosamente in bianco e nero del gioco. Parlando proprio di bianco e nero, è innegabile che White Night offra uno stile assolutamente originale, che si rifà alle opere di Frank Miller e di Danijel Zezelj. Questo fattore aumenta esponenzialmente l’atmosfera del gioco ma purtroppo impatta anche sull’esplorazione di alcuni ambienti, impastando talvolta le immagini sullo schermo specie durante le inquadrature più distanti, dove la ricerca di un interruttore o di un determinato oggetto utile per proseguire l’avventura non sempre risulta facile. Anche il sistema di controllo risente a tratti della struttura retro del titolo, rendendo difficoltose le fughe del protagonista dagli spettri per via dei continui cambi di inquadratura presenti in alcuni ambienti di gioco, difetto che si nota sempre più spesso nei capitoli avanzati. Ultima critica va fatta alla troppa distanza tra i checkpoint, che in White Night vengono rappresentati come zone sicure in cui troveremo delle poltrone su cui riposare per qualche secondo e salvare la partita. Scopriremo presto che il salvataggio dei progressi di gioco è un fattore cruciale, data la severa curva di apprendimento offerta dal titolo e la distanza rarefatta tra i checkpoint ci richiederà talvolta, in caso di accidentale game over, di dover ripetere intere sezioni di gioco. Nonostante questi difetti, White Night è un titolo valido e orginale sia da vedere che da giocare, che propone un ottimo impianto narrativo, un design originale e un comparto audio spettacolare, che riesce perfettamente ad impreziosire l’atmosfera di angoscia e tensione che pervade l’intera avventura. I puristi del genere horror non dovrebbero avere dubbi all’acquisto.

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Amore

Uno stile originale

- White Night gode di un'estetica in bianco e nero originale ed evocativa, capace di enfatizzare incredibilmente l’atmosfera di gioco. Gli unici colori che riusciremo a trovare all’interno del titolo provengono dalle fonti luminose, nostre uniche alleate nel buio perenne degli ambienti di villa Vesper. L’utilizzo di inquadrature fisse ed i puzzle ambientali rendono White Night un gradito omaggio al genere survival horror del tempo videoludico che fu.

Una trama adulta

- L’impianto narrativo del gioco, che prende vita attraverso la voce-pensiero del protagonista, dai diari e dagli appunti trovati in giro per la villa, è scritto incredibilmente bene e comprende tematiche adulte, tra cui omicidi, torture e riti tribali. La presenza degli spettri all’interno della magione rende il tutto più macabro e denso, arricchendo l’esplorazione anche di qualche salto dalla sedia.

Un comparto audio eccezionale

- Il sound design di White Night è parte integrante dell’avventura e talvolta compensa ciò che il comparto visivo non riesce a comunicare pienamente per via dell’utilizzo delle inquadrature fisse. L’atmosfera silenziosa di tensione del titolo è enfatizzata notevolmente grazie al comparto sonoro, che ci terrà compagnia con i passi del protagonista sulle varie superfici di legno della casa, il rombo del vento e dei tuoni del temporale in arrivo, e l’immancabile sfrigolio dei fiammiferi che useremo per farci luce. Un sound design solo in apparenza minimale, ma che si rivela estremamente efficace.

Odio

Le inquadrature fisse

- La scelta artistica di creare un comparto visivo in bianco e nero composto da inquadrature fisse è decisamente funzionale all’atmosfera generale del gioco, ma rischia anche di risultare problematica in termini di gameplay. Capita infatti di incappare in repentini cambi di inquadratura in alcuni ambienti, proprio durante le fughe dagli spettri che ci inseguiranno, fattore che spesso risulta disorientante e non rende intellegibili gli scenari proprio nei momenti in cui ne avremo più bisogno. Anche in situazioni di esplorazione più tranquille, le inquadrature distanti rischiano di impastare le immagini sullo schermo rendendo inutilmente difficoltosa la ricerca di oggetti o interruttori utili e l’interazione con essi.

Sistema di controllo e difficoltà

- Il sistema di controllo di White Night si dimostra fin da subito piuttosto severo. I controlli del gioco infatti, seppur reattivi, non riescono sempre ad assecondare la prontezza di riflessi richiesta in alcuni momenti dal gioco, specie nei capitoli prossimi alla fine, in cui gli incontri con le presenze maligne si fanno sempre più improvvise e frequenti e le fughe si fanno intense. Personalmente da un titolo tanto basato sulla narrazione avrei preferito un’azione e una difficoltà più morigerate.

Tiriamo le somme

White Night, con i suoi pregi e difetti, è un titolo che merita tutta l’attenzione di chi adora il genere survival horror, specie di chi è rimasto affezionato allo stile retro e alle atmosfere tipiche delle opere di genere delle passate generazioni videoludiche. Il titolo colpisce per il suo originale comparto grafico monocromatico, che rende omaggio ad autori come Frank Miller e Danijel Zezelj, e per la qualità delle animazioni mosse dal motore proprietario OEngine. Menzione speciale all’impianto narrativo, degno di un noir con tinte adulte e mature ispirato a opere cinematografiche e teatrali, e ad un comparto audio davvero molto elaborato, nonché complice dell’enfasi dell’atmosfera di tensione che pervade l’intera avventura. Nonostante i difetti dovuti all’utilizzo delle inquadrature fisse che talvolta rendono complessa la navigazione degli ambienti e a un sistema di controllo e una difficoltà un po’ troppo severi, White Night è un titolo sorprendente ed evocativo. I ragazzi di OSome Studio con la loro opera prima sfoggiano senza dubbio un biglietto da visita di tutto rispetto: gli amanti del genere horror lo ameranno.
8.4

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L'autore

autore

Classe '79, sound designer di professione. La sua incrollabile passione per i videogiochi nasce solo all'inizio degli anni '90 e viene presto affiancata da quella per il doppiaggio. Col passare del tempo la sua carriera di videogiocatore onnivoro si focalizza sulla scena PC, ma poi assume sembianze più mature con l'avvento di PlayStation e di tutte le successive console che prenderanno lentamente possesso di casa sua.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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