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Recensione - Diablo IIIXbox One Xbox 360Game

Dopo essersi offerto agli utenti PC, ad un anno di distanza Diablo III ha finalmente varcato la linea di demarcazione che lo separava dal popolo delle console. Sarà riuscita la talentuosa Blizzard a limare le sbavature che macchiarono la controparte PC, offrendoci un prodotto degno dell’altisonante nome che porta? Scopriamolo insieme.

Il Gioco

Sanctuarium. Un mondo sconvolto da un interminabile conflitto tra le demoniache forze dell’oscurità e le potenze celesti. Un regno che già vide Diablo, il Signore del Terrore, camminare sulla sua Terra corrompendo il giudizio degli uomini e seminando il caos nelle terre del reame per sprofondarle in un eterno incubo di sangue e morte con la complicità dei potenti fratelli Baal e Mephisto. Apparentemente sconfitto da un gruppo di eroi a prezzo della loro stessa vita o, nel migliore dei casi, della loro sanità mentale a causa dell’orrore vissuto, a vent’anni di distanza dalla sua ultima manifestazione terrena il Male si è nuovamente ridestato, annunciato dalla caduta di una stella schiantatasi sull’antica cattedrale di Tristam, cittadina già teatro dei precedenti scontri e che, a quanto pare, non è destinata a conoscere tregua. Orde di non-morti ed infernali abomini di ogni forma hanno ripreso la loro sinistra danza di distruzione, portando ancora una volta la morte ed il dolore tra le inermi popolazioni di un regno perennemente senza pace.

E’ in questo tetro scenario che entriamo in gioco noi e, calandoci nei panni di una delle cinque classi di eroi disponibili (barbaro, cacciatore di demoni, sciamano, monaco o mago), cominceremo ad indagare sulla misteriosa stella cadente, contrapponendoci nuovamente alle forze dell’oscuro signore, nel tentativo di relegarlo definitivamente nel suo Inferno. Approcciandoci a Diablo III ci troviamonalle prese con un hack’n’slash con elementi ruolistici presentato nella tradizionale visuale isometrica. Il titolo rappresenta uno dei rari esempi di questa categoria di giochi su console e, per analogia di giocabilità e sviluppo del personaggio, può essere tranquillamente accostato al già pregevole Sacred 2, titolo ormai vecchio di qualche anno. Nell’incedere attraverso i quattro atti che compongono la trama, fronteggiamo orde di demoni e bestie di varia natura via via sempre più potenti e difficili da sconfiggere. Gli avversari “comuni” sono in alcuni casi affiancati da mini-boss, come fossero dei capibranco, versioni molto più coriacee delle normali controparti che, una volta sconfitte, elargiranno cospicui drop di equipaggiamenti più o meno prestigiosi e performanti.

La scelta dell’eroe col quale intraprendere l’avventura influenza in maniera molto marcata l’approccio agli scontri, in quanto ciascuno si contraddistingue per caratteristiche profondamente diverse l’uno dall’altro. Così, se un guerriero barbaro punta tutta la propria strategia di battaglia sulla mera forza fisica e sull’attacco in mischia, forte anche della possibilità di brandire due armi contemporaneamente, un cacciatore di demoni trova la sua giusta collocazione sul campo ad una maggior distanza dagli avversari, per poter meglio sfruttare la gittata dei propri archi e delle proprie balestre, mentre il mago è in grado di danneggiare il nemico dalle retrovie grazie a potenti incantesimi. Il monaco rappresenta invece una classe maggiormente versatile, capace di destreggiarsi bene nella lotta a breve distanza ed al contempo di sfruttare le arti arcane in incantesimi curativi; infine lo sciamano è in grado di avvalersi in battaglia dell’aiuto degli spiriti e di affliggere gli avversari con status debilitanti.

Oltre agli attacchi standard ciascun guerriero dispone di attacchi speciali, di potenza maggiore, utilizzabili al costo di determinati valori legati al “mana” per il mago e all’”odio” per il cacciatore di demoni, per citare solo due classi.
Come da tradizione per un gdr, l’abbattimento degli avversari, così come il completamento delle varie quest, conferirà al nostro paladino un determinato numero di punti esperienza necessari al passaggio al livello superiore: avvenuto ciò entreremo in possesso di nuove tipologie di attacchi o di speciali rune, con le quali potenziare quelli già in nostro possesso.

La struttura dei livelli di gioco è costituita da vaste aree liberamente esplorabili che si succedono l’una all’altra in maniera piuttosto lineare: liberata la prima si procede alla seconda e così via. E’ comunque possibile esplorare e visitare a piacimento le zone già viste durante l’atto in corso, e comunque capita anche di doverci tornare più d’una volta in uno stesso capitolo. Interessante la possibilità di poter ripetere più volte una singola missione, al fine di livellare maggiormente il nostro alter-ego per rendere meno ostiche le sfide successive.

La velocità dell’azione di gioco rende Diablo III piuttosto frenetico ma mai confusionario, ed a volte è richiesto l’uso di una certa dose di acume strategico, specialmente ad alti livelli di difficoltà, dove pochi colpi possono decretare la nostra prematura dipartita. Il sistema di controllo si sposa perfettamente con un gameplay di questo tipo, non facendo pesare in alcuna misura l’assenza di mouse e tastiera, controlli fondamentali della versione nativa. I vari attacchi sono intuitivamente attivabili mediante la pressione dei tasti frontali e dorsali, dandoci la possibilità di switchare da uno all’altro con somma disinvoltura. Alle levette analogiche invece l’incombenza del movimento del personaggio e la nuova funzione di “rotolamento”, con la quale evadere velocemente da scomode situazioni mediante la semplice inclinazione della levetta destra nella direzione desiderata.

Amore

Una finestra sull’Inferno

- Il lavoro svolto da Blizzard sotto l’aspetto tecnico di quella che rappresenta molto più che una semplice conversione appare decisamente convincente. Diablo III si presenta infatti al suo nuovo pubblico forte di una veste grafica assolutamente pulita e rifinita, di un motore grafico capace di gestire senza particolari sofferenze anche i momenti più concitati dell’azione, di un comparto sonoro di prim’ordine, sia parlando della suggestiva e azzeccatissima colonna sonora che analizzandone l’ottimo doppiaggio (la versione inviataci dall'editore era però full english, sia nel testo che nei dialoghi) e di una realizzazione artistica pregevole. Variegate le location, sia all’interno di strutture e dungeons (foriera di cari ricordi la visita alla cattedrale di Tristam) sia in ambienti aperti che spaziano da devastati villaggi a tetri cimiteri, da infocati deserti a umide paludi, tutte molto verosimili, dettagliate ed impreziosite da effetti luminosi e particellari. Peccato che un leggero effetto di screen-tearing ogni tanto faccia la sua sgradita comparsa durante l’azione, penalizzando un comparto tecnico altrimenti ineccepibile: nulla di particolarmente eclatante o fastidioso, ma sufficientemente presente da essere menzionato. Ultima nota personale: ho trovato alcune zone eccessivamente luminose e contraddistinte da tinte troppo accese, in contrasto con lo spirito tradizionalmente tetro ed opprimente della saga.

Looting selvaggio

- Un punto di forza di Diablo III può essere sicuramente cercato e trovato del concetto di looting, vale a dire nella ricerca e nell’equipaggiamento di armi, oggetti ed armature sempre più rari e potenti. Qui gli oggetti vengono divisi in quattro fondamentali categorie per avere così oggetti standard, magici, rari ed unici. Qualunque oggetto venga equipaggiato, sia esso costituito da un paio di guanti incantati o una fiammeggiante spada, oltre che cambiare visivamente l’aspetto del nostro guerriero ne modifica le statistiche fisiche, aumentandone ad esempio la forza o la destrezza, rendendolo maggiormente resistente a determinate tipologie di attacco, incrementandone la velocità d'attacco e così via. Inoltre le armi, oltre ad avere valori differenti fra di loro, possono infliggere danni elementali aggiuntivi. In Diablo III la gamma di oggetti a disposizione del giocatore è davvero smisurata ed essi, oltre ad essere rilasciati da specifici nemici una volta abbattuti o trovati nelle immancabili casse sparse tra i livelli, possono essere acquistati presso i mercanti nelle città o forgiati presso il fabbro. Gli oggetti unici inoltrendispongono spesso di specificità ancora maggiori: mi è capitato di imbattermi in un'ascia che, oltre ad incrementare il valore di forza del mio barbaro e ad infliggere danni spirituali, evocava in maniera casuale uno spirito demoniaco che combatteva al mio fianco. La soddisfazione nel trovare tali oggetti è davvero enorme.

Difficoltà per tutti i gusti

- Assolutamente eccellente la calibrazione del livello di difficoltà di Diablo III, che riesce ad andare incontro alle esigenze di qualsiasi giocatore, da quelli più hard-core, amanti delle sfide al limite della frustrazione, a quelli dall’approccio più easy, maggiormente propensi alla mattanza nuda e cruda senza il rischio di incorrere in morti a ripetizione. Ben otto sono i livelli di difficoltà selezionabili dall’inizio dell’avventura: i tre “classici” facile, medio, difficile ai quali si aggiungono cinque livelli “master” contraddistinti da un crescente numero, resistenza e potenza offensiva dei demoni. A questi si aggiunge inoltre la possibilità, completando più volte la storia, di accedere ad altre modalità di gioco caratterizzate da un ulteriore incremento del livello di sfida e naturalmente, da un ancor più ricco drop di oggetti rari e potenti. Cosa chiedere più di così? Una modalità ancora più penalizzante dove la morte del nostro eroe comporti la sua completa eliminazione e la conseguente impossibilità di utilizzarlo in futuro? Beh, ce l’abbiamo!

I quattro Cavalieri dell’Apocalisse

- Un altro punto messo a segno da Diablo III è costituito dal comparto multiplayer. Sebbene infatti l’esperienza sia pienamente godibile anche in single player, la feature che ci consente di affrontare l’avventura fino ad un massimo di quattro giocatori contemporaneamente è assolutamente gradita, considerando anche il fatto che è possibile farlo sia usufruendo del servizio Live sia collegando più console in system link o ancora giocando assieme su una singola console. Combinare le diverse peculiarità dei vari personaggi in partite multiplayer, mettendo in atto strategie belliche avanzate non ha davvero prezzo. Entrando nel merito dell’esperienza multigiocatore online va detto che il net-code si comporta piuttosto bene, consentendo delle partite che generalmente non soffrono di particolare lag. Numerosi filtri di ricerca possono inoltre restringere il campo di selezione degli utenti a livello regionale, in modo da evitare di trovarsi a giocare con persone troppo distanti e con le quali avremmo problemi di lag.

Odio

L’abbandono delle statistiche

- Forza, destrezza, intelligenza, vitalità. Queste le quattro caratteristiche fisiche fondamentali di ciascun guerriero, espresse in valori numerici differenti a seconda della classe scelta. Trovandosi di fronte ad un gdr, sebbene dall’anima spiccatamente action, sarebbe lecito aspettarsi di poter agire numericamente su tali variabili distribuendo i punti ottenuti all’aumentare del livello di esperienza. Invece in Diablo III non funziona così. Tali statistiche vengono modificate unicamente attraverso gli status conferiti dall’equipaggiamento e da esso dipendono direttamente. Personalmente non ho gradito molto questa scelta: uno sviluppo maggiormente classico, che lasciasse più spazio decisionale al giocatore in tal senso avrebbe portato alla possibilità di sviluppo di personaggi dalle caratteristiche ancor più marcate gli uni dagli altri. Peccato.

Eterna mattanza

- Premetto che questo punto è estremamente soggettivo. Per la natura sessa del suo gameplay, il gioco presenta uno schema piuttosto ripetitivo che potrebbe fiaccare chi non fosse particolarmente amante del genere. La seppur buona trama potrebbe non bastare a spingere alcuni a proseguire in un massacro che si protrae più o meno ininterrottamente dall’inizio alla fine dell’avventura, e la sola ricerca del miglior equipaggiamento potrebbe non bastare a coinvolgere. Personalmente non è un problema che mi abbia minimamente toccato, ma è indubbio che una meccanica di questo tipo potrebbe non piacere a tutti.

Tiriamo le somme

Diablo III arriva su console e lo fa in grande stile. Un ottimo colpo d’occhio, una giocabilità stellare arricchita da un notevole livello di sfida, longevità e rigiocabilità ai massimi storici che si fanno ampliamente perdonare qualche opinabile scelta di gameplay. Un vero Diablo insomma: un titolo che mancava, consigliatissimo, immancabile per un finale di generazione col botto.
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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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