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WWE SmackDown vs RAW 2008
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Recensione - WWE SmackDown vs RAW 2008Xbox 360Game

“Sport entertainment”, sport d’intrattenimento. Questo è il modo col quale viene universalmente etichettato il wrestling, affascinante e antica arte che affonda le proprie radici addirittura nei combattimenti disputati in occasione degli show itineranti del tardo medioevo. A metà strada tra la competizione agonistica e la recita teatrale, il wrestling (o meglio il pro-wrestling) visse il suo momento più florido nel vecchio continente tra gli anni ottanta e novanta, con incontri trasmessi in tv con cadenza quotidiana e lottatori di inarrivabile carisma. Negli ultimi anni l’interesse europeo per questa competizione sembra essersi sopito, senza tuttavia sparire mai completamente, vuoi anche per l’innegabile influenza che gli statunitensi, “inventori” e grandi amanti del wrestling moderno, esercitano su di noi. Questo fattore determina quindi un numero di fan abbastanza numeroso da spingere alcune software-house allo sviluppo di titoli dedicati a questo funambolico sport: in particolare da diversi anni THQ contribuisce all’arricchimento del filone con la serie SmackDown! vs. RAW, di cui l'ultimo episodio è oggetto di questa recensione.


Sin dai primi istanti di navigazione attraverso i menù di WWE SmackDown! vs. RAW 2008 si respira un’atmosfera molto adrenalinica, frutto di una colonna sonora azzeccatissima che comprende pezzi di grande impatto che spaziano dall’Hard Rock al Rap. Cominciando l’esplorazione della schermata principale non si può che rimanere basiti dall’enorme quantità di modalità di gioco disponibili: match singoli, tag-team due contro due e tre contro tre, l’inquietante “Hell in the cell” nella quale i wrestler si sfidano all’interno di una gabbia d’acciaio, la splendida Royal Rumble dove a trionfare è l’atleta che riesce a rimanere sul ring dopo essersi misurato con una trentina di contendenti... e chi più ne ha più ne metta. Ogni tipologia di match ha il suo specifico regolamento, e se da un lato questo contribuisce ad aumentare la varietà di situazioni, di contro può risultare un po’ arduo per un novellino raccapezzarsi in un così vasto oceano di opzioni.

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Numerose le modalità, molti i wrestler presenti all’appello: Undertaker, Triple H, The Rock e Booker T sono soltanto alcune delle luminose stelle del wrestling che potremo utilizzare durante gli scontri, alle quali vanno poi ad affiancarsi indimenticate glorie del passato come il folle Rody Piper e il mitico Bred “The Hitman” Hart, utilizzabili però solo dopo essere sbloccati nella modalità Hall of Fame, grazie alla quale potremo rivivere i più importanti ed emozionanti match della storia. Bella anche la possibilità di svolgere combattimenti al femminile, mettendo a confronto le abilità delle supersexy lottatrici di Raw, che anche in versione poligonale fanno la loro bellissima figura con ampio sfoggio di costumini succinti a sottolinearne le seducenti fisicità. Oltre questo dettaglio, va posto l’accento sul grande lavoro svolto in fase di realizzazione dei fighters, con modelli praticamente identici alle controparti reali, sia nell’aspetto fisico, con attenta riproduzione di altezza, corporatura e tratti somatici, sia nei costumi e nelle movenze. Grande soddisfazione quindi, per gli appassionati, nel poter eseguire mosse incredibili come la 619 di Ray Mysterio o il devastante Tombstone Piledriver di Undertaker.

Anche le entrate degli atleti sono spettacolarmente fedeli a quelle viste negli show televisivi, con fuochi artificiali, esplosioni ed effetti luminosi ad accompagnarli sino al ring. Tutto estremamente coreografico e coinvolgente, tanto che a volte si ha davvero la sensazione di assistere a una puntata di SmackDown. Peccato che le arene non siano a loro volta così particolareggiate e ben realizzate, risultando al contrario molto anonime e scarne.

I lottatori, pur disponendo di un corredo di mosse unico e differente da tutti gli altri, sono stati suddivisi in otto categorie fondamentali che ne descrivono le caratteristiche in termini di stile di combattimento: troveremo quindi wrestler “potenti”, che dispongono di una forza d’impatto devastante, wrestler “scorretti” che non disdegnano dell’uso di colpi bassi o oggetti di vario tipo per stendere il rivale di turno, o ancora wrestler “volanti” votati all’uso di tecniche acrobatiche molto rischiose ma terribilmente efficaci.

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Di carne al fuoco THQ ne ha messa in abbondanza, ma vediamo alla prova dei fatti come si comporta WWE SmackDown! vs. RAW 2008 una volta iniziata l’azione. Il sistema di controllo non è dei più difficili da assimilare, con i tasti dorsali utilizzati principalmente per effettuare le reversal (tecniche difensive con le quali “rovesciare” un’azione d’attacco avversaria e utilizzarla a nostro favore), i tasti frontali per tirare calci e pugni o per lanciare i rivali sulle corde e la levetta direzionale destra per effettuare prese, strangolamenti o proiezioni. Essenzialmente ciò che c’è da sapere prima di salire sul ring è tutto qui. Tuttavia però, l’assenza di un tutorial degno di questo nome (quello presente si limita a descrivere con dei brevi filmati le tecniche speciali che contraddistinguono i diversi stili di lotta dei personaggi) tende a lasciare le nuove reclute della serie un po’ spiazzate, specialmente durante le prime partite. In realtà dopo qualche ora passata a pigliarle di santa ragione senza riuscire a cavar un ragno dal buco, ci si accorge che per sconfiggere gli avversari è sufficiente seguire le indicazioni visive che saltuariamente compaiono nella parte alta dello schermo, vicino all’indicatore della salute: nel caso stessimo per subire una presa, ad esempio, un indicatore raffigurante uno dei quattro tasti dorsali comparirà per una breve frazione di secondo; se avremo il tempismo necessario nel premerlo in tempo, il nostro lottatore effettuerà appunto una reversal, liberandosi così dalla presa del rivale e facendone una a sua volta.

Stesso discorso si può fare per le “sottomissioni”, sia qualora le si subisca, sia nel caso le si esegua: in queste fasi di gioco, dove un combattente effettua una leva o uno strangolamento mirato a far gettare la spugna al rivale, il display indicherà di muovere velocemente la levetta analogica per aumentare la pressione sull’arto bloccato o viceversa per liberarsi dalla scomoda situazione di svantaggio. Da tenere in seria considerazione durante gli incontri, il fatto che colpendo ripetutamente l’avversario si va a riempire un indicatore che, una volta al massimo, permette di utilizzare le tecniche speciali del nostro guerriero o le sue mosse finali. Nel caso di un combattente “tecnico”, una volta colmata questa barra, ogni tentativo di presa da parte dei rivali verrà per un breve lasso di tempo automaticamente interdetto, mentre un atleta “rissoso” non risentirà degli attacchi subiti.

Per un giocatore non avvezzo ai titoli di wrestling, il ritmo di gioco potrebbe risultare un po’ lento se comparato a quello di altri picchiaduro, ma il punto è proprio questo: non si può inserire il titolo nella categoria “picchiaduro”, facendo infatti parte di un genere a sé stante. Vedere un atleta ciondolare intontito e privo di controllo per lunghi secondi prima di potersi nuovamente lanciare all’attacco, è una cosa normale e fa parte dello spettacolo, quindi non può assolutamente essere visto come un difetto. La cosa che fa però realmente storcere il naso è l’intelligenza artificiale, a volte davvero scadente. Specie nei match in team, quando il nostro compagno viene controllato dalla CPU, capita che questi se ne resti imbambolato a lungo prima di prodursi in qualsiasi tipo di strategia, con sommo disappunto e frustrazione per il giocatore.

Veniamo ora alla modalità regina di WWE SmackDown! vs. RAW 2008, denominata “24/7” (forse chiamarla “carriera” era troppo banale?), dove il nostro scopo sarà di portare la nostra superstar nell’olimpo dei wrestler, di entrare cioè nella Hall of Fame diventando una leggenda vivente. Per far ciò non sarà sufficiente vincere gli incontri che saremo chiamati a disputare, ma dovremo far crescere il nostro personaggio anche per quanto concerne la sua “presa” sul pubblico, organizzando conferenze stampa o firmando autografi. Dovremo poi stringere alleanze con altre star del circuito e allo stesso tempo allenarci per far crescere le nostre potenzialità fisiche senza però stressare troppo il nostro fisico, pena fastidiosi infortuni. In realtà, incredibilmente, quello che doveva essere il cavallo di battaglia del titolo è finito per diventare l’anello debole della catena. In primo luogo il calendario è predeterminato in ogni suo aspetto, e se ciò può andar bene per le date delle manifestazioni, di certo non è sensato per le sessioni di allenamento o gli eventuali riposi necessari a mantenere una condizione fisica equilibrata, che ci vengono imposti invece di poter essere gestiti dal giocatore. Altro aspetto discutibile riguarda proprio le sopraccitate fasi di training: invece di pensare a dei minigiochi a tema (come in Fight Night per intenderci), che avrebbero reso più varia l’esperienza di gioco, si è optato per la disputa di brevi incontri durante i quali effettuare un determinato numero di attacchi; alla lunga molto noioso e ripetitivo. La storyline, sebbene risulti interessante, è afflitta da alcuni bachi e talvolta si ha la sensazione che prosegua per la sua strada, indipendentemente dai nostri risultati sul ring o dalle scelte effettuate.

Altro neo che si nota maggiormente in questa modalità è costituito dalle scenografiche entrate in scena dei combattenti: sebbene come detto in precedenza queste siano visivamente appaganti, necessitano di un caricamento (neppure troppo breve) per ogni atleta che prende parte all’incontro; capirete quindi come nel caso dei tag-match, quattro caricamenti solo per vederli scendere in campo tutti risultino veramente troppi. Gradevole invece la possibilità di poter affrontare la carriera utilizzando un wrestler plasmato dal giocatore, grazie al profondissimo sistema di creazione dei personaggi che offre un livello di personalizzazione estremamente elevato.

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Titolo dai due volti questo WWE SmackDown! vs. RAW 2008, con diverse contraddizioni che finiscono per minare il nostro giudizio finale: la magistrale opera di riproduzione dei modelli degli atleti contrasta con la scarsissima attenzione nella rappresentazione dei fondali, sia nella resa visiva sia nell’interazione con gli stessi; l’esaltante colonna sonora e il buon doppiaggio (in inglese) devono invece fare i conti con un terribile commento dei match (e per fortuna non c’è Ciccio Valenti...) e infine l’insoddisfacente modalità carriera, che avrebbe potuto portare molte ore di sano divertimento, finisce presto per annoiare. I più sfegatati fan di SmackDown riusciranno sicuramente a sorvolare su questi aspetti (e possono pure alzare di mezzo punto il punteggio finale), consolandosi anche con l’ormai immancabile modalità online e con le numerose possibilità multiplayer disponibili anche se non si dispone del Live. Per tutti gli altri il consiglio è di provare il titolo, prima di considerarne l’eventuale acquisto.
7.2

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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