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GUN (360)
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Anteprima - GUN (360)

Lezione di cucina #1: prendere un pizzico di GTA, due cucchiai di ambientazione western, qualche saloon e delle fettine di cavallo. Impastare per bene e mettere sul fuoco. A cottura eseguita aggiungere una dose abbondante di violenza, un pò di buona musica e grattugia di armi varie. Bene, la ricetta è pronta. Adesso bisogna vedere se sarà la solita minestra riscaldata o qualcosa di buono e originale.
Colton, il Brutto e il Cattivo
Si chiama Colton White, un giovane ragazzo di frontiera che ha come unici obbiettivi rintracciare una misteriosa prostituta e vendicare la morte del padre morto sotto i suoi occhi, senza dimenticare l'immancabile ossessione per un'antica miniera d'oro. Tutto normale per un western, contando anche che Colton ha un'innata abilità nel maneggiare qualsiasi tipo di arma da fuoco e non: pistole a tamburo, fucili e anche pesantissime asce e bottiglie di whisky con la miccia (le antenate delle odierne molotov). E' con questo background sulle spalle che entra in città: con tanti nemici e nessun alleato, ma desideroso di farsi un nome. Nel corso del gioco la trama vedrà il protagonista avvicinarsi sempre di più ad una tribù di indiani ed apprendere man mano le loro tecniche. Imparerà così l'uso di archi capaci di scagliare frecce infuocate o usare pesanti tomahawk, fino a guidare le canoe lungo il corso del fiume.

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Free Western System
Il sistema di gioco si basa sull'esplorazione libera, il cosiddetto free roaming o "giocabilità aperta", in stile GTA. Come il capostipite di questo genere di giochi, anche GUN sarà basato su una sarie di missioni primarie che faranno da ossatura al sistema di gioco e che seguiranno il dipanarsi degli eventi che sembrano fin dall'inizio abbastanza intriganti per tenere un buon ritmo fino alla fine. Ad affiancare la trama principale ci sono poi una serie di sotto-missioni e di minigiochi. Quindi così come potremo dedicarci ad investigare la morte di nostro padre, non è vietato entrare in un saloon e, dopo aver chiesto un bicchiere di rum, avvicinarsi al tavolo di un abitante del paesino e sederci per sfidarlo a una partita a poker (nel caso ci trovassimo in difficoltà c'è sempre la possibilità di barare nascondendo le carte sotto la manica), così come potremo scortare una diligenza aspettando l'assalto dei banditi. Nulla ci vieta anche prendere il nostro fido destriero e farlo galoppare fino al tramonto verso il villaggio indiano più lontano, rubare una canoa per scendere le rapide del fiume e, perchè no, assaltare un fortino ben difeso armati di un fucile e qualche candelotto di dinamite o intrufolarci senza farci notare da un'entrata secondaria.

3,2,1...Fuoco!
Come in ogni western che si rispetti, anche la violenza avrà la sua parte in scena: arti mozzati e schizzi di sangue dappertutto, una violenza cruda e reale che ci vedrà arrivare persino a fare lo scalpo ai nostri nemici come gli Apache. Se fosse simile in tutto a GTA, GUN tradirebbe il suo nome. Un gioco chiamato "pistola" non potrebbe mai avere un sistema di mira precario e impreciso come quello del gioco Rockstar ma avrebbe bisogno di un sistema di combattimento ben bilanciato. Per questo gli sviluppatori hanno adottato una visuale in terza persona sopra le spalle ed una in prima persona, per una maggiore precisione durante gli scontri a fuoco. Questi promettono essere molto vari e non noiosi per due motivi principali: da una parte i combattimenti in sella, nei quali potremo potremo mirare a 360° o addirituttra sfoltire le fila nemiche, sempre piene, calpestando con violenza i nostri rivali, e dall'altra l'introduzione dell'ormai onnipresente "bullet-time", rinominato per l'occasione "quick-draw" che ci darà la possibilità di mirare con più precisione ai nemici rallentando il tempo, per colpirli a una caviglia e farli accasciare o disarmarli colpendogli la mano. Del sistema di puntamento non possediamo comunque abbastanza informazioni: potrebbe essere il fiore all'occhiello del gioco come potrebbe esserne l'unica pecca. Possiamo solo sperare in bene.

Quanto è lontano l'orizzonte
L'impianto grafico colpisce per la pregevolezza dei modelli poligonali e delle loro animazioni, ma soprattutto per l'uso sapiente delle palette di colori, l'azzurro del cielo e l'arancione della polvere sollevata dagli zoccoli del nostro cavallo in corsa. Una menzione speciale va alle animazioni del nostro destriero, assolutamente stupende: i muscoli si contraggono quando sposta il peso da destra verso sinistra, la criniera si riempe di sudore per la fatica. Impossibile non notare però dei piccoli cali di frame-rate nelle situazioni più concitate, molto presenti ma mai troppo fastidiosi. Ma manca ancora abbastanza tempo all'uscita del gioco e di sicuro alla Neversoft faranno di tutto per risolvere questi piccoli problemi prima del lancio. Il sonoro è tutto quello che un amante del western potrebbe volere, dalle folate di vento che sollevano i ramoscelli alle musiche epiche che sembrano direttamente uscite da un cult movie come "Il Buono, il Brutto e il Cattivo" o "Per un pugno di dollari". Negli scontri si fanno notare, per realismo e fragore, i suoni delle armi da fuoco.

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Il feeling del western sembra esserci tutto. I pregi sono tanti, i difetti ben pochi. Se GUN riuscirà ad essere tutto quello che promette allora c'è qualche probabilità che l'ostilità tra il mondo del western e quello dei videogiochi finisca. Ma ormai manca poco e vedremo se i ragazzi di Neversoft sanno fare qualcos'altro oltre al sempre celebre Tony Hawk.


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