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Call of Duty 2
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Anteprima - Call of Duty 2

L’Europa sta vivendo il momento più buio della sua storia, e con lei molte altre nazioni del continente Asiatico e Africano vedono il sangue di migliaia di soldati scorrrere inutilmente per colpa di falsi ideali. Hai avuto la sfortuna di guadagnarti un biglietto di sola andata per il fronte; sta solo a te compiere il tuo dovere e cercare di tornare prima o poi a casa, quando questa assurda guerra finirà.
Infinity Ward torna a farci vivere in prima persona le azioni della seconda guerra mondiale a distanza di quasi tre anni dal pluriosannato Call of Duty, e questa volta sembra fare sul serio. Diciamocela tutta, eravamo stati molto delusi dal primo episodio della serie sbarcato su Xbox; dal nostro piccolo punto di vista, Finest Hour non era riuscito a farci rivivere le stesse sensazioni come lo aveva fatto totalmente la sua controparte per PC, un vero capolavoro della storia degli sparatutto bellici ambientati nel corso della WWII.

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Questo nuovo capitolo ha la fortuna-sfortuna di uscire all’alba della nuova generazione di console, al lancio di Xbox 360, e se per certi aspetti il salto generazionale é solo un bene, sotto altri non ci si può aspettare molto in termini di realizzazione grafica. Vuoi che l’hardware non é ancora ben conosciuto dagli sviluppatori, vuoi che il tempo per ottimizzarlo potrebbe non essere stato sufficente, fatto sta che eravamo già pronti a chiudere un occhio di fronte ad un lavoro non proprio eccelso, tanta é la voglia di giocare sulla nuova piattaforma. Certo é che col passare del tempo, a mano a mano che uscivano le informazioni sul gioco assieme ai numerosi video ripresi direttamente da azioni ingame nel corso delle numerose fiere di settore, ci siam dovuti, con molto piacere, ricredere. Il livello non solo del comparto grafico ma di tutto il complesso del gioco sembra semplicemente straordinario, si stenta quasi a credere che si possa aver fin da subito una realizzazione di così alto livello ma tanté che da quello che abbiamo potuto vedere finora possiamo aspettarci una piccola perla nel nuovo panorama videoludico che va nascendo.

Entrando più nel merito del gioco, degno di nota é sicuramente l’impegno profuso dagli sviluppatori per rendere diverso o almeno con un sentore di innovazione il loro nuovo titolo. Troppo spesso si ha l’impressione di giocare a giochi simili tra loro, ma in Call of Duty 2 ci sarà una grande libertà d’azione o almeno é quello che si proverà sicuramente venendo da anni di gioco su percorsi prestabiliti in cui non c’è verso di sviare nemmeno di qualche metro. Ovviamente non ci dobbiamo aspettare una totale libertà d’azione e di decisione, ma già il fatto di poter decidere le priorità degli obiettivi da portare a termine e le modalità con cui affrontare i nemici, se in modo diretto richiamando il nostro vecchio senso di onnipotenza alla John Rambo o cercando invece la tattica e l’accerchiamento nel caso il nostro senso tattico, dopo le numerose sessioni a Brothers in Arms, abbia preso il sopravvento ci sembra un buon passo in avanti.

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Come accennato precedentemente, la realizzazione grafica del nuovo titolo degli Infinity Ward é veramente eccezionale: le ambientazioni come quella africana ci toglieranno più d’una volta il fiato e sebbene saremo immersi nel bel mezzo di una guerra siamo sicuri che ci risulterà difficle mantenere la concentrazione e non iniziare a guardarci attorno tanto son ricreati bene gli scenari. Gli effetti dei bombardamenti con le colonne di fumo che si alzano dai centri colpiti sfiorano la perfezione, quando combatteremo nelle campagne francesi sotto un acquazzone ci sembrerà veramente di stare in mezzo alla pioggia. Siamo veramente colpiti da questo titolo, forse quello che ad oggi ci ha un pò deluso, tanto per cercar il classico pelo nell’uovo, é lo scenario russo con la neve che non riesce a darci ancora un senso di reale ma questo é proprio voler essere pignoli.

Da notare che il titolo di Infinity Ward resta sempre uno sparatutto in prima persona nel senso classico del termine, non aspettiamoci quindi un titolo sulla scia di Brothers in Arms: qui saremo noi il perno fondamentale nella riuscita delle varie missioni, però ci teniamo a sottolineare il fatto che grazie ad una buona IA dei nostri compagni, quando giocheremo ci sembrerà di avere una squadra ai nostri ordini tanto la loro risposta risulterà efficente nelle varie azioni di gioco.

L’ambientazione sonora, grazie anche ad un doppiaggio di rilievo e ad una resa realistica dell’acustica delle varie armi utilizzate nei combattimenti riuscirà ad immergerci quasi totalmente negli scenari ricreati dagli sviluppatori. Se abbiamo la fortuna di possedere un impianto 5.1 siamo sicuri che l’immedesimazione sarà completa. Forse uno di quei giochi in cui un impianto Dolby é veramente obbligatorio per godere appieno del titolo.

L’immersione nel gioco é il punto cardine della serie, e in Call of Duty 2 riusciremo a sentirci finalmente parte del gioco, in ogni azione potremo sentire l’adrenalina scorrere in noi perché l’ottimo comparto audio legato al gran numero di uomini a video, ad una buona IA sia dei nemici che dei nostri commilitoni e ad ambientazioni veramente ampie donerà agli scenari una realistica sensazione di caos, una realistica sensazione di azione, una realistica sensazione di guerra.

Anche se non lo si può ancora giudicare sotto l’aspetto del gameplay, ci preme far notare con un pò d’amarezza la scelta dell’interfaccia di gioco che da quanto abbiamo potuto vedere non è tra le migliori. La speranza é che si possano disattivare informazioni a video come quelle sulle bombe che lanciamo o che ci vengono lanciate contro o l’individuazione della direzione di provenienza del fuoco nemico quando veniamo colpiti. Ovviamente sono piccole cose, però resta un pò di rammarico per questa scelta.

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In Call of Duty 2 ci troveremo a combattere su tre diversi fronti della Seconda Guerra Mondiale. A seconda di come vorremo iniziare la nostra avventura (perché lo potremo scegliere noi), ci potremo trovare dapprima in uno scenario torrido come quello del Nord Africa a capo delle truppe Inglesi per poi magari ritrovarci tutto ad un tratto in mezzo al gelido inverno Russo per cercare di respingere l’avanzata delle truppe corazzate Tedesche ed infine per concludere una volta tanto con il quasi inflazionato ma sempre emozionantissimo Sbarco in Normandia; questa volta però non ad Omaha Beach bensì nella zona di sbarco dei Rangers a Pointe du Hoc, forse uno dei teatri di guerra più affascinanti (per gli storici) di quel 6 giugno 1944.

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