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Alone in the Dark
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Alone in the Dark - anteprima dalla gamescom

Dopo l'annuncio di due settimane fa, siamo tutti curiosi di saperne di più sul nuovo Alone in the Dark; l'occasione per iniziare a saziare la nostra curiosità è arrivata alla gamescom, dove THQ Nordic ci ha invitati ad una chiacchierata con il direttore narrativo del titolo e ad uno sguardo in anteprima allo stesso. Eccovi cosa abbiamo scoperto!
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Da tempo attendevamo il ritorno di Alone in the Dark, almeno da quando nel 2018 THQ Nordic si mosse per acquisire la titolarità della prestigiosa IP. Adesso sappiamo che in effetti il progetto fu avviato già a partire dal 2019 e, secondo i piani del publisher, sarà finalmente pronto per arrivare nelle nostre case in un non ancora precisato giorno del 2023. Cosa ci possiamo aspettare allora da questo nuovo Alone in the Dark? Ho avuto la possibilità di parlarne con Mikael Hedberg, scrittore e direttore narrativo del gioco, e dalle sue parole è emersa chiara l'intenzione di tornare alle origini di una serie che nel corso dei decenni è passata per diverse mani e interpretazioni (a proposito: alla domanda circa un coinvolgimento dell'ideatore originale della serie, Hedberg ha confermato che Frédérick Raynal è stato tenuto al corrente del progetto, ma non ha un ruolo attivo in esso).

MX Video - Alone in the Dark

Al tempo stesso c'è la consapevolezza di non poter percorrere la strada di un semplice remake del gioco originario, pur prendendosi tutte le libertà del caso, perché semplicemente la quantità di contenuti offerta non sarebbe stata in linea con le aspettative odierne. Il primo Alone in the Dark, accreditabile come il primo survival horror pubblicato, ebbe un fortissimo impatto sulla scena videoludica (basti pensare all'influenza che ebbe su Biohazard/Resident Evil, uscito 4 anni dopo), anche per la grafica poligonale all'avanguardia, ma effettivamente si trattava semplicemente di esplorare le varie stanze di Villa Derceto scontrandosi con creature da incubo e risolvendo enigmi: ottimo per gli standard del 1992, insufficiente per quelli di trent'anni dopo.

La scelta è stata quella di creare un omaggio al gioco (Heldber ha parlato di una "lettera d'amore"), sfruttandone l’innegabile fascino, riprendendone le caratteristiche principali e reinterpretando però liberamente vicenda e personaggi. Rimane centrale, ad esempio, l'elemento della "casa stregata", la Derceto Manor del primo gioco, reimmaginata come casa di cura da cui Jeremy Hartwood (presunto suicida nel gioco originario) viene ricoverato e da cui scompare. E per approfondire il mistero, anche in questa nuova versione si può scegliere il proprio alter-ego tra il detective privato Edward Carnby e Emily Hartwood, nipote dello... scomparso (in diversa accezione a seconda che si parli del gioco del '92 o di quello nuovo!), con conseguenti ripercussioni sullo sviluppo della trama.

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Naturalmente l'avanzamento tecnologico consente possibilità impensabili all'epoca in cui uscì il primo Alone in the Dark: Villa Derceto non sarà più l'unico ambiente del gioco, la trama ci porterà anche al di fuori di essa, fino ad arrivare addirittura a New Orleans. Questa nuova dimensione consente di sfruttare al meglio l'ambientazione del gioco, aspetto di cui Hedberg si è detto entusiasta. Alone in the Dark si svolge ancora una volta nella Louisiana di cento anni fa, ma mentre nel gioco originario i rimandi erano giocoforza di poco conto, in questa nuova uscita le particolari caratteristiche di quella zona verranno sfruttate a dovere per creare un'atmosfera opprimente, minacciosa e densa di mistero, si potrebbe dire alla "Hunt: Showdown incontra True Detective". La peculiare collocazione ha poi determinato anche le scelte relative alla colonna sonora, che non poteva non essere dedicata al jazz, anzi ad un particolarissimo sotto-genere battezzato "doom jazz".

Attendiamoci quindi un'atmosfera di grande fascino da questo titolo, che nel gameplay non rinnega le sue origini di avventura horror in terza persona, con elementi survival. Ci sono ovviamente delle fasi di scontro con le creature infernali uscite dalla matita di Guy Davis (abituale collaboratore del regista Guillermo Del Toro), ma certamente Alone in the Dark si tiene lontano da particolari velleità "action". Parlando della taratura della difficoltà con i designer di Pieces Interactive, si sono detti anzi propensi a valutare una sorta di "story mode" a difficoltà diminuita per coloro che desiderassero immergersi nella trama senza particolari patemi. Esplorazione degli ambienti, risoluzione di enigmi e puzzle rimangono gli ingredienti fondamentali per avanzare tra i misteri di Alone in the Dark.

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Ad ogni modo, le sequenze mostratemi (non era prevista una prova hands-on del gioco) hanno dato la sensazione di un gun-play abbastanza basilare, ma adeguato per un gioco che appunto non prevede di farvi stare con il fucile puntato per la maggior parte del tempo. Tecnicamente la realizzazione ha lasciato una buona impressione, tenuto conto che la data di rilascio del gioco è ancora relativamente lontana. Mi ha un po' sorpreso la scelta di puntare su Unreal Engine 4 e non sul 5, soprattutto tenuto conto che Alone in the Dark non è previsto per le console di vecchia generazione, ma trattandosi di un progetto partito nel 2019, la scelta è tutto sommato comprensibile.

Già nello stato attuale di avanzamento, mi pare si colga che l'obiettivo di Pieces Interactive non sia creare un gioco esageratamente ambizioso dal punto di vista tecnico, puntando piuttosto sul fascino delle ambientazioni, sulla cura dei dettagli e su una trama di qualità (ricordiamo che Heldberg ha scritto in passato titoli apprezzatissimi dai fan proprio per la loro trama, quali SOMA e Amnesia: Dark Descent).

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La scelta di mettere in primo piano narrazione ed atmosfere è ribadita poi dalla particolare demo con cui THQ Nordic ha presentato Alone in the Dark nell'area aperta al pubblico della gamescom. Si tratta di "Grace in the Dark", un prologo al gioco vero e proprio, in cui vestendo i panni della giovanissima Grace (ripescata dal secondo capitolo della saga) si ha la possibilità di compiere una breve esplorazione della casa e di mettere in moto gli eventi che porteranno all’inizio del gioco. Certamente non molto, ma abbastanza per avere un assaggio delle atmosfere e del ritmo che i designer hanno voluto per questo nuovo Alone in the Dark.

Ho comunque molto apprezzato l'idea (che ha peraltro un precedente nella storia della IP) di realizzare un prologo totalmente scollegato dal gioco vero e proprio, specie in questo periodo in cui gli studi sono perennemente in lotta con ritardi nella tabella di marcia dello sviluppo: mi è stato confermato che in effetti il lavoro per realizzarlo è stato significativo e che anche per questo motivo, l'intenzione è di rendere disponibile questo prologo anche al di fuori della gamescom, in qualche forma/modalità ancora da definire.

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In conclusione, quanto mi è stato spiegato e mostrato di Alone in the Dark da Mikael Hedberg mi ha lasciato decisamente fiducioso sul titolo e curioso di saperne di più; se la trama sarà davvero di prim'ordine ed il gameplay all'altezza delle aspettative, potrebbe trattarsi di una delle gemme del 2023. Speriamo di saperne (e vedere) di più quanto prima!

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L'autore

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La sua passione per il gaming nasce nel lontanissimo 1982 con Gorf per Vic-20, ma da quando ha scoperto le "gioie" della caccia agli obiettivi, gioca solo su Xbox. Il suo nemico giurato è l'Arretrato, smisurato ed in costante aumento. Maguzzolo però non si arrende: armato di sei console ed un numero sterminato di controller, continua a dare battaglia.

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