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Monster Hunter: World - anteprima hands-on

Dopo una lunga attesa, la serie di Monster Hunter sta finalmente per approdare sulle nuove console con Monster Hunter: World, portando con sé tutte le caratteristiche che hanno permesso alla famosa saga action di riscuotere negli anni un grande successo, con l'aggiunta di qualche succosa novità. Capcom e i ragazzi di Digital Bros ci hanno permesso di indossare i panni dei “cacciatori di mostri” in una corposa prova del titolo: ecco le nostre impressioni!
La serie di Monster Hunter, nata su PS2 nel lontano 2004, ha raccolto nel corso degli anni un consenso crescente non solo sul territorio giapponese, dove è ormai un vero e proprio fenomeno di costume, ma anche nei mercati occidentali. Come dichiarato apertamente durante la presentazione da Fabrizio Faraoni, Brand Manager di Digital Bros, durante lo sviluppo di questo nuovo capitolo la software house ha cercato innanzitutto di fare tesoro dei feedback ricevuti dalla community, modificando di conseguenza alcune caratteristiche del gameplay così da renderlo più immediato ed accessibile ma senza intaccare la smisurata profondità della saga, e di sfruttare le caratteristiche delle nuove piattaforme per dotare il nuovo capitolo di un comparto tecnico adeguato.

Il risultato del lavoro svolto è tangibile già nel titolo di questo episodio, Monster Hunter: World, che anticipa una delle novità più importanti: la presenza di una struttura simil-open world accompagnata da una drastica riduzione dei caricamenti tra le varie zone. A questa importante innovazione si somma poi la presenza di una modalità multigiocatore cooperativa profondamente integrata nel titolo. Ma queste sono solo le più evidenti tra le tante piccole novità introdotte dal team di sviluppo, per le quali era sicuramente necessaria una prova approfondita che abbiamo potuto effettuare in prima persona proprio negli studi di Digital Bros grazie ad una build avanzata del titolo.

Una volta presa posizione di fronte allo schermo ed avviata la demo, una voce profonda (doppiata in italiano, confermando la piena localizzazione del gioco) mi accoglie ricordando a me e agli altri membri della Quinta Flotta che il viaggio verso il “Nuovo Mondo” è quasi concluso, e che questa è l’ultima possibilità che abbiamo di tirarci indietro. Da qui prende il via una lunga cut-scene in prima persona durante la quale faccio conoscenza di alcuni dei miei compagni di viaggio prima di poter finalmente dare un nome e delle sembianze al mio alter-ego tramite un classico editor, che permette di intervenire su una quantità davvero notevole di parametri e caratteristiche fisiche. Per non perdere troppo tempo decido di selezionare uno dei preset e di apportare solo qualche modifica, così da saggiarne le potenzialità, il tutto con ottimi risultati. Conclusa questa fase passo a modificare l’aspetto del mio compagno Felyne, una sorta di gatto capace di muoversi su due zampe che accompagnerà i giocatori nel corso di tutta l’avventura fornendo supporto praticamente in qualunque situazione.

In entrambi i casi l’impatto grafico mi è parso davvero notevole, e già da questi primi istanti si percepisce che lo stile grafico unico della saga è rimasto invariato. Una volta completata questa doverosa operazione posso finalmente tornare a dialogare piacevolmente con i miei compagni di viaggio, ma solo per pochi secondi. Un imprevisto renderà infatti le ultime ore di viaggio molto più movimentate. Durante queste fasi, sulle quali purtroppo non posso dirvi di più per esplicita richiesta di Capcom, il giocatore prenderà confidenza con le basi del sistema di controllo, che ricalca fedelmente gli standard dei giochi action, incontrando colei che diventerà la sua futura “assistente”. Ma andiamo con ordine. Una volta superato il turbolento tutorial il protagonista raggiunge il “Nuovo Mondo” insieme alla sua nuova compagna, ritrovandosi smarrito all’interno di una rigogliosa foresta popolata da una vasta gamma di specie animali e vegetali. Il controllo passa nuovamente nelle mie mani ed inizio ad esplorare la zona, sempre seguendo le indicazioni della mia guida improvvisata e degli insetti-guida, una sorta di simil-lucciole capaci di indicare la via da seguire al giocatore una volta raccolta la giusta quantità di informazioni

MX Video - Monster Hunter: World

Dopo pochi istanti raggiungiamo una radura dove avvistiamo un gruppo di Apthonoth, delle pacifiche creature che ricordano molto dei dinosauri a quattro zampe, e li superiamo per inoltrarci nuovamente nelle profondità della foresta. Qui facciamo conoscenza con i Jargas, che si rivelano fin da subito meno socievoli rispetto agli erbivori appena incontrati accerchiandoci. Purtroppo né io ne la mia “socia” abbiamo delle armi a disposizione con le quali difenderci, quindi non ci resta che fuggire e nasconderci in un cespuglio aspettando che le belve perdano interesse. Una volta al sicuro usciamo allo scoperto e proseguiamo la nostra esplorazione fino ad imbatterci in un’altra creatura affamata, che non esita a sfruttare a suo vantaggio il fattore sorpresa per dividerci e mettere al tappeto la mia compagna. Le cose sembrano mettersi davvero male ma ecco che dalla foresta appare una gigantesca bestia, che trasforma istantaneamente il predatore in preda distraendolo quel tanto che basta da permettere ad un altro personaggio, che poi scoprirò essere uno dei capisquadra più esperti, di intervenire in nostro soccorso. Grazie alle sue azioni il mio alter-ego e la sua futura assistente raggiungono finalmente la destinazione prevista, l’accampamento di Astera. Qui faccio conoscenza con il Comandante e con le varie fazioni che popolano l’insediamento prima di prendere parte ad un tour guidato delle varie zone che lo compongono.

Oltre al Mercato, dove è possibile acquistare una grande varietà di generi di prima necessità, Astera si compone infatti di una Forgia, nella quale è possibile creare e potenziare armi ed equipaggiamento, di una Mensa gestita dai felyne, dove è possibile consumare lauti pasti che andranno a modificare temporaneamente le statistiche del personaggio e del suo compagno animale o mettere in cottura alcuni alimenti semplici così da trovarli pronti ad aspettarci al nostro ritorno, e di un’area dedicata agli alloggi e alle riunioni operative. E’ proprio qui che incontro nuovamente il Comandante, che mi aggiorna sulla situazione. Scopro così che gli esseri umani sono arrivati nel “Nuovo Mondo” seguendo le tracce degli Antichi Draghi, senza però sapere perché le misteriose creature in alcuni periodi decidono di migrare verso questa terra. Vengo inoltre a conoscenza dello scopo principale della nostra presenza: scoprire di più sul leggendario Zora Magdaros, il gigantesco colosso che sta fisicamente guidando la migrazione . Anche in questo caso preferisco non scendere troppo nel dettaglio. L’unica cosa che è importante sapere è che la priorità attuale è la sicurezza dell’accampamento e per questo le prime missioni che ci verranno assegnate come cacciatori riguarderanno principalmente questo aspetto.

Prima di poter andare in missione devo però recuperare l’equipaggiamento lasciato a mia disposizione negli alloggi. Qui apprendo che in Monster Hunter: World sono presenti 14 tipologie differenti di armi, sia singole che doppie, che vanno dalla classica accoppiata spada e scudo a combinazioni più creative passando per spadoni (volutamente sproporzionati, come da tradizione della saga), bastoni, katane, balestre, pugnali e così via. Fortunatamente, dato che ogni tipologia di arma ha caratteristiche differenti e un set di mosse proprio, nel gioco è possibile visualizzare in ogni momento un rapido tutorial. Parlando con il felyne presente nel nostro alloggio potremo inoltre accedere all’arena di addestramento, dove mettere alla prova le varie armi senza correre rischi particolari. Simile, seppur apparentemente meno vasta, la gamma di armature utilizzabili, suddivise in set composti da 5 parti differenti. Nella fasi iniziali del titolo avevo a disposizione solo due tipologie di armature, una leggera di cuoio e una più pesante, ma curiosando nei vari menù ho avuto modo di constatare la presenza di numerose varianti, il che fa sicuramente ben sperare.

Concluse queste operazioni preliminari posso finalmente prepararmi per affrontare la prima missione, e per farlo devo recarmi alla mensa, dove ritroverò finalmente la mia “assistente”. Sarà infatti lei a proporre di volta in volta i nuovi compiti, che scopro essere suddivisi in 4 categorie differenti: gli incarichi, le classiche missioni principali legate alla storia del titolo, le missioni facoltative, le taglie, delle sfide di caccia ripetibili, e gli eventi, missioni speciali dedicate principalmente alla modalità multigiocatore. Passando dal centro di coordinamento, che raccoglie le richieste degli abitanti di Astera, capita inoltre di venire coinvolti in ricerche o incarichi paralleli, che possono essere completati sia durante lo svolgimento delle missioni sia durante le spedizioni, ovvero quando saremo a zonzo in una delle aree già scoperte senza una missione ufficiale da compiere. Nel corso della mia prova ho potuto affrontare quattro incarichi differenti di difficoltà e complessità crescente e ho completato una richiesta da parte di uno degli NPC nel corso di una spedizione. Al di là della tipologia di missione lo svolgimento è sempre più o meno lo stesso. Una volta accettata l’incarico dall’assistente o presso una delle bacheche sparse per Astera lo stesso non si avvia subito ma viene caricato in background mentre il giocatore può continuare a muoversi per ultimare i preparativi ed attendere eventuali compagni, se la missione prevede di poter essere affrontata in coop. Quando saremo pronti basterà premere un tasto per essere trasportati in uno degli accampamenti disponibili nella zona prescelta, dove troveremo ad aspettarci la nostra assistente, eventuali NPC di supporto e una cassa di equipaggiamenti. Da qui in avanti sarà tutto nelle nostre mani di cacciatori.

Muovendoci per la mappa dovremo innanzitutto recuperare informazioni sulla nostra preda per poi individuarla, studiarne le abitudini e, solo quando saremo sicuri, iniziare la caccia. Come accade nella realtà ogni creatura infatti lascia dietro di sé delle tracce sotto forma di impronte, graffi su tronchi, piume, scaglie, ecc. e la loro raccolta permette di scoprire di più sulla propria preda ed aumentare il livello degli insetti-guida, così che possano indicarci con maggiore semplicità la direzione da seguire. Anche la semplice osservazione permette di ottenere informazioni importanti sulle abitudini delle varie creature, sul loro habitat e sui loro punti deboli. Durante l’esplorazione il giocatore si imbatte inoltre in una quantità smisurata di materie prime e risorse che possono essere raccolte ed utilizzate in vari modi, dai proiettili alle pozioni passando ovviamente per armi ed armature. Le prime prede, almeno nel mio caso, erano un gruppo di semplici Jargas (ve li ricordate, vero?). Stanarli non è stato difficile. Mi è bastato seguire il percorso fatto in precedenza per trovarmi nuovamente nel mezzo della loro tana ed abbatterli. Il combat system in tempo reale sfrutta due tasti per gli attacchi, uno rapido e uno più pesante, ed uno dei tasti dorsali per parare o passare ad una modalità alternativa prevista per l’accoppiata arma più scudo in utilizzo. Premendo uno dei tasti dorsali insieme ad uno di attacco il mio alter-ego “incastrava” materialmente lo scudo sulla lama della spada trasformandola in una gigantesca, quanto pericolosa, ascia a due mani. Mandando a segno i colpi con questa tipologia di arma inoltre si ottengono delle cariche, che possono poi essere sfruttate per causare danni aggiuntivi ai propri avversari. Già da questo primo scontro mi accorgo che il “peso” delle armi e la brutalità dei colpi, da sempre tratti distintivi della serie, sono rimasti intatti e questo non può che far felici i fan di vecchia data. Trattandosi del primo incarico proposto dalla demo il combattimento con i Jargas si rivela estremamente accessibile ed in un paio di minuti riesco ad averne la meglio. Una volta soddisfatti i requisiti della missione parte un conto alla rovescia, che mi permette di raccogliere pelli ed altre risorse dalle carcasse delle creature prima di essere teletrasportato nuovamente ad Astora.

Il secondo incarico si rivela fin da subito più complicato. Dopo aver avviato la missione ed essere tornato nella Foresta Antica, la location principale della demo provata, mi metto sulle tracce di una famiglia di Kestodon troppo aggressivi. I primi li trovo a pochi passi da me, intenti ad attaccare alcuni malcapitati erbivori. Temporeggio qualche secondo prima di intervenire per studiare il terreno di scontro e conteggiare i nemici. Ne vedo due grandi e tre più piccoli. Decido di iniziare proprio da questi ultimi per saggiarne la pericolosità. Le differenze con lo scontro precedente sono nette. I Kestodon, anche quelli giovani, sono più massici e non esitano a parare i miei colpi per poi contrattaccare rapidamente. Dopo aver subito un paio di colpi di troppo ed aver abbattuto solo uno dei miei avversari sono costretto a trovare un riparo per curare le ferite. Per farlo devo innanzitutto prendere confidenza con il sistema di gestione dell’inventario rapido, che sfrutta sia i tasti dorsali che la croce direzionale e che, una volta configurato a dovere, permette di aver a portata di mano pozioni curative, razioni, trappole, antidoti, una cote e perfino un piccolo spiedo da campo con cui cucinare eventuali pezzi di carne raccolti, stando ovviamente attenti a non bruciarli. Una volta recuperate le forze scendo nuovamente in battaglia optando per un approccio meno diretto. Lascio che i miei avversari attacchino a più non posso mentre io schivo e contrattacco. Se proprio non riesco ad evitare i colpi mi trincero dietro al mio fidato scudo per poi trovare un varco e colpire. Una volta avuta la meglio sul primo gruppo non mi resta che mettermi sulle tracce dei restanti. Un indizio dietro l’altro riesco ad aumentare il “raggio” degli insetti-guida fino a farmi indicare il luogo nel quale si nascondono i Kestodon. Forte dell’esperienza accumulata questo secondo attacco si risolve in modo molto più semplice ma proprio quando sembra che tutto stia volgendo al termine ecco apparire un Gran Jargas, che non esita ad inghiottire in un solo boccone uno degli erbivori appena salvati dall’attacco dei Kestodon prima di sparire nelle profondità della foresta.

Le altre missioni disponibili mettevano il mio alter-ego sulle tracce proprio di un Gran Jargas e di un simpatico, quanto pericoloso, pennuto chiamato Kulu-Ya-Ku. Anche in questi due casi lo svolgimento degli incarichi si basa inizialmente sulla raccolta di informazioni e sul combattimento ma con qualche differenza. Entrambi gli avversari dispongono di attacchi potenti e di una resistenza decisamente maggiore, il che rende gli scontri estremamente più complessi. Il Gran Jargas, oltre ad avere una mole decisamente impotente, sputa con regolarità un fastidioso veleno capace di prosciugare rapidamente le energie del protagonista mentre il Kulu-Ya-Ku preferisce restare sulla difensiva usando rocce e simili per proteggersi ed attaccare prima di tentare la fuga. La diretta conseguenza di queste caratteristiche è che gli scontri diventano più lunghi e che spesso capita di dover inseguire la preda attraverso la mappa o battere in ritirata per evitare di soccombere. Nel caso dovessimo finire al tappeto verremo riportati al punto di partenza, da dove potremo riprendere la caccia ma solo fino ad un massimo di tre volte. Se supereremo questo limite la missione sarà infatti considerata come fallita e dovremo ripeterla da capo. Al termine di ogni incarico riceveremo sempre una quantità di crediti da spendere, risorse e un incremento delle nostre “conoscenze”, che si riflette in nuove abilità per il nostro felyne o in nuove informazioni da condividere con la fazione degli Eruditi per ampliare la nostra conoscenza del “Nuovo Mondo”. Come da tradizione anche questo capitolo non prevede infatti uno sviluppo del personaggio tramite livelli, punti esperienza o abilità, ma basa tutto sulla raccolta di informazioni e risorse, utili per rimpolpare la “Guida Mostri” ma soprattutto per creare armi ed armature via via sempre più elaborate e potenti, ognuna dotata di caratteristiche e qualità uniche.

Il tempo a disposizione per la prova purtroppo non mi ha permesso di approfondire ulteriormente un titolo che, già così, appare comunque estremamente intrigante e dotato di una complessità unica. L’introduzione di alcuni semplici accorgimenti, come gli insetti-guida e i tutorial per le armi, sembra davvero in grado di rendere il titolo accessibile ad una fetta di pubblico più ampia e la realizzazione tecnica, nonostante alcune texture non siano all’altezza delle aspettative e siano presenti alcune compenetrazioni di troppo, è davvero stupefacente. Il mondo di Monster Hunter: World è vivo, ricco di dettagli e dotato di un design “grezzo” estremamente ispirato, tanto che si potrebbe stare ore ed ore solo ad ammirare le gigantesche creature muoversi per le varie ambientazioni interagendo tra loro in modo estremamente realistico. L’assenza di continui caricamenti nelle aree permette inoltre ad ogni location di trasformarsi in un enorme ecosistema ricco di luoghi da esplorare, strutture con cui interagire e creature da cacciare. Il combat system mi è parso estremamente appagante e vario, il che si somma all’ampio ventaglio di possibilità offerte al giocatore per approcciare le prede. Anche la trama si è rivelata essere adeguatamente interessante, e la presenza di tanti riferimenti a missioni speciali, creature leggendarie, eventi a tempo, premi giornalieri, sub-quest e ticket da utilizzare per aumentare le ricompense ottenute è sicuramente un indice della quantità di contenuti previsti dagli sviluppatori sia per la modalità in singolo che per quella multigiocatore. Quest’ultima prende ispirazione dall’integrazione tra gioco in locale e coop vista ed apprezzata in titoli come The Division e Ghost Recon Wildlands, affiancandosi senza soluzione di continuità alle missioni legate alla storia. Avviando una partita i giocatori verranno infatti connessi ad una lobby composta da un massimo di 16 giocatori, che si potranno facilmente organizzare in gruppi di 4 per affrontare sia missioni standard che incarichi e cacce dedicate. Proprio come nei giochi elencati in precedenza, a fare la differenza saranno il supporto post-lancio e la capacità di Capcom di creare una community solida ma da quanto visto sbirciando nei vari menù l’impressione è che la casa nipponica abbia le idee davvero chiare da questo punto di vista.

In conclusione sembra dunque che Monster Hunter: World abbia davvero tutte le carte in regola per sancire nel modo migliore il debutto della serie sulle console di ultima generazione e appassionare una fetta ancora più ampia di pubblico. Per scoprire se le buone impressioni troveranno conferma nel titolo completo, non ci resta dunque che attendere l’uscita, fissata per il 26 gennaio 2018; dopo averlo provato, non vedo l’ora di metterci nuovamente le mani sopra!

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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