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Army of Two: Il 40° Giorno
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Army of Two: The 40th Day - Eyes-on

Il primo Army of Two arrivò circa un anno e mezzo fa, suscitando grande interesse grazie alla modalità cooperativa che prevedeva una grande interazione tra i giocatori anche durante gli scontri a fuoco: mentre uno doveva attirare su di sè gli attacchi nemici, l'altro eliminava le minacce aggirandole. Sembra che il gioco abbia riscosso un discreto successo, tanto da convincere EA a svilupparne un seguito, che abbiamo potuto visionare di persona: eccovi le nostre prime impressioni su Army of Two: The 40th Day.

Army of Two: The 40th Day - Eyes-on


Il maggior punto di forza del primo AoT era la grande interazione necessaria tra i due protagonisti per completare i vari livelli di gioco, ma nonostante questo il gioco non riuscì a convincere appieno la critica videoludica: consci di questo, gli sviluppatori hanno deciso di apportare diversi milgioramenti al suo seguito, e da quel che abbiamo visto sembrano esserci riusciti. Una delle cose migliorate è l'interattività con l'ambiente, con molti oggetti che ora sbuiranno i nostri colpi danneggiandosi o rompendosi, piuttosto che rimanere inerti come accadeva in passato. Inoltre i diversi materiali degli oggetti utilizzabili come riparo offrono ora una resistenza diversa alla penetrazione, permettendoci di colpire nemici appostati dietro pareti particolarmente sottili, ma anche mettendoci a rischio se non scegliamo la copertura più adatta.

Anche il comportamento del compagno gestito dall'IA è stato migliorato e reso più realistico: potremo impartirgli più comandi per coordinarci in azione come ad esempio gli head-shot multipli, opzione indispensabile per salvare ostaggi presi di mira da più nemici, che altrimenti potrebbero essere crudelmente giustiziati. E a proposito di ostaggi, ora potremo anche noi catturare i cattivi che ci capiteranno a portata. Questa azione ricopre un ruolo funzionale e tattico, e ci è stata mostrata al proposito una situazione che in cui veniva messa a frutto questa possibilità. I due protagonisti Rios e Salem si ritrovano davanti a tre terroristi, con il capo che dava ordini e gli altri due che tenevano sotto tiro due ostaggi in ginocchio: non certo la situazione ideale, perchè attaccando si rischiava che almeno uno dei due ostaggi ci rimettesse la pelle. Uno dei due protagonisti si è quindi avvicinato furtivamente al luogotenente avversario, prendendolo alle spalle e catturandolo: così facendo, gli altri due terroristi si sono arresi immediatamente, permettendo il salvataggio dei due civili. Probabilmente avrebbe funzionato anche un doppio head-shot sui terroristi, ma questo avrebbe lasciato il loro capo libero di sparare agli ostaggi, invece così si è andati sul sicuro.

Fra una sparatoria e l'altra, possiamo contare anche su di un sistema di attacchi corpo a corpo, come l'oramai mitica testata vista nel primo gioco, utili in caso di incontri ravvicinati con i nemici. Come nel precedente capitolo si possono acquistare armi ed accessori utili nel corso del gioco, ed è stato ampliato il sistema di retribuzione in caso di obbiettivi riusciti: un motivo in più per completare con successo missioni secondarie e salvare il salvabile. Non sarà comunque vincolante fare i bravi ragazzi, saremo noi a decidere chi uccidere e quando farlo. Saremo inoltre in grado di potenziare e personalizzare le nostre armi per renderle più letali, esattamente come in passato. E' stata poi introdotta la possibilità di analizzare gli avversari, per ottenere informazioni sfruttabili tatticamente, come il loro equipaggiamento.

Nonostante questi vari tipi di situazioni non è stata stravolta l'anima action del titolo che, anzi, sembrerebbe decisamente più varia ed interessante. E' rimasta la possibilità di attirare su di noi il fuoco nemico come nel precedente capitolo, e lo spirito di Army of Two pare, quindi, essere rimasto inalterato. Ad acuire questa sensazione è anche il comparto grafico, che regge devastazioni in grande stile con palazzi che si sfaldano sotto i nostri occhi. La realizzazione tecnica è su buoni livelli, migliorando sensibilmente quanto visto nel primo gioco. Si ha poi finalmente il senso di pesantezza del proprio personaggio, una sorta di “presenza scenica” concreta tangibile dei nostri eroi su schermo: non avremo più dei burattini senza peso sia da abbattere che da comandare. Le varie location sembrano molto varie, e la Shangai nella quale ci muoveremo sembra decisamente ben realizzata. Sul versante audio possiamo solo segnalare un buon doppiaggio, ma ovviamente se ne potrà parlare in modo più approfondito solamente più avanti.

Questa nuova incarnazione di Army of Two si preannuncia solida e divertente. EA sembra aver posto delle basi molto solide per questo sequel, ma dovrà comunque vedersela con la concorrenza di titoli dal grande spessore. Di carne al fuoco ce n'è tanta, e da quello che abbiamo potuto vedere sembra anche molto saporita: non ci resta che attendere di poterlo provare con mano per scoprire se le nostre aspettative siano state ben riposte.

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