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Sea of Thieves - lo stato del gioco ad oltre un anno dal lancio

Sea of Thieves è, per sua natura, un gioco in continua trasformazione: eccoci quindi a quindici mesi di distanza dal lancio, e dopo aver testato a fondo l’Anniversary Update di fine Aprile, ad analizzare lo stato di salute del gioco e valutare l’impatto del numerose novità introdotte da Rare nel corso del tempo, ma dando anche uno sguardo al futuro del titolo. Buona lettura!
Se siete appassionati di videogiochi, probabilmente avete un’idea di quale possa essere il ciclo di vita dei titoli multigiocatore moderni. Scemato l’entusiasmo iniziale, il numero di utenti abituali tende inevitabilmente a livellarsi verso il basso fino a raggiungere un punto d'equilibrio, composto principalmente dai giocatori più “incalliti”. Aggiornamenti, espansioni, DLC e sfide a tempo sono un buon metodo per mantenere alto il livello di interesse dei giocatori ma, salvo Rare (o forse dovrei scrivere Rare) occasioni, è difficile che un titolo possa invertire completamente questa tendenza. Le eccezioni, specie quando c’è la passione e la volontà di migliorare, però esistono e Sea of Thieves, l’ultima fatica della leggendaria software house britannica che ha dato i natali a serie come Banjo-Kazooie, Conker e Perfect Dark, ricade con tutta probabilità all’interno di questa minoranza. Avete letto bene. Eccezioni, non miracoli. Perché lo straordinario risultato ottenuto dagli sviluppatori, i quali hanno appena festeggiato il superamento degli 8 milioni di giocatori unici, non è un caso o una coincidenza, ma il frutto di un lavoro di perfezionamento costante e comunicazione trasparente iniziati molto prima dell’uscita del gioco. Ma andiamo con ordine.

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Dopo essere stato annunciato con uno spettacolare trailer in-engine sul palco del briefing E3 di Xbox nel lontano 2015, Sea of Thieves rimase per circa 12 mesi avvolto nel mistero. Solo l’anno successivo gli sviluppatori tornarono a mostrare il gioco, attraverso una lunga dimostrazione del gameplay (qui un breve estratto) capace di infondere negli spettatori un’irrefrenabile curiosità e al quale seguì, qualche mese più tardi, la prima alpha tecnica nella quale vennero inclusi solo 1000 giocatori (tra i quali il sottoscritto). Una versione embrionale del titolo, accessibile solo in alcuni orari e protetta da un NDA estremamente rigido, permetteva ai fortunati partecipanti non solo di iniziare ad assaporare il mondo di gioco, ma soprattutto di contribuire alla sua crescita e al suo perfezionamento attraverso feedback settimanali e sondaggi creati ad hoc per trovare il giusto equilibrio tra i vari elementi. Dopo ogni aggiornamento, gli sviluppatori raccoglievano impressioni, consigli, critiche e idee così da intervenire dove necessario mentre continuavano a introdurre nuove meccaniche e nuove possibilità. Con il tempo il numero degli utenti venne lentamente ampliato, così come la durata delle finestre di attività dei server, fino ad arrivare a ridosso dell’uscita del titolo. A poche settimane di distanza dall’uscita, prevista per il 20 mazo 2018, Rare decise di offrire a tutti l’opportunità di testare il gameplay di Sea of Thieves attraverso due sessioni Beta, durante le quale veniva per la prima volta consentito ai giocatori di catturare e condividere immagini, video e impressioni.

MX Video - Sea of Thieves

Il risultato fu clamoroso. Il titolo di Rare balzò rapidamente in cima alle classifiche dei titoli più giocati sulle principali piattaforme di streaming, lasciando dietro di sé una fila interminabile di commenti, anteprime e di post entusiastici, ma anche di perplessità e, ovviamente, di critiche. Nonostante la trasparenza con cui la casa di sviluppo, principalmente attraverso le parole del produttore esecutivo Joe Neate, aveva tentato di presentare le caratteristiche del titolo nel corso del tempo, molti giocatori non rimasero soddisfatti a causa della presunta ripetitività, della totale assenza di progressione di personaggi ed equipaggiamento e della mancanza di una vera e propria trama. Se si esclude la prima voce, tradizionalmente uno dei punti fondamentali di un certo tipo di titoli multigiocatore, il resto non rappresentava, almeno secondo gli sviluppatori, una mancanza o una lacuna, ma bensì un scelta di design mirata ad abbattere tutte quelle barriere che, nei giochi basati sulla progressione, tendono inevitabilmente a frammentare la fan-base lasciando indietro i giocatori meno abili o quelli che dedicano meno tempo ad uno specifico gioco. Lo stesso trattamento venne purtroppo riservato al titolo al momento dell’uscita, “sporcandone” in parte l’importanza. Le reazioni negative delle settimane precedenti si tramutarono infatti in critiche o recensioni poco entusiastiche, alcune delle quali basate su analisi palesemente frettolose o che indicavano come “inaccettabili” i problemi di sovraccarico dei server riscontrati dai giocatori nei primi giorni ai quali gli sviluppatori, già dopo 24h, avevano iniziato a porre rimedio dandone comunicazione a tutti i fan attraverso un video dedicato. Anche noi di MondoXbox, nella nostra recensione, avevamo evidenziato alcuni dei limiti del titolo, intravedendo però il potenziale enorme di un prodotto straordinariamente innovativo. Ma neanche questo fu sufficiente a “salvare” Sea of Thieves dall’ondata di feedback negativi che condannò il titolo ad una media su Metacritic appena sopra la sufficienza a solo una settimana dal lancio, proprio mentre il primo giocatore, in modo molto poco onorevole a dire il vero, raggiungeva lo status di pirata Leggendario accedendo per la prima volta alla taverna misteriosa.

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RARE però non si perse d’animo. A metà aprile 2018, dopo aver dedicato il tempo necessario ad ottimizzare l’esperienza di gioco e a risolvere i problemi principali, Joe Neate e il Design Director Mike Chapman tornarono davanti alle telecamere per annunciare la creazione di tre team interni dedicati allo sviluppo dei nuovi contenuti, per spiegare ai fan di come la struttura del titolo sia stata concepita proprio per accogliere con facilità le novità, per raccontare ai giocatori le modalità di rilascio di queste ultime e per confermare la volontà di proporre aggiornamenti settimanali, sia in termini di contenuti che di miglioramenti. Un percorso ambizioso, che venne inaugurato con il rilascio di The Hungering Deep alla fine di maggio e la conseguente introduzione nel mondo di gioco di una nuova minaccia, il megalodonte, anticipata da un incremento del numero di squali presenti nel mondo di gioco. Fu un momento molto emozionante per gli appassionati. Per la prima volta dal lancio, alle ciurme veniva espressamente chiesto di collaborare per risvegliare la leggendaria creatura e questo diede vita a innumerevoli avventure che tutti noi, ancora oggi, ricordiamo con grande trasporto. A partire da quel momento, Sea of Thieves ricevette un supporto pressoché costante, che in poco più di 6 mesi arricchì il gioco non solo con nuovi eventi, come le navi fantasma controllate dalla I.A., ma anche con nuove meccaniche, come gli scheletri armati di barili esplosivi, le palle maledette, le alleanze e le scialuppe, con una nuova tipologia di imbarcazione, il Brigantino, con una nuova e spettacolare area vulcanica dedicata principalmente ai giocatori più esperti, con una nuova tipologia di missioni legate alla consegna delle merci e con una lunga serie di eventi minori, come la ricerca di giganteschi Troni Scheletrici sui quali sedersi o di statue maledette da abbattere.

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Sei mesi densi di emozioni, di risate, di storie da raccontare e di coinvolgimento a 360°. Si, perché Rare ha sempre fatto tutto il possibile per introdurre nel modo corretto ogni singola novità, sia in termini di presentazione, con la pubblicazione di video dedicati ad ogni singolo aspetto, con trailer realizzati magistralmente e con continui innesti alla lore, sia i termini di gameplay. Ogni novità, come più volte dichiarato da Joe Neate nel corso del tempo, deve avere un suo reale scopo all’interno del titolo ed è per questo che molte delle features non sono state rilasciate fin da subito, anche quando la community le richiedeva a gran voce attraverso i canali ufficiali o sui social, così da garantire ai giocatori un’esperienza in linea con quella che è la filosofia del team di sviluppo. Come spesso accade in questi casi non è però tutto oro quello che luccica. Se da una parte è innegabile che in soli sei mesi Sea of Thieves abbia ricevuto un numero di contenuti incredibile, è altrettanto vero che non sempre le cose sono andate lisce. Nel corso dei mesi i giocatori hanno purtroppo dovuto convivere con numerosi bug, alcuni dei quali particolarmente fastidiosi e che, in un caso, hanno addirittura costretto gli sviluppatori a mettere offline i server per qualche ora dopo il rilascio così da poter disattivare alcune delle nuove meccaniche introdotte, fino alla risoluzione del problema. Può sembrare una cosa da poco, ma se sei uno sviluppatore di alto profilo si tratta di una vera e propria sconfitta personale. A questo si affiancavano poi alcuni “difetti di gioventù” del titolo, quali l’assenza di rigiocabilità degli eventi e la mancanza di ricompense per alcune delle attività, come l’uccisione di un Kraken o di un megalodonte, considerate da tutti come semplici perdite di tempo. La somma di questi due elementi si tradusse in un progressivo allontanamento degli utenti meno affezionati, che spinse gli sviluppatori a modificare le procedure di rilascio degli aggiornamenti in vista dell’evento speciale previsto per il periodo di Halloween e a tornare a “sfruttare” gli Insider per testare gli aggiornamenti prima del rilascio pubblico. Una prova di umiltà e fiducia nei confronti dai giocatori che non ho mai esitato a definire unica nel suo genere e che, da lì a poco, iniziò a dare i suoi frutti.

L’arrivo della quarta grande espansione, denominata Shoruded Spoils, introdusse nel titolo una nuova condizione ambientale legata alla possibilità di imbattersi in fitti banchi di nebbia capaci di mettere in crisi anche le ciurme più esperte (ve lo posso garantire) e una lunga serie di modifiche al gameplay destinate proprio agli elementi citati poco fa, con la comparsa di ricompense e onorificenze pensate per rendere più accattivanti le attività ricorrenti e l’introduzione di nuove possibilità di personalizzazione delle navi dedicate al timone, ai cannoni e all’argano. Il cambio di passo fu immediato e la community ci mise poco ad accorgersene. I server del titolo tornarono a popolarsi anche in assenza di specifici eventi e la rinnovata dinamicità del gioco diede una spinta al titolo sul fronte streaming, sottolineata da un crescente numero di trasmissioni durante il periodo natalizio e dalla presenza di volti “noti”del panorama streaming, come Ninja o DrDisRespect nei mari di Sea of Thieves. Personalmente ritengo che sia stato questo il “premio” più grande per Rare, ancor più degli innumerevoli riconoscimenti ufficiali raccolti nel corso dei mesi da parte del titolo, ed è sicuramente da qui che sono ripartiti gli sviluppatori nel 2019 per proporre ai giocatori il più grande update mai realizzato, ma non prima di aver sottolineato nuovamente l’importanza della community con settimane di gioco gratuito, con il rilancio del programma Insider, ora più strutturato, e con il rilascio di playlist ufficiali di canzoni con le quali accompagnare le proprie giornate (o la stesura di articoli come questo). Un percorso necessario per arrivare preparati all’Anniversary Update, annunciato proprio in concomitanza con il primo “compleanno” del titolo e pubblicato alla fine del mese di Aprile, che ha introdotto nel titolo una lunga serie di novità.

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La prima inaugura le Storie Assurde, una serie di campagne dotate di una propria trama e di scene di intermezzo realizzate in-engine, che introdurranno gradualmente nel gioco storie inedite e una lunga serie di nuove meccaniche legate, come nel caso della prima stagione incentrata sulla ricerca delle leggendarie Shores of Gold, alla risoluzione di enigmi attraverso specifici oggetti, come cannocchiali speciali e mappe in perfetto stile Goonies, alla presenza di trappole mortali o di veri e propri boss capaci di tenere impegnati i giocatori in lunghi ed impegnativi combattimenti. Dopo averne completate una buona parte non posso che sentirmi più che soddisfatto del lavoro svolto dagli sviluppatori per “amalgamare” questa nuova tipologia di eventi in un sistema di gioco già collaudato e per creare storie capaci di risultare allo stesso tempo emozionanti e sopra le righe, il tutto condito da un design come sempre molto caratterizzato e ricco di dettagli. Gli sviluppatori però non hanno pensato solo ai giocatori in cerca di trame e combattimenti PvE. Sea of Thieves, come tutti i pirati più esperti sanno, è infatti un titolo con una forte componente PvP ed è principalmente a loro che è destinata l’Arena, una nuova modalità di gioco separata da quella principale, ora denominata Avventura, che permette ai giocatori di sfidare altri avversari in una emozionante caccia al tesoro fatta di strategia, combattimenti all’ultimo sangue e abilità.

Ma come funziona nello specifico l’Arena? E’ molto semplice. Dopo aver avviato questa specifica modalità, i giocatori vengono portati al cospetto dei gemelli Lesedi e DeMarco Singh, due lupi di mare che hanno deciso di incanalare la loro rivalità nella creazione di una nuova Compagnia dotata di una propria progressione e di ricompense esclusive, che incoraggia i giocatori a dare sfoggio delle loro abilità e che ha sede in una locanda a picco sul mare. In questo luogo, inaccessibile nelle altre modalità, i giocatori vengono suddivisi in ciurme, rispettando ovviamente gli eventuali gruppi esistenti, per formare un massimo di 5 galeoni, i quali dovranno poi affrontarsi una volta partito il conto alla rovescia. Diversamente da quanto accade normalmente, nell’Arena i giocatori partono già a bordo delle loro navi con un quantitativo di risorse standard e con una serie di mappe che svelano progressivamente la posizione di alcuni tesori celati sulle isole presenti all’interno della porzione di mappa nella quale si svolge l’incontro. L’obiettivo della modalità è semplice, ovvero ottenere più punti delle altre ciurme, non solo scovando i tesori e consegnandoli al punto stabilito ma anche uccidendo gli avversari, colpendo le loro navi e facendole colare a picco. La ciurma che accumula più punti nell’arco dei 24 minuti di sfida vince e ottiene la parte più consistente del bottino, mentre le altre ricevono ricompense minori basate sulla loro posizione in classifica.

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A rendere l’Arena davvero entusiasmante ci pensano principalmente tre aspetti. Il primo è ovviamente legato alla rapidità degli scontri, che si contrappone alla tradizionale lunghezza delle sessioni di gioco di Sea of Thieves, mentre la seconda è strettamente legata alla possibilità di visualizzare sempre la posizione delle navi sulla mappa, il che favorisce lo sviluppo di tattiche e strategie elaborate con le quali mettere in difficoltà gli avversari. L’ultima, ma non certo per importanza, riguarda gli scontri navali, da sempre punto di forza del titolo e che con l’Anniversary Update sono diventati ancora più appassionanti grazie all’introduzione di nuove tipologie di danno, legate alla possibilità di creare falle più grandi colpendo lo stesso punto dello scafo o di danneggiare specifiche parti delle navi avversarie, quali alberi, timone e argano, rendendo di fatto impossibile, o comunque molto complicata, la gestione delle stesse. Si tratta di una novità molto importante e che impatta notevolmente sugli equilibri del titolo. Se prima gli scontri si riducevano nella maggior parte dei casi a semplici guerre di nervi e di risorse, ora strategia e abilità rivestono un ruolo fondamentale. Colpire, o viceversa essere colpiti, influisce notevolmente sulle prestazioni della nave, rendendo di fatto gli scontri molto più vari ed emozionanti. A questo si somma poi l’introduzione degli arpioni nella parte frontale delle imbarcazioni, che possono essere utilizzati per agganciare le navi avversari o i nemici più grandi così da non farli fuggire e tirarli a sé, ma non solo. Questi preziosi strumenti possono essere infatti utilizzati per effettuare virate strette, agganciando la nave a una roccia o ad un altro punto fisso, per raccogliere barili, tesori e membri della ciurma o, perché no, per danneggiare gli avversari rendendo l’azione ancora più varia.

MX Video - Sea of Thieves

Le novità incluse nell’Anniversary Update però non finiscono qui. Il nuovo aggiornamento ha infatti introdotto una nuova Compagnia anche per la modalità Avventura, conosciuta come Chiamata del Cacciatore, che invita i giocatori a dare sfoggio delle loro abilità nelle tre nuove attività presenti, ovvero la pesca, la caccia e la cucina. A partire dal 30 di aprile i giocatori di Sea of Thieves hanno infatti trovato nel loro inventario un’utile canna da pesca che può essere utilizzata praticamente ovunque, sia da fermi che durante la navigazione, per tentare di prendere all’amo una delle innumerevoli varietà di pesci, e non solo, che popolano i mari del gioco. Il catalogo è davvero smisurato e include numerose specie basate sulla zona, sulle ore del giorno e sulle condizioni meteo, ognuna delle quali è presente in molteplici varietà, spesso legate all’utilizzo delle esche che possono essere raccolte nel mondo di gioco e posizionate sull’amo prima di iniziare a pescare. A questa attività, capace già da sola di impegnare il giocatore per innumerevoli ore, si aggiunge poi la possibilità di ricavare alimenti anche dagli altri animali già presenti nel titolo. I risultati dei nostri sforzi possono ovviamente essere venduti alla Compagnia dedicata, gestita dai membri della famiglia del leggendario Merrick, ma anche essere consumati, così come le nuove tipologie di frutta introdotte con l’ultimo aggiornamento quali noci di cocco, ananas, manghi e melograni per avere a disposizione una riserva di energia maggiore rispetto alle semplici banane. Tutti questi cibi possono poi essere cucinati utilizzando la cucina presente sulla nave o le numerosi postazioni dedicate presenti nel mondo di gioco, così da ottenere preziosi bonus (o malus, in caso di errata cottura). Un cambiamento notevole, che aggiunge maggiore varietà al gameplay e che ha richiesto una profonda revisione del sistema di stoccaggio delle risorse all’interno dell’inventario così da permettere ai giocatori di gestire tutti questi elementi in modo semplice e intuitivo.

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Nel complesso non posso quindi che ritenermi soddisfatto da quanto introdotto con l’Anniversary Update, che dimostra ancora una volta la capacità degli sviluppatori nel fare tesoro delle critiche e dei consigli della community andando a colmare alcune delle lacune presenti nel titolo. Scrivo alcune perché Sea of Thieves, nonostante gli enormi passi da gigante fatti in questi 15 mesi, ha ancora tanto da dimostrare e da migliorare. Oltre a perfezionare l’ottimizzazione del codice e il bilanciamento di alcune dinamiche (alzi la mano chi non è finito nell’odiosa “tenaglia” creata da Kraken e Megalodonte dopo aver completato con fatica un forte), la software house è infatti chiamata a portare avanti l’ottimo lavoro svolto fino a qui. Se si esclude l’arrivo di una seconda stagione delle Storie Assurde, già confermata dagli sviluppatori, non ci sono infatti molte informazioni sui prossimi contenuti, su ulteriori aree inedite o sull’eventuale introduzione di alcuni degli elementi annunciati in passato. In molti, per esempio, si chiedono ancora che fine abbiano fatto gli animali da compagnia, mostrati da Rare già prima del lancio e posticipati quasi subito per dare spazio ai nuovi contenuti richiesti a gran voce dai giocatori. Lo studio ha più volte confermato che il loro arrivo non è stato annullato, ma al momento non sappiamo se e quando arriveranno. Ciò che è certo è che con l’ultimo grande Update gli sviluppatori hanno introdotto nel menu di gioco l’Emporio dei Pirati, un nuovo Store attualmente non accessibile che con molta probabilità andrà ad accogliere i contenuti estetici e gli accessori acquistabili tramite microtransazioni come gli animali da compagnia.

Rimane poi sempre da capire quali siano i piani degli sviluppatori per dare nuovi stimoli ai giocatori che hanno già raggiunto lo status di pirata Leggendario. Le onorificenze speciali che vengono introdotte di volta in volta e le personalizzazioni esclusive per le navi infatti non rappresentano uno stimolo adeguato per un’ampia fetta di giocatori, che sin dal lancio attendono la possibilità di mettere in mostra in modo più evidente il proprio “grado” attraverso quelle personalizzazioni speciali, come la possibilità di dare un nome alla propria nave, più volte ventilate dagli sviluppatori e mai arrivate, o con incarichi dedicati che vadano al di là delle semplici missioni di Athena. Resta infine da risolvere la spinosa questione legata al cross-play, da sempre uno dei punti di forza del titolo ma anche, ahimè, uno dei suoi punti deboli a causa dell’innegabile vantaggio a favore dei giocatori PC durante gli scontri PvP. Quando venne annunciata l’Arena, gli sviluppatori annunciarono l’arrivo di opzioni con cui disabilitare questa funzione e affermarono che le stesse sarebbero state rilasciate insieme alla nuova modalità ma, ad oggi, questo non è successo. Sappiamo che ci stanno lavorando e che il processo si sta rivelando più complicato del previsto, ma nulla di più.

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Si tratta ovviamente di quesiti importanti ai quali Rare sarà chiamata a rispondere nei prossimi mesi e che potrebbero sicuramente influire sul futuro del titolo, ma ai quali solo il tempo potrà rispondere. Se però guardiamo al passato, a come la software house ha gestito i momenti difficili, anche a costo di ammettere pubblicamente di aver commesso degli errori, a come gli sviluppatori siano sempre riusciti a trovare il giusto equilibrio tra le richieste della community e la loro filosofia e a come, nel tempo, la fan-base sia aumentata, non possiamo che essere ottimisti. Si, perché se Sea of Thieves è riuscito a creare dal niente un universo vivo del quale i giocatori vogliono sapere sempre di più, a regalare innumerevoli ore di divertimento grazie alla sua struttura sandbox unica, a dare vita a nuove amicizie e a rafforzare quelle esistenti attraverso un gameplay “inclusivo” che accoglie tutti e che si basa sulla costante collaborazione e a crescere costantemente nel tempo dimostrando l’adattabilità del sistema di gioco messo in piedi dagli sviluppatori, non si può ragionevolmente pensare che le cose possano andare male. Sea of Thieves al momento sembra davvero avere il vento in poppa tanto che, diversamente da quanto accade negli altri titoli simili, la popolarità del gioco è in continua ascesa e a nessuno è ancora mai passata per la mente l’idea che al gioco più ambizioso di Rare possa servire un sequel. Un risultato notevole, che dovrebbe sicuramente far riflettere su come vengono giudicati i titoli moderni e che conferma, se ancora ce ne fosse il bisogno, il fatto che Rare ha davvero fatto scuola da questo punto di vista. E con questo vi saluto: è’ appena apparso un fortino all’orizzonte e non voglio perdere l’opportunità di portarmi a casa un po’ di dobloni facili… e, perché no, pescare anche qualche Stagnarola. Ci si vede in mare, ahhrrrr!

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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