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Hitman - Ep. 4 Bangkok e Ep. 5 Colorado

Nulla può fermare il nostro glabro assassino preferito: né un complotto internazionale, né tantomeno una torrida estate. Infatti, in barba alle stagioni, sui principali store videoludici continuano puntualmente ad uscire le avventure dell’Agente 47 della serie Hitman, che ci portano in giro per il mondo a smarcare le gremite liste di morte dell’Agenzia. In questa recensione vi diciamo la nostra sugli ultimi due capitoli usciti, ovvero Hitman Episodio 4: Bangkok e Hitman Episodio 5: Colorado.
SPOILER WARNING: Hitman è una serie episodica, quindi questo articolo parla di eventi accaduti sia in questi che nei precedenti episodi. Ne consigliamo quindi la lettura solo qualora non vogliate rovinarvi la sorpresa o abbiate già giocato i capitoli in questione.

La vita del killer professionista è decisamente dura, specie se sei un ermetico pelatone alto due metri, non hai familiari né hobby, né amici e vivi esclusivamente in funzione del lavoro. Parliamo ovviamente dell’Agente 47, che tra le altre cose deve per forza soffrire di una sindrome da jet lag senza eguali, visto che è sempre in viaggio in lungo e in largo per il mondo per conto dell’Agenzia. Ma nonostante tutto, eccolo lì, bello e pronto per nuovi contratti di omicidio, ai poli opposti del pianeta. Il primo incarico su cui ci focalizzeremo in questa recensione si svolge su un’isola poco distante da Bangkok, un fazzoletto dui terra raggiungibile soltanto via mare dove sorge uno dei resort più esclusivi del mondo, l’Himmapan Luxury Hotel. Anche stavolta, l’Agenzia ci ha spediti in un luogo da sogno non per farci abbronzare la pelata barcodata, bensì per mettere fuori gioco due obiettivi sensibili. All’interno del lussuosissimo hotel alberga infatti l’impero discografico di Jordan Cross, una giovane promessa della musica rock americana, nonché unico erede di un celebre imprenditore miliardario. Il musicista, leader della rock band The Class, è stato di recente al centro di un’indagine di omicidio della sua fidanzata, Hannah Highmoore, una giovane attrice di Hollywwod precipitata misteriosamente dal tetto dell’appartamento di Cross. Nonostante tutto lasci presagire ad una giusta condanna per il musicista, le prove a suo carico non sono riuscite a dimostrarne la colpevolezza e infatti il ragazzo se ne sta tranquillamente a piede libero, godendosi la vita, gli amici e lavorando al suo prossimo disco nella suite imperiale dell’hotel, dove sorge anche una imponente sala di registrazione. Jordan Cross deve però la sua libertà in larga parte al suo avvocato difensore, Ken Morgan, un essere umano di bassa lega, il classico personaggio senza scrupoli che per l’odore dei soldi scagionerebbe anche il più spregevole dei criminali. Inutile girarci attorno: l’Agenzia vuole questi pendagli da forca fuori combattimento per sempre e per questo serve un lavoro pulito in stile Agente 47.

La nostra missione inizia quindi in abiti casual sul molo dell’Himmapan Hotel, tra il via vai di facoltosi turisti e gli inchini e i namasté di concierge e camerieri. Proprio come nei precedenti capitoli della saga di Hitman, il setting dell’hotel di lusso torna a stuzzicare la fantasia degli amanti dell’infiltrazione, proponendoci in questo Hitman Episodio 4: Bangkok un resort tutto da esplorare in cerca delle giuste Opportunità, che ci permetteranno di avvicinare con maggiore facilità i nostri obiettivi, movimentando anche l’avventura. Essendo i nostri bersagli entrambi personaggi estremamente in vista del jet set, è lecito aspettarsi una certa dose di difficoltà per avvicinarli, soprattutto per quanto concerne il giovane Jordan Cross, che se ne sta letteralmente barricato tra le mura dei suoi alloggi e impegnato tra una registrazione e l’altra del suo ultimo disco in produzione. Come sempre avremo carta bianca sulla libertà di approccio, il limite è solo la fantasia, misto alla nostra voglia di esplorare e analizzare l’ambiente circostante. Per quanto il numero di Opportunità a nostra disposizione sia inferiore rispetto agli altri capitoli del titolo, alcune di queste sono particolarmente sfiziose e prevedono anche l’ausilio di travestimenti bizzarri. Ad esempio, potremo prendere le sembianze di un famoso batterista in attesa di un’audizione privata da parte di Jordan Cross, oppure potremo travestirci da tecnici del suono e elettrificare il microfono della sala prove. Qualora invece volessimo prediligere un approccio meno diretto all’azione, potremo sempre approfittare di un più discreto travestimento da inserviente o da chef, muniti di veleno per topi per guarnire la torta dell’ultimo compleanno che festeggerà il giovane musicista. Non meno impegnativo sarà invece occuparci di Ken Morgan, che scorrazza brontolando in lungo e in largo nella hall dell’albergo, costantemente scortato da una guardia del corpo, in attesa che lo staff gli consegni le chiavi della sua suite. In questo caso avremo a disposizione un inferiore numero di Opportunità rispetto a quelle per far fuori Cross, però anche in questo frangente un buon travestimento o il giusto tempismo per simulare un incidente faranno al caso nostro per porre fine alla sua miserabile vita.

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In Hitman Episodio 5: Colorado invece la musica è completamente diversa e le cose per l’Agente 47 e soci si complicano non poco. Diana Burnwood, il nostro contatto diretto con l’Agenzia, nonché l’unica persona di cui 47 si fida, aveva ragione: qualcosa non sta andando secondo i piani ed è evidente che c’è una forza in gioco che sta usando i servigi dell’Agenzia per un personale tornaconto, un cosiddetto “cliente ombra”. L’oscuro panorama ipotizzato dalla Burnwood comincia a delinearsi più chiaramente al termine del quarto capitolo, dove apprenderemo che le nostre azioni a Bangkok hanno portato conseguenze del tutto disattese per l’Agenzia. Ma non è tempo di stare con le mani in mano e 47 viene spedito dritto in Colorado, in una zona rurale remota dove sorge una fattoria in cui un gruppo di terroristi ha fondato il suo quartier generale. Tramite alcune indagini effettuate sul contatto di Bangkok, l’Agenzia è riuscita a isolare alcune tracce di una talentuosa hacker e attivista informatica, Olivia Hall, legata al gruppo dei terroristi di cui sopra, tra cui spiccano anche personalità criminali legate al Mossad e al traffico d’armi, nonché ex agenti Interpol adesso ricercati. Il nostro compito sarà quindi occuparci di ben quattro obiettivi, per quanto a detta della stessa Burnwood, prima di premere il grilletto sulle loro teste, sarebbe bene investigare sul loro reale coinvolgimento con il cliente ombra che trama alle spalle dell’Agenzia.

Il setting di questo Hitman Episodio 5: Colorado è decisamente il più ostile che sia mai stato proposto finora dal gioco e ci riporta indietro ai vecchi capitoli del franchise, tra cui Blood Money e Absolution, in cui l’infiltrazione in chiave stealth passando da un riparo all’altro della mappa e l’eliminazione furtiva erano elementi cruciali di gioco. Abbandonati i resort di lusso e i ritrovi mondani dell’alta società, stavolta ci troveremo ai comandi di un Agente 47 nel bel mezzo di una zona remota e ostile, sorvegliata palmo a palmo da numerose forze paramilitari armate fino ai denti. Dovremo quindi varcare i confini della proprietà rurale e farci strada tra le file di mercenari per poi riuscire guadagnare terreno verso i nostri quattro obiettivi, tutti estremamente indaffarati nelle loro mansioni organizzative. Inutile dire che farli fuori tutti non sarà una passeggiata, nonostante questo capitolo proponga un buon numero di Opportunità, tutte piuttosto variegate tra loro, che ci permetteranno di architettare perfide meccaniche per metterli fuori gioco. Potremo infatti ad esempio prendere parte ad una sessione di addestramento e sabotare un ariete meccanico per schiacciare uno dei nostri obiettivi, oppure sfruttare a nostro vantaggio la scarsa intolleranza alle sostanze psicotrope di uno dei terroristi e goderci lo spettacolo della sua dipartita. Altrimenti potremo optare per un approccio vecchio stile, creando diversivi e nascondendoci di riparo in riparo in attesa del momento giusto per farli fuori uno ad uno. Mai come in questo capitolo saremo costretti ad essere creativi, cambiando spesso travestimento e strategia per riuscire ad infiltrarci nelle varie zone in cui militano i nostri bersagli. Data la grande quantità di mercenari in ricognizione e le differenti tipologie di classi a cui questi appartengono, non sarà affatto semplice non destare qualche sospetto di troppo durante le nostre scorribande, motivo per cui il nostro approccio all’esplorazione degli ambienti dovrà essere più morigerato rispetto a quello provato nei precedenti capitoli del gioco, in cui potevamo calpestare indisturbati suoli pubblici e affollati di passanti. Un’altra differenza di Hitman Episodio 5: Colorado rispetto ai precedenti capitoli della serie risiede anche nel comparto narrativo, che finalmente riceve il tanto atteso twist durante le ultime battute di gioco, in cui apprenderemo dettagli cruciali sul famigerato cliente ombra, forse anche più di quanti ne vorremmo davvero scoprire.

Con i capitoli 4 e 5, la serie Hitman ha pigiato finalmente sul pedale dell’acceleratore della narrazione, dandoci la possibilità di rivivere alcune delle atmosfere epiche del franchise intrise di action e stealth, in particolare sul più riuscito dei due, Hitman Episodio 5: Colorado, in cui la pletora di obiettivi da neutralizzare e le numerose strategie che potremo approntare per farlo garantiscono una buona dose di divertimento. La serie Hitman ha superato quindi il punto di non ritorno, un limite in cui non sarà più possibile mantenere il ritmo flemmatico di cui il titolo si è fregiato finora e, data l’importanza delle ultime scoperte fatte dall’Agente 47, un giro di vite sulla trama e i suoi personaggi diventa un fattore più che obbligatorio per i restanti capitoli che ci separano dall’epilogo.

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L'autore

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Classe '79, sound designer di professione. La sua incrollabile passione per i videogiochi nasce solo all'inizio degli anni '90 e viene presto affiancata da quella per il doppiaggio. Col passare del tempo la sua carriera di videogiocatore onnivoro si focalizza sulla scena PC, ma poi assume sembianze più mature con l'avvento di PlayStation e di tutte le successive console che prenderanno lentamente possesso di casa sua.

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