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Quantum of Solace
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Recensione - Quantum of SolaceXbox 360Game

Con l'acquisizione della licenza di 007 da EA, Activision ha deciso di sfruttare al meglio l'occasione affidando a Treyarch, già noti per alcuni episodi di Call of Duty, la realizzazione del nuovo Quantum of Solace. Le precedenti avventure videoludiche del famoso agente segreto inglese, risalenti alla passata generazione, lasciavano largamente a desiderare: vediamo insieme se stavolta siamo alle prese con un prodotto capace di restituire dignità alla serie.



Sono trascorsi undici anni dall'esordio su Nintendo 64 dell'acclamatissimo Goldeneye 007 di Rare, e per la prima volta, forse, in quel lontano 1997 veniva raggiunto l'apice di tutte le realizzazioni su licenza, e, al contempo, si compiva un ulteriore passo generazionale per quanto riguarda gli FPS su console. Col tempo però le tendenze sono cambiate, così come le idee da proporre ai giocatori, e i titoli dedicati all'agente segreto più famoso d'Inghilterra sono divenuti via via delle semplici trasposizioni videoludiche atte a soddisfare, a livelli pressoché discreti, quelle scelte commerciali che ormai da tempo il cinema impone, seppur indirettamente, al mercato videoludico.

Tuttavia, una frase tanto semplice quanto sfrontata come “Il mio nome è Bond, James Bond”, soprattutto se accompagnata dall'indimenticabile motivetto che fin dalle origini rende inconfondibili le avventure dell'agente 007, mantiene sempre un certo fascino, dando conferma ai più scettici che un vero “marchio di fabbrica” difficilmente può essere dimenticato; e a tal proposito è intervenuta la stessa Treyarch che, in parallelo allo sviluppo di Call of Duty: World at War, si è occupata di trasportare nel mondo virtuale le ultime due avventure cinematografiche di James Bond, Quantum of Solace e Casino Royale. Scopriamo allora se l'ardua impresa di elevare ai fasti di un tempo questo nuovo 007, interpretato peraltro da un ottimo Daniel Craig al cinema, sia riuscita o meno.

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Quantum Royale
Fin dalle battute iniziali ci si accorge proprio di come gli sviluppatori abbiano cercato, riuscendoci, di rendere l'interfaccia grafica tanto essenziale quanto funzionale al tempo stesso; avviato il gioco, infatti, dopo una breve sequenza di immagini ispirate integralmente alla colonna sonora originale, appare un menu che ci consente di prender parte alla storia mediante la classica campagna in giocatore singolo, oppure di dedicarci esclusivamente alle ricche modalità multiplayer che analizzeremo in seguito. La priorità naturalmente và alla storia principale, e partendo proprio da questa c'è da fare una piccola precisazione: le vicende narrate non seguono completamente il filo narrativo della controparte cinematografica, bensì rappresentano una serie di eventi susseguitisi fra il prequel Casino Royale e lo stesso Quantum of Solace. Non mancano dunque svariati flash-back, che rendono quantomeno più interessante lo svolgersi della trama, altrimenti destinata a risultare scontata e priva di spunti degni di nota. Ad aprire le danze è infatti il famoso signor White, complice di un'organizzazione ben più grossa di quanto si pensi, che spianerà la strada verso indagini atte a sventare una pericolosa banda terroristica che vede protagonisti il magnate francese Le Chiffre prima e Greene dopo, a loro volta responsabili indiretti della tragica morte dell'amante di Bond. Nostro compito sarà quello di fermare, o meglio, eliminare tutti coloro che gravitano attorno a questa organizzazione terroristica o ne stanno capo. Dal punto di vista narrativo, tuttavia, Quantum of Solace si pone di fronte al giocatore con l'intento di svelare solo alcune delle sfaccettature caratteriali del protagonista e, al contempo, di indirizzarlo verso un titolo capace in realtà di colpire più dal punto di vista “pratico” che teorico. Difatti, tralasciando volontariamente certi aspetti della storia, che può conoscere approfonditamente solo chi ha visto il precedente film Casino Royale, il team Treyarch ha optato per una maggiore spettacolarizzazione delle sequenze di gioco, col risultato di ottenere uno sparatutto prettamente standard per quanto concerne l'essenza del titolo, ma decisamente dinamico nella sue meccaniche.


Al passo coi tempi
Se la trama gioca dunque un ruolo secondario, il contrario, per fortuna si può affermare per il gameplay che, come anticipatovi, risulta la componente basilare di questo Quantum of Solace. Forti della loro esperienza nel genere FPS con la serie Call of Duty, gli sviluppatori Treyarch sono riusciti a creare un giusto mix fra arcade e strategico, binomio peraltro arricchito da elementi action come i cinematografici Quick-Time Event (la pressione al momento giusto di sequenze di tasti che scatenano scene d'azione), ormai quasi una costante nei titoli di attuale generazione, e il sempre più diffuso sistema di copertura in pieno stile Gears of War. Quest'ultimo non solo è ripreso nello stile, ma anche nelle modalità di esecuzione: basterà infatti premere il tasto A per eseguire un'azione di copertura e, eventualmente, un cambio di postazione ove concesso, ad esempio fra due pilastri. In queste situazioni, come da norma, la visuale passa da prima in terza persona, consentendoci quindi di avere un'ampia visuale della zona circostante ed una maggiore coscienza sulle tattiche da adottare; potremo ad esempio attendere da dietro una parete il momento opportuno per attaccare silenziosamente un nemico, oppure sfruttare la medesima situazione per coprirsi dai proiettili di quest'ultimo. Nelle poche fasi stealth che caratterizzano il gioco, comunque, ci viene in supporto anche la mappa del livello, attivabile con il tasto Back, che ci consente sostanzialmente di studiare il percorso compiuto da tutti i nemici presenti in zona. A rendere frequente o meno l'uso di mappa e coperture interviene poi il livello di difficoltà selezionato, variabile da “Agente provetto” a “007”. Via via che si affrontano le missioni con difficoltà sempre crescente si può notare come a mutare è proprio l'approccio all'azione, che da frenetico diventa molto più ragionato ed orientato sulla difensiva. Tuttavia, anche a difficoltà massima permangono i limiti che affliggono l'I.A. dei nemici, spesso troppo avventati nelle loro decisioni, più da kamikaze che da semplici terroristi, nonostante situazioni in cui li vedremo venirci incontro a volto scoperto come se niente fosse possono essere relegate a casi isolati.

Nel complesso, comunque, Quantum of Solace si fa apprezzare proprio alla massima difficoltà, in quanto vengono accentuati quegli elementi del gameplay che a difficoltà minori risultano semplici accenni, atti a variare di tanto in tanto la fin troppa linearità di questo titolo. Purtroppo a livello strutturale il gioco scorre sì fluido, ma a patto che vengano rispettati i “binari” prestabiliti dai programmatori, influenzando negativamente la libertà d'azione concessa al giocatore, che si vede così costretto ad utilizzare quasi sempre la stessa tattica, tante volte quante ripeterà la medesima missione; a scegliere, dunque, non siamo noi ma il gioco.

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I Quick-Time Events, invece, legati principalmente più ad un fattore estetico che a quello funzionale, possono essere attivati manualmente ogni qualvolta ci ritroveremo vicino al nemico, e per farlo basterà la semplice pressione dello stick analogico destro. Di questa funzione, inoltre, ritroviamo due varianti: una attivabile appunto durante un normale scontro di gioco, che serve a mettere k.o. un nemico qualsiasi tramite una sola sequenza di tasti; l'altra facente parte invece della normale progressione di gioco, che prevede uno scontro con il classico boss di fine livello e caratterizzato da più sequenze di tasti che, se portate a termine, sanciranno la vittoria del nostro Bond ed il passaggio alla missione successiva. Oltre a questa componente, che rende sicuramente più gratificamente il completamento di certi livelli, Quantum of Solace non aggiunge altro che possa variare ulteriormente l'azione, restando dunque fisso su dei meccanismi ormai consolidati e perfettamente incastrati tra loro.

L'interazione con l'ambiente è stata invece completamente trascurata: a parte qualche sporadico caso, che rientra comunque in fasi precalcolate o si limita ad azioni come disattivare una telecamera o sabotare un computer, il resto dell'ambiente risulta praticamente statico e resistente all'effetto dei proiettili. Raramente si può notare l'effetto penetrante dei proiettili, ma in generale tutto quanto subisce solo danni estetici, con forti ripercussioni soprattutto in ambito multiplayer. Unici elementi extra del gameplay, in effetti, sono dei semplici cellulari sparsi per ogni missione, atti a fornirci aggiornamenti o approfondimenti sulla trama, ma che in sé non mutano affatto l'approccio al gioco, se non dal punto di vista esplorativo e del conseguimento di obiettivi. E infine, una volta terminata una missione sarà possibile accedere, direttamente dal menu, alla rispettiva modalità di “Debriefing”, attraverso la quale avremo l'occasione di girovagare all'interno della base degli 007 e ammirare i modelli poligonali della nostra fedele Aston Martin e di tutte le armi ipertecnologiche messeci a disposizione nel gioco, con tanto di caratteristiche tecniche dettagliate.


L'altro lato della medaglia
Pur constatando come Quantum of Solace non brilli di certo per innovazione, seppur le sue meccaniche siano ben collaudate, quello che sorprende è la validità del comparto multiplayer di cui è dotato il titolo Treyarch; anche qui il fattore esperienza è stato assolutamente determinante. La controparte online, infatti, offre numerose modalità che spaziano dai più semplici scontri a squadre o tutti contro tutti ad altre decisamente ispirate a quelle di Call of Duty. Ecco allora che la famosa modalità Guerra” si trasforma qui in “Controllo Territorio”, così come “Cerca e distruggi” è stata semplicemente riadattata e trasformata in “Bond contro” e consiste nella formazione casuale di una squadra che dovrà vedersela contro un solo avversario, impersonato da Bond appunto, e impedirgli di disinnescare un certo numero di bombe presenti nella mappa. Una modalità del tutto nuova invece è quella denominata “Pistola d'oro”; questa modalità prevede lo scontro fra un massimo di sedici giocatori che dovranno contendersi il possesso di una potente pistola d'oro dalle munizioni illimitate, e aggiudicarsi così il primato della classifica, cercando ovviamente di non farsi uccidere una volta venuti in possesso dell'arma. Infine è da citare “Evasione di Bond”, altra modalità inedita che vede protagonista sempre e solo un giocatore, selezionato casualmente dal server, contro una squadra di terroristi dalla quale bisogna appunto fuggire. Così come in “Bond contro” naturalmente, per rendere la sfida accettabile chi impersona Bond avrà tre vite a disposizione ed una maggiore resistenza alle armi da fuoco nemiche, mentre gli elementi della squadra avversaria possono giocare solo una volta per turno.

L'intento da parte di Treyarch di andare sul sicuro lo si vede chiaramente anche dal punto di vista della crescita del nostro alter-ego virtuale, in ambito ovviamente delle classi da personalizzare; ogni partita, infatti, in base alla nostra prestazione ci assegna dei punti credito che possono essere utilizzati a loro volta per acquistare gadgets di ogni genere, armi o potenziare quelle già in nostro possesso, arricchendo così il nostro arsenale ed il numero di strategie da adottare a seconda della modalità.
Inoltre persino il sitema di matchmaking è del tutto ispirato a COD, così come l'organizzazione delle stanze e l'interfaccia grafica mostrante lo status di ogni partita. Un po' meno valida invece è la qualità del netcode, molto suscettibile al tipo di connessione e di conseguenza afflitta da frequenti casi di lag. Questi alti e bassi nell'esperienza vera e propria di gioco minano quindi il giudizio finale di un comparto online che in sé risulta ambizioso data la natura del titolo, ma che di certo non può competere con tanti altri esponenti del genere ormai consolidati da tempo.


Tra Siena e Venezia
Quantum of Solace non passa di certo inosservato dal punto di vista grafico. La realizzazione degli ambienti è quella che maggiormente colpisce ad un primo sguardo, soprattutto se ci troviamo di fronte ad uno scenario nostrano come quelli della medievale Siena e dell'incantevole Venezia. Entrambe le nostre città sono state realizzate con una cura davvero ammirevole e, soprattutto nel caso di Venezia, sembra proprio di riconoscere alcuni viottoli che si intersecano fra le tipiche abitazioni lagunari o i bellissimi ponticelli sotto i quali passano indisturbate le gondole veneziane, tanto da farci rimpiangere di essere nel posto giusto nel momento sbagliato. I dettagli ambientali sono nel complesso di ottima fattura, a parte qualche texture di contorno poco definita, e rendono questo titolo un tie-in decisamente sopra la media. Proprio la varietà dei luoghi è uno dei pregi più grandi di questo titolo che, oltre a rendere omaggio alle due città italiane, offre scorci di paesaggio davvero suggestivi come un gigantesco anfiteatro galleggiante sul mare in pieno tramonto o un'enorme caverna sotterranea dalla quale filtrano fasci di luce che rendono giustizia alla bontà del motore grafico. Così come altamente spettacolare risulta un livello da affrontare interamente su un treno in corsa, con tanto di pioggia torrenziale, che ci consente di apprezzare la realizzazione delle superfici bagnate. Degna di nota, infine, è la controparte virtuale dell'attore Daniel Craig, che vanta di un modello poligonale egregiamente dettagliato e realistico, ma che stona però con la qualità invece altalenante dei personaggi secondari. Da apprezzare infine il doppiaggio in italiano, caratterizzato dalle stesse voci originali del film, che conferisce quindi un valore aggiunto alla realizzazione prettamente tecnica del gioco.

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Mezzo Bond, mezzo riuscito
A conclusione di questa recensione, potremmo dire che Quantum of Solace sia un titolo che supera solo in parte gli ostacoli del caso, non riuscendo completamente nell'intento di riportare il Bond videoludico ai fasti di un tempo. Vuoi per la necessità di rispettare i tempi di consegna, vuoi per uno scarso approfondimento delle meccaniche che lo caratterizzano, il titolo sviluppato da Treyarch convince solo a metà. I difetti, che minano alcune parti di gameplay, come la già citata scarsa interazione con l'ambiente ed una durata della campagna in singolo ridotta al minimo sindacale, non consentono a questo ambizioso lavoro di fregiarsi del titolo di “nuovo Goldeneye” dell'era moderna, ma solo risulta comunque essere uno sparatutto su licenza sopra la media, capace di conquistare i fan e non solo. Consigliato quindi agli appassionati di Bond e a tutti coloro che cercano un titolo nel complesso divertente, dotato di una storia poco impegnativa e di un comparto online più che discreto, mentre gli altri possono farne tranquillamente a meno.
7.2

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