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Blitz: The League II
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Recensione - Blitz: The League IIXbox 360Game

A quanto pare Midway ha trovato la sua strada per proporre una serie di football americano senza dover ricorrere alla licenza NFL, saldamente in mano ad Electronic Arts: Blitz: The League II è il secondo episodio della serie che ha trasformato l'assenza di licenze in un punto di forza, proponendo stadi e squadre di fantasia ma molto coreografici, ed una estremizzazione della durezza di questo sport.



Come probabilmente saprete, qualche anno fa Electronic Arts ha acquisito l'esclusiva sulla licenza NFL, di fatto tagliando fuori tutte le altre software house dalla produzione di simulatori di football "ufficiali". Midway ha però colto la palla al balzo per proporre qualcosa di diverso, e Blitz: The League II è la seconda edizione di questo prodotto: un gioco del football ambientato in arene estremamente pittoresche, con diciotto squadre di fantasia composte ognuna da otto giocatori, al posto degli undici che si trovano nelle reali partite di football.

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La modalità più interessante del titolo è la Carriera, nella quale dobbiamo prendere il controllo della solita squadretta di periferia creata da noi che, dalla serie minore, deve arrivare fino alla categoria più alta, vincendone infine il campionato. E’ ovvio che per far ciò è indispensabile cercare di portare a casa sempre buoni risultati. Una volta dato il nome alla squadra, dobbiamo scegliere il colore ed il modello della divisa da fare indossare ai nostri atleti, il colore dell’elmetto e scegliere lo sponsor che sosterrà la squadra per l’intera stagione, e che le farà guadagnare soldi utili da spendere nell’acquisto di vario materiale, come nuovi scarpini, elmetti più solidi e protezioni più robuste. E’ possibile prima di ogni match scommettere sul mercato clandestino una somma di denaro anche ingente, nel caso ci sentissimo sicuri di vincere l’incontro. Nel momento in cui le vittorie cominciano ad arrivare e di conseguenza il profitto aumenta, arrivano anche le prime soddisfazioni. Accedendo ad una sorta di negozio virtuale, è possibile acquistare alcune caratteristiche degli atleti come la velocità, la forza, la destrezza e tanto altro per far diventare la nostra squadra sempre più potente e “cattiva”.

Ma la Carriera non si limita soltanto a farci migliorare le caratteristiche della nostra squadra, o disputare le partite: c’è una trama di sottofondo che, pur non essendo da Oscar, ci pone davanti a momenti dal forte impatto emotivo. E’ una storia molto cruda e dai contenuti adulti, che ruota attorno al fenomeno del doping, e ci viene raccontata tramite immagini statiche tra una partita e l’altra. Lasciamo a voi scoprire i vari retroscena di questa storia anticipandovi che i le sorprese non mancheranno. Purtroppo una volta portata a termine questa modalità, il gioco non ha molto altro da offrire se non le solite partite veloci ed una modalità Campionato, che non regalano nulla di nuovo al mercato videoludico.

Anche nel comparto multigiocatore non possiamo non notare la povertà di caratteristiche a disposizione: il gioco permette di scontrarci online con un massimo di altri tre utenti connessi contemporaneamente in una partita veloce, in cui è il computer a decidere automaticamente ogni impostazione, oppure in una partita personalizzata dove possiamo impostare la durata del match, le condizioni meteorologiche e lo stadio in cui giocare. Fortunatamente in rete si può giocare, oltre che con una delle diciotto squadre imposte dal gioco, anche con quella creata durante la modalità Carriera offline, quindi per gli appassionati diventa una buona occasione per confrontare i propri team sul campo di gioco. Va purtroppo rilevata la presenza di momenti di lag che in qualche partita potrebbero minare in maniera decisiva la giocabilità online: se si ha la fortuna di sfidare alri italiani il lag non è presente, ma purtroppo di nostri connazionali che giocassero online a Blitz: The League II ne abbiamo trovati pochissimi. Purtroppo la maggior parte delle volte capiterà di incontrare soprattutto statunitensi e i match con loro sono quasi sempre tutti caratterizzati da rallentamenti e difficoltà di gestione del movimento degli atleti. Segnaliamo anche le pause di caricamento tra un quarto e l'altro, che si rivelano molto lunghe.


Gameplay
Pur proponendosi come un titolo arcade, Blitz: The League II ci presenta quasi tutte le dinamiche di una vera partita di football, e quindi è lecito aspettarsi un gioco tutt'altro che fluido ma spezzettato dalle numerose interruzioni tipiche di questo sport. Ogni incontro è pieno di fasi in cui il giocatore, invece di comandare la squadra, deve barcamenarsi tra schemi offensivi e difensivi e tattiche da scegliere al meglio per conseguire un buon risultato. Il gioco offre numerose disposizioni di partenza come quelle per i giochi di corsa o quelle che lanciano un team in profondità. Quindi diventa importante subito imparare bene le funzioni di ciascun pulsante, una impresa all’inizio di notevole impegno, dato che i tasti da premere sul pad cambiano a seconda che ci troviamo nella fase difensiva od offensiva. Però vi assicuriamo che non appena ci si rende padroni dei vari comandi, tutto diventa immediato. Il sistema di controllo è molto preciso e si riesce bene ad effettuare una corsa inarrestabile lungo i corridoi, una grande ricezione, un tiro da 50 yard, un placcaggio e tanto altro. E’ con soddisfazione, partita dopo partita, che si nota come si riesca a tenere ogni cosa sotto controllo: in campo tutti i componenti della squadra eseguono alla perfezione ogni nostro comando.

Nonostante le varie tattiche presenti, gli sviluppatori hanno eliminato tutte le regole ufficiali dell’ NFL, preferendo un set di regole che esalti maggiormente gli aspetti più coreografici di questo sport. In campo, ad esempio, non vi è nessun arbitro a sanzionare gli interventi più duri e scorretti. Nonostante tutto, consigliamo principalmente a chi non ha mai giocato ad un titolo in cui la palla è ovale, di prendere subito in esame la modalità allenamento: è come una vera e propria scuola di football dove vengono spiegati nei minimi particolare i passaggi, i tiri e come assumere in campo le varie posizioni.

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In qualsiasi modalità si scelga di giocare, durante tutte le partite è molto importante la funzione del grilletto sinistro: una volta che il giocatore percorre una determinata distanza senza perdere il possesso della palla o senza subire un bloccaggio, si riempie una barra e a quel punto abbiamo la possibilità di rallentare il tempo. Si tratta di una sorta di esaltazione agonistica, di durata limitata ma che coinvolge tutta la squadra e permette di dare vita ad azioni incredibili, con giocatori resistenti ad ogni placcaggio. Questa funzione serve anche per liberarci con gomitate e sberle di ogni avversario, che rimarrà inerme ai nostri colpi senza assolutamente avere la capacità di difendersi. Grazie alla funzione rallenty, possiamo scegliere anche la parte del corpo in cui colpire l’avversario, ed è qui che arriva una parte davvero cruenta del gioco. Dopo aver colpito il povero malcapitato, parte una sequenza che ci mostra sempre al rallentatore la parte anatomica colpita: si iniziano a vedere i tendini che si strappano, le ossa che si rompono e il sangue che schizza. Peccato però che queste sequenze a lungo andare stanchino perché molto ripetitive; può capitare che si arrivi a preferire di non far male all’avversario pur di evitare di vedere per la decima volta sempre lo stesso filmato. Se si tratta di un componente della nostra squadra ad aver subito un infortunio, è interessante notare come gli vengono apportate le cure. In pratica il giocatore infortunato viene condotto fuori dal campo da due infermieri che con una siringa gli iniettano una sostanza che in pochi secondi lo fa tornare in piena forma. E’ una sessione molto divertente, perchè saremo noi a comandare gli infermieri: abbiamo a disposizione un tempo limitato per eseguire la puntura nel punto preciso della ferita o della contusione e, se lo faremo scadere, l’atleta tornerà sì in campo ma renderà sempre meno fino allo scadere della partita. In base a dove è stato colpito, parte un’altra sequenza raffigurante la parte anatomica sulla quale dobbiamo operare, e tramite le levette del joypad dobbiamo indirizzare con precisione la siringa nel punto prestabilito. Se sbagliamo posizione per la puntura, come nel caso del tempo scaduto, il giocatore torna in campo ma non completamente efficiente.


Grafica e tecnica
Dal punto di vista tecnico, il titolo svolge il suo lavoro in maniera molto altalenante. Tutti i personaggi hanno caratteri somatici del volto non molto ben delineati, le varie parti della muscolatura non sono distinguibili nei particolari e i visi denotano una conformazione non proprio raffinata, ostentando modelli facciali approssimativi e texture poco definite. Un appunto va anche alle majorette che ballano dopo un touchdown: sono rese male, con textures decisamente sotto la media. Non molto buono anche tutto il resto del bordo campo come i fotografi, le telecamere mobili, i giocatori della panchina e l'allenatore. Gli spettatori sugli spalti sono bidimensionali e seguono sempre la stessa animazione: pensavamo di aver lasciato alla scorsa generazione questo genere di cose. Però sia i piccoli campetti collegiali sui quali si gioca ad inizio Carriera che gli immensi ed imponenti stadi su cui si svolgono le partite dei tornei maggiori sono resi egregiamente, con terreni di gioco riprodotti bene nei colori e nel taglio dell'erba.

Gli effetti climatici sono resi davvero bene: le gocce della pioggia che si stampano sulla telecamera sembrano vere, così come molto reale è la neve che incessante imbianca mano a mano il campo da gioco. Una grossa pecca la riscontriamo nella realizzazione delle pozzanghere d'acqua e fango sui terreni: quando i giocatori le calpestano, queste non hanno alcuna reazione, restano immobili senza nessuna increspatura o produzione di schizzi. Però le loro divise e i caschi si sporcano progressivamente durante la partita. Si nota poi una certa mancanza di effetti di illuminazione dinamica come ad esempio la luce riprodotta dai riflettori in alcuni stadi, che non genera ombre sui giocatori.

In un paio di casi si avverte una certa macchinosità nelle animazioni dei giocatori che fortunatamente avviene solo quando si alzano da terra dopo un placcaggio o quando si allineano per le disposizioni iniziali delle tattiche. In generale il frame-rate è molto buono anche nelle azioni più concitate: mai un rallentamento durante il match. L’intelligenza artificiale è buona: gli atleti controllati dal computer tendono ad evitare movimenti insensati e seguono bene l’impostazione del gioco, e si ha la sensazione che la partita dipenda solamente dalle nostre capacità e da quanto impegno viene messo nel giocare, senza che errori di programmazione possano influenzare le gare. I difensori compiono contrasti veramente letali nei confronti del portatore di palla o del ricevitore in procinto di avere il pallone tra le mani, quindi sono perfette le intercettazioni così come i placcaggi. Si rivela sempre importantissimo scegliere il momento per placcare l’avversario, perché se lo si sfiora soltanto apriamo i “corridoi” che lo condurranno sicuramente verso il touchdown. Nel corso della partita, si nota come se la squadra avversaria sta vincendo, pur di conservare il risultato adotti tattiche più accorte e prudenti, evitando di azzardare azioni complesse o spettacolari. Certo, capita che una Offensive Line non riesca a proteggere il quarterback nella situazioni di lancio, oppure che questo non riesca ad concludere con successo un passaggio, ma questo esiste anche nella realtà quindi niente di male. Il sistema delle collisioni invece non passa a pieni voti l' esame: capita spesso, ad esempio, di vedere le gomitate del proprio atleta attraversare letteralmente la testa di un avversario, come in generale si assiste a parti anatomiche che si compenetrano una con l'altra.

La colonna sonora che accompagna le scelte nel menu di gioco ci è apparsa di cattivo gusto, con brani rock davvero assordanti e monotematici (e siamo appassionati del genere), fortunatamente disattivabili dall’apposita voce. Per quanto riguarda gli effetti sonori durante le partite, anche qui l’opinione è negativa: il pubblico incita la squadra con cori sempre uguali e per nulla coinvolgenti. I giocatori grugniscono per mettere in evidenza ancor di più la loro forza bruta, ma il risultato raggiunto è quasi ridicolo; lo speaker commenta (in inglese) l' incontro, ma il suo tono è cantilenante e monotono. Purtroppo la tradizione di non localizzare questo genere di giochi è ancora ben salda, per cui non solo la telecronaca è completamente in inglese, ma anche tutti i menu e gli altri testi del gioco.

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Conclusione
Pur non disponendo di tutti i tecnicismi di una simulazione, Blitz: The League II richiede qualche ora per essere padroneggiato. Se poi siete all’oscuro di qualsiasi nozione riguardante il football, all’inizio potrebbe rivelarsi ostico ma, grazie al profondo tutorial che il titolo mette a disposizione, il problema si risolve facilmente. Le squadre non sono quelle ufficiali della lega NFL, ma per chi cerca qualcosa di diverso dal "solito" Madden questo potrebbe diventare un punto a favore. Purtroppo l’unica modalità interessante presente nel gioco è la Carriera, quindi una volta terminata questa, non si ha più incentivo per continuare a giocare. Tutto considerato, è un titolo che consiglieremmo di comprare a prezzo pieno solo agli ultra-appassionati di football, mentre agli altri consigliamo comunque di farci un pensierino, magari a noleggio o usato.
6.6

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L'autore

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Appassionata da sempre di videogiochi e modellismo, nel 2007 entra a far parte dello staff di MX iniziando a scrivere news e articoli in maniera sempre più entusiasta. Divide questa passione con l'amore per la musica e per la sua famiglia, gattina inclusa.

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