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Viking: Battle for Asgard
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Recensione - Viking: Battle for AsgardXbox 360Game

Dopo aver affrontato diversi periodi storici con titoli come Spartan: Total Warrior, Rome: Total War e la serie Medieval, SEGA e Creative Assembly ci propongono un nuovo tuffo nel passato, facendoci stavolta rivivere gli antichi miti vichinghi in un action game che punta sulla vastità delle ambientazione e la cruenza dei combattimenti per catturare l'attenzione dei giocatori. Scopriamo insieme se l'obiettivo sia stato centrato.



Un vichingo al servizio degli dei
In seguito ad una guerra intestina ad Asgard, la dea degli inferi Hel viene esiliata da Odino su Midgard, ossia la nostra Terra: per vendicarsi Hel crea una legione di soldati non-morti per mettere a ferro e fuoco Midgard alla ricerca del dio-lupo Fenrir, con lo scopo di scatenarlo su Asgard e provocare il Ragnarok, il crepuscolo degli dei. La figlia di Odino, Freyja, viene quindi in aiuto del mondo mortale affidando al guerriero vichingo Skarin la missione di contrastare Hel ed impedire così il Ragnarok.

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Quella che avete appena letto non è la trama di una intricata soap-opera scandinava, ma la storia alla base di Viking: Battle for Asgard: il nostro compito nel gioco sarà di condurre Skarin in una avventura mirata ad abbattere Hel, ma per raggiungere questo obiettivo dovremo prima liberare i molti clan vichinghi intrappolati dalle legioni di Hel in tutta Midgard. Il gioco è basilarmente un action-adventure che gli sviluppatori hanno condito con meccaniche free-roaming per rendere più interessante l'avventura.

La struttura di gioco è semplice: Midgard è composta da tre grandi isole che dovremo liberare, una dopo l'altra, dalle armate di Hel, scongiurando così il pericolo del Ragnarok. Ogni isola rappresenta in realtà un grande, vastissimo livello di gioco, nel quale possiamo muoverci a piacimento ed orientarci tramite una mappa visualizzabile con la pressione del tasto Back. Sulla mappa compariranno tutte le missioni da compiere, che non saranno visibili fin da subito ma appariranno man mano che parleremo con personaggi chiave, che ci racconteranno di villaggi catturati dalla legione di Hel, di grotte infestate dai nemici e così via. Ogni isola presenta poi due sfide "maggiori", due fortezze nemiche da espugnare per attaccare le quali dovremo prima aver compiuto una serie di compiti, come liberare un numero prefissato di vichinghi da inserire nel nostro esercito, sottrarre particolari oggetti alle grinfie nemiche o addirittura evocare dei draghi che ci aiuteranno in battaglia.

Tutte le missioni presenti sulla mappa sono indispensabili allo svolgimento del gioco: non vi sono missioni secondarie che possiamo decidere se affrontare o no, e questa è una delle poche pecche che abbiamo individuato nel titolo: ormai siamo abituati al fatto che titoli free-roaming offrano numerose possibilità di svago oltre alla trama principale, cosa che peraltro allunga notevolmente la longevità dei giochi, e ci aspettavamo qualcosa del genere. Quando arriviamo a liberare un'isola, quindi, avremo svolto tutte le missioni presenti, ed è per questo che, una volta passati all'isola successiva, non sarà più possibile tornare indietro: nell'isola appena abbandonata non c'è più nulla da fare. Unica eccezione a questo è la possibilità di incontrare, esplorando, piccoli accampamenti nemici non segnati sulla mappa, nei quali troveremo denaro oppure gruppi di tre vichinghi da liberare.

Una delle cose che saltano alla nostra attenzione dopo pochi minuti di gioco è poi la vastità delle isole e la possibilità di esplorarle liberamente senza il minimo caricamento. Non che questo non si sia già visto in numerosi titoli free-roaming, ma le ambientazioni vichinghe fatte di colline erbose, fiumi in piena, cascate e templi rocciosi si prestano particolarmente a questo tipo di approccio, e soprattutto molti giochi non permettono di saltare istantaneamente da una parte all'altra della mappa di gioco senza caricamenti, mentre qui è possibile. Man mano che esploriamo le ambientazioni, troveremo infatti dei Menhir, delle rocce magiche che una volta attivate ci permettono di "teletrasportarci" vicino a tutte le altre che abbiamo scoperto fino a quel momento. Tutto questo senza il minimo caricamento, in maniera istantanea. Anche in caso di morte, resusciteremo istantaneamente vicino ad uno di questi monoliti, e la cosa è talmente indolore che spesso, se ci troviamo lontani da uno di essi e vogliamo raggiungere un posto velocemente, per risparmiare tempo conviene suicidarsi saltando giù da una scogliera, per riapparire subito vicino ad uno di questi portali.

Tutta l'azione ha luogo principalmente all'aperto, ma ogni tanto incontreremo anche qualche grotta o dungeon cavernoso da esplorare. Una peculiarità delle ambientazioni è che nelle zone liberate dalle legioni di Hel è sempre giorno, assolato e l'erba è verde e rigogliosa, mentre entrando in aree occupate dai nemici il cielo si oscura, inizia a piovere e tutto assume tonalità oscure. Dopo aver combattuto una battaglia ed aver liberato la zona, improvvisamente torna il sole e scopriamo le verdi colline del paesaggio: oltre alla soddisfazione per la vittoria in sé, questo ci regala un ulteriore "premio emotivo" per il nostro successo: davvero una bella idea.

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Come combatte un vichingo
Altra peculiarità del gioco sono i combattimenti, che riflettono molto bene quello che ci immaginiamo potesse essere lo stile rozzo e violento dei guerrieri nordici. Per dirla tutta i primi combattimenti che affrontiamo nel gioco ci lasciano un po’ spiazzati, perché le azioni sono più lente rispetto ai tipici picchiaduro a cui siamo abituati, e sembra esserci poca varietà di scelta nelle mosse da compiere. Ma questa sensazione è destinata a sparire, perché ben presto scopriamo la presenza di apposite arene, una per ogni isola, in cui gli dei ci insegneranno nuove mosse e combo letali aumentando il numero di azioni a nostra disposizione, e soprattutto la loro efficacia. Ecco quindi che apprenderemo come spezzare gli scudi nemici, come tagliare a metà il corpo di un legionario subito dopo un suo attacco, come dargli degli spintoni per buttarli giù da un dirupo o addirittura, verso la fine, un salto con affondo che letteralmente spappola il corpo del nemico in tanti brandelli di carne sanguinolenta. Quando un nemico è prossimo alla morte, abbiamo anche la possibilità di finirlo con dei colpi di grazia al rallentatore estremamente cruenti e spettacolari: uno tra tutti, Skarin infila la spada nel torace del nemico, lo alza a mezz'aria e con l'altra mano ne prende ad accettate la testa fino a staccargliela.

Durante il gioco incontreremo diversi tipi di nemici, dai semplici soldati battibili con pochi colpi a legionari più coriacei, fino a veri e propri "mini-boss" come giganti ed eroi nemici, che dovremo sconfiggere assestando numerosi colpi e schivando i loro attacchi letali, fino a finirli con spettacolari mosse eseguendo delle sequenze di tasti indicate a schermo. Altra possibilità sarà, una volta appresa la relativa mossa, quella di saltare alle spalle dei nemici ignari e finirli cruentemente con un'unica mossa: questo aggiunge un pizzico di elemento stealth al gioco, perché spesso, in villaggi particolarmente popolati di nemici, è più conveniente eliminarne la maggior parte di soppiatto piuttosto che affrontarli direttamente richiamando l'attenzione degli altri, trovandoci così a fronteggiare decine di soldati infuriati.

L'alto, altissimo numero di soldati con cui potremmo avere a che fare è un'altra caratteristica di Viking: Battle for Asgard, che emerge soprattutto negli assedi alle roccaforti nemiche: in quei frangenti ci troviamo a combattere in mezzo a centinaia di soldati tra amici e nemici, senza che il motore grafico perda un colpo. In realtà il nostro scopo durante questi attacchi è raggiungere e far fuori degli obiettivi primari come sciamani o giganti nemici, quindi parteciperemo poco alla battaglia vera e propria, ma farsi strada in una simile massa di guerrieri che combattono tra loro, lanciando affondi quando ci sbarrano il passo, è estremamente avvincente. In paragone, titoli come Dynasty Warriors impallidiscono.

Nel complesso, quindi, il sistema di combattimento dà molte soddisfazioni e si è dimostrato sufficientemente vario per tenere sempre alto l'interesse del giocatore. Lo spirito delle antiche battaglie vichinghe è colto in pieno, così come gli alti tassi di brutale violenza che ci aspetteremmo in un contesto simile.


Una Midgard lussureggiante ma silenziosa
Anche sotto il profilo visivo i ragazzi di Creative Assembly non scontentano, riuscendo a realizzare un titolo molto piacevole da vedere, con ambientazioni splendidamente realizzate (splendidi i manti erbosi e le onde del mare in piena) e personaggi ben costruiti, primo tra tutti ovviamente il protagonista Skarin. Seppur non eccellendo per uso di poligoni o per una particolare qualità delle texture, tutto quanto nel gioco è realizzato ottimamente, con un solidissimo frame-rate anche durante gli assedi con centinaia di soldati su schermo, ed anche le animazioni durante i combattimenti sono tutte molto convincenti. E' sicuramente uno di quei casi in cui un buon comparto tecnico ed un'ottima realizzazione artistica riescono a donarci un titolo visivamente sopra la media, seppur non raggiungendo livelli di eccellenza.

Purtroppo, e questo influenza negativamente il voto finale, non possiamo spendere simili elogi per il comparto audio, che definiremmo in una parola "assente". Non che il gioco sia del tutti privo di sonoro, ma manca di quegli accorgimenti che rendono più coinvolgenti le scene d'azione. Il problema maggiore è che, durante i combattimenti, non vi è nessuna colonna sonora di sottofondo che sottolinei l'epicità del momento, e gli unici suoni che sentiamo sono i colpi delle armi e lo sbuffare del protagonista. Addirittura i nemici che affrontiamo non producono suoni, urla o esclamazioni varie né durante il combattimento né quando vengono colpiti a morte. Immaginate di combattere contro un manipolo di guerrieri senza che dalle loro bocche esca il minimo rumore: potrebbe accadere se fronteggiassimo dei ninja, non certo dei brutali guerrieri vichinghi! Unico aspetto che alza il giudizio sull'audio è la presenza del doppiaggio in italiano, utile quando si parla con i vari personaggi con cui interagiremo.

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In conclusione, potremmo dire che Viking: Battle for Asgard è uno di quei giochi che si definiscono in gergo "sleeper hits": titoli poco attesi prima della loro uscita, ma che una volta provati rivelano doti sopra la media, attirando improvvisamente, per passaparola, l'attenzione degli appassionati. Anche se il nostro giudizio è influenzato da un audio quasi assente, il gioco merita sicuramente di essere giocato e lo consigliamo a tutti gli appassionati del genere action-adventure/picchiaduro: vivrete una quindicina d'ore di puro divertimento, massacrando allegramente montagne di energumeni belligeranti, in un mondo vasto e molto ben realizzato. Cosa desiderare di più?
8.0

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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