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Burnout: Revenge
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Recensione - Burnout: RevengeXboxGame

E' finalmente uscito il quarto episodio del gioco di corse arcade per eccellenza: da molti considerato il vero erede della storica serie Out Run di Sega, Burnout Revenge ha il difficile compito di migliorare il già eccellente terzo episodio uscito lo scorso anno, che guarda caso si dovette scontrare proprio con il secondo ottimo episodio di Out Run, uscendone vincitore sia come qualità finale che come vendite.


Oggi il titolo Criterion non ha nessun avversario all’orizzonte, nessun merito da dividere e nessuno con cui "spartire" le vendite. Insomma, qualche malalingua aveva già messo in giro delle voci che Criterion potesse riposare sugli allori, offrendo più un "Burnout 3.5" che un effettivo seguito di Takedown, invece ecco spuntare un titolo veramente sorprendente, che migliora e non di poco la grafica ed aumenta la già eccellente velocità del suo predecessore. Qualche anno fa Criterion creò un motore grafico che riusciva ad essere molto versatile e facile da usare sulla giovane Playstation 2, che, uscita da poco tempo, stava dando non pochi grattacapi a tutte le maggiori case che non riuscivano a sfruttare a dovere i chip della console Sony.

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Il Renderware, questo il nome del motore di Criterion, venne presto usato da molte case, tra le quali alcune anche molto grandi come Konami ad esempio che portò la sua importante serie Pro Evolution Soccer (o Winning Eleven in Giappone) nell’era dei 128 bit. Con l’uscita di Xbox, i programmatori scoprirono che il Renderware si adattava benissimo anche alla console Microsoft e molti giochi PS2 furono adattati alla console Microsoft senza fatica apparente: come si dice, raggiungere l’obbiettivo producendo uno sforzo minimo. Il rovescio della medaglia però è che gli utenti di Microsoft, viste le maggiori capacità di Xbox in confronto all’hardware PS2, non si accontentano di conversioni con qualche dettaglio in più e poco altro. Le case per risparmiare soldi e tempo usano il Renderware, mentre proprio Criterion che ha il merito di averlo creato riesce a spremere il suo motore al massimo, e lo fa con la serie Burnout.


Adrenalina a quattro ruote
Appena inserito il gioco, ecco che dal menù già si notano le modalità che sono aumentate. La modalità Tour Mondiale è diventata ancora più divertente, grazie soprattutto alle nuove gare con il countdown che termina se... non provocate incidenti! La vostra macchina diventa la regina della strada, nessuno può fermarla e dovrete andare addosso al maggior numero di auto che vi si parano davanti: potrete attivare una sorta di flipper con le macchine che urtate, divertentissimo. I vostri nemici saranno solo le auto che provengono dall’altro senso, i mezzi pesanti che vanno nella vostra stessa direzione ed ovviamente i vostri diretti avversari. Anche nelle altre modalità si possono ora urtare le macchine del traffico invece delle solite, inutili schivate. Non potrete fare però incidenti frontali, dovrete solo urtarle di "striscio" o tamponarle da dietro, o la vostra vettura esploderà.

E' stata inoltre inserita dagli sviluppatori òa possibilità di effettuare dei "Takedown Revenge", da cui prende il titolo il gioco: in pratica, ogni volta che un nemico ci farà schiantare verrà marcato come nuovo "nemico Revenge", e se ci vendicheremo (revenge=vendetta) facendolo schiantare otterremo dei punti extra.

Tutto questo è supportato da un sistema di controllo sempre perfetto ed all’altezza della situazione, consentendo di districarsi alla grande in mezzo al traffico cittadino delle splendide piste inserite da Criterion. Tra queste come non citare la splendida pista di Roma, che finalmente viene inserita in un videogame moderno. E’ bellissimo poter sfrecciare di fronte al Colosseo, anche se le strade sono state inventate. Anche sul fronte del design dei circuiti si nota una bella novità: l’inserimento di percorsi alternativi. Non più una sola strada da percorrere quindi, più libertà, salti, e si nota un ingrandimento generale dei circuiti, adesso si può veramente andare quasi dove si vuole: è veramente adrenalinico.

L’unica riserva la tengo per la modalità "schianto". Stessa meccanica del titolo precedente, quindi ci si lancia verso un incrocio cercando di distruggere più macchine possibile, ma ora al posto dei moltiplicatori che dovevamo raccogliere magari con un bel Crashbreaker, ci sono degli obiettivi che cambiano man mano. Questi rendono sì più varia questa modalità, ma non mi hanno convinto molto: adesso sembra che sia più una questione di fortuna che una questione di tattica sul dove si colpisce e quando. Carina la nuova possibilità di attivare più Crashbreaker "smanettando" sul tasto B. Più premiamo B e più velocemente si carica la barra, arrivata al massimo ecco un bel Crashbreaker da usare. Il Crashbreaker è una folle novità introdotta lo scorso anno dai programmatori in Burnout: Takedown. Si tratta di una "seconda opportunità" concessa al giocatore dopo un incidente nei tanti incroci della modalità schianto e si attivava dopo un tot di macchine che riuscivate a coinvolgere nel vostro incidente infernale. Premendo il pulsante B, la vostra macchina esplode facendo ancora più danni e, comandandola con lo stick analogico sinistro la si può indirizzare contro altre macchine che magari erano al di fuori del vostro incidente o contro dei power up come moltiplicatori di punti e soldi extra.

Le modalità di gioco
Parlando delle diverse modalità di gioco, possiamo confermare la solita cura che Criterion ha messo per rendere il titolo il più vario possibile così che nessuno possa annoiarsi. Anche il giocatore più negato del mondo potrà trarre divertimento da questo folle gioco. Oltre al già citato Tour Mondiale la prima modalità che vado a spiegarvi (in verità ne ho spiegato prima ma in modo superficiale la meccanica) è la modalità "Attacco al Traffico".

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  • Attacco al traffico - Vera novità di Burnout: Revenge, come già accennato, questa è una delle modalità in cui tutti, anche i più negati trarranno un divertimento unico. Lo scopo è questo: una folle corsa addosso a tutte le macchine del traffico mentre il tempo a disposizione (venti secondi) decresce. Da evitare accuratamente le macchine circolanti in senso opposto al nostro ed i mezzi pesanti. Follemente divertente per chi vuole sfogarsi dopo una lunga giornata imbottigliato nel traffico.

  • Schianto - Anche qui ci sono dei piccoli ma significativi cambiamenti che abbiamo già illustrato. Sostanzialmente per chi non ha mai preso in mano la serie Burnout, Schianto consiste in un’enorme incrocio. Lo scopo è quello di fare il Kamikaze e lanciarsi con la propria auto sperando di fare più danni possibile.

  • Gara - Il nome dice tutto: si tratta di fare una "normalissima" gara contro degli avversari veramente ostici e pronti a tutto pur di farvi finire ultimi. Come nel vecchio titolo, più vi accanite contro un avversario, più questo vi cercherà solo per vendetta. Questa modalità comprende anche la "Gran Prix" che non è altro che una sequenza di gare con classifiche a punti per i migliori piazzamenti.

  • Giro Scatenato - Questa modalità non è altro che un giro lanciato da percorrere tutto di un fiato cercando di commettere meno errori possibili, per vincere infatti bisognerà battere un tempo prestabilito. Simile a questa, la modalità "collaudo" che si differenzia soltanto perché è obbligatorio correre con un’auto prestabilita.

  • Eliminatore - Da togliere il respiro. L’importante è non essere mai ultimi, pena l’eliminazione. Sei concorrenti, un conto alla rovescia di una trentina di secondi che quando scade elimina la macchina che si trova ultima! Come dire, ne resterà soltanto uno!

  • Furia Stradale - Ultima ma non meno divertente delle altre, la Furia Stradale è una gara in cui bisognerà fare più Takedown possibili. In pratica più si sbattono le macchine avverarie fuori strada e meglio è. A seconda di quanti Takedown faremo, il gioco ci darà la tanto agognata medaglia d’oro. Rispetto al precedente episodio la novità più eclatante è che si possono fare Takedown anche "spedendo" le macchine del traffico direttamente contro i nemici semplicemente tamponandole. econda novità è che sono stati aggiunti i crashbreaker, quindi se veniamo centrati noi, si può provocare una seconda esplosione appena ci passa qualcuno vicino. Inoltre grazie all’introduzione di salti spettacolari, adesso si possono fare Takedown anche saltando sopra ai nostri avversari.

Il Renderware spinto al massimo
Tutte queste modalità vengono poi esaltate dalla solita splendida veste grafica, e stavolta Criterion ed il suo Renderware si sono proprio superati. I modelli delle macchine sono come sempre lavori di fantasia, ma sono veramente fantastici, frutto della collaborazione con un designer Lee Walton, che collabora da tempo negli studi di design Peugeot. Anche i fondali, le strade, le nubi basse, tutto è ancora più scintillante e definito del terzo, più vero, ed incredibilmente, ancora più veloce! Si avete capito bene, Burnout: Revenge è ancora più estremo di Takedown. Tutto è stato potenziato, è veramente una gioia per gli occhi così come gli effetti sonori. Provate a sorpassare gli altri e vi accorgerete di quello che dico. Buone anche le musiche che come sempre offrono una varietà di artisti incredibile: si vede che c’è lo zampino di Electronic Arts.

Il gioco in compagnia
Degna di nota anche la modalità split screen che non soffre minimamente di rallentamenti o gravi perdite di dettaglio, e che vi permetterà di scontrarvi in corse furiose con un amico. La modalità multiplayer su Xbox Live, che non aveva convinto molto nel terzo capitolo, ritorna in una forma migliorata seppur non priva di difetti. Il gioco permette di misurarsi online in tutte le modalità presenti nel gioco in singolo, ed ha risolto i notevoli problemi di matchmaking che affliggevano il precedente episodio dovuti ai non sempre affidabili server di EA. Esistono ancora dei problemi dovuti al fatto che a volte si entra in una partita per essere poi buttati fuori all'inizio della gara a causa di non meglio identificati "problemi di connessione", ma questo non avviene con grande frequenza ed una volta in gara il divertimento è assicurato.

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Conclusioni
Forse il tempo mi farà amare di più la modalità schianto, inoltre ho notato qualche lieve imperfezione nelle inquadrature con la telecamera che ci abbandona proprio nel bel mezzo di un’esplosione che dobbiamo indirizzare contro il traffico, oltre a qualche bug: è capitato di vedere le macchine del traffico arrivare pianissimo e di andarsi a schiantare contro l’inferno di lamiere che avevo provocato, vedendone addirittura alcune esplodere. Sicuramente sono piccoli dettagli che magari potevano essere limati con un altro mesetto in più di fase debug ma si sa, quando ci sono delle scadenze annuali prefissate può succedere. Per il resto Burnout: Revenge mi ha pienamente convinto, scalzando dal mio cuore il bellissimo terzo episodio. Un acquisto consigliato a tutti i drogati da adrenalina stradale: non lasciatevelo scappare.


Ringraziamo Electronic Arts per la collaborazione.
9.0

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L'autore

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Nasce nel 1979, dopo qualche mese vede Galaxian e da allora è amore per i vg. Da quando negli anni 80 il fratello maggiore acquista un Commodore 64, ha comprato praticamente tutti i videogiochi e le console che poteva permettersi e che ancora conserva gelosamente. Nel 2005 conosce Neural proponendosi come recensore, e da lì in poi oltre ad una collaborazione è nata una grande amicizia.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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