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Thief: Deadly Shadows
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Recensione - Thief: Deadly ShadowsXboxGame

Avete mai provato ad immaginarvi Sam Fisher indietro nel tempo di qualche secolo? Niente tecnologie d'avanguardia, nessun opsat da consultare, ma sempre la necessità di rendersi invisibili: signori, questo è Garrett!


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Nell'ombra medioevale
Thief: Deadly Shadows approda su Xbox in un periodo alquanto scottante: i titoli stealth certo non mancano sulla console Microsoft, o meglio, lo scettro in questo campo è saldamente nelle mani del pluridecorato Sam Fisher di Splinter Cell. La volontà dunque di sfidare a singolar tenzone un avversario di questo calibro ricopre Thief di molte e grandi aspettative: ebbene, a conti fatti il titolo Eidos si rivela come qualcosa si davvero intrigante ed estremamente alternativo, ricco di personalità e anche di una buona dose di originalità.
Già, perché il fatto di ritrovarsi in un ambiente così affascinante come è quello medioevale, fatto di villaggi dai viottoli intricati, taverne e credenze popolari, riesce a creare un'atmosfera del tutto nuova per il genere stealth.
Voi penserete: possibile che il solo fatto di muoversi nel medioevo possa aggiungere succose novità ad un genere stealth?
E invece, fiondarsi indietro nel tempo di circa otto-nove secoli comporta numerose è davvero interessanti conseguenze di svariata natura: dagli ambienti in cui si vive alle abitudini delle persone, dagli scopi da perseguire ai mezzi a disposizione di Garrett, protagonista di Thief. Tutto o quasi rivisitato in chiave nuova, da un'altra attraente prospettiva.
Certo, la bellezza di Thief non risiede solo nella sua ambientazione e in ciò che da questa ne consegue, ma anche in diversi altri aspetti, tra cui soprattutto la struttura di gioco e il gameplay. Un mix dunque davvero pungente e fonte di ottimi risulati.

Vita da ladri
Iniziamo col chiarire innanzitutto la figura del protagonista, il mitico Garrett: ladro di grande fama, egli si ritrova immischiato in faccende molto pericolose e oscure che coinvolgono le tre fazioni (Custodi, Pagani e Hammer) della buia cittadina in cui si svolge l'azione di gioco. Ciò che Garrett vuole ottenere non è certo però ulteriore fama, piuttosto tesori e pietre preziose che da sempre ha saputo fiutare come nessun altro, spinto dal suo orgoglio "professionale" oltre che ovviamente da un pizzico di avidità. E' così che dunque Garrett accetterà di portare a termine diversi e intriganti "lavoretti", provando grande piacere nel divagare per "arrotondare" il bottino.
Quello che infatti balza immediatamente all'occhio, non appena maturato un minimo di feeling con il gioco, è la notevole libertà d'azione che Thief offre in ogni suo momento di gioco. Ciò si traduce nel primo dei numerosi spunti di originalità che il titolo presenta rispetto alla concorrenza: gli obiettivi da portare a termine non prevedono infatti una successione ben delineata e lineare di eventi, tanto che molto spesso si potranno aggiungere sottomissioni alternative all'obiettivo che fino a poco tempo prima era ritenuto principale.
Tanto per fare un esempio, se sfortunatamente doveste essere avvistati e acciuffati da qualche guardia cittadina nel bel mezzo di una missione, verreste sbattuti al fresco nelle luride e oscure prigioni della città, così che in realtà il primo obiettivo da raggiungere risulti essere quello di fuggire dalla prigione, possibilmente portandosi dietro tutta l'armatura e gli attrezzi confiscati al momento della cattura. Ma non solo: vivendo e muovendosi in una cittadina medioevale, fatta di case arroccate e vicoli stretti, perché non trovare un minimo di tempo per svaligiare qualche alloggio? Dopotutto Garrett è un ladro, e come ogni ladro che si rispetti scassinare serrature o intrufolarsi tramite finestre lasciate inopportunamente aperte rappresenta sempre motivo di attrazione.
E così dunque vi troverete ben presto ad essere catturati in maniera irreversibile dall'atmosfera che Thief riesce a ricreare, immedesimandovi pienamente nella figura losca di Garrett e divertendovi nel trovare angusti passaggi o vie alternative anche solo per poter mettere le mani su piccoli bottini luccicanti all'interno di qualche stanza. Inutile dire come tutto ciò, e siamo solo all'inizio, possa davvero dar vita a una struttura di gioco tutt'altro che banale ma piuttosto ricca di sfaccettature e carica di situazioni sempre diverse.
Ciò che ne trae giovamento è come detto l'atmosfera che pervade il gioco in ogni suo risvolto, complici tantissimi altri elementi che insieme vanno a costituire l'originalità di Thief. Primo fra tutti l'arsenale a disposizione: quelli che sono i gingilli ultratecnologici che ormai tutti conosciamo si trasformano in attrezzi davvero singolari e sapientemente studiati. Frecce con ampolle d'acqua che scagliate permettono di spegnere torce e candele (cosa ovviamente fondamentale per chi si deve nascondere nell'oscurità), dardi infuocati per causare incendi oppure capaci di sprigionare sostanze muschiose per attutire il rumore dei passi; mine rudimentali o bombe accecanti per contrastare i nemici e marchingegni scoppiettanti per distrarli, uniti all'utile occhio meccanico per ingrandire e scrutare con attenzione zone pericolose. Decisamente più convenzionali invece manganello, pugnale e frecce appuntite per mettere fuori causa, quando necessario, i nemici di troppo.
La varietà degli obiettivi da portare a termine, ma soprattutto le ambientazioni da esplorare contribuiscono ancora una volta a rendere l'avventura molto intrigante: sotterranei e caverne intricate si alternano a cattedrali avvolte nel buio; vascelli infestati da zombie lasciano il posto a magioni in mezzo al mare. La città stessa che ben presto imparerete a conoscere meglio delle vostre tasche, è ben caratterizzata e differenziata: quartieri fitti, piazze, zona portuale (in quarantena) e quant'altro.
Proprio dalla città prenderanno il via le diverse missioni di Garrett, così che ogni quartiere o zona di essa daranno la possibilità di recarsi nelle suddette ambientazioni: gli obiettivi da portare a termine si arricchiranno con il proseguo dell'azione, variando e integrandosi a seconda delle notizie che lo stesso Garrett riuscirà ad origliare prima di eliminare i diversi nemici. Da notare in questo frangente che molto spesso si renderà necessario o quantomeno indicato osservare e carpire quanto i nemici comunichino tra di loro, per ottenere preziosi indizi: ovviamente anche questo piccolo risvolto altro non fa che aumentare l'immedesimazione nell'azione gi gioco.

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Il sapore del Medioevo
La realizzazione tecnica di Thief: Deadly Shadows si difende bene in tutti i punti, pur mostrando qualche piccola imperfezione qua e là: il motore grafico già utilizzato da Ion Storm per Deus Ex, sfoggia effetti di luce ben realizzati e una buona qualità delle texture pur evidenziando qualche indecisione traducibile in un frame rate ballerino e non sempre all'altezza della situazione. Certo questo non è poi così tragico, tenendo in considerazione che in linea generale l'azione di gioco non è mai veloce e repentina ma sempre lenta e ragionata, come da indole di un vero ladro; sta di fatto che qualche piccolo rallentamento è sempre presente. Ottimi anche gli effetti grafici quali lampi di luce e vampate di fuoco.
L'impatto grafico generale rimane comunque su livelli più che buoni, così come anche il comparto sonoro: al di là dell'accompagnamento sempre cupo e perfettamente intonato con le ambientazioni, da sottolineare sono le espressioni e i dialoghi di tutti i personaggi che incontrerete. I nemici infatti non saranno quasi mai zitti e impalati, ma si produrranno in frasi sempre diverse e soprattutto molto credibili e spesso anche ironiche: in generale si nota quanta sia stata l'attenzione dei programmatori nei confronti di tutto il parlato del gioco, purtroppo non doppiato in italiano ma ottimamente tradotto con testo a schermo. Molto buoni anche gli effetti sonori quali il rumore dei passi sulle diverse superfici calpestate e i suoni prodotti dai diversi gingilli utilizzati da Garrett.
In generale dunque il comparto tecnico di Thief: Deadly Shadows contribuisce in maniera sostanziale e puntuale alla creazione di quell'atmosfera medioevale e cupa prima descritta, che a conti fatti rappresenta il punto forte di tutto il gioco.

Ben bilanciato è anche il feeling con il gameplay: basteranno pochi minuti per padroneggiare al meglio Garrett in tutti i suoi movimenti, sempre sinuosi e a felpati. Anche le meccaniche di svolgimento dell'azione sono facilmente assimilabili, poichè ricalcano sostanzialmente quelle che ormai caratterizzano in maniera imprescindibile il genere stealth: sfruttamento delle zone d'ombra presenti, spegnimento di fonti di luce per creare oscurità quando questa non ci fosse e attenzione a ogni minimo rumore, da qualsiasi parte esso provenga.
Gli arnesi a disposizione di Garret sono come già anticipato notevoli e alquanto originali: meno originale è forse il metodo di scassinamento delle serrature, pari pari a quello di un certo Sam Fisher, ma condotto ovviamente con attrezzi rudimentali.
Le varie missioni metteranno a dura prova le vostre abilità d'infiltrazione siano esse più o meno complicate: il livello del gioco è infatti abbastanza ben calibrato ed offre sempre situazioni né troppo semplici nella loro meccanica né eccessivamente frustranti; in quest'ambito va però sottolineata la non brillante intelligenza dei nemici. Se infatti essi paiono abbastanza svegli nell'individuare Garrett, di contro non dimostrano molta accortezza nello scovarlo: basterà dunque nascondersi per pochi istanti nell'ombra per vedere il proprio nemico rinunciare alla ricerca. Effettivamente questo inconveniente sembra venir meno nelle fasi più avanzate di gioco o se non altro quando i nemici alla ricerca sono in numero maggiore di uno.
Ciò non toglie comunque più di tanto all'incredibile atmosfera e al profondo livello di coinvolgimento che Thief sprizza da tutti i suoi pori.
Le visuali utilizzabili sono due: oltre alla più consona visione in terza persona, è possibile passare in qualsiasi momento alla visuale in soggettiva; senza dubbio quest'ultima non rappresenta sempre la scelta migliore, se non altro per la difficoltà che essa comporta nell'individuare con precisione le zone d'ombra. Più classica ed indicata resta dunque la visuale in terza persona con possibilità di ruotare a piacimento l'inquadratura tramite lo stick analogico destro.
Tutti gli oggetti e le armi in possesso di Garrett sono esaminabili dall'inventario di gioco, all'interno del quale verranno sempre annotati obiettivi e note per ogni missione. Sono inoltre disponibili delle mappe che raffigurano le diverse aree di gioco, anche se a conti fatti esse risultano molto approssimative e poco utili: effettivamente il senso di spaesamento e la perdita di bussola possono creare qualche difficoltà nei primi momenti di gioco, considerando soprattutto la libertà di movimento concessa al giocatore; una volta però memorizzati i luoghi principali della città riuscirete ad orientarvi più facilmente.
I compiti da portare a termine e le numerose missioni garantiscono una considerevole longevità al titolo in quanto offrono sempre un ottimo livello di sfida e non si dimostrano mai banali; tutto ciò si unisce poi alla libertà d'azione concessa al giocatore all'interno della cittadina, esplorabile in lungo e in largo.

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Non c'è che dire, Thief: Deadly Shadows rappresenta senza dubbio una piacevole sorpresa che forse non tutti si aspettavano. Pur ripercorrendo un filone oggi molto ben delineato, quello del genere stealth, all'interno del quale ben poche sembrano poter essere le novità, Thief riesce a proporre elementi molto caratterizzanti e piacevoli, semplicemente calando il giocatore in un ambiente molto affascinante e misterioso quale è quello medioevale. A ciò unisce inoltre una struttura di gioco ed un gameplay originali e di prim'ordine che in definitiva lo consacrano a titolo dalle ottime qualità da tenere decisamente sott'occhio.


Ringraziamo GameSurf per la collaborazione.
8.2

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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