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Spencer: Xbox One X non è venduta in profitto, i guadagni si fanno sui giochi

Dopo che Microsoft ha annunciato il prezzo di 499 Euro per Xbox One X, molti hanno ipotizzato che tale prezzo fosse dovuto alla volontà da parte di Microsoft di guadagnare su un hardware di per sé già molto costoso da produrre, per via delle avanzatissime tecnologie impiegate. In realtà sembra che non sia così.

In un'intervista con Business Insider, il capo di Xbox Phil Spencer ha infatti spiegato che Microsoft non guadagna nulla dalla vendita di Xbox One X: questo significa che la console è venduta a prezzo di costo oppure in perdita. Il manager non ha però voluto confermare di quale dei questi due casi si tratti: quando il giornalista l'ha incalzato chiedendogli se allora la console è venduta in perdita, Spencer ha semplicemente risposto "non è quello che ho detto".

Spencer ha poi approfondito spiegando che la vendita di hardware non è quello che porta guadagni nel business Xbox, ma è la vendita di giochi: ovviamente più hardware viene venduto e più giochi (insieme a DLC e abbonamenti Live) si vendono, e da qui vengono i veri profitti. Ovviamente questo vale anche dai giochi di terze parti, perché per ogni gioco venduto, anche da altri editori, Microsoft trattiene una quota stimata intorno al 30% del prezzo.

Alla luce di queste dichiarazioni, appare evidente anche perché Microsoft abbia varato l'iniziativa Xbox Play Anywhere, che vede le esclusive Xbox arrivare anche su PC tramite Windows Store: se i profitti vengono dalla vendita dei giochi, a Microsoft interessa che siano giocati e acquistati su una delle proprie piattaforme, ma non necessariamente su Xbox One. Questo allarga di molto il bacino d'utenza e porta maggiori guadagni.

Vi ricordiamo che Xbox One X è attesa nei negozi per il 7 novembre.

MX Video - Xbox One X
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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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