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Halo 5 e Hunt the Truth: la traduzione dell'Episodio 01

Lunedì scorso vi avevamo proposto la traduzione dell'Episodio 00 di Hunt the Truth, il podcast fittizio che vede il giornalista Benjamin "Ben" Giraud indagare usulla verità dietro alla storia di Master Chief, apparentemente celata da una coltre di menzogne e finzione. Oggi arriva l'Episodio 01, lungo 12 minuti e che vede Giraud concentrarsi sull'infanzia di Master Chief, vissuta ad Elysium City, quando era conosciuto solo come John. 

Questi podcast sembrano essere un'operazione di umanizzazione del protagonista, che da semplice eroe in elmo e armatura assume lineamenti sempre più umani, mentre la sua vera storia prende forma lentamente. Eccovi quindi la traduzione completa di questo secondo podcast, che abbiamo realizzato sperando di farvi piacere. Mettetevi comodi, leggete il tutto e fateci sapere che ne pensate!


EPISODIO 01 - MICROFRATTURA

 

C’è sempre una scusa pronta quando la terra vi crolla sotto i piedi. Non c’era alcuna possibilità di prevederlo. Nessuno avrebbe potuto. Non c’è un modo per fermarlo. È questa la scusa che vi permette di dormire la notte. Ma provate a ricordare quando tutto questo doveva ancora succedere. Riguardatevi il filmino della memoria. Forse questa volta lo noterete, qualcosa di minuscolo ma fuori posto. Magari si tratta di un solo dato. Ma è quella la verità.

Nessuno si aspettava l’arrivo di una razza aliena, chiamata il Covenant (ndt: Covenant significa Alleanza ma nella saga di Halo è sempre rimasto con il nome inglese). Una cosa del genere, prima del 2552, non poteva di certo succedere sulla Terra. Su una delle colonie più remote forse, ma un attacco diretto alla Terra? Impossibile. Fino a quando non arrivò. Nel gergo è vetrificazione. I vascelli Covenant in orbita intorno ad un pianeta fanno piovere plasma fino a quando ogni cosa od essere vivente evapora. In genere il pianeta viene distrutto completamente, la Terra invece ha subito solo un assaggio. Il bombardamento orbitale ha distrutto l’Africa orientale, uccidendo milioni di persone prima di fermarsi. Nessuno era più al sicuro. Ma accadde anche qualcos’altro in quei giorni.

Probabilmente avrai sentito dei racconti di un qualche testimone oculare, e gli scettici avranno visionato dei filmati dal campo… ma io ero lì, e ancora oggi stento a crederci. A Nuova Mombasa un essere gigantesco in un’armatura verde è apparso dal nulla, ha compiuto delle imprese sovrumane respingendo da solo un’invasione ed è scomparso. Era Master Chief. Il governo militare terrestre in comunione con l’UNSC per l’occasione rilasciarono una dichiarazione, una pezza. Chi era, da dove veniva e qualcosa sul fatto che avrebbe continuato a combattere per la nostra sicurezza. Tutto qua. Ma chi è VERAMENTE Master Chief? Da dove arriva? Ed è ancora qui a PROTEGGERCI?

Sono Benjamin Giarud e state ascoltando Hunt The Truth!

Per tutti i cosmopoliti cittadini terrestri che non si avventurano mai nelle profondità dello spazio c’è un pianeta la fuori, nelle Colonie Esterne. Si chiama Eridanus II. Se state pensando valga una visita, lasciate perdere. È stato irrimediabilmente vetrificato da un attacco Covenant nel 2530. Però, 19 anni prima della sua distruzione, il nostro eroe, Master Chief, grado sergente, conosciuto anche come John117, poi diventato semplicemente John, nasceva in una metropoli chiamata Elysium City. Ed è da lì che sono partito per le mie ricerche.

Deon Govender (insegnante): Se me lo ricordo? Oh! Certamente, è impossibile dimenticare un bambino del genere.

Lui è Deon Goovender. Ho chiacchierato con lui dalla sua cassa nelle Colonie Esterne. Deon ora è in pensione, ma anni fa era l’insegnante di John nella Struttura Elementare #119 di Elysium City. A quanto pare le scuole delle Colonie non hanno nomi di personaggi famosi.

Deon: John era diverso. Intelligente e sveglio si fermava sempre per valutare la situazione. Gli altri ragazzi ne erano attratti, sa?

Deon si scalda particolarmente nel parlare delle doti atletiche di John. I ragazzini erano soliti giocare a Re della Collina dopo la scuole. Avete presente, no? Quel vecchio gioco dove devi spingere gli altri fuori da uno spazio, riuscendo a rimanere l’ultimo in piedi.

Deon: Sono andato a vederli giocare qualche volta, sa? E, cascasse il mondo, giuro che era sempre John a rimanere in cima a quella collina, da solo. Ogni volta. Ogni giorno. Alla fine penso che gli altri ragazzini giocavano per il controllo di un lato della collina, perché nessuno voleva sfidare John sulla cima.
Ellie Bloom: Sicuro che mi ricordo di John. Certo che sta scavando nel tempo!

Ellie Bloom è un’altra abitante di vecchia data delle Colonie Esterne. Quando era giovane viveva nella stessa strada di John, giusto qualche casa dopo la sua.

Ellie: Era un po’ più giovane di me, ma ti giuro, non sembrava affatto un bambino da asilo. Era un ragazzo grande. Io e Katrina, una mia amica, di solito lo incontravamo in una zona disabitata del quartiere. Costruivamo una specie di gara ad ostacoli con le cose trovate in giro e poi, via! Ha presente, no, le solite cose da ragazzi.

Non ci vuole molto ad Ellie per diventare nostalgica mentre mi parla della sua infanzia a Elysium

Ellie: A volte, nelle notti più calde, i nostri genitori ci lasciavano correre fino ai parchi dove ci sdraiavamo nell’erba. Ci stendevamo e, beh… semplicemente stavamo lì a fissare le stelle. Era un bel posto dove crescere.

Rintracciare Ellie è stata una grande vittoria per me. Quando un pianeta viene vetrificato, ritrovare i vecchi abitanti è dannatamente difficile, impossibile praticamente. Tutti i registri e i documenti, in genere, sono sul pianeta stesso: carta, dati, addirittura i ricordi. Cosa rimane dopo una vetrificazione su larga scala?
Fortunatamente, l’Office of Naval Intelligence (ONI) mi ha passato una lista di persone disposte ad essere intervistate. Per questo li ringrazio. È così che mi sono messo in contatto con Deon. Ma volevo anche andare a fondo con questa storia, quindi ho chiesto ad alcune vecchie conoscenze di trovare nuove fonti nelle Colonie. Ellie, fino ad ora, è il mio unico riscontro.

Ben: Sei rimasta in contatto con John?
Ellie: No. Da piccola non mi era permesso usare Waypoint. Ma ho tenuto i contatti con Katrina. A dire il vero ci sentiamo ancora adesso. Forse lei si ricorda di John. Le dirò della nostra chiacchierata. Mi può ripetere per cosa sta lavorando? Qualche progetto militare?
Ben: Oh, no, no. John, bhe… John è Master Chief.
Ellie: Come? Lui… ?
Ben: Eh, già. John è diventato Master Chief.
Ellie: Vuole dire QUEL Master Chief?!
Ben: Esattamente.
Ellie: Mio Dio! Incredibile!

Ellie per qualche minuto rimane sconvolta. Suppongo non sia cosa di tutti i giorni scoprire che il tuo amichetto di giochi ha salvato la galassia.

Ellie: Oh mio dio! Devo assolutamente dirlo a Katrina! Andrà fuori di testa!

Va bene, forse Ellie non è stata così fondamentale. Mi serve qualcosa più dalla prospettiva del guerriero. Torniamo a Deon.

Deon: Le ho detto di quella storia della boxe?
Ben: No. Di che si tratta?
Deon: Ok, bene. Allora…
Ben: Mi dica.
Deon: Insegnavo ai bambini delle elementari, no? Ma gestivo anche una sorta di associazione di boxe alle superiori
Ben: Ah…
Deon: La seconda settimana stavamo facendo esercizio in palestra quando entra John. Ora, se lo figuri, era un ragazzino della prima classe all’epoca. Gli chiedo: “Hey, John, come va?”. “Vorrei iscrivermi per la boxe” mi fa lui. “Ma hai 12 anni!” gli rispondo io. Voglio dire… siamo seri!
Ben: Ma John era testardo…
Deon: Rimasi a fissarlo ma lui non se ne andava.
Ben: Appunto
Deon: Al che: ok, al diavolo! Pensai sarebbe stata una lezione di vita per il ragazzo. Non avrei mai pensato… insomma… Lo metto sul ring con il mio allievo più gracile e John lo prende a cazzotti! Lo manda al tappetto in tipo 15 secondi! A quel punto gli mando uno dei bulletti, un vero lottatore.
Ben: E..?
Deon: Dicevamo, un buon pugile! Due pugni! Ed è al tappeto. Lui, non il dodicenne! Mai visto nulla del genere.

Mi piace parlare con Deon. Ha questo modo di parlare accomodante e divertente, come se stesse raccontando le memorie di un nonno. Mi rendo conto che si è lasciato trascinare quando il racconto prende una piega più oscura.

Deon: Ma un giorno non si fece vedere. Per tutta la settimana…

Era il 2524, John aveva 13 anni. Fu quando la piaga dell’Insurrezione, che fino ad allora aveva colpito solo le colonie più lontane, arrivò sul pianeta di John. Sotto la pressione delle truppe UNSC, i ribelli erano alla frutta. Perdevano territori ovunque e la paranoia delle spie li aveva presi completamente. Il rapimento e l’interrogazione di civili divennero pratica comune.

Thomas Woo: Loro, bhe, ha presente… ti facevano domande. Sempre le solite insulse domande per ore ed ore.

Thomas Woo viveva in una delle colonie vicine quando i ribelli colpirono duro, prendendo Thomas e migliaia di altri come lui in diverse incursioni. Seguirono orribili mesi di prigionia. Ammassati, senza cure e sottoposti a interrogatori continui.

Thomas: Tipo “Conosci questo tizio? Quali sono i codici di decriptazione del sistema? Dicci del sistema!”. E tu che non hai la minima idea di cosa stiano parlando.

Thomas racconta che negli ultimi mesi i suoi aguzzini cominciarono a sfaldarsi, fino a quando, semplicemente non sparirono... lasciando Thomas e centinaia di altri rinchiusi, a morire di fame. Non vorrei farvi sentire questa parte dell’intervista. Vi avviso, peggiora. Racconta di quando erano come sardine. Sentiva corpi freddi. La gente moriva nel buio. E l’odore. Non sa dirmi per quanto resistette. Settimane probabilmente. Ma Thomas e altri riuscirono a sopravvivere. Ce la fecero.

Thomas: Ci aiutammo a vicenda. Ci demmo una mano se capisce cosa intendo… insomma, era l’unica possibilità. Solo così arrivammo al girono della liberazione. Lasciammo quel posto senza mai voltarci indietro.

Quando gli chiedo dove vennero portati i sopravvissuti mi elenca una serie di città all’epoca considerate sicure per i rifugiati. Se le ricorda ancora tutte, decenni dopo. Gli chiedo qualcosa della città di John.

Ben: Che mi dice di Elysium City?
Thomas: No. Era un covo di ribelli. Le cose si sono fatte davvero brutte lì.

Deon Govender conferma la cosa.

Deon: Ad Elysium City le persone semplicemente sparirono. Così! Quando l’Insurrezione prese piede, interi quartieri si svuotarono.

Una cosa andata avanti per dei mesi. Mi racconta di come vide la sua comunità scomparire un pezzo per volta. Ogni giorno. Gli chiedo di John

Deon: Certo, mhhh. Lui, e i suoi genitori. John non venne alla prima lezione. E nemmeno all’ultima. Sembra quasi che tutti fossero… (Deon deglutisce) mi scusi (si schiarisce la gola)
Ben: No, si figuri. Prenda il tempo che le serve.

È stata dura vedere Deon lasciarsi andare in quel modo. Sembrava… sconfitto. Questi colloqui sono spesso brutali. Avrei voluto confortarlo, mi sembrava accondiscendente. Come se sapessi cosa provava in quel momento. Quindi siamo rimasti in silenzio per un po’. Prima di finire, però, mi ha detto quanto segue.

Deon: Penso che se qualcosa di buono è venuto fuori da tutta questa storia, è che tutti quelli che ci sono passati possono vedere che hanno sofferto per qualcosa. Quando un giovane può uscire da una cosa del genere e fare… quello che ha fatto John, rende onore a tutti noi.

Deon ha creduto in John, come tutti noi abbiamo creduto in Master Chief. Riesce quasi a far sembrare necessaria la tragedia che lo ha formato. Io di sicuro sento di avere l’inizio perfetto per la storia su un eroe. Ha un senso, mi sembra solida. A volte devi tornare sui tuoi passi, però. Guardare ancora una volta, perché magari qualcosa di piccolo ti è sfuggito. Un singolo dato.

Più tardi quella sera, dopo l’intervista con Deon, mi sento svuotato. Quindi passo un po’ di tempo a curiosare fra delle scatole di documenti. Ho pagato una tipa delle Colonie Esterne per cercare in giro e mandarmi tutti i file su Elysium City che riesce a trovare. Gli unici documenti ufficiali rimasti sono cartacei ma me li faccio bastare. Stavo mettendo ordine una scatola con i registri locali quando sono incappato nel nome di John. Una sola riga di informazioni basilari, stampata nero su bianco. Ed eccolo, il dato. Una singola lettera vicino il suo nome: D. Stavo fissando un documento ufficiale che diceva, senza mezzi tertmini, che nel 2517, all’età di 6 anni, John era morto.

Continuate a seguirmi nel prossimo episodio di Hunt the Truth.

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Un giorno qualcuno gli disse che c'erano altri giochi oltre Age of Empire. Da quel momento è alla ricerca dell'esperienza definitiva, molti sostengono faccia apposta a non trovarla per poter continuare a giocare. Convinto sostenitore de "il voto non fa il gioco", scrive su diversi siti, un paio addirittura creati da lui. Un giorno scomparira nel nulla in un vortice di gameplay, o impazzito scenderà in strada urlando di minacce a New York e brandendo una spada immaginaria.

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