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187: Ride Or Die
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Recensione - 187: Ride Or DieXboxGame

Prendete uno sparatutto ambientato nel mondo dei gangster di colore, mischiatelo in una equazione videoludica con una incognita di Burnout, aggiungete al tutto un condimento Hip-Hop e alcuni rapper che curano il comparto sonoro. Se avrete eseguito bene il tutto otterrete 187: Ride or Die, il nuovo titolo che di Ubisoft ambientato nel mondo delle quattro ruote.



Let’s go my baby!!
Buck, è questo il nome del vostro alter ego di 187: un nome anonimo, che ha su di sé l’ombra di qualunquismo tipica di certi nomi americani. Come può essere carismatico un personaggio che si chiama Buck? Semplice, nello stesso modo di quell’ammasso di pixel e di criminalità chiamato Cj, ovvero basta darsi al crimine. E’ così che inizia la storia che vi porterà a diventare un gangsta dai nervi saldi, se non che, al contrario dei ben più noti Tommy Vercetti e Tommy Angelo, non inizierete la vostra avventura da soli o per caso, ma sarete nelle fila di un grande boss. Un boss dal cuore tenero (si fa per dire) che si è preso cura di voi sin dalla vostra nascita, e che ora esige come pagamento la città: o meglio, esige che mettiate a repentaglio la vostra vita guidando dei bolidi supertruccati per eliminare il suo più grande rivale: Cortez. La trama del gioco è quindi piena di stereotipi, c’è l’antieroe, il boss che vi dà ordini e che vi assegna missioni, un sacco di ragazze svestite che vi aiutano, ed infine il cattivo, ancora peggiore dell’antieroe, che deve essere eliminato. Nonostante la banalità di fondo, dopo un po’ di tempo passato a giocare si ci si accorge che la trama del gioco lega molto bene le varie missioni, svolgendo ottimamente quella funzione per cui gli sviluppatori l’hanno creata ed introducendo anche un immancabile colpo di scena finale.

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La caratteristica distintiva del gioco è il suo particolare gameplay: il modello di guida è arcade al massimo, il che incoraggia alla guida spericolata ed alla derapata nelle curve. Purtroppo al contrario di quello che accade in giochi come PGR 2 la guida arcade non è uno stimolo a compiere acrobazie spettacolari, anzi le manovre si fermeranno alla derapata ed al salto non introducendo nulla di nuovo e mutuando da Need for Speed il sistema "derapata=turbo extra". Ma, essendo un gioco prettamente arcade, nulla impedisce agli sviluppatori di introdurre alcuni elementi per incrementare la spettacolarità dell'azione, quindi che ne dite di un bazooka e di un fucile a pompa? Bello, no? E’ quello che si saranno detti anche gli sviluppatori, e ad essere sinceri, avevano ragione. 187 senza le armi sarebbe come Halo senza il Warthog . La differenza? Purtroppo mentre Halo mantiene un buon livello di divertimento anche senza veicoli, 187 senza una buona dose di distruzione, non riuscirebbe ad appassionare i giocatori.

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A completale questo bel quadretto pieno di sparatorie e di uccisioni ci sono le diverse tipologie di gara, che potranno essere affrontate sia in cooperativa con un altro giocatore (uno guida e l’altro spara) sia in multiplayer, ovviamente dopo lo sblocco delle varie missioni. Tra le diverse gare non si può non dimenticare la modalità gara lampo, una corsa dove tutto è concesso; l’arena, dove inforcare un pick up ed un mitragliatore a canne rotanti stile Terminator per aver ragione di tantissimi avversari; e ultimo ma non per importanza la gara mortale , dove l’ultimo del giro esplode. Insomma, sono gare molto simili tra loro, basta sparare, e per le quali è stata realizzata una classe di vetture apposita. E qui tocchiamo il tasto più dolente del gioco, infatti il design delle vetture non è particolarmente ispirato e le auto della stessa classe sono molto simili, così come nello stesso modo non seguono le leggi dell’aereodinamica. Sarebbe bastato un po’ più di lavoro su questo aspetto per rendere 187 un titolo migliore.

Le cose che invece non convincono affatto sono la realizzazione della modalità parcheggio e delle auto della polizia. Il parcheggio è una variante dell’arena, il problema è che dopo la prima corsa diventa ripetitivo in quanto i parcheggi sono esattamente identici. Le auto della polizia invece, che vedrete solo nelle poche ma bellissime gare nell’autostrada, si adeguano alla vostra velocità: inutile dire che è ci troveremo dietro lo stesso tizio dopo aver utilizzato una barra intera di boost. C’è da dire però che non ci farete caso, in quanto la gara è talmente breve che non c’è tempo per pensare a questi particolari, bisogna solo correre, sparare e spegnere il cervello.

Il ghetto
Per quel che concerne il comparto audiovisivo, 187 non emerge dalla media, ma si staziona su un livello medio-basso. Difatti se la colonna sonora è adatta all’immagine che il gioco vuol dare di sé, con musiche rap ed hip-hop piuttosto buone, la grafica non riesce a stupire in nessun caso, né con gli effetti luce né con i riflessi sulle carrozzerie, il tutto rigidamente precalcolato. Le texture inoltre sono piuttosto piatte e lineari, il che rende i pochi tracciati ancora più somiglianti tra di loro. Ottime invece le textures dell’asfalto, anche se non ai livelli di giochi eccellenti come Forza Motorsport. Pessima la sensazione di velocità: non sembra affatto di andare a 300 km/h, così come sotto la media è la realizzazione dell’effetto turbo e delle minuscole linee traccianti che stanno a rappresentare i fascio di proiettili sparati. Il design dei personaggi, come già detto, ricalca gli stereotipi del genere ed è praticamente perfetto nella caratterizzazione dei personaggi.

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Purtroppo per Ubisoft, 187: Ride or Die esce in un periodo piuttosto denso di titoli di corse arcade, tutti qualitativamente più interessanti. Gli amanti della cultura hip-hop di colore potrebbero comunque trovarlo interessante, ed il fattto che il gioco sia venduto ad un prezzo budget di 29,99 euro lo rende un buon acquisto per chi ha voglia di passare un po’ di tempo con gli amici senza pensare a niente fuorché correre e distruggere.


Ringraziamo Ubisoft per la collaborazione.
6.4

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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