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Mercenari: Pagati per Distruggere
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Recensione - Mercenari: Pagati per DistruggereXboxGame

Non certo dei novellini per quanto riguarda i titoli di guerra, i ragazzi di Pandemic Studios ci offrono dopo l’ottimo strategico Full Spectrum Warrior un titolo realizzato per conto di LucasArts, nel quale è l’azione a farla da padrona.



Le vicende del gioco si svolgono in Corea del Nord dove un gruppo di estremisti separatisti, capeggiati dal fanatico generale Chai Song, non contenti della politica pacifista del presidente Chai Kim (padre di Song), con un colpo di stato hanno rovesciato il governo e instaurato un nuovo regime sulla penisola.
Si sa per certo che Song dispone di un ingente arsenale nucleare comprensivo di missili intercontinentali capaci di raggiungere praticamente ogni zona del globo; una simile potenza di fuoco nelle mani di uno squilibrato rappresenta indubbiamente una gravissima minaccia ed è quindi chiaro che minore è il tempo impiegato per rintracciare e deporre il dittatore, minori sono i rischi di vivere un olocausto nucleare.
La locazione del rifugio di Song è sconosciuta e operare attraverso i normali canali non consentirebbe alla coalizione alleata di muoversi con la dovuta solerzia. Ecco quindi che entriamo in gioco noi: come membri della ExOps, un’organizzazione che fornisce mercenari altamente addestrati sia ad enti governativi che a privati, siamo in grado muoverci senza vincoli politico-burocratici di sorta e prendere contatti con ognuna delle fazioni presenti nell’area, per ottenere preziose informazioni sulla locazione di Song e dei suoi 51 tirapiedi (ad ognuno di essi è stato attribuito il segno di una carta da gioco, dove Song è l’ Asso di picche) in maniera rapida ed efficace.

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Prima di scendere in campo e dare il via all’operazione dovremo scegliere tra uno dei tre mercenari messi a disposizione dall’agenzia, ognuno dei quali vanta caratteristiche diverse dagli altri: Chris Jacob, americano, ha una resistenza ai colpi particolarmente elevata; Jennifer Mui è addestrata a muoversi senza dare nell’ occhio, mentre lo svedese Mattias Nilson è l’agente più veloce negli spostamenti a piedi. Dopo aver selezionato l’ agente che più si addice al nostro stile di gioco eccoci finalmente fiondati nel cuore dell’ azione.

Chiunque abbia mai giocato a Grand Theft Auto non potrà fare a meno di notare una certa somiglianza tra i due prodotti, oltre che per ciò che riguarda la scelta della prospettiva di gioco (quella adottata dagli sviluppatori è una visuale in terza persona con telecamera alle spalle del personaggio, liberamente ruotabile di 360 gradi mediante l’ utilizzo della levetta destra), anche per quanto concerne la sua struttura: ci troveremo immersi in uno scenario veramente molto vasto e saremo totalmente liberi di esplorarlo sia a piedi che a bordo di uno dei numerosi veicoli messi a disposizione degli sviluppatori.
Non aspettatevi però di sfrecciare sulle strade a bordo di qualche fuoriserie con lo stereo a manetta e una biondona sul lato passeggeri perché le analogie con il sopraccitato titolo Rockstar si fermano qui. L’atmosfera che si respira è ben diversa: le strade, i centri abitati, le campagne che compongono il terreno di gioco, sono percorse da mezzi militari di ogni tipo che spaziano dai veloci ed agili mezzi da ricognizione ai massicci veicoli corazzati, senza dimenticare i camion da rifornimento o per il trasporto delle truppe. Non è raro, durante gli spostamenti, imbattersi in scontri tra l’esercito Nord Coreano e una delle altre fazioni presenti nell’area (oltre alle truppe Alleate, anche sud coreani e cinesi hanno preso parte all’offensiva), scontri ai quali possiamo decidere di partecipare o semplicemente evitare schiacciando il piede sull’ acceleratore. Oltre che a terra, il conflitto si consuma anche nei cieli e spesso caccia in formazione da battaglia o elicotteri pesantemente armati affolleranno lo spazio aereo della regione per supportare le truppe terrestri.

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Graficamente parlando, Mercenaries è veramente molto valido: può vantare una grafica nitida e dettagliata e un frame-rate costante che non perde un colpo neppure nelle situazioni più caotiche. Le esplosioni sono rese in maniera molto convincente e spettacolare con tanto di detriti scaraventati in aria ed onde d’urto che propagano i loro devastanti effetti sugli oggetti circostanti.
Il motore del gioco riesce a gestire molto bene anche i vari effetti atmosferici come pioggia, neve o nebbia, così come gli effetti di fumo. Graditissimo il fatto che tutti gli edifici possono essere rasi al suolo, purchè si disponga di armi sufficientemente potenti. Unico neo è costituito dalla fisica degli oggetti, che danno una sensazione di leggerezza a volte un po’ fastidiosa: vedere il nostro eroe dare un calcio ad un fucile a terra facendolo “volare” 500 metri più avanti lascia alquanto perplessi. Anche i vari veicoli, seppur in maniera minore, sono soggetti a questa sorta di “bassa gravità”, ma tutto sommato la cosa non disturba più di tanto, anzi rende molte volte l’azione più spettacolare, soprattutto nel caso di esplosioni.

Dal punto di vista tecnico Mercenaries è sicuramente ottimo, ma è la giocabilità che rende questo titolo veramente stellare. Durante la nostra caccia al generale Song prenderemo contatti con le diverse fazioni presenti sul territorio: gli alleati americani, i già citati cinesi e sud-coreani, ed anche una organizzazione mafiosa russa che spera di trarre vantaggio dalla situazione per guadagnare qualche bel dollaro. Se pagata adeguatamente, questa organizzazione è in grado di intercettare le comunicazioni delle altre fazioni permettendoci di acquistare rifornimenti da esse, materiale che ci verrà consegnato nel giro di qualche secondo per via aerea. Oltre a munizioni, pacchetti medici e veicoli vari avremo la possibilità di “ordinare” degli attacchi aerei in piena regola per sorprendere il nemico e sfoltirne le fila. Anche in questo caso il numero di variabili messo a nostra disposizione lascia a bocca aperta: bombe a grappolo, missili Cruise, bombe anti-bunker sono solo una minima parte di ciò di qui potremmo disporre nel corso delle numerose missioni che affronteremo. Il ricorso a quest’ultimo tipo di attacco è piuttosto dispendioso dal punto di vista del budget ma è estremamente utile negli scontri più aspri, oltre che molto bello a vedersi.
Durante i combattimenti bisognerà prestare estrema attenzione ai bersagli che andremo ad abbattere: uccidere civili o freddare i nostri stessi alleati non sono certo azioni encomiabili e sono destinate a far crollare il nostro livello dei gradimento nei loro confronti; se poi decidessimo di compiere deliberatamente questi atti, verremo considerati come una minaccia con ovvie conseguenze (e vi garantisco che mettersi contro un esercito non è la mossa più astuta da compiere).

Neanche a dirlo, anche la tipologia delle missioni è molto varia: potremo partecipare ad azioni di recupero di personale disperso in azione, missioni di scorta o operazioni di demolizione di installazioni nemiche, e la cosa bella è che esistono diversi modi di portarle a termine e avremo quindi la possibilità di mettere in mostra le nostre doti di strateghi. Spesso, oltre agli obbiettivi principali ci verranno assegnati degli obbiettivi bonus che se completati incrementeranno i nostri introiti a fine missione e ci permetteranno di sbloccare nuovi tipi di mezzi o armi acquistabili poi nel negozio della Mafia.

Il livello di difficoltà varia molto a seconda del tipo di missione, ma in linea di massima non ci troviamo di fronte ad un titolo particolarmente ostico da completare; intendiamoci, alcune missioni vi daranno del filo da torcere e richiederanno diversi tentativi prima di essere completate, ma non si avrà mai la frustrante sensazione di trovarsi di fronte ad un incarico impossibile da portare a termine.

L’aspetto audio del gioco è stato anch’esso curato con molta attenzione, sia negli effetti sonori generati dalle varie armi da fuoco, dalle esplosioni e dai rumori dei veicoli, sia per quel che riguarda la dinamica colonna sonora, che aumenta d’intensità durante gli scontri per poi tornare a livelli più blandi nelle fasi esplorative. I dialoghi purtroppo sono localizzati nella nostra lingua solo nei sottotitoli e può capitare talvolta di perdere qualche battuta, specialmente se ci troviamo immersi in qualche furiosa sparatoria.

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In sintesi ci troviamo sicuramente di fronte ad un titolo che non può mancare nella collezione degli amanti dei titoli bellici e più in generale degli action-game. L’ assenza di un’ opzione Live o di una modalità multiplayer è pienamente giustificata dalla natura stessa del gioco che non si presta troppo a queste funzionalità. Se siete tra coloro che avendo giocato ai vari Grand Theft Auto state aspettando con ansia l’ uscita di San Andreas, sappiate che Mercenaries renderà l’attesa molto più sopportabile. E chissà che qualcuno non lo trovi per certi aspetti anche più affascinante!
9.2

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