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Recensione - Battlefield 1Xbox OneGame

Dopo aver affrontato molte guerre (inclusa quella al crimine) di passato, presente e futuro, con Battlefield 1 la serie di DICE fa ora un enorme salto indietro nel tempo fino alla Grande Guerra, un territorio ancora inesplorato dagli FPS bellici tripla-A. Scopriamo ora il risultato di questi sforzi.

Il Gioco

Battlefield è da sempre un gioco principalmente multiplayer. Quando c'era, spesso e volentieri la campagna single player ha lasciato abbastanza a desiderare, a parte forse rare eccezioni come in Bad Company. Battlefield 1 intende cambiare questo trend introducendo un nuovo format nella longeva serie: dimenticatevi protagonisti pieni di testosterone, storie eroiche improbabili, patriottismo alle stelle, nel nuovo titolo di DICE conoscerete cinque diverse storie di soldati qualsiasi che, loro malgrado, si ritrovano nel mezzo di una delle guerre più sanguinose della storia. Storie dove non ci sono vincitori, solo vinti. Il gioco ci ricorda infatti che la Prima Guerra Mondiale sarebbe dovuta essere il conflitto che avrebbe posto fine a tutte le guerre, ma così non fu, portando solo molta morte. E il giocatore è subito chiamato in causa nel modo più brutale possibile.

Ci si ritrova senza troppe spiegazioni in mezzo alla guerra. Tra le trincee, in mezzo a una fortezza da difendere, tra gli alberi a combattere con nemici che arrivano da ogni parte e così via. Come mai questa alternanza? Perché Battlefield 1 ci fa subito capire che siamo poco altro che carne da macello. In questo inizio che funge da presentazione del gioco, siamo infatti chiamati ad affrontare una serie di situazioni entrando nei panni di soldati di ogni genere sul campo da battaglia. Non ci sono checkpoint o obiettivi chiari, come tra l'altro spesso accade nella guerra vera: alla morte del nostro personaggio, la telecamera si allontana e ci fa leggere nome, cognome, nonché data di nascita e di morte del malcapitato, prima di farci controllare un altro soldato sul campo. Questa prima fase è brutale, e a differenza di molti giochi di guerra ci fa finalmente capire che la vita del soldato non è azione e spettacolo, ma caos e devastazione e, spesso, andare incontro alla propria morte.

Questa brutalità non è però fine a sé stessa: viene accompagnata da delle vere e proprie lezioni di storia che intervallano le varie missioni di gioco, dando così un contesto alle battaglie che affronteremo in diverse location e attraverso storie molto diverse tra loro. Troviamo quindi un abile pilota americano trovatosi a combattere per gli inglesi, un novellino pilota di carri armati costretto a una missione suicida nella terra dei "crucchi", una alpino italiano, Luca, alla ricerca del fratello mentre combatte con gli austroungarici e persino una missione nella quale si controlla un piccione messaggero che sorvola il campo di battaglia! Queste storie, di poche missioni ciascuna, sono dei brevi spezzoni della vita (e morte) in guerra, e ci mettono nelle numerose situazioni di gioco che poi troveremo anche in multiplayer.


Ma bando alle ciance storiche, come si gioca Battlefield 1? Chi è familiare con la serie di DICE, si troverà subito a casa nonostante il cambio d'epoca: si tratta di un FPS che si pone a metà tra il gioco arcade e la simulazione, dove si possono ricoprire praticamente tutti i ruoli dei soldati impegnati in guerra. A piedi, a cavallo, su un carro armato o in cielo; tante sfaccettature della guerra, tutte affrontate con comandi classici che gli esperti di FPS sanno maneggiare abilmente. Persino i comandi dei velivoli, un tempo abbastanza complessi, risultano molto più agevoli ora. E le mappe della campagna, ampie e dettagliate, permettono al giocatore di affrontare le missioni in numerosi modi, con tanto spazio di manovra anche per un'eventuale fuga. Le missioni a piedi si possono affrontare in modalità stealth o alla Rambo, quelle veicolari giocando cauti o meno e l'ampia libertà di movimento aiuta la varietà di situazioni, che si combatta contro soldati a piedi o veicoli. Tra l'altro l'esplorazione è premiata anche con la presenza non solo di note collezionabili da scovare ma soprattutto armi rare che ci renderanno la vita decisamente più facile in battaglia, oltre che gadget come gli esplosivi.


MX Video - Battlefield 1

Dove sta la novità allora? Certo, lo scenario è cambiato, siamo indietro di cent'anni rispetto all'ultimo capitolo Battlefield Hardline. Ma la novità non è solamente estetica e si fa notare anche nel gameplay. Intanto scordatevi le acrobazie alla Call of Duty, Titanfall e Destiny: in Battlefield 1 la fanteria è inchiodata a terra, senza tecnologie fantascientifiche o invenzioni folli. E seconda cosa, le armi e i veicoli che incontrerete sono davvero rudimentali arrecando danni non sempre elevati, dalla precisione che lascia a desiderare e addirittura spesso conviene usare le baionette montate sui fucili per infilzare il nemico piuttosto che sparargli, a causa della precisione bassa o tempi di ricarica molto alti delle armi. Anche le granate e gli esplosivi sono di vecchio stampo, ma risultano comunque molto efficaci contro fanteria e veicoli. E che siate in Italia, Gran Bretagna, Germania o chissà dove, preparatevi ad affrontare spietate lotte sanguinarie dentro bunker, trincee o campi di battaglia urbani pienamente distruttibili.

Queste intriganti storie della Grande Guerra vi accompagneranno per la durata di... 4 ore circa a difficoltà normale. Essendoci segreti da scovare e difficoltà più alte da provare, nonché livelli aperti con tanto di sfide aggiuntive, la rigiocabilità è discreta, ma impossibile non storcere il naso davanti alla pochezza dei contenuti per chi vuole divertirsi un po' offline. Peraltro, non ci sono ulteriori modalità single player o cooperative, quindi queste storie sono l'unica esperienza dedicata ai solitari.


Degno di nota invece il comparto tecnico: il motore grafico Frostbite quest'anno è spinto al massimo dando vita a scenari più spettacolari che mai, e ben si sposa col look cupo della prima guerra mondiale. Similmente, il comparto audio è curatissimo con ogni esplosione, proiettile e impatto ben riprodotto, circondando chi è dotato di cuffie gaming o un impianto Dolby Surround con un realisticissimo frastuono di guerra.


Battlefield è però sempre stato principalmente un titolo multiplayer, e allora vediamo cos'ha da offrirci quest'anno. Anche qui, se siete avidi fan della serie, vi sentirete subito a casa vostra tra enormi campi di battaglia, guerre su ampia scala a piedi e con veicoli, classi multiple, squadre, ordini da eseguire, partite eterne... sì, è proprio Battlefield, trasportato però nella Prima Guerra Mondiale. E allora, similmente alla campagna, preparatevi al caos più totale: le armi sono più lente e meno precise, ravvicinando molto gli scontri per la quasi impossibilità di eliminare i propri nemici a lungo raggio, persino con i fucili da cecchino. Per ovviare ai problemi di portata e mira, ed affinché ciascuno si senta più utile in battaglia, sono disponibili numerosi opzioni di personalizzazione per ogni classe. Dall'assalto al medico è possibile alternare una discreta varietà di mitra, fucili a pompa, di precisione e altro, modificabili anche nei mirini e nella gestione del rinculo, oltre che con le skin ottenute dai Battlepack (di cui sistema è molto più semplificato di prima e offre praticamente solo personalizzazioni estetiche piuttosto rare da ottenere).

Per il resto risulta interessante il sistema degli sblocchi. Ogni classe ha dei livelli personalizzati, e aumentandoli è possibile sbloccare (tramite crediti guadagnati giocando) nuove armi ed equipaggiamenti, potenziabili poi in vari modi. Per fare un esempio, la classe Assalto può "buttare" il suo mitra a favore di un efficace fucile a pompa dal raggio ancora più corto, o sostituire la sua classica dinamite con delle mine anticarro. Non ci sono loadout preselezionabili o salvabili come può succedere in CoD per esempio, e ahimè anche questa volta le classi sono modificabili soltanto durante una partita e non dal menu, ma in compenso c'è una buona varietà e tanti sblocchi da scoprire per ogni classe. Interessante anche il fatto che partire con un veicolo offre al giocatore una classe specifica a quel mezzo, probabilmente sistemando il problema di vecchia data di Battlefield dove molti prendevano questi "mezzi di trasporto" solo per arrivare più velocemente al proprio obiettivo per poi abbandonarli; con questo sistema, si rimane con una classe verosimilmente inferiore a quella desiderata, quindi tanto vale godersi il mezzo, no?

E le novità nel modo di giocare si rispecchiano anche nelle modalità offerte. Se da una parte tornano le battaglie su scala relativamente piccola senza o con pochi veicoli in Deathmatch a Squadre, Dominio e Corsa (le prime due dei rifacimenti classici delle modalità ben conosciute anche in altri FPS, mentre la terza è una modalità dinamica e divertente che i fan di BF già ben conoscono), nonché un'innovativa variante Piccioni di Guerra che mischia Cattura la Bandiera con l'utilizzo di piccioni messaggeri, è quando l'area di gioco si ingrandisce a dismisura che Battlefield 1 mostra i suoi muscoli. Torna infatti Conquista, dove due squadre opposte si combattono su un'area molto grande con basi multiple da conquistare e con tanto di battaglie veicolari su ampia scala.


La vera novità sta però nella modalità Operazioni. In questo bizzarro mix tra Corsa e Conquista, una squadra attaccante cerca di conquistare una ad una le basi nemiche, cercando di armare due bombe contemporaneamente nei due punti prefissati. Le forze d'attacco sono limitate nel numero di respawn, mentre la difesa no, ma nonostante ciò le battaglie risultano generalmente combattute ed equilibrate. Dove sta l'innovazione allora? La conquista delle basi non si ferma alla mappa iniziale ma passa attraverso aree multiple, con tanto di spiegazioni durante il caricamento che danno un contesto storico agli eventi che andiamo a vedere - permettendoci peraltro di affrontare situazioni ipotetiche di battaglie andate diversamente dalla storia vera. L'unica pecca di questa ambiziosa modalità? Una partita può attraversare anche 3-4 mappe, e la partita potrebbe durare addirittura un paio d'ore. Quindi armatevi di pazienza (e di compagni desiderosi di giocare così a lungo), ma ne varrà la pena!

Le battaglie di Battlefield, qualunque sia la modalità, possono sempre cambiare repentinamente grazie alle numerose opzioni tattiche, ma anche il gioco ci mette del suo per risultare vario. In alcune modalità infatti, se una squadra sta perdendo abbastanza sonoramente riceve in "regalo" qualche veicolo capace di ribaltare le sorti della sfida: un enorme treno corazzato che attraversa la mappa, un gigantesco dirigibile che controlla i cieli... questi eventi tendono a catalizzare la battaglia al loro arrivo, stravolgendo spesso partite che rischiavano di diventare lineari. Anche il clima dinamico fa il suo per cambiare le sorti dell'incontro: se un po' di pioggia magari influisce poco sulla giocabilità, l'arrivo di un'improvvisa tempesta di sabbia o della nebbia può cambiare notevolmente lo scenario. Provate per esempio a difendere un castello dall'assalto nemico quando improvvisamente la visibilità si abbassa a pochi metri, con i soldati avversari che potrebbero passare i vostri cancelli praticamente inosservati!

Insomma, quest'anno la scelta della Prima Guerra Mondiale sembra aver giovato alla formula di Battlefield, che con alcuni capitoli più o meno riusciti e poco innovativi negli ultimi anni aveva sicuramente ha perso parte del suo fascino iniziale. La nuova ambientazione e contesto storico non sono solo un pretesto per offrire look nuovi e accattivanti di una guerra oscura e sanguinolenta, ma offrono anche meccaniche sufficientemente rinnovate, soprattutto grazie alla ridotta efficacia delle armi che costringe i giocatori a muoversi di più e ravvicina gli scontri a fuoco. Gli elementi dinamici come il meteo, la distruzione e i "superveicoli" sono poi un ottimo modo per stravolgere le battaglie, e tra tanta personalizzazione e tattiche a non finire, sembra che Battlefield 1 saprà dare molte soddisfazioni agli amanti del multiplayer per mesi a venire. Infine, come accade per praticamente ogni titolo EA, anche Battlefield 1 gode di una localizzazione completa, comprensiva di doppiaggio italiano di ottima qualità.

Amore

La Grande Guerra

- A volte per fare un passo avanti è necessario farne alcuni indietro. Questa filosofia ha funzionato bene per DICE, che invece di fare concorrenza agli altri FPS fantascientifici o futuristici punta tutto su un passato lontano, un conflitto che a parte il recente Verdun è stato poco esplorato nell'ambito videoludico: la Prima Guerra Mondiale. Questo porta atmosfere originali, lezioni di storia insolite e meccaniche di gioco talvolta rivoluzionate: via infatti i mirini termici o le diavolerie tecnologiche, qui si combatte con armi di cent'anni fa con tanto di baionette, mirini rudimentali e veicoli macchinosi. Tutto questo crea una guerra caotica come non mai, dove i valori in campo tra classi e armamenti diversi si avvicinano molto dato che nessuno possiede "superarmi" o abilità troppo forti.

La guerra non è un gioco

- La campagna di Battlefield 1 lancia subito un messaggio forte: questa guerra non ha giovato a nessuno, non ci sono stati vincitori, solo vinti. Ha causato però la morte di milioni di persone e questa tematica è ben affrontata nel gioco, con un senso di sacrificio, di rischio e di pericolo costantemente affrontati nella (breve) storia del gioco. Basta quindi con gli eroi pieni di testosterone che sterminano mezza popolazione per salvare il mondo: qui ci si mette nei panni di soldati qualunque, spesso catapultati in un mondo più grande e violento di quanto avrebbero mai potuto immaginare, e i finali sono raramente lieti. La missione sugli Alpini avrà anche creato polemiche tra i disinformati politici italiani, ma Battlefield 1 è uno dei pochi FPS in circolazione che sottolinea quanto barbara può essere una guerra, e il fatto che si tratti di un videogioco non vuol dire che combattere debba per forza di cose essere divertente.

Comparto audiovisivo spettacolare

- Ogni volta che parliamo di un gioco con motore grafico Frostbite viene automatico parlare della sua straordinaria qualità visiva: persino FIFA 17 è passato a questo potente ed efficace motore, e i risultati si sono visti. Con Battlefield 1 si fa un ulteriore passo in avanti con personaggi realisticissimi, animazioni e ragdoll curati, effetti di luce cinematografici e curatissimi, nonché un clima dinamico convincente e credibile che non solo stravolge le battaglie, ma le rende anche incredibilmente affascinanti da vedere. A tutto si aggiunge anche la solita cura nel comparto audio, che non solo offre spari, esplosioni e così via molto realistici ma si sentono persino i proiettili che passano vicino all'orecchio, le granate che danneggiano l'udito e così via, tutto con lo spettacolo dell'audio surround che ci permette di individuare facilmente la direzione dei suoni. Insomma, DICE sa bene come coinvolgere appieno i nostri sensi.

Battaglie più grandi che mai

- Il gioco propone modalità con mappe relativamente piccole, ma non è certo qui che il nuovo titolo di DICE dà il meglio di sé. Lo dà invece nelle battaglie enormi, come nella buona vecchia modalità Conquista, dove spesso si deve viaggiare anche più di un chilometro da un'estremità all'altra della mappa, e con 64 giocatori sulla mappa, numerosi veicoli (e cavalli!) ed obiettivi in costante evoluzione, queste battaglie risultano davvero memorabili. Ancor più affascinante è però la modalità Operazioni, dove queste gigantesche battaglie si spostano di mappa in mappa, e dove perdere una battaglia non significa necessariamente aver perso la guerra. Se avete un paio d'ore per giocare, buttatevi in Operazioni: la guerra su console non è mai stata così grande.

Ottimi accorgimenti nel multiplayer

- Nonostante il tuffo nel passato, la giocabilità di Battlefield 1 è molto simile a quanto visto nell'ultimo capitolo numerato della saga, ma con tecnologie e armi più vecchie di un centinaio di anni. Non per questo però non ci sono idee ottime votate a un bilanciamento migliore. Una su tutte la presenza di classi specifiche per veicoli, così che si rimanga ad usare una classe "inferiore" qualora si abbandoni un veicolo - un ottimo rimedio per quelli che spawnavano su aerei o carri armati per usarli solo come taxi. Buonissima anche la gestione degli sblocchi, tutti acquistabili senza troppa fatica giocando, e con i Battlepack che offrono solo ed esclusivamente contenuti estetici, almeno per ora. Degna di nota, infine, la trasposizione dello stile dei menu di Star Wars: Battlefront, che permette ai giocatori di catapultarsi nei campi di battaglia più velocemente che in qualunque altro Battlefield. Nulla di rivoluzionario forse, ma tutte cose che vanno a migliorare il gioco.

Odio

Una campagna al minimo sindacale

- Ho elogiato la campagna per le tematiche profonde che affronta, ma non per questo va tutto bene, anzi. Prima di tutto, la durata di sole 4 ore è davvero troppo poco: se già le 6-8 ore che caratterizzano molti FPS sono poche, figuriamoci queste. Inolre se fossero 4 ore piene di intensità e scene memorabili si potrebbe anche chiudere un occhio, ma purtroppo solo parti sparse della storia hanno design geniali. Il resto? Le solite sezioni stealth dove si va soli contro tutti, le solite megasparatorie in mezzo al nulla, persino parti interessanti come quelle aeree vengono allungate artificialmente con scene ripetitive. Quando funziona, la campagna di Battlefield 1 sa essere davvero intrigante, ma francamente ci sono fin troppi filler per una durata così ridotta.

I "buoni" vecchi menu

- Va bene, sarà anche una costante di Battlefield: ma nel 2016 ancora non mi spiego com'è possibile che un FPS dotato di classi personalizzabili non offra la possibilità di modificarle fuori da una partita, magari semplicemente dal menu di gioco. Il buon vecchio Battlefield 3 sistemò questo problema, per il resto c'è sempre stato. Una scelta di design che non capirò mai. Aggiungiamoci pure il fatto che è possibile uscire da una lobby solo pochi secondi dopo la fine della partita precedente (possono ancora mancare 20-30 secondi al caricamento, ma il tasto per uscire scompare misteriosamente) e che molti menu sono lenti e macchinosi, e viene fuori che la giocabilità è curata e divertente, ma il contorno non è stato curato altrettanto. Per fortuna sembrano essere per lo più problemi sistemabili con aggiornamenti futuri.

Tiriamo le somme

Battlefield 1 riesce ad offrirci uno dei comparti multiplayer migliori della serie, ponendosi come uno degli FPS più appassionanti ed epici degli ultimi anni. L'ampia profondità tattica, la notevole varietà, l'enorme scala delle battaglie e la difficoltà aggiuntiva data dagli armamenti "rudimentali" trasforma il multiplayer del nuovo titolo DICE in un'esperienza originale, divertente e profonda, capace sicuramente di incollarci allo schermo per molti mesi. Peccato solo per la campagna, che anche se sa offrire alcuni dei momenti più memorabili di tutta la saga, presenta molti momenti abbastanza monotoni ed una durata irrisoria. Il gioco è quindi consigliato a chi cerca un FPS multiplayer profondo e divertente dove affrontare guerre epocali per i mesi a venire: se appartenete a questa categoria di giocatori, Battlefield 1 è un acquisto praticamente obbligato in questa stagione.
9.1

Recensione realizzata grazie al supporto di EA e Xbox.


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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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