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Kingdom: New Lands

Recensione - Kingdom: New LandsXbox One DigitalGame

L'avventura strategica/manageriale Kingdom fu un successo inaspettato lo scorso anno su PC, grazie anche al suo affascinante look a scorrimento laterale 16-bit; ora arriva su console nella versione estesa Kingdom: New Lands: vediamo cosa ci aspetta.

Il Gioco

Fin dai primi secondi di gioco, appare evidente un confronto che, nella pratica, si rivelerà valido solo per quanto riguarda il comparto visivo: Kingdom: New Lands appare all'apparenza molto simile a The Deer God, avventura a scorrimento dalla grafica 2D "pixellata" molto simile, con sprite in stile 16-bit molto ben animati affiancati da effetti speciali ed effetti di luce moderni, sfondi dinamici e molto altro. Se il look sa di già visto, lo stesso non si può dire però del gameplay. Nel gioco controlliamo un re o una regina dall'aspetto generato casualmente, esplorando aree bidimensionali a bordo di un cavallo e... poco altro. Si può andare lenti o veloci, ma non saremo noi a sporcarci le mani. Infatti presto troviamo un falò con futuri sudditi da assoldare e con i quali iniziare a creare una nostra base, costruendo tutto ciò che ci serve per difenderci dall'assalto di orde di creature simili a non morti. Come? Costruendo muri, torri di vedetta, creando fattorie ma anche fabbri o falegnami capaci di dare alle nostre unità gli strumenti che gli permettono di lavorare: dal martello fino all'arco. Ed è proprio dando uno strumento alle persone che decidiamo cosa faranno.

Tutto questo è gestito con un sistema di monete; a volte siamo fortunati e le troviamo per terra, ma solitamente vengono distribuite come ricompensa alle nostre azioni. Un albero tagliato? Eccoti una moneta. Un coniglio cacciato? Altra moneta. I nostri lavoratori poi ci passano periodicamente i proventi delle loro fatiche, che poi potremo spendere per potenziare ulteriormente la base, allargando lo staff o creando nuove difese per diventare sempre meno vulnerabili. Lo scopo però non è quello di difendersi ad oltranza: anche l'esplorazione vuole la sua parte.

MX Video - Kingdom: New Lands

Ogni area di gioco, che in realtà è un'isola generata casualmente, presenta infatti all'estrema destra un porto dove costruire una nave. Lo scopo è quello di costruire la nave per salpare ed arrivare così alla prossima, solitamente più difficile ma anche più ricca, isola. Difendere la propria base è quindi solo un aspetto temporaneo, necessario per ottenere le risorse necessarie a costruire la nave: una volta partiti per nuove mete si dovrà ripartire praticamente da capo.

Kingdom: New Lands ha un finale, ma vista la sua natura casuale raggiungerla può richiedere tantissime ore, e pure la rigiocabilità è su buoni livelli proprio per la generazione casuale dei contenuti: anche se, a onor del vero, la varietà non è molto alta. Troviamo infine la traduzione italiana dei testi.

Amore

Il fascino della scoperta

- I primissimi minuti del gioco sono probabilmente tra le esperienze indie più affascinanti che io abbia avuto da vari mesi, e non solo per via del look. Il nostro personaggio esplora una ricca foresta piena di animali, vegetazione, effetti di luce e bizzarre costruzioni. Trova un falò con qualche persona intorno, inizia a reclutarli e a creare un villaggio sempre più grande, assegnando ruoli e scoprendo pericoli e punti d'interesse della zona circostante. Scoprire in questo modo le meccaniche di gameplay è davvero intrigante, e non c'è nessuna spiegazione ad aiutarci, solo l'intuito. Alcuni elementi non sono sempre facilissimi da capire, ma il progresso nella conoscenza del gioco è corretto e coerente.

Mi fermai a guardare la luna

- Uno dei controsensi più belli degli ultimi anni è come certi titoli indie, sfruttando "pixelloni" e sprite da giochi di 20-30 anni fa, riescono ad offrire panorami mozzafiato che fanno l'invidia anche di molti titoli tripla-A. Kingdom: New Lands fortunatamente rientra proprio in questa categoria di giochi. I primi raggi di sole al mattino, l'apparizione della luna la notte, la nebbia che fa vedere a malapena le splendide montagne dietro, i giochi di luce dei falò, il riflesso delle nostre azioni sull'acqua... sì, il titolo di Raw Fury è visivamente più accattivante di molti giochi con budget cento volte più grandi e grafiche fotorealistiche.

Odio

Ripetitività massima

- Il fascino iniziale è tanto, ma ben presto vi renderete conto che per tutto il gioco farete praticamente la stessa cosa: aspettare. Ogni nuova area che visiterete avrà una base da costruire e difendere, ma per fare tutto avete bisogno di monete. Come ottenere le monete? Aspettare che i vostri uomini ve li diano in base ad azioni eseguite. Questo porta spesso a lunghi minuti di attesa in cui non potete fare nulla di interessante, poiché certamente non ha senso abbandonare la propria fortezza e andare in mezzo ai nemici solo per passare il tempo. Non aiuta nemmeno il fatto che, una volta capiti i meccanismi di costruzione e gestione delle unità, si finisca sempre a fare ciò, e che quasi tutta l'azione "divertente" (come i combattimenti) spetta alle nostre unità mentre noi ci occupiamo della gestione di tutto il resto.

Noia alternata a picchi di difficoltà clamorosi

- Come accennato, il gioco sa spesso essere noioso grazie a queste lunghe attese, ma attenzione a non addormentarsi, perché dal nulla possono arrivare pericoli notturni sotto forma di assedio della propria fortezza. E la difficoltà di essi è imprevedibile, non solo per la componente di casualità, ma perché non c'è modo di gestire al meglio il posizionamento delle proprie unità. A volte sono tutti posizionati in modo logico, altre volte decidono di difendere soltanto una parte (magari pure quella sbagliata), vedendosi distrutti metà base senza poterci fare nulla, e se morite è finita, ore e ore di gioco buttate via per ricominciare da capo. Per sopravvivere ci vuole non solo molta attenzione, ma anche e soprattutto tanta fortuna.

Tiriamo le somme

Kingdom: New Lands sa essere un gioco davvero affascinante. Un concetto unico che mischia al meglio tower defense, roguelike, gestionale, survival, tutto con uno stile grafico azzeccato per offrire un'esperienza di gioco probabilmente mai vista prima d'ora. I buoni propositi però vanno a schiantarsi contro un gameplay eccessivamente monotono e ripetitivo, che consiste in lunghissime attese intervallate da momenti di caos assoluto, sperando sempre nella buona sorte, perché se qualcosa va storto possono perdersi tante ore di gioco. Ci sono comunque momenti artisticamente impeccabili e momenti di esplorazione di grande livello, perciò se siete alla ricerca di un'esperienza di gioco indie molto originale e abbastanza profonda, Kingdom: New Lands è decisamente da tenere in considerazione.
7.6

Recensione realizzata grazie al supporto di RawFury Games e Xbox.


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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

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