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Recensione - For HonorXbox OneGame

Una sanguinaria guerra medievale vede scontrarsi cavalieri, samurai e vichinghi: com'è possibile? Ce lo spiega For Honor, il nuovo titolo Ubisoft che prova a portare nel panorama videoludico qualcosa di completamente inedito, facendo combattere a suon di asce, spadoni e katane milioni di giocatori. Anche noi eravamo tra loro e, dopo averlo provato a fondo, siamo pronti a fornirvi il nostro giudizio sul titolo.

Il Gioco

La premessa di For Honor è piuttosto semplice: da mille anni infuria una guerra eterna tra vichinghi, cavalieri e samurai, le cui cause scatenanti sono ormai perse nel tempo. Ciò che conta è che la guerra è più accesa che mai, e i combattenti di ciascuna fazione si trovano a lottare giorno dopo giorno per l'onore e per la conquista di nuovi territori. Il tutto calato in un titolo d'azione in terza persona, principalmente multigiocatore ma che ci propone anche una campagna in singolo, che miscela elementi hack 'n' slash, soulslike e picchiaduro. Se il gioco non perde tempo a dare troppe spiegazioni nonostante una spettacolare cutscene iniziale, non lo faremo nemmeno noi: e vediamo subito la base del gioco, ossia i combattimenti.

Si parte dal nostro guerriero: il gioco ci permette di sceglierlo tra ben 12 classi, 4 per fazione, ognuna con caratteristiche diverse. Troviamo le classi pesanti e lente che però fanno molti danni e possono proiettare lontano i nemici, alcune più smilze che risultano velocissime ma meno letali, altre ancora dotate di armi lunghe capaci di colpire anche dalla distanza così via; in comune hanno tutte i combattimenti rigorosamente in corpo a corpo e il gameplay di base. Questo è composto da due tipi d'attacco principali: uno pesante ma lento e uno leggero ma veloce, alternabili anche in combo specifiche per ogni classe. A differenza di tanti giochi d'azione, però, i due tipi d'attacco non sono semplicemente legati alla pressione dei relativi pulsanti ma For Honor ci mette a disposizione un complesso e tattico sistema di combattimento "a tre direzioni" che tramite l'analogico sinistro ci permette di sferrare i colpi da destra, sinistra o dall'alto. E quando non siamo noi ad attaccare ma il nostro avversario, lo stesso vale per le parate, che per essere efficaci devono essere posizionate nella stessa direzione dalla quale crediamo siano in arrivo i colpi. Il tutto si trasforma quindi in un balletto di colpi che ci vede alternarci ai nostri avversari in colpi e parate ma anche contrattacchi, spinte per spezzare la guardia e perfino la possibilità di proiettare il nemico di turno.

Dal genere soulslike, ossia quello dei titoli alla Dark Souls, For Honor eredita il peso dei personaggi e delle loro mosse, che non risultano mai veloci e incredibili come in un Devil May Cry, ma risultano sempre avere una massa ed un momento estremamente credibili. Ed anche la stamina, ossia la resistenza fisica, fa la sua parte: ogni mossa infatti brucia della stamina, ed esaurirla significa finire senza fiato per diversi secondi. In questi momenti siamo estremamente vulnerabili: le parate ci danneggiano maggiormente, gli attacchi sono lentissimi... insomma, meglio la fuga momentanea finché non ci si riprende. Da questo avrete capito che il titolo Ubisoft non è il classico action game o picchiaduro in cui spammare il nemico di attacchi random, ma bisogna ragionare con cura ogni mossa: come in un sistema scacchistico, ogni mossa ha la sua contromossa, e se giocherete contro un avversario di spessore finirete per passare lunghi secondi a "ballare" prima di mettere a segno un colpo.

MX Video - For Honor

Se i combattimenti sono il cuore di For Honor, altrettanto importante è l'infrastruttura che supporta il tutto, ossia le numerose modalità di gioco a partre da quelle più classiche come Duello (1v1) e Mischia (2v2), affrontabili sia contro giocatori in giro per il mondo che contro i bot. Qui bisogna sopraffare gli avversari attraverso un massimo di 5 round, in combattimenti che spaziano in aree di ogni genere. Le mappe ci offrono peraltro diverse possibilità da sfruttare a nostro vantaggio: possiamo ad esempio spingere l'avversario in un burrone, nel fuoco, in un geyser e così via. Forse poco onorevole, ma tant'è, risulta molto efficace. In queste modalità non c'è spazio per scappare e le aree per combattere sono molto ridotte, ma almeno qualora si combatta 2 contro 2 è solitamente possibile rianimare il compagno deceduto se si fa in tempo, quindi non basta eliminare gli avversari, bisogna anche accertarsi che non tornino in vita. Nessun potenziamento o power-up in questo caso: solo botte e tattica, tutto puro e duro.

Per chi vuole invece puntare alla guerra massiccia, ci sono altre modalità. La più notevole è sicuramente Dominio, nella quale dobbiamo conquistare 3 aree mentre eliminiamo gli avversari per fare racimolare più punti, ma rispetto alle due modalità già menzionate troviamo molti elementi aggiuntivi. Per prima cosa, oltre ai giocatori amici e nemici c'è anche la presenza di miriadi di soldati "minori" gestiti dal gioco stesso, simili ai minion dei MOBA, che invadono il campo di battaglia come enormi eserciti e che servono per fare punti in più; le sfide vere rimangono ovviamente quelle contro gli altri giocatori. Qui troviamo anche un sistema simil-killstreak, dove fare tanti punti senza morire ci permette di azionare alcuni poteri (personalizzabili), che variano dal recupero di salute al potenziamento dei propri compagni passando per catapulte in grado di danneggiare i nemici.

Troviamo regole simili anche nelle modalità di tipo Deathmatch: c'è Eliminazione, una via di mezzo tra i duelli e Dominio, con arene enormi e sfide uno contro uno (o molti contro molti), anche qui come nei duelli al meglio di 5 round. Qui però addirittura sul campo troviamo dei power-up per la velocità, per recuperare salute e così via, dando più possibilità tattiche ai giocatori ma rendendo alcune sfide un pochino più snervanti, specie se qualcuno prende il power-up della velocità e scappa chissà dove. C'è infine Schermaglia, simile nella struttura ma con respawn casuali, e senza quindi dei "duelli" predefiniti, solo guerra ovunque si vada: anche qui troviamo la presenza dei combattenti "di contorno" gestiti dall'IA.

In queste modalità entra in gioco anche l'ampia personalizzazione delle classi. Non solo è possibile modificare praticamente ogni elemento estetico, dalla barba fino ai rilievi e ai disegni delle armature, ma è possibile anche scegliersi le abilità da utilizzare. Non solo: ogni partita fa guadagnare dei crediti, spendibili poi per comprare dei pacchetti (i classici loot box che vanno tanto di moda ultimamente) che includono elementi come armature o armi, ognuna con statistiche diverse. Alcuni migliorano la parata, altri l'attacco, altri ancora rendono le proiezioni più efficaci... insomma, c'è qualcosa per ogni stile di gioco, permettendoci così di migliorare ciascuna classe - anche se, ripeto, tutto questo è utilizzabile solo ed esclusivamente nelle modalità Deathmatch e Dominio, mentre Duello e Mischia sono più "pure" e bilanciate.

Ogni partita svolta ci fa inoltre guadagnare dei punti "risorse di guerra", spendibili poi su una mappa che ci mostra una enorme lotta territoriale tra le tre fazioni. Ogni tot ore vengono conquistati o difesi su questa mappa dei territori da parte di una delle fazioni, e sta a tutti i giocatori aiutare la propria fazione spendendo le risorse di guerra. Ogni round poi finisce con un conteggio finale che decreta il vincitore, anche se per ora ho molti dubbi sul senso di tutto ciò, perché alcune fazioni sono nettamente più numerose di altre. Interessante anche la costante presenza di sfide giornaliere e globali da affrontare poco a poco nelle partite per guadagnare XP e crediti extra: un tot di vittorie, un certo numero di uccisioni, un determinato punteggio da raggiungere in Dominio e così via.

Ok, abbiamo capito che il multiplayer di For Honor è molto vasto e curato: ma la Campagna? Avrete notato che non l'ho ancora menzionata, quando in genere è una delle prime cose che trattiamo nelle nostre recensioni. In realtà c'è, ma è un'opzione secondaria rispetto al multiplayer (tant'è che è impossibile giocare offline: il titolo richiede necessariamente una connessione ad Internet) e di breve durata, circa 2 ore per ogni fazione. Qui viviamo una serie di storie di guerra passando per tutte le arene che andiamo a trovare anche nel multiplayer. Si tratta di storie non troppo esaltanti e le situazioni di gioco ricalcano fedelmente quanto troviamo nel multiplayer: duelli, conquiste, e così via. Ci sono alcuni intermezzi molto cinematografici che ricordano Ryse, con tanto di muri che crollano o simili, nonché alcuni elementi dinamici utilizzabili come per esempio una balestra, che sicuramente rendono il tutto più vario. A questo si aggiungono numerose difficoltà, collezionabili sparsi in giro per i livelli e abilità da sbloccare man mano, quindi anche se la Campagna non è il piatto forte del titolo ci sono comunque abbastanza contenuti.

E sono proprio i contenuti che non mancano in For Honor: il gameplay di base forse non è troppo vario, ma la profondità tattica dei combattimenti è impressionante, le modalità sono numerose e ci permettono di giocare anche contro i bot, ed a questo si aggiunge un'altissima personalizzabilità. Inoltre già sappiamo che il gioco avrà lo stesso ottimo supporto post-lancio di Rainbow Six: Siege, con nuove mappe e combattenti utilizzabili anche da chi non ha il Season Pass. Chiude la panoramica, infine, un'ottima localizzazione italiana con un doppiaggio di qualità.

Amore

Azione + picchiaduro

- Il sistema di combattimento di For Honor è davvero sorprendente. Prende spunto dagli hack 'n' slash classici come Devil May Cry, ai quali aggiunge però una gestione realistica della massa dei combattenti e delle relative armi, somma tutto con la velocità ridotta che caratterizza i soulslike ed infine miscela il tutto con una forte dose di elementi da picchiaduro. Combo, parate, controparate, spinte, proiezioni, il tutto sia in duelli che in sfide fino a 4 giocatori contro 4. Non disperate però se rimanete in inferiorità numerica, perché se riuscite a parare abbastanza colpi potrete andare in modalità vendetta, nella quale butterete a terra i nemici e causerete anche molti più danni, oltre a recuperare parte della salute. Insomma, ci provano a cogliervi impreparati, ma la sorpresa è sempre dietro l'angolo. Complessivamente si tratta di un sistema di combattimento molto tattico e profondo, e grazie alle 12 classi dalla giocabilità diversa, di opzioni strategiche ce ne sono a bizzeffe.

Tanti modi per giocare

- Oltre alle molte classi personalizzabili anche nelle abilità, troviamo anche una gran quantità di opzioni di gioco. Oltre alla Campagna di 6 ore circa, dalla qualità non esaltante ma abbastanza rigiocabile, troviamo sfide uno contro uno, due contro due, quattro contro quattro, mischia, schermaglia, dominio, eventi... il tutto affrontabile sia contro che a fianco dei bot, persino in partite personalizzate con regole modificabili. A questo si aggiungono le mappe molto diverse tra loro con condizioni climatiche diverse che impattano sulla giocabilita; un gioco che riesce a stupire ancora anche dopo dozzine di ore di combattimenti.

Artisticamente impressionante

- La grafica di For Honor non sarà tra le migliori viste su console, ma si difende benone soprattutto grazie ad animazioni curate e realistiche, che riescono peraltro a comunicare molto bene il tipo di mossa che faranno gli avversari. Anche gli effetti particellari come il fuoco, le luci o quelli climatici sono davvero riusciti, e riescono a dare atmosfere davvero particolari ai campi di battaglia di For Honor. Menzione speciale va anche al comparto audio, che invece di cercare di sopraffarci con musiche epiche di mille strumenti, punta al minimale: tamburi di guerra, violoncelli inquietanti e per il resto sentiamo solo i colpi di spade e gli urli dei combattenti. Sembra davvero di essere in guerra!

Uccisioni creative

- Immaginatevi di trovarvi in un duello contro qualcuno di nettamente più bravo di voi. Para ogni vostro colpo, riesce a sorprendervi costantemente, schiva le vostre cariche... cosa fare? Magari si è addirittura portato i rinforzi. Impossibile uscirne? Non proprio. Oltre alla già citata modalità vendetta, è anche possibile utilizzare l'ambiente circostante a proprio vantaggio come ad esempio spingere il nemico in un geyser, nel fuoco o negli spuntoni per danneggiarlo, buttarlo in un dirupo per ucciderlo all'istante o addirittura sferrare un colpo letale saltandogli sopra da un punto rialzato della mappa. Questo risulta particolarmente intrigante nelle modalità quattro contro quattro dove ci si trova spesso in aree piene di dirupi e trappole, e farsi furbi conviene anche per non farsi sopraffare dai nemici in gran quantità.

Personalizzazione notevole

- Ognuna delle 12 classi presenta un proprio sistema di livelli: non è il vostro account che sale di livello globalmente quindi, ma soltanto la classe utilizzata. Ognuna è "prestigiabile" numerose volte, e ci sono numerose abilità secondarie da sbloccare, utilizzabili poi in Dominio e nelle modalità Deathmatch per rafforzare gli alleati e sé stesso - mentre nei duelli 1v1 e 2v2 bisognerà arrangiarsi senza alcun potenziamento, livellando così gli scontri. Lo stesso vale per gli elementi come elmi, spade o armature, ognuno con statistiche differenti. Ma non c'è solo l'aspetto pratico: anche quello estetico offre una grande varietà con motivi, disegni, stemmi, ornamenti e rilievi applicabili a pressoché ogni parte dell'armatura. E per quanto si veda poco sotto l'armatura, potete modificare anche sesso, tatuaggi, barba e così via. Notevole.

Odio

Problemi gravi di connessione

- Nulla a che vedere con altri disastrosi lanci del passato, ma a livello di affidabilità della connessione per il momento non ci siamo. For Honor non usa un sistema di server dedicati (tranne che per il matchmaking e la connessione dei giocatori al sistema) ma si basa sul classico sistema ad host impiegato da molti altri giochi, e paga questa scelta con una qualità ballerina dell'esperienza quando il giocatore scelto per hostare la partita non ha una connessione valida. Il fatto che in caso di giocatori assenti vengono inseriti i bot dell'IA è molto comodo, ma più volte mi è capitato di essere letteralmente "separato" dagli altri per finire a giocare solo ed esclusivamente contro il computer, immagino a causa della caduta della connessione con l'host. Questi problemi per fortuna sono poco frequenti nelle modalità 1v1, 2v2, ma si fa veramente fatica a finire una sola partita quattro contro quattro senza che esca qualche errore, senza la disconnessione di uno o più giocatori e così via. Anche il matchmaking stesso a volte dà forfait e non si riesce a trovare nessuna partita, ma almeno qui basta riavviare il gioco e il problema è risolto. Insomma, armatevi di pazienza, e se volete giocare subito concentratevi sulle modalità di gioco con meno giocatori: lì le cose funzionano per lo più egregiamente.

Duelli altalenanti

- La qualità di For Honor, soprattutto nelle modalità dove ci sono duelli singoli, dipende molto dal tipo di avversari che si vanno ad incontrare. Ci si diverte molto quando si trova qualcuno a un livello simile al proprio, e ovviamente quando la partita è abbastanza facile si vince in due secondi, ma forse è un po' troppo facile abusare di alcune meccaniche di gioco. In primis, il gioco difensivo: a livello professionistico, puntare quasi tutto sulla difesa sembra essere la strategia migliore, e questo può rendere le partite un po' troppo lunghe. C'è anche il discorso delle uccisioni "ambientali": se è vero che la loro presenza dà un elemento tattico ulteriore, non c'è nulla di più snervante che perdere tanta (se non tutta) la salute per una caduta rovinosa o perché si è sfiorata una fiamma, buttando all'aria minuti di combattimento ragionato.

Campagna compitino

- Si sapeva che For Honor sarebbe stato un titolo prevalentemente multiplayer, e il fatto che Ubisoft abbia preferito non mostrare la campagna fino all'uscita del gioco è stato indicativo di ciò. La situazione non è disastrosa, ma c'è proprio l'impressione che le 6 orette circa di campagna non siano altro che un assaggio del multiplayer: la trama è ridotta all'osso e anche se ci sono alcune parti spettacolari che ci ricordano le guerre epiche di Ryse, quasi ogni livello è ambientato in zone dove normalmente si combatte in multiplayer, con gli obiettivi che sono praticamente gli stessi. Tra l'altro anche per giocare da soli alla campagna bisogna essere online. Insomma, qualora non vi fosse sufficientemente chiaro, sappiate che For Honor va comprato per il multigiocatore, non certo per la Campagna.

Tiriamo le somme

Puntare su un gioco come For Honor è sempre un rischio per un produttore come Ubisoft, ma i fatti gli stanno dando ragione: il gioco è riuscito a proporci un sistema di combattimento incredibilmente affascinante, tattico e profondo, con una grande personalizzabilità dei combattenti e modalità per tutti i gusti. Non guasta poi il fatto che il gioco sia uno spettacolo per gli occhi, anche se purtroppo la campagna non risulta particolarmente memorabile. Il gioco inciampa però su problemi di netcode piuttosto gravi e vistosi, rendendo praticamente impossibile iniziare una partita in otto senza che uno o più giocatori vengano disconnessi. In ogni caso non ho dubbi sul fatto che Ubisoft garantirà un ottimo supporto nel tempo, i problemi tenderanno a sparire e nuovi contenuti arriveranno col tempo, facendo rimanere il gioco nelle vostre console per mesi se non anni. Se le competizioni online sono il vostro pane e siete affascinati dai combattimenti all'arma bianca, questo è il gioco da avere.
8.3

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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