MondoXbox

Live your
passion!

MondoXbox

MondoXbox



Project Root

Recensione - Project RootXbox One DigitalGame

Quello degli shoot 'em up a scorrimento è un genere abbastanza fossilizzatosi negli anni. Livelli lineari, percorsi dei nemici predefiniti, movimenti limitati a una zona piuttosto ridotta; davvero pochi esponenti del genere hanno tentato di fare qualcosa di diverso. Project Root cerca di cambiare un po' le regole del gioco ampliando le possibilità con uno shmup ad area aperta :scopriamo insieme con quali risultati.

Il Gioco

Project Root è uno shmup tridimensionale con visuale dall'alto, come del resto capita in metà circa dei giochi del genere (l'altra metà ha visuale laterale). Si potrebbe facilmente confondere il look del gioco con tanti altri esponenti del genere: navicelle generiche, nemici in altrettanti veicoli terrestri e aerei che sparano proiettili di ogni tipo, scenari fatti di foreste, dighe, campi militari e molto altro... basta pensare al classico shoot 'em up 1942 e, astronavi a parte, siamo lì. Project Root però ha un'arma in più a sua disposizione: la struttura aperta.

Il titolo degli argentini OPQAM è a tutti gli effetti uno shoot 'em up open world; seppur la campagna sia basata su livelli separati, ciò che avviene dentro di essi è a discrezione del giocatore. Ci sono delle aree abbastanza grandi con degli obiettivi da seguire: distruggere determinati oggetti o nemici, disattivare scudi o attivare meccanismi, e così il giocatore viene spedito da una parte all'altra per completare in meno tempo possibile ogni compito, cercando anche di abbattere più nemici possibile e naturalmente sopravvivere.

La navicella è controllabile con la levetta analogica sinistra, mentre coi dorsali e coi grilletti possiamo sparare missili con destinazione aerea e terrestre a scelta. La libertà di movimento, a differenza di quasi tutti gli shmup, è totale: si può andare ovunque e girarsi a 360 gradi, dando vita ad un gameplay dove gestire la posizione dei propri nemici e degli obiettivi da raggiungere è assolutamente fondamentale per la sopravvivenza, anche perché il titolo non è affatto facile, nemmeno al livello di difficoltà più basso.

Ogni livello può essere affrontato in tre varianti di difficoltà, alle quali vengono assegnati dei punti utili per le classifiche. Ogni qualvolta si finisce una missione si ottengono punti XP, spendibili poi in una serie di aggiornamenti per la propria navicella - essenziali fin da subito poiché sopravvivere è davvero ostico. Ci sono solo 3 vite, e finirle riporta all'inizio della missione. Ci si può aiutare raccogliendo power-up, ma è meglio non farsi colpire molto perché la morte è sempre dietro l'angolo.

Oltre alla campagna, il titolo non presenta altre modalità né tantomeno una variante multiplayer. Se la trama può durare tanto è grazie soprattutto alla difficoltà, con missioni che possono durare addirittura un'ora; non essendoci checkpoint o salvataggi liberi, uscire o finire le vite rimanda il giocatore al punto di partenza del livello. Project Root non è stato localizzato in italiano ed è quindi interamente in inglese, ma vista la semplicità della trama e la linearità del gameplay, questo non dovrebbe causare troppi problemi a chi non è a suo agio con la lingua anglosassone.

Amore

Libertà!

- Project Root è uno dei pochi shmup sul mercato con struttura open world. Una mini-mappa e delle comode frecce indicano costantemente gli obiettivi delle missioni, ma come raggiungerli e in quale modo affrontare i nemici sta al giocatore. Visto questo gameplay aperto, è possibile trovarsi in mezzo a nemici che sparano da ogni direzione, pertanto ci si deve anche guardare le spalle, altra cosa che avviene in ben pochi shoot 'em up. Peccato che...

Odio

...Funziona solo sulla carta

- Se l'idea di uno shmup open world è decisamente piacevole e intrigante, la realizzazione è tutto fuorché soddisfacente, con tanti elementi di gameplay che non sembrano essere stati testati a dovere. I controlli sono piuttosto lenti seppur precisi, cosa che per un titolo frenetico come questo è un controsenso. La navicella è posizionata nella parte bassa dello schermo, pertanto i colpi in arrivo da dietro sono praticamente impossibili da percepire, causando morti inspiegabili e frustranti, e vista la difficoltà già parecchio alta la pazienza rischia di finire molto presto. Questa realizzazione approssimativa va a colpire anche il lato tecnico, che graficamente parlando è accettabile ma con dei menu banali e poco funzionali e anche diversi bug grafici.

Sadismo gratuito

- Project Root vuole essere un gioco difficile ed è giusto così, ma diverse scelte di design (come la possibilità di non potersi guardare alle spalle) lo rendono inutilmente frustrante in maniera costante, con già i primissimi livelli che diventano molto difficili da superare senza una buona dose di fortuna e una cautela esagerata. A questo aggiungiamo che ogni missione è incredibilmente lunga, con alcune che durano un'oretta circa - tutto questo da affrontare con 3 vite e senza salvataggi, senza checkpoint, senza niente. Ti mancano solo una manciata di nemici da sconfiggere e finisci le vite? Pazienza, dovrai rifare 50 e passa minuti di gioco. C'è da chiedersi come gli sviluppatori non si siano resi conti dell'assurdità di tutto ciò.

Generic is the new black

- Se l'idea alla base di Project Root è abbastanza fresca e originale, lo stesso non si può dire del look e dello stile. Ogni elemento grafico, ogni scenario, ogni nemico, ogni power-up sembra spudoratamente già visto da qualche altra parte, con design assolutamente generici e difficili da distinguere tra loro. Pur non essendo scadente a livello tecnico, il gioco non riesce pressoché mai a stupire realmente, mostrando solo look già visti che non ispirano nulla di positivo. Anche in questo aspetto si tratta purtroppo di un'occasione sprecata.

Tiriamo le somme

Project Root presenta una solida idea di base: proporre uno shoot 'em up classico ma con una struttura open world, dove possiamo completare le missioni come vogliamo. Peccato però che oltre all'idea di base si salvi ben poco: tanti glitch, pochi contenuti, tante scelte di design ingiustificabili (gravissima la mancanza di salvataggi o checkpoint in missioni che possono durare anche un'ora), un look generico e per niente ispirato e una difficoltà fin troppo elevata dettata soprattutto dal fatto che il gioco non è stato pensato bene fino in fondo. Project Root è un titolo che sulla carta avrebbe potuto essere qualcosa di speciale, ma la realtà dei fatti lo rende un gioco davvero difficile da consigliare persino agli appassionati più sfegatati degli shmup. Peccato.
4.0

Recensione realizzata grazie al supporto di OPQAM e Xbox.


c Commenti (5)


L'autore

autore

Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

c

Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
x Invio commenti disattivato per gli articoli più vecchi di tre mesi.
caricamento Caricamento commenti...