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Recensione - Dragon Ball: XenoverseXbox One Xbox 360Game

Dragon Ball: Xenoverse ha un compito importante: risollevare le sorti di una serie di videogiochi che non hanno reso giustizia al brand e far debuttare Goku e compagni sulle console di nuova generazione. Per questa delicata missione sono stati scelti gli sviluppatori di Dimps, creatori della acclamata serie Budokai. Saranno riusciti a far tornare Dragon Ball ai fasti di un tempo?

Il Gioco

Dragon Ball è sempre stata un serie speciale per me, e non credo di essere il solo. Da quando ho memoria le avventure di Goku e compagni mi hanno tenuto compagnia praticamente ogni giorno, e puntualmente appena tornato da scuola prendevo di prepotenza il telecomando e aspettavo con ansia il nuovo episodio. E così per anni e anni... complice anche la nota emittente televisiva che da sempre trasmette Dragon Ball continuando a riproporcelo ciclicamente. E non importa se ormai conosco a memoria ogni singolo episodio dell'anime e ogni pagina del manga, le emozioni della morte di Goku contro il fratello Radish, la trasformazione in Super Saiyan contro Freezer, il sacrificio di Majin Vegeta e mille altri momenti epici continuano ad emozionarmi come se fosse la prima volta che li vedo. Eppure quando si parla di videogiochi i titoli che davvero hanno saputo rendere giustizia a questa epica saga si contano veramente sulle dita di una mano... e tra questi rientrano quelli della serie Budokai.

Di videogiochi di Dragon Ball ne sono usciti veramente tanti, ma non è un segreto come la maggior parte sia ad un livello abbastanza mediocre... eppure i Budokai (insieme ai Budokai Tenkaichi di Spike) per me e molti altri giocatori rappresentano il punto più alto mai toccato dall'industria per quanto riguarda praticamente ogni aspetto: roster di personaggi praticamente sconfinato, fedeltà nella narrazione della trama e soprattutto un gameplay al tempo stesso facile da apprendere ma difficile da padroneggiare, e in grado di regalare enormi soddisfazioni una volta imparate le combo più complesse e spettacolari. Capite bene che quando arrivò l'annuncio che Dragon Ball: Xenoverse sarebbe stato sviluppato da Dimps, ovvero gli stessi ragazzi dietro i capitoli di Budokai, il mio hype schizzò a livelli stellari. Ricordo ancora inoltre quando ho assistito ad una dimostrazione a porte chiuse del gioco durante la scorsa Gamescom di Colonia, con lo sviluppatore che ci mostrava le caratteristiche del gioco vestito come Goku, e con il quale mi sono anche fatto una foto nella posa della fusione... veramente epico. Già allora la mia prima impressione fu abbastanza positiva, ma ora che finalmente ho messo le mani sul gioco completo non posso che confermare il mio giudizio... anche se non mancano alcune critiche. Ma procediamo con ordine.

Partirei subito con la principale novità di questo Dragon Ball: Xenoverse, ovvero la stessa che mi aveva lasciato maggiormente perplesso all'inizio ma che alla fine è riuscita a conquistarmi: la storia alternativa. Come già detto, la storia di Dragon Ball ormai la conoscono anche i sassi, e a meno che non abbiate vissuto in una caverna negli ultimi 30 anni penso che anche voi sappiate quantomeno la trama di base. Dimps ha voluto portare una ventata d'aria fresca creando una storia apposita per il gioco, cambiando così le carte in tavola. La trama vede Trunks entrare a far parte di una Pattuglia Temporale comandata dal Kaioshin del Tempo, e insieme ad altri agenti ha il compito di mantenere in sicurezza il flusso della storia evitando manomissioni e stravolgimenti... curioso che poi in Dragon Ball Z lui sia il primo a modificare il corso della storia viaggiando nel tempo durante la saga degli Androidi, ma questo è un altro discorso. La situazione degenera quando dei misteriosi individui iniziano ad interferire con i principali scontri di Goku e compagni, donando ai loro nemici dei poteri speciali che gli permettono di sconfiggere i nostri eroi e creare futuri alternativi dove il male regna incontrastato. La Pattuglia Temporale non riesce a stare dietro a tutti questi cambiamenti, così Trunks evoca il Drago Shenron esprimendo il desiderio di avere al suo fianco un guerriero abbastanza potente da risolvere la situazione. Neanche a dirlo, quel guerriero siamo noi.

Attraverso un editor abbastanza vario si inizia scegliendo una delle cinque classi disponibili: Terrestre, Saiyan, Majin, Namecciano e Clan di Freezer. Ad eccezione delle ultime due per le altre si può scegliere anche il sesso, e a seconda della tipologia di personaggio cambieranno anche le statistiche di base. Ad esempio i Namecciani puntano molto sulla difesa e in caso di pericolo possono rigenerare la salute, i Saiyan al contrario puntano tutto sull'attacco a discapito dei punti vita, mentre i Terrestri sono abbastanza equilibrati. Sempre in base a razza e sesso inoltre sarà possibile equipaggiare diversi abiti e abilità... esattamente come in un GDR. Classificare Dragon Ball: Xenoverse come un “semplice” picchiaduro sarebbe infatti un errore, e i punti in comune con un gioco di ruolo online sono molteplici. Completando le varie missioni il nostro guerriero accumula esperienza e sale di livello, ottenendo dei punti da spendere per aumentare le varie statistiche come Salute, Forza, Aura e simili, sbloccando inoltre nuove mosse e colpi speciali che è possibile apprendere anche scegliendo uno dei vari “Maestri” (ad esempio il Cannone Garlick si impara addestrandosi con Vegeta) che si possono incontrare a Toki Toki City.

Questa funge da grande hub centrale, ed esattamente come in un MMO si possono incontrare altri giocatori online, organizzando così delle vere e proprie squadre con cui affrontare le varie missioni principali e secondarie. Dragon Ball: Xenoverse è infatti ricco di attività parallele affrontabili sia da soli che accompagnati da personaggi controllati dall'intelligenza artificiale o da altri utenti online. Queste missioni si rivelano necessarie per accumulare esperienza e oggetti, anche perché la curva di difficoltà della storia principale è tarata leggermente verso l'alto, e in più di un'occasione sarà quasi obbligatorio fermarsi a “grindare” esperienza per avere delle statistiche adatte alle missioni più impegnative. Utilizzando lo Scouter durante i combattimenti inoltre si potranno individuare (oltre le caratteristiche del nemico) dei Materiali sparsi per lo scenario, utili per craftare oggetti da usare in battaglia come capsule curative o pillole per aumentare temporaneamente la potenza. Abbiamo parlato di missioni cooperative, ma come da tradizione inoltre non mancano gli scontri online contro altri giocatori, e anche qui si può scegliere se affrontarli in battaglie 1 VS 1 o in squadre.

A livello di gameplay, Dragon Ball: Xenoverse riprende uno dei concetti positivi visti nell'ultimo Battle of Z, ovvero le battaglie di squadra. L'idea di avere degli scontri non più 1 VS 1 ma anche 4 VS 4 era stata una delle (poche) idee davvero interessanti del gioco, e questo nuovo Xenoverse ne eredita le meccaniche, offrendo entusiasmanti battaglie coreografiche... ma che portano anche ad una serie di difetti che analizzerò nel dettaglio più avanti. Due dei tasti frontali ci permettono di eseguire attacchi leggeri e pesanti, offrendo una buona varietà di combinazioni possibili... certo non siamo ai livelli di complessità di un Budokai Tenkaichi, ma le varie combo disponibili alternate al nuovo sistema di difesa (che riprende quello visto nei vari titoli di Naruto con una apposita barra che regola quante volte possiamo effettuare schivate e teletrasporti alle spalle del nemico) e la varietà di mosse speciali e supreme rendono il gameplay di Dragon Ball: Xenoverse uno dei migliori visti negli ultimi anni. Analizziamo quindi nel dettaglio i pregi e difetti del gioco.

Amore

Uno, cento, mille personaggi

- Come già accennato, l'idea di creare un personaggio personalizzato e vedere l'intera saga di Dragon Ball da un punto di vista inedito è stata una delle cose che ho maggiormente apprezzato del gioco. Inoltre vedere Toki Toki City popolata da decine di personaggi tutti diversi e stravaganti è veramente piacevole, e si possono incontrare guerrieri dal design che non sfigurerebbe affatto all'interno dell'opera di Toriyama.

Il giusto mix di GDR e picchiaduro

- L'equilibrio trovato da Dimps nel creare un gioco che sia al tempo stesso un buon picchiaduro e un buon gioco di ruolo è sicuramente da apprezzare, ed è qualcosa che difficilmente si trova sul mercato. L'esperimento è stato quindi un successo dal mio punto di vista, anche se sicuramente c'è molto spazio per migliorare alcuni aspetti, ma credo che quasta sia la strada giusta per creare dei titoli di Dragon Ball (e non solo) più vari e innovativi rispetto a quanto siamo stati abituati.

Una trama appassionante e longeva

- La storia creata da Dimps magari non sarà originalissima, ma di sicuro riesce ad incuriosire e non annoiare il giocatore, mettendogli costantemente la curiosità di scoprire come sia stata modificata la storia che tutti conosciamo. Questa avventura inoltre vi terrà impegnati per circa 15 ore, anche se il tempo può variare a seconda di quante missioni secondarie vogliate affrontare.

Odio

Grinding selvaggio

- Personalmente da assiduo giocatore di giochi di ruolo sono abbastanza abituato al grinding, ovvero ripetere certe sezioni per accumulare esperienza e salire di livello prima di proseguire con la storia. Certo, di sicuro non è l'attività più divertente del mondo, per cui posso capire chi invece preferisca esperienze più dirette. In questo caso sappiate che Dragon Ball: Xenoverse purtroppo vi richiederà spesso di fermarvi e affrontare missioni secondarie per potenziare il vostro alter-ego, altrimenti avrete serie difficoltà con alcune parti della storia.

Comparto tecnico under 9000

- Dragon Ball: Xenoverse non è assolutamente brutto dal punto di vista tecnico... ma la sensazione che la sua natura cross-platform abbia “limitato” il suo potenziale è sempre presente. Il cel-shading sulle nuove console offre comunque modelli ben definiti ed effetti speciali di tutto rispetto, ma nulla che sinceramente credo fosse così impossibile anche sulla vecchia generazione. Gli scenari inoltre sono poco interattivi, con pochi elementi davvero distruttibili, mentre gli effetti dei colpi energetici sul terreno, oltre ad essere tutti uguali dopo pochi secondi scompaiono e tutto torna come prima. Un elemento che stona abbastanza con il caos e la distruzione che dovrebbero portare i feroci combattimenti di Dragon Ball. Buono invece il frame-rate, che anche quando ci sono diversi combattenti tutti insieme non ha mostrato particolari segni di cedimento.

La dannatissima telecamera

- Questo ormai è un difetto storico della serie, e purtroppo Dragon Ball: Xenoverse non ne è immune. Capisco che seguire i repentini scatti dei lottatori e la velocità dell'azione non sia facile, ma il flagello della telecamera che ogni tanto impazzisce e non offre una visuale ottimale è abbastanza fastidioso. Nonostante tramite un apposito tasto si possa centrare la visuale su un obiettivo, non sarà raro dover ricorrere alla telecamera manuale con la levetta destra.

Tiriamo le somme

Dragon Ball: Xenoverse si è rivelato un esperimento tutto sommato positivo. Dimps è risuscita a portare una ventata d'aria fresca al genere con un picchiaduro di buona fattura che introduce anche numerosi elementi da gioco di ruolo. Alcuni elementi del gameplay e alcuni difetti sono ancora da sistemare, ma di sicuro si tratta di un'ottima base da cui partire per creare il gioco di Dragon Ball definitivo... possibilmente solo su next-gen, così avremo anche un miglioramento del comparto tecnico, che ancora non riesce a convincere del tutto. A meno che non abbiate motivi personali per odiare Dragon Ball consiglio quindi l'acquisto a tutti, anche solo per vivere la saga con un personaggio personalizzato e vedere gli eventi da un punto di vista inedito.
8.0

Recensione realizzata grazie al supporto di Bandai Namco e Xbox.


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L'autore

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I videogame lo intrigano fin da piccolo nonostante il disappunto della nazi-mamma, che alla fine è costretta a cedere e sopporta anche la sua mania per i Comics, i Manga e il collezionismo di Limited Edition. Spera di farsi strada nel mondo del giornalismo videoludico iniziando nel dicembre 2011 a collaborare per MX, inoltre studia psicologia per cercare di capire il comportamento dei fanboy.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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