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Strider

Recensione - StriderXbox One Xbox 360 DigitalGame

Era il 1989 quando Strider arrivò nei cabinati Arcade di tutto il mondo, ottenendo in poco tempo un grandissimo successo con il suo gameplay action velocissimo e un comparto tecnico impressionante per l'epoca, erigendo inoltre il protagonista Hiryu tra le icone maggiormente riconoscibili del mercato videoludico. A distanza di 25 anni Capcom affida il reboot del gioco a Double Helix Games: vediamo quindi come se la sono cavata con Strider.

Il Gioco

La trama del gioco è rimasta sostanzialmente invariata rispetto all'originale: Hiryu è uno Strider, ovvero un guerriero d'elitè forgiato da addestramenti durissimi che gli hanno conferito forza e agilità superiori al normale, e dovrà usare le sue abilità per combattere l'esercito del Grand Master Meio, un tiranno che ha ridotto in schiavitù la popolazione mondiale. Ad accompagnarlo nella sua impresa Hiryu ha la Cypher, ovvero una spada con una lama di plasma, e diversi altri gadget e poteri che si sbloccheranno nel corso dell'avventura, come ad esempio un falco infuocato che attaccherà i nemici, dei droni che spareranno automaticamente contro gli avversari vicini e i fidati Kunai per gli attacchi a distanza.

Questi potenziamenti non solo permettono a Hiryu di diventare una macchina di morte sempre più inarrestabile, ma sono fondamentali per accedere a determinate aree dello scenario: Double Helix ha infatti in parte rivoluzionato lo spirito originale di Strider, aggiungendo alla base di action/platform in 2D una componente “metroidvania”, ovvero un forte backtracking in cui si potranno trovare diversi extra solo in zone che inizialmente non potevano essere raggiunte. Se si vogliono ottenere tutti gli extra e potenziamenti opzionali (come quelli che aumentano la barra della vita e dell'energia) sarà necessario quindi esplorare per bene ogni angolo della mappa e tornare una volta acquisiti i gadget richiesti.

Il level design da questo punto di vista è stato veramente ben curato, e ogni area di Kazakh City risulta piena di aree segrete tra cui districarsi sfruttando che le abilità acrobatiche di Hiryu, tra cui gli utilissimi rampini che si attivano automaticamente saltando verso una superficie permettendo al nostro ninja di appendersi da ogni angolazione. Inoltre tra i vari bonus che si possono raccogliere (oltre ai classici bozzetti, immagini e informazioni) ci sono delle vere e proprie modalità di gioco alternative, come sopravvivenza contro orde di nemici e gare di velocità.

Il gameplay come da tradizione risulta velocissimo e adrenalinico, e vedere Hiryu avanzare agilmente per lo scenario tra acrobazie e fendenti che affettano i nemici risulta decisamente appagante. Purtroppo però il livello di difficoltà è stato tarato verso il basso (probabilmente per rendere il gioco più accessibile per tutti), e il livello di sfida che offriva lo Strider originale è solo un ricordo. I nemici base non rappresentano quasi mai un problema anche a difficoltà Hardcore, e basterà premere ripetutamente il pulsante di attacco per uscire indenni dalla maggior parte delle situazioni. Discorso diverso invece per i boss, dove invece è richiesto un minimo di impegno e capacità di memorizzare i vari pattern di attacco se non si vuole finire K.O.

La sola avventura principale vi occuperà per circa 4-5 ore, mentre se vi dedicate alla ricerca di tutti i collezionabili, potenziamenti e modalità extra Strider vi terrà compagnia per oltre 8-10 ore.

Amore

Il ritorno di Hiryu

- Come detto all'inizio della recensione Strider è stato uno dei giochi simbolo degli anni '90, e il suo protagonista si è guadagnato un posto nel cuore degli amanti del genere action. Purtroppo i titoli a lui dedicati sono stati pochi, e dopo Strider 2 uscito nel 1999 le sue uniche apparizioni sono state come cameo o personaggio bonus di altri videogiochi, ultimo dei quali Ultimate Marvel VS Capcom 3: vedere finalmente un nuovo gioco interamente dedicato a lui è stata una gradita sorpresa.

La forza e l'agilità di uno Strider

- Il gameplay rispecchia molto l'originale risultando quindi frenetico e veloce, e grazie ai 60 frame per secondo delle versioni next-gen il gioco risulta sempre fluido anche durante le acrobazie più complesse, inoltre la sensazione di potere assoluto mentre si affettano senza problemi orde di nemici è sempre presente.

Boss fight

- Gli scontri con i boss sono i momenti in cui il gamplay di Strider dà il meglio di sé, costringendoci a sfruttare tutte le caratteristiche e abilità apprese per uscire indenni dalle battaglie. Inoltre i boss sono tutti ben caratterizzati sia nei pattern di attaccho che a livello artistico, cosa che purtroppo non si può dire dei nemici base, che risultano invece poco dettagliati e tutti molto simili tra loro.

Odio

Difficoltà altalenante

- Le boss fight, come appena detto, rappresentano i momenti più interessanti del gioco, tuttavia alcuni scontri si rivelano piuttosto ostici le prime volte, impennando all'improvviso la difficoltà generale che invece nel resto dell'avventura è decisamente bassa, e passare da nemici che si affettano senza problemi e boss impegnativi può essere spiazzante.

Palette cromatica inesistente

- Dal punto di vista del design artistico Strider non convince del tutto: gli scenari si presentano con colori spenti e ripetitivi, che se da un lato rendono bene l'idea di un futuro tetro e oppresso dall'altra alla lunga stancano e danno l'impressione di trovarsi sempre di fronte allo stesso stage con qualche piccola variazione.

E stai zitto un attimo!

- Strider ha l'audio in inglese (con un buon doppiaggio) e i sottotitoli in italiano, peccato che ogni volta che un personaggio parli la scritta del sottotitolo appaia su uno sfondo colorato piuttosto grande e invasivo, tanto che a volte copre l'azione se ad esempio ci troviamo in una zona bassa dello scenario in corrispondenza delle scritte. Tra l'altro spesso i nemici ripetono sempre le stesse battute a ripetizione, per cui oltre al fastidio di sentire le stesse cose c'è anche l'impiccio delle scritte invasive: più di una volta sono stato in difficoltà contro un boss perchè lui diceva le sue frasi spaccone e lo sfondo dei sottotitoli mi ostruiva la visuale facendomi sbagliare le schivate.

Tiriamo le somme

I tempi sono cambiati e trasportare semplicemente lo Strider originale in versione HD non sarebbe servito a molto, ma Double Helix è riuscita a “modernizzare” lo stile di gioco mantenendo comunque diversi rimandi all'opera principale, con un compromesso che può accontentare sia i nuovi giocatori sia i fan di vecchia data, tuttavia questi ultimi potrebbero trovare fastidioso l'eccessivo abbassamento della difficoltà, anche se alcune boss fight richiedono comunque un certo impegno. Hiryu è tornato, e se non sapete chi è o non avete mai avuto modo di capire il perchè sia così famoso questa è la buona occasione per rivivere le avventure di un'icona degli ultimi 25 anni.
8.0

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L'autore

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I videogame lo intrigano fin da piccolo nonostante il disappunto della nazi-mamma, che alla fine è costretta a cedere e sopporta anche la sua mania per i Comics, i Manga e il collezionismo di Limited Edition. Spera di farsi strada nel mondo del giornalismo videoludico iniziando nel dicembre 2011 a collaborare per MX, inoltre studia psicologia per cercare di capire il comportamento dei fanboy.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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