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Transformers: La Caduta di Cybertron
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Recensione - Transformers: La Caduta di CybertronXbox 360Game

Resi nuovamente popolari dalla trilogia cinematografica firmata Michael Bay, i Transformers si sono ritagliati un loro spazio anche nel mondo videoludico grazie a vari titoli dalle fortune alterne che hanno invaso il mercato dal 2007 ad oggi. A distanza di due anni dall’uscita di Transformers: La Battaglia per Cybertron, lo studio californiano High Moon torna alla carica con Transformers: La Caduta di Cybertron, titolo che riprende la trama del capitolo precedente e racconta l’ennesima battaglia tra Autobot e Decepticon: scopriamo insieme se ci troviamo di fronte ad un gioco in grado di farsi spazio nell’affollato mondo degli sparatutto in terza persona.

Il Gioco

Collocato temporalmente prima delle vicende narrate nella popolare trilogia cinematografica, Transformers: La Caduta di Cybertron riprende la trama lasciata incompiuta alla fine di Transformers: La Battaglia per Cybertron, uscito nel 2010 e prodotto dagli stessi High Moon Studios, in cui Autobot e Decepticon si affrontavano per il predominio del proprio pianeta natale, Cybertron. In Transformers: La Caduta di Cybertron, a seguito della terribile battaglia tra le due fazioni, il pianeta veleggia verso la distruzione totale e costringe gli Autobot a mettersi in viaggio nello spazio alla ricerca di un altro posto in cui vivere. I Decepticon però sono ancora vivi e non hanno intenzione di lasciare che i loro acerrimi nemici fuggano senza lottare: da questo spunto parte un’interessante trama raccontata attraverso tredici capitoli giocabili, in ognuno dei quali ci troviamo a comandare un Transformer diverso, Decepticon inclusi.

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Il gioco, esattamente come il precedente capitolo, è uno sparatutto in terza persona dall’impostazione piuttosto classica, con l’aggiunta di qualche variante interessante come la possibilità di trasformarsi in qualsiasi momento in mezzi di vario genere (sia terrestri che volanti) e di migliorare la qualità delle proprie armi attraverso degli appositi negozi, nei quali è possibile comprare upgrade di vario tipo spendendo i punti esperienza guadagnati nel corso del gioco. Il funzionamento dell’energia vitale somiglia in qualche modo a quello visto nella saga di Halo, visto che ogni robot dispone di uno scudo auto-rigenerante e di una seconda barra di energia che viene intaccata solo dopo che lo scudo è stato totalmente neutralizzato. Ogni robot è poi dotato di un’unica e speciale abilità di combattimento, come ad esempio la possibilità di diventare invisibili per qualche secondo, di utilizzare un rampino per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili o di liberare mini-robot in grado di compiere svariate funzioni.

Per quanto riguarda le modalità di gioco, accanto alla Campagna principale è presente la non troppo originale Escalation, in cui affrontare ondate di nemici con la difficoltà e il numero dei nemici che crescono gradualmente, e l’immancabile multiplayer online in cui cimentarsi in Deathmatch a squadre, Cattura la Bandiera, Cacciatore di Teste (dove bisogna uccidere chi porta lo Spark, in modo da raccoglierlo e conservarlo il maggior tempo possibile) e Conquista (la classica modalità in cui conquistare e difendere determinati punti della mappa). La modalità multigiocatore offre inoltre la possibilità di personalizzare il proprio alter-ego virtuale, sia nell’aspetto che nelle armi e nelle abilità, tramite un sistema di crescita e sbloccaggio dei vari extra ottenibili con l’acquisizione di punti esperienza.

Amore

Realizzazione tecnica

- Spesso i giochi tratti da film o brand famosi si contraddistinguono per una realizzazione tecnica pietosa, chiara prova del fatto che gli sviluppatori di questo tipo di titoli spesso non si preoccupano di realizzare un buon gioco a livello tecnico, ma solo di sfruttare il marchio per vendere il maggior numero di copie possibili. Per Transformers: La Caduta di Cybertron però non è così: ogni singolo robot è realizzato con una dovizia di particolari impressionante, e considerando il loro numero e quanto essi siano diversi l’uno dall’altro è davvero straordinario quanto High Moon Studios sia riuscito a fare nella realizzazione di ciascuno di essi, sia in-game che nelle cut-scene. Anche le ambientazioni, seppur non sconvolgenti per originalità, sono estremamente ricche di particolari e con pochi difetti grafici. Ottimo anche il lavoro fatto nelle animazioni, comprese quelle in cui i robot si trasformano in veicoli e viceversa, e negli effetti grafici provocati da ogni singola arma presente nel gioco. Insomma, da questo punto di vista il lavoro dello studio californiano è davvero da encomiare.

Ad ognuno il suo transformer

- Uno degli aspetti che ho maggiormente apprezzato in Transformers: La Caduta di Cybertron è certamente la possibilità di utilizzare un Transformer diverso in ognuno dei 13 capitoli. Come detto precedentemente, ogni robot si distingue dagli altri grazie alla speciale abilità di combattimento di cui ognuno è dotato e alla possibilità di trasformarsi in un mezzo sempre diverso. Ciò aggiunge una differente variante di gioco in ognuna delle missioni, contribuendo a diversificare un gameplay che altrimenti potrebbe risultare fin troppo lineare per tutta la durata del gioco. Apprezzabile anche il fatto di poter utilizzare i Decepticon in alcune momenti della trama: non capita in tutti i giochi di poter prendere il comando di coloro che fino a poco prima erano i nostri nemici giurati, ma joypad alla mano questa scelta di High Moon Studios sembra decisamente azzeccata.

Le piccole cose che fanno la differenza

- In Transformers: La Caduta di Cybertron, a differenza di altri sparatutto in terza persona come ad esempio Gears of War, non è possibile appoggiarsi e sporgersi dai ripari sparsi per i campi di combattimento. Tuttavia, High Moon Studios ha inserito una piccola ma decisiva caratteristica nel gameplay che non fa rimpiangere per niente la possibilità di ripararsi: semplicemente premendo il tasto B, il nostro robot sposterà infatti l’arma in uso dal braccio sinistro a quello destro e viceversa. Seppur all’inizio possa sembrare una caratteristica quasi inutile, nel corso del gioco ci si accorge di quanto questa piccola funzionalità sia in realtà vantaggiosa: se ad esempio l’arma primaria fosse sempre impugnata dal braccio destro, non sarebbe possibile sporgersi a sinistra di un riparo senza sottoporsi al fuoco nemico prima di trovare l’angolo di tiro necessario a sparare con la mano destra. Ma grazie a questa piccola funzionalità, basta premere B per spostare l’arma a sinistra e potersi sporgere quel tanto che basta per sparare rimanendo sempre (parzialmente) al riparo. Come detto non si tratta di una rivoluzione storica del gameplay, ma di una piccola trovata che fa comodo in numerose situazioni.

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Odio

Qualche problema con i checkpoint

- Il sistema di salvataggio durante la Campagna è basato sui classici checkpoint, ovvero salvataggi automatici in determinati momenti della missione. Durante le mie partite ho però incontrato qualche bug in in questo ambito: in due o tre occasioni mi è capitato ad esempio di morire sotto i colpi di nemici, di selezionare la voce Riprova ma di riprendere il gioco alla fine della sezione nella quale avevo perso la vita in precedenza, saltando in pratica l’intero combattimento che mi era stato fatale. In un altro paio di occasioni mi è invece capitato di sconfiggere tutti i nemici, di assistere all’inizio di una cut-scene per poi vedermi comparire nel bel mezzo del filmato la schermata di Game Over: l’unico modo per superare il problema è stato quello di ripetere l’intera sezione di gioco, ricaricando il checkpoint precedente. Ovviamente non si tratta di problemi gravissimi, né sono così frequenti da rovinare l’esperienza di gioco, ma se si vuole puntare davvero in alto è necessario riporre grande attenzione anche in piccoli dettagli come questi.

Niente co-op?

- In Transformers: La Battaglia per Cybertron era presente una riuscita modalità cooperativa attraverso la quale potevamo affrontare l’intera Campagna in compagnia di qualche amico. Senza un'apparente ragione, questa caratteristica è stata del tutto tagliata nell’ultima produzione di High Moon Studios: difficile capire il motivo, anche perché nel corso della trama principale il Transformer da noi comandato è spesso affiancato da qualche altro robot, il che significa che non sarebbe stato così complicato adattare il gioco in singolo in modo da offrire anche la possibilità di sfruttare la co-op. Pur non trattandosi di una mancanza fondamentale (molti giochi del genere non offrono alcuna modalità cooperativa), considerando che nel capitolo precedente questa funzionalità era presente sarebbe stato quanto meno lecito aspettarsi di rivederla anche in Transformers: La Caduta di Cybertron.

Tiriamo le somme

Transformers: La Caduta di Cybertron mi ha davvero colto di sorpresa: mi aspettavo l’ennesimo mediocre gioco su licenza pronto a sfruttare un brand popolare ed apprezzato come quello dei Transformers, mentre invece mi sono ritrovato di fronte ad un titolo davvero ben realizzato in ogni suo aspetto. Pur non raggiungendo le vette di epicità dei capostipiti di questo genere, l’ultima produzione di High Moon Studios può contare su un solido e variegato gameplay e una realizzazione tecnica di tutto rispetto, sminuiti soltanto in minima parte da alcuni difetti e mancanze che, in fin dei conti, non rovinano per niente l’esperienza di gioco. Che siate fan o meno di Bumblebee e compagnia, Transformers: La Caduta di Cybertron merita almeno un giro di prova da parte di ogni videogiocatore che si rispetti: non sarà un capolavoro assoluto, ma non si può negare che sia uno dei giochi più divertenti degli ultimi mesi.
8.2

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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