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Resident Evil: Operation Raccoon City
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Recensione - Resident Evil: Operation Raccoon CityXbox 360Game

Dal 1996, anno di uscita del primo Resident Evil, a oggi, sono passati ben 16 anni; da allora sono cambiati personaggi, temi e luoghi della serie Capcom, che è arrivata anche a contare diverse incursioni cinematografiche. Con Resident Evil: Operation Raccoon City, l'editore giapponese prova ora ad espandere il franchise anche in direzioni più action ed orientate all'interazione online: eccovi il nostro parere sul gioco.

Il Gioco

Resident Evil: Operation Raccoon City è il nuovo prodotto di Capcom e Slant Six Games che va ad approfondire e arricchire la saga di Resident Evil tornando indietro nel 1998, al tempo degli eventi occorsi a Raccoon City, teatro della prima epidemia del G-Virus. La narrazione si svolge durante gli eventi di Resident Evil 2 e Resident Evil 3 e ne tocca i luoghi più celebri guardando l'azione da una prospettiva diversa. La missione della squadra di cui facciamo parte è quella di cancellare le prove del collegamento tra la Umbrella e l'infezione che ha sterminato la popolazione di Raccoon City. Durante la nostra avventura non mancano quindi incontri con facce note come Leon Kennedy, Claire Redfield, Nicholai o Ada Wong; entro certi limiti è anche possibile interferire con la loro storia, in particolare ci vengono date un paio di occasioni per mettere seriamente i bastoni tra le ruote a Leon e Claire. Anche il bestiario che incontriamo è quello che ci ha accompagnato nei primi capitoli della serie: oltre agli immancabili Zombie, abbiamo a che fare con Lickers e Hunters, fino ad arrivare a Nemesis (protagonista di un DLC apposito). La svolta più importante rispetto al passato è la trasformazione delle meccaniche in quelle di uno sparatutto in terza persona puro. Se già Resident Evil 4 e 5 rappresentavano significativi passi verso quel genere, con Resident Evil: Operation Raccoon City la metamorfosi è completa anche se comunque si tratta di uno spin-off e non di un titolo della serie principale. Il gioco è inoltre fortemente basato sulla componente co-op, ispirandosi di fatto a Left 4 Dead, tanto che non esiste una vera e propria modalità a giocatore singolo ma una “partita privata” con bot come compagni di team.

La campagna è affrontabile con una squadra di altri 3 amici/bot e ognuno può contare su una classe differente con proprie caratteristiche. Le classi disponibili sono in tutto 6, ciascuna rappresentata dal suo personaggio: Beltway (Demolizioni), Four Eyes (Scienziato), Bertha (Medico), Vector (Ricognizione), Spectre (Sorveglianza), Lupo (Assalto). Queste non sono personalizzabili nell'aspetto (se non dopo aver acquistato appositi DLC), e si sviluppano in maniera piuttosto libera, grazie all'impiego dei punti esperienza guadagnabili tanto offline che online. Il gameplay è caratterizzato principalmente da elementi vecchia scuola, come la salute che non si rigenera (è possibile curarsi tramite le care erbe verdi, o richiedendo l'aiuto del compagno medico), ma integra anche un intuitivo sistema di coperture "alla Gears of War”, con la differenza che per appoggiarsi ai muri basta premere la freccia direzionale verso la copertura prescelta. La campagna è disseminata di piccoli oggetti collezionabili che, portati in appositi terminali, vengono convertiti in punti esperienza e sbloccano gli artwork nel menu principale.

Le modalità di Resident Evil: Operation Raccoon City però non finiscono qui. In aggiunta alla già citata co-op a quattro giocatori, è presente una corposa sezione in multiplayer competitivo con alcune modalità interessanti. Oltre al classico deathmatch e a una sorta di cattura la bandiera, abbiamo una modalità chiamata Eroi in cui il giocatore impersonerà i più famosi personaggi della saga, impegnati contro le forze della Umbrella, e la modalità Sopravvissuti il cui obiettivo è quello di raggiungere un elicottero entro 7 minuti per evacuare la città. Sull'elicottero però non ci sarà spazio per tutti, perciò solo i più veloci potranno portare a termine la missione e salvarsi.

Amore

Il ritorno a Raccoon City

- La cosa più bella di Resident Evil: Operation Raccoon City è sicuramente la scelta di tornare all'ambientazione di Raccoon City. Durante lo svolgimento dell'azione, il giocatore ritrova tutti i luoghi cari dei primi giochi, nemici compresi: dalla stazione di polizia al Municipio, dall'ospedale ai laboratori della Umbrella. Sebbene questo sia ufficialmente uno spin-off, a mio parere può rientrare a pieno titolo tra i veri Resident Evil, quelli che proseguono con il tema dell'infezione e lasciano gli alieni nel dimenticatoio dei cliché cinematografico/videoludici.

La modalità co-op

- Essendo un titolo principalmente incentrato sul multiplayer, la modalità co-op non può che essere un punto di forza di Resident Evil: Operation Raccoon City. L'unica nota stonata in questo aspetto è l'assenza di uno split-screen, che ci obbliga a puntare obbligatoriamente sull'online. Complessivamente comunque l'esperienza risulta divertente, con un'ottima differenziazione delle classi e degli stili di gioco.

Odio

Grafica e sonoro

- Tecnicamente Resident Evil: Operation Raccoon City sembra venire da una diversa generazione di console. L'esempio e il metro di paragone più vicino è Duke Nukem Forever. Oltre alle ambientazioni molto buie, che comunque sono parte dell'atmosfera che il gioco dovrebbe avere, il dettaglio delle textures è veramente povero. Inoltre abbonda l'aliasing e sembra che non sia stato fatto nessun lavoro di pulizia e di post-processing dell'immagine. Anche il comparto sonoro è al limite dell'irritante: gli effetti sonori delle armi sembrano provenire direttamente dal primo Resident Evil, i doppiatori non riescono a imprimere carisma ai personaggi e le musichette che dovrebbero accompagnare il giocatore nei tempi morti sono corte e snervanti.

Longevità

- Per completare il gioco occorrono 6 ore scarse. Davvero troppo poco.

Gameplay troppo antiquato e arcade

- Negli ultimi anni non credo di aver mai visto un gioco in cui occorressero due/tre colpi in testa per uccidere un avversario umano senza particolari armature o protezioni. In Resident Evil: Operation Raccoon City invece è la normalità. Purtroppo a volte la situazione diventa frustrante, perchè ci si butta in lunghi e monotoni combattimenti dall'esito scontato.

Niente tensione

- Una grave mancanza di Resident Evil: Operation Raccoon City è sicuramente l'elemento di angoscia/tensione che dovrebbe essere uno dei pilastri di un gioco di questa serie. Invece il rapido susseguirsi di combattimenti copia/incolla non permette al giocatore di calarsi nell'atmosfera. Anche se l'elemento survival-horror è stato accantonato, poteva essere fatto un minimo sforzo a livello narrativo per cercare di mantenere alto il livello di tensione. Purtroppo non è così.

Stupidità artificiale

- L'IA del gioco è pressoché assente: i nemici escono dalle coperture con estrema facilità e rimangono imbambolati a prendere colpi dal giocatore e dalla sua squadra. I nostri compagni di team invece, oltre a comportarsi nello stesso modo dei nemici, spesso rimangono indietro nell'azione oppure impallano la visuale mettendosi nella traiettoria dei nostri proiettili.

Tiriamo le somme

Slant Six Games e Capcom hanno provato a riportare a Raccoon City i fan di lunga data di Resident Evil, ma ci sono riusciti in modo maldestro, grossolano e rivedibile. I tanti difetti di Resident Evil: Operation Raccoon City purtroppo ne superano i pochi pregi.
4.5

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L'autore

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Quando gli hanno chiesto di comporre una Bio, ha pensato subito alla natura e all’ambiente. Una volta rinsavito, ci ha raccontato di essere un appassionato di Basket e Calcio, videogiocatore accanito, predilige RPG, FPS e TPS. In generale però non si tira indietro di fronte a nulla. A tempo perso è anche speaker in una Web Radio.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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