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The Cursed Crusade
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Recensione - The Cursed CrusadeXbox 360Game

Le Crociate in Terra Santa hanno da sempre affascinato il mondo dei media: dal grande schermo alla narrativa fino ad arrivare al mondo dei videogiochi, queste campagne belliche condotte nei secoli passati sono state riproposte attraverso differenti chiavi di lettura. Anche gli sviluppatori francesi di Kylotonn Entertainment hanno voluto cimentarsi nella loro interpretazione videoludica delle Crociate: eccovi la nostra recensione di The Cursed Crusade.

Il Gioco

The Cursed Crusade è un action game ambientato durante la Quarta Crociata in Terra Santa, indetta da Papa Innocenzo III a cavallo tra il XII e il XIII secolo: l’ambientazione e il riferimento storico-iconografico di quest’epoca offrono a Kylotonn Entertainment, sviluppatore del gioco, lo spunto per riproporre uno scenario ricco di elementi affascinanti nel quale gli scontri all’arma bianca si fondono con alcune digressioni in stile fantasy, come la possibilità di immergersi in demoniache dimensioni parallele in cui combattere. Il nostro alter-ego, Denz de Bayle, è un giovane nobile di origine francese unitosi alla Crociata per porre luce sul destino del padre, mai più di ritorno dopo la sua ultima missione in Terra Santa. Nella nostra avventura non saremo soli, bensì accompagnati da Esteban Noviembre, un mercenario spagnolo tanto combattivo quanto ironico: l’eleganza e la maestria nel combattimento sfoggiate da Denz, nonché il suo senso di giustizia, faranno pertanto da contraltare al cinismo di Esteban dando origine ad una coppia di opposti che non tarderanno però ad attrarsi aiutandosi a vicenda. Tale dualismo è difatti ben sottolineato dalle diverse scene di intermezzo che disseminano l’azione di gioco, che sulla carta hanno lo scopo a rendere più coinvolgente l’atmosfera nella quale prendono vita le diverse peripezie del duo.

In termini di struttura di gioco, The Cursed Crusade si affida alla progressione lineare dei diversi livelli, suddivisi in cinque capitoli, che caratterizzano il dipanarsi dell’avventura e garantiscono una buona longevità a quest’ultima: per ogni livello dovremo farci strada mettendo a tappeto gli svariati nemici che ci si pareranno di fronte passando da un punto all’altro delle diverse, storiche location. Il progredire degli eventi non ammette pertanto particolari digressioni strutturali così come anche il gameplay, basato ovviamente sui combattimenti all’arma bianca, si impronta essenzialmente sui canoni classici del genere hack'n'slash. Da questo punto di vista, The Cursed Crusade offre una notevole quantità di armi a una o due mani, alla quale corrispondono diversi stili di combattimento per altrettanti approcci bellici: le varie combinazioni di armi (spade, asce, mazze, lance, scudi, balestre e via dicendo) si uniscono ai due tipi di attacco (debole e veloce o potente e lento) dando vita ad un ventaglio di interazioni quantitativamente consistente, soprattutto considerando la possibilità di accoppiare liberamente l'uso delle armi suddette. Va in ogni caso sottolineata l’inesistenza del classico inventario da cui poter equipaggiare le varie armi: queste ultime andranno pertanto esclusivamente raccolte da terra strada facendo ed utilizzate di volta in volta senza possibilità di preservarle, perlomeno fino alla loro rottura. Il gioco prevede infatti che tutte le armi siano sottoposte ad usura: una volta inutilizzabili sarà nostra premura fare di necessità virtù sostituendole con quelle abbandonate dai nemici. Anche le caratteristiche di questi ultimi forniscono spunti per un diverso approccio al combattimento: si va dalla necessità di indebolire le difese dei più corazzati fino all’occorrenza dell’essere celeri per non farsi trovare impreparati dai più agili. Nei momenti di equilibrio nello scontro (per esempio quando le due lame incocciano a mezz’aria) si verificano i classici Quick Time Event, nei quali sarà necessario premere il tasto corretto entro un determinato lasso di tempo per far volgere la situazione a proprio favore. Immancabili ovviamente le cosiddette mosse finisher, brutali e cruente, attraverso le quali porre fine all’esistenza dei nemici.

Come accennato in apertura, nel titolo di Kylotonn Entertainment non mancano alcuni spunti fantasy che mirano ad arricchire il gameplay: la maledizione dei Templari (che del resto dà il titolo al gioco) abbattutasi su Denz ed Esteban farà sì che essi possano calarsi per alcuni istanti all’interno di una dimensione demoniaca nella quale sfoggiare qualità e poteri sovrumani: anche alcuni dei boss nemici potranno però avvalersi di questa maledizione, così da rendere quest’ultima un’arma a doppio taglio. Tale opportunità diverrà comunque utile per fronteggiare orde di nemici altrimenti numericamente non gestibili, sempre facendo attenzione a non esagerarne con l’utilizzo pena la possibile morte subitanea. La maledizione servirà inoltre per scovare passaggi nascosti e per incendiare gli oggetti lignei. The Cursed Crusade non disegna di proporre anche qualche spunto tipico del genere GdR: la personalizzazione del personaggio consiste nella possibilità di interagire con le sette statistiche che lo contraddistinguono (forza, maledizione, maestria nell’uso delle armi, armatura e costituzione) e con gli stili di combattimento a seconda dell’arma impugnata (sbloccando le diverse combo abbinate). Grazie alla presenza di una coppia di protagonisti, il titolo di Kylotonn Entertainment ci permette infine di giocare in compagnia di un amico in modalità cooperativa online oppure offline in split-screen: The Cursed Crusade è inoltre doppiato in lingua inglese e localizzato in Italiano per quanto riguarda i testi a schermo e i sottotitoli.

Amore

Armi bianche per tutti

- L’unico elemento sul quale The Cursed Crusade non risulta carente è certamente quello che riguarda la quantità di armi disponibili fin dall’inizio dell’avventura: partendo da spade di ogni foggia e tipologia, passando per mazze, asce e alabarde fino ad arrivare a balestre e scudi, il titolo di Kylotonn Entertainment non lesina certo nel metterci tra le mani un numero di armi davvero cospicuo, senza considerare l’opportunità di impugnare un’arma per ognuna delle due mani (e pertanto con possibilità di accoppiamento davvero variegate). Alla quantità di armi corrispondono fortunatamente anche altrettante combo da mettere in atto sul campo di battaglia, non prima però di averle apprese investendo tra una missione e l’altra i punti esperienza guadagnati. Chi dunque non teme lo sforzo mnemonico necessario per memorizzare le diverse sequenze di tasti potrà trovare pane per i propri denti, togliendosi qualche soddisfazione nel momento in cui vedrà Denz effettuare delle combo devastanti.

Odio

La noia del combattimento

- Il maggior difetto del gioco risiede purtroppo in quello che dovrebbe sempre rappresentare l’essenza di un videogioco, cioè il gameplay. In un hack’n’slash degno di tal nome il gameplay è giocoforza imperniato sul combat-system, che deve pertanto dimostrarsi solido, vario ed appagante: in The Cursed Crusade il sistema di combattimento diviene invece ben presto ripetitivo, obsoleto e frustrante. Basandosi semplicemente sulla parata del fendente avversario e sul colpo di stordimento nei suoi confronti, il combat-system si dimostra superficiale già dopo poche ore di gioco: in buona sostanza mi sono trovato a portare avanti l’avventura eseguendo sempre lo stesso approccio al combattimento, per via dell’effettiva inesistenza di altre opportunità percorribili. Se a ciò si aggiunge l’estrema linearità dei livelli di gioco (sconfiggi i nemici – avanza – sconfiggi i nemici), spezzata soltanto in rari frangenti da azioni diversive come l’avanzata sotto le frecce nemiche o l’utilizzo di qualche arma di lunga gittata, si capisce come l’esperienza di gioco offerta da The Cursed Crusade divenga presto frustrante e anonima.

La lentezza del Templare

- The Cursed Crusade non brilla inoltre per immediatezza: la macchinosità con la quale i comandi rispondono alle sollecitazioni rende difatti ogni combattimento tutt’altro che coinvolgente e frizzante: la concatenazione di combo che il gioco offre avrebbe certamente meritato ben altra immediatezza nella messa in atto delle diverse mosse disponibili. Allo stesso modo, il sistema di inquadrature (in parte interagibili ed in parte fisse) risulta poco gestibile e soggetto a numerosi pasticci quando si passa da un ambiente all’altro. Può inoltre accadere di rimanere bloccati in alcune sezioni di mappa per via di una errata identificazione degli obiettivi da portare a termine: da tutto ciò ne consegue ancora una volta un’esperienza di gioco frastagliata e mai veramente immediata e coinvolgente.

Una Crociata non al passo con i tempi

- Nonostante il fascino delle ambientazioni e dei contenuti tipici delle Crociate, The Cursed Crusade pecca nel ritmo che impone alla narrazione, mal scandito da intermezzi non sempre all’altezza della situazione e a volte banali nei contenuti offerti. Anche in questo caso siamo di fronte ad un’occasione mancata, perché tali problematiche fanno sì che l’interessante plot che fa da sfondo all’avventura finisca per scadere presto nell’ordinario trasmettendo sensazioni di déjà vu. A tutto ciò si aggiunge una realizzazione tecnica decisamente lontana dallo standard attuale, costellata di bug, priva di effetti degni di nota e scialba nell’impatto estetico globale mai veramente dettagliato, nel quale si salvano solamente la riproduzione delle armature e le scene calate nella demoniaca dimensione parallela. Da dimenticare anche il comparto sonoro, caratterizzato da una parte da musiche di sottofondo ripetitive e poco coinvolgenti e dall’altra da un doppiaggio originale di scarsa qualità.

Tiriamo le somme

The Cursed Crusade avrebbe potuto essere un discreto hack’n’slash grazie ad alcune delle caratteristiche di cui dispone: il background storico-culturale e le location offerte da un tema come quello delle Crociate rappresentano difatti delle ottime basi da cui partire. Il problema maggiore del titolo di Kylotonn Entertainment risiede però proprio nel gameplay, caratterizzato da un combat-system ripetitivo e superficiale: tutto ciò rappresenta un vero peccato considerando soprattutto il buon numero di armi e le svariate combo presenti nel gioco, che avrebbero certamente giovato all’esperienza ludica se fossero state coadiuvate da un sistema di combattimento invece vario ed appagante. Una realizzazione tecnica globalmente insufficiente, sia sotto il profilo estetico e sonoro, non aiuta a risollevare le sorti dell’intera produzione, consegnandoci un’avventura in definitiva frustrante e difficile da consigliare di intraprendere anche al più accanito fan del genere hack’n’slash.
4.5

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