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Saw II: Flesh & Blood
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Recensione - Saw II: Flesh & BloodXbox 360Game

A distanza di un anno dal primo tentativo di trasporre su console le malate e violente atmosfere della saga cinematografica de “L’Enigmista”, Konami ci riprova con Saw II: Flesh & Blood, titolo che vede il ritorno in forma elettronica di Jigsaw e dei suoi macabri enigmi. Scopriamo se e come questo seguito sia riuscito a migliorare l’esperienza ludica del predecessore.

Il Gioco

Nel mirino del terribile gioco del folle Jigsaw è entrato questa volta Michael Tapp, figlio del detective David, protagonista della prima pellicola della serie, suicidatosi in circostanze misteriose dopo gli eventi del primo Saw. Per l’occasione il folle Enigmista ha catturato e rinchiuso in un decadente e vasto edificio disseminato di letali trappole, tutte le persone che, in un modo o nell’altro, hanno avuto a che fare con la misteriosa morte del detective. Il nostro compito è quello di ricostruire i fatti che hanno portato alla tragica dipartita di nostro padre, carpendo informazioni dalle potenziali vittime del killer e liberandole dai raffinati strumenti di tortura per loro architettati.

Il gioco, un action game dalle tinte marcatamente horror, offre un gameplay in terza persona in cui la componente fondamentale è costituita dalla risoluzione di numerosi enigmi e mini-giochi di varia natura, in un'ambientazione che mira a ricreare, come prevedibile, i luoghi e le situazioni delle varie pellicole della serie.

Amore

Voglio fare un gioco

- Uno dei pochi, a dire il vero unico, aspetto che almeno inizialmente può in qualche modo risultare gradevole ed interessante in Saw II: Flesh & Blood, è legato agli enigmi che dovremo risolvere nel tentativo di procedere verso la nostra salvezza, verso la comprensione del motivo della nostra cattura, della morte di nostro padre ed in generale del malato quadro che Jigsaw ha dipinto per noi. Alcuni di questi appaiono davvero intriganti e ben congeniati, e costringono ad un profondo utilizzo dei nostri neuroni per essere risolti. Su tutti spiccano quelli relativi alla ricerca di codici numerici necessari per sbloccare determinate serrature, taluni celati tra i livelli con squisiti anamorfismi, altri dipinti sulle pareti con sostanze fluorescenti visibili unicamente al buio. Altri esempi si possono trovare durante la forzatura di porte chiuse elettronicamente, con interessanti puzzle in cui tentare di completare i circuiti elettrici, o ancora nella risoluzione di enigmi logici a volte molto difficili.

Odio

Un serial killer a corto di idee

- Purtroppo quanto di buono sia stato tentato nella creazione di enigmi e di mini-giochi ispirati e stimolanti viene completamente obliterato da una ripetitività degli stessi al limite dell’imbarazzante. Non è infatti necessario molto tempo per capire che, salvo rare eccezioni, tutte le prove che dovremo superare non sono niente più che varianti l’una dell’altra e conseguentemente, intuita la chiave per risolvere i primi enigmi, la risoluzione dei successivi risulta quanto meno banale. Davvero una grandissima pecca per un gioco che dovrebbe avere in questo aspetto il proprio punto di maggior forza.

Un thriller troppo blando

- Angoscia, claustrofobia, suspense: queste le emozioni che mi fecero amare il primo capitolo cinematograrfico de “L’Enigmista” e che purtroppo non sono assolutamente riuscito a ritrovare in questa produzione. Sin dai primi istanti il gioco corre sui propri binari in maniera estremamente piatta, senza riuscire a regalar mai un sussulto, un’emozione forte. A livello di immersività siamo davvero ai minimi storici, non si riesce a calarsi nei panni di un protagonista in definitiva molto anonimo, non si avverte la minima tensione durante i tentativi di salvataggio delle malcapitate vittime di Jigsaw nè si riesce a provare affetto o compassione verso nessuna di loro a causa di una scarsissima caratterizzazione. Alcune grosse opportunità di mettere alla prova i nostri nervi sono state malamente gettate alle ortiche, ed alcuni passaggi in zone anguste ed oscure, che avrebbero potuto regalare qualche bello “scossone” emotivo, si attraversano così, senza che accada nulla. L’unico fattore che tenta di migliorare la situazione in tal senso è costituito dalla collocazione di svariate trappole e trabocchetti dietro alle porte: peccato però che queste siano così frequenti da rappresentare alla lunga la “norma”, vanificando così qualsiasi effetto sorpresa.

A tu per tu col nemico

- In rare occasioni capiterà di dover affrontare alcuni nemici intenzionati a farci la pelle a viso aperto, utilizzando non più il nostro intelletto ma dando sfogo ai muscoli. Anche in questo caso non aspettatevi però scontri frenetici o adrenalinici duelli all’ultimo sangue, poiché per avere la meglio delle ostili figure non occorre far altro che premere con il giusto tempismo il tasto del gamepad che comparirà sullo schermo. Una meccanica di combattimento di questo tipo è molto deludente, aumentando considerevolmente lo sconforto davanti ad una produzione che appare più fiacca minuto dopo minuto. Certo, il combattimento non è alla base di un gioco del genere e gli scontri sono per giunta piuttosto rari, ma l’introduzione di una vena leggermente più “action” forse avrebbe giovato all’autonomia del titolo, spezzandone il ritmo dannatamente lento.

Tecnica

- Forse l’unica cosa che riesce davvero a mettere i brividi in Saw II: Flesh & Blood è l’aspetto tecnico. Texture poco definite, modelli poligonali approssimativi, spigolosi e animati in maniera quanto meno opinabile, locations poco ispirate e monotone, il tutto condito da un aliasing davvero troppo evidente: questi gli elementi con cui dovrete confrontarvi qualora decideste di prendere in considerazione questo gioco. Anche il comparto audio non si farà ricordare per il proprio spessore, presentando un doppiaggio (in inglese) molto fiacco eccezion fatta per la voce di Jigsaw e una colonna sonora che più che essenziale pare inesistente.

Tiriamo le somme

Che siate o meno appassionati della serie cinematografica poco importa: Saw II: Flesh & Blood è un titolo di cui si può tranquillamente fare a meno. Ad un gameplay fiacco, ripetitivo, lento e soporifero, si accompagna un comparto tecnico di pessimo ordine e davvero a poco valgono alcuni spunti che avrebbero potuto rendere interessante la produzione. Al cinema la serie ha raggiunto ormai il settimo capitolo: se qualitativamentes questo è il massimo che l’industria videoludica è in grado di tirar fuori dal brand, possiamo solo sperare che non vi sia un ulteriore seguito.
4.0

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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