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Eat Lead: The Return of Matt Hazard
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Recensione - Eat Lead: The Return of Matt HazardXbox 360Game

Eat Lead: The Return of Matt Hazard vuole essere la dimostrazione di come un eroe videoludico di fine anni 80 possa ancora essere protagonista ai giorni nostri. Dopo aver vissuto un costante calo di popolarità, Matt Hazard torna oggi per affrontare tutte le maggiori icone del mondo dei videogiochi: riuscirà Matt a tornare sulla cresta dell’onda?

Il Gioco

Matt Hazard è stato per anni uno dei più grandi eroi videoludici, dominando la scena ai tempi degli sparatutto a 8 bit. Successivamente però la sua popolarità è stata mal sfruttata, andando a perdersi sul finire degli anni 90 dopo aver preso parte a numerosi giochi in 3 dimensioni che spesso avevano anche poco a che fare con la sua fama di paladino della giustizia, come ad esempio Hazzmat Kart o uno sparatutto non violento basato sull'utilizzo di pistole ad acqua. Se non ricordate, nella vostra storia di videogiocatori, il vecchio Matt, non preoccupatevi: non si tratta di una grave lacuna nella vostra cultura videoludica, ma semplicemente la storia alla base del gioco è stata inventata dagli sviluppatori Vicious Cycle come scusa per parodizzare sul mondo dei videogiochi.

La carriera di Matt sembra così essere ormai crollata, quando nel 2009 un casa produttrice decide ancora una volta di dargli una possibilità creando un gioco che lo vede nuovamente protagonista: in realtà si tratta di una trappola, il cui fine è eliminare definitivamente Hazard intrappolandolo in un gioco in cui affronti contemporaneamente tutti i suoi nemici del passato, senza la possibilità di salvare la partita nel corso dell'avventura. Per fortuna qualcuno interverrà sul codice del gioco permettendoci non solo di salvare la partita, ma anche di fronteggiare man mano le varie trappole che i programmatori sono ponti a tenderci nei vari livelli.

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Eat Lead: The Return of Matt Hazard è basilarmente uno sparatutto in stile Gears of War, dal quale eredita sia la prospettiva in terza persona che parte del sistema di copertura. La progressione nel gioco è comunque molto semplificata, estremamente lineare e con pochissima interazione ambientale: ci si limita in pratica a sparare a tutto quel che si muove. In perfetto stile anni 80, ogni livello termina poi con il classico "Boss" che va affrontato con pazienza, alla ricerca del suo punto debole.

La caratteristica che rende questo gioco unico nel suo genere è il fatto che Matt Hazard è visto come un attore videoludico, in pratica una persona normale che viene pagata per affrontare un videogioco, mentre il suo background è stato completamente inventato per aumentare la fama del personaggio. La variante è l'imprevedibilità dei nemici, che cambiano molto frequentemente, così come le ambientazioni. In Eat Lead: The Return of Matt Hazard non sappiamo mai con certezza che nemici ci sono dietro l'angolo, poiché i programmatori potrebbero modificare al volo il codice spostando l'ambientazione dal giardino di una villa con tanto di piscina al Far west, il tutto nell'arco di pochi secondi. Anche i nemici sono originali e totalmente dinamici, il che potrebbe obbligarci a combattere contemporaneamente un gruppo di cowboy insieme a dei nemici muniti di pistole ad acqua che coprono le spalle a dei soldati russi muniti di AK-47, il tutto mentre magari dietro di noi escono dal suolo un paio di zombie. A livello visivo si arriva alla sufficienza soprattutto grazie alla cura dei dettagli sul modello del protagonista, ma ombre e le textures non rappresentano sicuramente il livello massimo di quanto visto finora su Xbox 360.

Amore

Demenzialmente imprevedibile

- Non capita tutti i giorni di finire un livello di uno sparatutto muniti unicamente di pistole ad acqua, soprattutto se ci troviamo nel far west con di fronte un paio di mafiosi muniti di revolver. Le idee originali in questo gioco non mancano.

Sistema di coperura

- Il sistema di copertura è sicuramente già visto, ma introduce un paio di opzioni interessanti, come la possibilità di passare da una copertura all'altra a nostra scelta, molto rapidamente, semplicemente puntando la destinazione e premendo il tasto Y, oppure di aggirare le coperture stando sempre accovacciati contro il riparo.

Divertimento

- Il tono scherzoso su cui si basa il gioco traspare fin dai primi minuti, le continue battute di Matt, poi, ci fanno sorridere più di una volta. In linea generale Eat lead è un gioco divertente e quasi mai frustrante, le meccaniche di gioco sono semplici, immediate da imparare e seguono quelle dei titoli di maggior successo.

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Odio

Troppo lineare

- Se non consideriamo il cambiamento di ambientazione e dei nemici, Matt Hazard si propone come un gioco troppo lineare: si parte da un punto e si segue il binario fino al boss di fine livello, senza alcuna interazione che non sia aprire il fuoco sui nemici.

Audio

- Gli effetti sonori sono appena sufficienti, ma quello che invece rovina molto il gioco è la musica di sottofondo, che resta sempre la stessa monotona canzoncina. E' pur vero che il gioco di rifà ai giochi anni 80, il cui le musiche erano principalmente di questo tipo, ma se è stato utilizzato un gameplay "moderno" stile GOW, non vediamo perchè anche le musiche non potessero seguire la stessa strada. Probabilmente problemi di budget.

Poco longevo

- Eat Lead: The Return of Matt Hazard resta nella media degli sparatutto degli ultimi anni per quanto riguarda la longevità del singleplayer, oscillando tra le 8 e le 10 ore di gioco a livello normale. Non offre però alcuno stimolo per essere rigiocato, se non per cercare di finirlo a un livello più elevato di difficoltà. E la totale assenza di un qualsiasi elemento multiplayer resta un difetto in giochi così brevi.

Tiriamo le somme

Se lo scopo degli sviluppatori di Eat Lead: The Return of Matt Hazard era rinverdire alcuni clichè dei giochi anni 80, ci sono riusciti: questo porta però con sè inevitabili limiti, come l'estrema linearità, assenza di interazione con gli ambienti e una colonna sonora ripetitiva al limite dello straziante. Il gioco rimane però piacevole da gustare grazie soprattutto alle molte pazze trovate presenti, anche se in fin dei conti risulta troppo breve e con scarso replay value. Per la sua particolarità potreste comunque dargli una possibilità, magari acquistandolo quando lo troverete a prezzo economico.
6.5

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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