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Driver: San Francisco
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Recensione - Driver: San FranciscoXbox 360Game

Dopo sette anni di assenza dalla scena videoludica, John Tanner ritorna per mettere in mostra le sue doti di pilota tra le strade di San Francisco, ancora guidato dalle esperte mani dei ragazzi di Reflections, nel frattempo passati sotto l'ala protettiva di Ubisoft. Dopo averlo provato a fondo, eccovi le nostre impressioni su Driver: San Francisco.

Il Gioco

Driver: San Francisco segue di pochi mesi la conclusione di Driv3r, il titolo per la prima Xbox che ci aveva lasciato con il protagonista Tanner ed il boss della mala Jericho in fin di vita in un ospedale di Istanbul; sopravvissero però entrambi all'esperienza e, mentre Jericho fu rinchiuso in un carcere di San Francisco, Tanner ha ripreso il suo lavoro da poliziotto in coppia con il compagno Tobias Jones. Questo finchè i due, di pattuglia, non ricevono la segnalazione dell'evasione di Jericho durante un trasferimento di penitenziario: inizia così un furioso inseguimento che termina con lo scontro delle auto dei due avversari. Quando Tanner si risveglia, scopre che Jericho è riuscito a fuggire ed inizia ad investigare con Jones per ritrovarlo e cattuarlo... ma qualcosa non quadra. Come mai ora è in grado di portare la propria coscienza nei cieli di San Francisco ed entrare nel corpo di qualsiasi guidatore della città?

Viene così introdotta la principale novità di Driver: San Francisco, lo Shift: un meccanismo che ci permette, alla sola pressione del tasto A, di sollevare la nostra coscienza dall'auto che stiamo guidando per poter vedere dall'alto tutto il traffico della città e prendere il controllo di una qualsiasi delle auto presenti. Mentre facciamo questo, l'auto di Tanner non si ferma ma continua a procedere guidata da una sorta di pilota automatico o, come direbbe Jones, da una versione zombizzata e incosciente di Tanner stesso. Questo meccanismo cambia radicalmente le dinamiche di quello che sarebbe altrimenti stato un classico titolo di guida free-roaming, creando anche un meccanismo di storytelling che tiene unita tutta la storia del gioco. Nei panni di Tanner ci troviamo quindi a percorrere una riproduzione esatta di San Francisco, all'inizio limitandoci ad una sola porzione di essa e sbloccando poi altre aree con l'avanzare della storia, mentre il protagonista indaga su una serie di eventi legati alla fuga di Jericho per risalire al criminale e riconsegnarlo alla giustizia. Le missioni principali che ci narrano la storia sono intervallate da altre missioni secondarie in cui daremo una mano a varie persone con i loro problemi tra le strade della città, "shiftando" all'interno dei veicoli opportunamente marchiati nella visuale dall'alto della città. In alcuni casi si tratta di aiutare dei poliziotti ad acciuffare dei ladri, altre dovremo aiutare dei ragazzi a vincere delle gare clandestine per potersi permettere il college, mentre altre ancora avremo a che fare con vicende blandamente legate alla storia principale.

Gli incarichi da svolgere nel corso della storia variano dai semplici inseguimenti, gare o fughe fino a missioni più creative come quella in cui Tanner deve trovare dei camion carichi d'esplosivo e poi shiftare in auto loro vicine per infilarcisi sotto e disattivarli prima che esplodano, quella in cui dobbiamo svolgere delle gare shiftando avanti e indietro tra due macchine per assicurarci che entrambe arrivino prima e seconda o quella in cui dobbiamo far spaventare a morte il nostro passeggero aumentando i suoi battiti cardiaci con manovre azzardate. Non mancano neanche, soprattutto verso la fine, missioni assolutamente atipiche in linea con la stranezza del potere di Tanner, che ovviamente troverà spiegazione nel corso della storia; una di queste riguarda ad esempio l'inseguimento di un'ambulanza mentre nel resto della città il tempo si è fermato ed il traffico è congelato. Oltre allo sblocco di nuove parti della città, man mano che procediamo nella storia Tanner guadagnerà nuovi poteri come la possibilità di librarsi ancor più in alto nella città per avere una visione globale e scegliere meglio le auto nelle quali shiftare, la possibilità di azionare una sorta di turbo per qualsiasi auto di cui si impadronisce ed un potere di speronamento utile negli inseguimenti.

Oltre a queste missioni primarie e secondarie, tutte obbligatorie per poter procedere nella storia, il gioco ci propone una miriade di attività opzionali: gare, pedinamenti, fughe, acrobazie e così via, eseguibili per poter guadagnare "Punti Determinazione" da spendere poi nell'acquisto di garage e automobili in giro per la città. Per invogliarci all'esplorazione di ogni angolo della città, inoltre, nei vicoli e luoghi più fuori mano sono disseminati una serie di gettoni collezionabili che ci daranno accesso a delle sfide extra che riproducono famose sequenze automobilistiche cinematografiche. Vale inoltre la pena di menzionare come il gioco abbia completamente rimosso la componente di sparatorie a piedi, presente sin dal secondo episodio della serie, mentre il modello di guida presente è ovviamente di stampo arcade, mirato più alla spettacolarità di salti, tamponamenti e derapate piuttosto che alla riproduzione fedele della fisica di guida.

Se seguirete unicamente la storia principale completerete il gioco in circa 8-9 ore, ma le molte attività extra disseminate per San Francisco vi terranno occupati per almeno altrettante ore. Inoltre una parte importante del gioco è costituita dal multiplayer: qui troviamo sia una serie di modalità a due giocatori in split-screen sulla stessa console, cooperative e competitive, che un profondo comparto multiplayer online con molte diverse modalità per un massimo di 8 giocatori, che prevedono sia gare classiche che battaglie pensate appositamente per l'utilizzo dello Shift.

Amore

Shiftare, che passione

- Confesso che quando seppi inizialmente di questa nuova feature di Driver: San Francisco, storsi il naso pensando che la possibilità di saltare liberamente da un veicolo all'altro nel traffico ne avrebbe snaturato il gameplay, ma provandolo mi sono reso conto di come gli sviluppatori l'abbiano implementata in maniera intelligente e funzionale: non in tutte le missioni è utilizzabile, come ad esempio nelle gare clandestine o in tutte quelle che richiedono che rimaniamo al volante di una specifica auto, ma in molte altre contribuisce a variare molto l'azione fornendoci maggiori alternative alla semplice guida. Inseguendo un malvivente, possiamo ad esempio decidere di prendere il possesso di un'auto che viene in senso opposto e schiantarci contro il fuggitivo, oppure in missioni particolari dovremo scegliere attentamente l'auto nel traffico tra le più veloci per poter meglio portare a termine un compito. Alla fine il tutto si traduce in un gameplay adrenalinico e soddisfacente; anche se coloro che si aspettavano un Driver di "pura guida" potrebbero inizialmente storcere il naso, il mio consiglio è di dargli una chance, perchè potrebbero rimanere sorpresi.

C'è tanto da fare in città

- Uno dei valori maggiori di Driver: San Francisco sta nella marea di attività disseminate per le strade di San Francisco: tra corse, sfide acrobatiche, inseguimenti e lo sblocco di automobili e modalità, chi vuole sfruttare il gioco al 100% ha molte ore di gioco davanti a sé, senza contare poi il multiplayer. A questo si aggiunge inoltre l'interessante possibilità di registrare, tagliare e condividere online i filmati delle nostre peripezie, sicuramente un gradito plus.

San Francisco

- La città di San Francisco fornisce uno sfondo perfetto per le nostre avventure, grazie alla presenza di grandi strade nelle quali sfrecciare nel traffico evitando le altre auto (a volte mi ha ricordato i migliori Burnout) ma anche di strade collinari che si prestano a spericolati salti, o tortuose vie secondarie ottime per seminare i nostri inseguitori o come piste per corse clandestine; la città è poi di per sé bellissima dal punto architettonico ed il motore grafico la rende al meglio soprattutto quando si presentano condizioni di illuminazione particolari come all'alba o al tramonto. Peccato per l'assenza di un vero ciclo giorno/notte, che ci impedisce di ammirarla nell'oscurità.

Multiplayer scanzonato e divertente

- Le modalità multiplayer di Driver: San Francisco offrono anche delle gare su circuito più "serie" e classiche, ma per queste ci sono altri giochi che sanno fare sicuramente di meglio: il piatto forte del gioco sono invece tutte quelle modalità che prevedono l'uso dello Shift, divertentissime e caotiche, capaci di divertire in maniera spassionata e causare l'ilarità tra i giocatori. C'è ad esempio quella in cui dobbiamo cercare di restare per più tempo possibile nella scia di una macchina in fuga, cosa che ci costringe a saltare continuamente in auto vicine, oppure quella che ci vede fuggire per mantenere più tempo possibile un marcatore sulla nostra auto mentre gli altri cercano di sottrarcelo shiftando nelle auto del traffico. Per evitare che sia sovrautilizzato in multiplayer l'uso dello Shift è comunque soggetto al riempimento di una apposita barra, quindi va usato con un minimo di testa per evitare di sprecarlo.

Odio

Storia

- Anche se la premessa alla base di tutta la storia, che scoprirete ben presto nel gioco, non è così malvagia ed è già stata usata con buon successo in film e telefilm, la narrazione in Driver: San Francisco ha qualcosa che non va, non riesce a convincere o a interessare quel tanto che basta da farci voler scoprire cosa accadrà dopo. Ci ritroviamo quindi con una storia piuttosto scialba ed a volte anche poco convincente; ad esempio non viene spiegato perchè mai un poliziotto dovrebbe voler utilizzare le auto del traffico come proiettili da schiantare contro altre auto, rischiando di ucciderne gli occupanti. Peccato, perchè artisticamente e tecnicamente le cut-scenes sono invece molto ben realizzate: avrebbero meritato di essere messe al servizio di una storia migliore.

Inseguimenti frustranti

- La tipologia di missione che ho maggiormente odiato è quella che ci chiede di fuggire per la città cercando di seminare tre, quattro o anche più inseguitori: si tratta di missioni che possono arrivare a diventare anche molto frustranti perchè gli inseguitori ci stanno sempre incollati e spesso ci colpiscono facendoci perdere il controllo e schiantare nel traffico. L'unica speranza è quella di  farli schiantare a loro volta nel traffico contromano, ma spesso si vince più per fortuna che per nostri reali meriti.

Screen tearing

- In più occasioni, nelle situazioni più caotiche con tanto traffico e diversi inseguitori che si schiantavano contro le altre auto alle mie spalle, il motore grafico ha tentennato mostrando un fastidioso screen tearing accompagnato da lievi cali di frame-rate. Non accade spesso e per il 90% gira senza problemi, ma dà comunque fastidio vedere problemi simili  soprattutto in un gioco di guida.

Tiriamo le somme

Driver: San Francisco non raggiunge la qualità del primo, mitico Driver che molti ricordano (così come non la raggiungevano Driv3r e Parallel Lines, dopotutto), ma i ragazzi di Ubisoft Reflections sono comunque riusciti a reinventare la serie con un gameplay innovativo e divertente, riempiendo il gioco di contenuti e ponendo altrettanta cura nella componente multigiocatore. La storia avrebbe potuto essere curata meglio, ma rimane comunque un gioco in grado di divertire per molte ore.
8.0

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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