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Warriors Orochi
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Recensione - Warriors OrochiXbox 360Game

Vi siete mai chiesti cosa sarebbe accaduto se i piu gloriosi eroi vissuti in Cina nel periodo dei Tre Regni avessero incontrato i leggendari guerrieri del Giappone feudale? Probabilmente no. Ciononostante, con Warriors Orochi Koei ha deciso di dare una risposta a questa domanda e di offrirci l’opportunità di poter saggiare la potenza di tutti i guerrieri delle serie di Dinasty e Samurai Warriors, permettendoci di vivere memorabili battaglie tra generali vissuti in luoghi ed epoche diverse.


Quale contesto potrebbe però giustificare un simile paradosso spazio-temporale? La soluzione propostaci da Koei è la seguente: il Demone serpente Orochi, intenzionato a mettere alla prova le proprie abilità belliche, decide di scendere sulla Terra, distorcendo lo spazio ed il tempo e creando un nuovo mondo nel quale appunto riunire i più forti guerrieri di ogni tempo. L’ idea, per quanto bizzarra, non è poi male anche perché per la prima volta dall’inizio delle due saghe gli sviluppatori hanno modo di cimentarsi nella narrazione di una trama originale, rompendo la tradizione del “filone storico” che da sempre le caratterizza.

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E' bene dire subito che la differenza sostanziale tra questo e i precedenti titoli della serie è fondamentalmente tutta qui. Chi avesse già giocato ad un qualsiasi precedente capitolo targato OmegaForce, non si aspetti quindi rivoluzioni di tecnica o gameplay: i cultori della saga sanno benissimo che in casa Koei il modo di dire “Squadra che vince non si cambia” è diventato un vero e proprio comandamento e che quindi la strategia della casa nipponica è quella di sfornare titoli che sono più o meno cloni dei precedenti. Strategia che probabilmente paga molto in termini di budget, visti i numerosi titoli prodotti. Terminata questa considerazione, che comunque permetterà a molti giocatori di inquadrare subito il gioco, vediamo di analizzare il titolo e di presentarlo anche ai neofiti.

Warriors Orochi è essenzialmente un picchiaduro a scorrimento il cui biglietto da visita è costituito dalla presenza contemporanea sullo schermo di decine e decine di avversari, la maggior parte dei quali destinata a soccombere facilmente davanti alla nostra furia omicida, cosa che rende il gioco simile ad un interminabile mattanza che comunque, almeno inizialmente, diverte non poco. Se lo spargimento di sangue non fa per voi non dovete comunque preoccuparvi, siamo lontani anni luce dai truculenti scontri visti in titoli come Dead Rising; l’effetto generato dalle nostre armi da taglio sui nemici produce dei fumettosi lampi di luce, il che rende il titolo fruibile anche ad un pubblico non adulto (il gioco è classificato come 12+ dal PEGI). Oltre alla nutrita cerchia di aspiranti suicidi di cui parlavo, saremo chiamati ad affrontare numerosi generali, valorosi e leggendari protagonisti del “medioevo” cinese e giapponese, costretti con l’inganno a seguire il malvagio Orochi nel suo oscuro progetto. Essi appaiono nettamente più coriacei delle milizie che li attorniano, battersi contro di loro richiede un approccio leggermente più cauto rispetto alle altre fasi dell’azione e alcuni di essi riescono a darci un bel po’ di filo da torcere; se riusciremo a sconfiggerli però guadagneremo un notevole vantaggio strategico che farà pendere l’ago della bilancia del conflitto dalla nostra parte, dato che le truppe al comando del defunto leader si disperderanno in men che non si dica.

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Non saremo tuttavia i soli sul campo di battaglia a contrapporci al demone: molti altri guerrieri sono insorti e ci daranno man forte in guerra. Ecco quindi nella mappa tattica, facilmente accessibile in qualunque momento dell’ azione attraverso la pressione del tasto “start”, comparire delle icone blu a rappresentare appunto i nostri alleati e le relative unità di supporto. Un vero peccato che non si possano controllare, indirizzandone i movimenti o designandone i bersagli; la parte strategica che caratterizzava ad esempio Samurai Warriors 2: Empires è stata infatti completamente rimossa, a vantaggio dell’azione nuda e cruda ma penalizzando la varietà di gioco.

Altro piccolo elemento di innovazione è rappresentato dalla possibilità di poter creare un team di tre condottieri e di utilizzarli alternativamente in battaglia a seconda dell’esigenza del momento, tenendo conto delle loro peculiarità: nonostante l’elevato numero di personaggi a nostra disposizione (in totale oltre la settantina), ognuno con i propri armamenti e coreografiche combo, essi possono essere raggruppati in tre principali categorie: personaggi veloci, personaggi forti e tecnici. Le prime due voci si spiegano da sole, la terza descrive quei guerrieri in grado di eseguire particolari combinazioni di colpi utilizzando l’energia visualizzata nella barra del musou, caricabile eliminando un determinato numero di avversari.

Sotto l’aspetto del gameplay non c'è molto altro da dire: la preoccupazione maggiore del giocatore sarà quella di mazzuolare tutto ciò che entra nel suo raggio d’azione, preoccupandosi di soddisfare le proprie condizioni di vittoria (l’eliminazione di un determinato generale) ed evitando di far completare all’ avversario le sue (l’eliminazione di un determinato generale... tanto per rendere l’idea della varietà di situazioni). Il sistema di crescita del personaggio attribuisce un determinato numero di punti, calcolati in base al numero delle vittime mietute, spendibili alla fine di ogni livello per potenziarne attacco, difesa e velocità. L’ultra-rodato e immutabile sistema di controllo è immediatamente assimilabile e permette un controllo totale sull’azione già dalla prima partita; levette per spostarsi, tasti frontali per attacchi normali e salto, tasti dorsali per parata e attacchi speciali. Un classico.

Visivamente parlando Warriors Orochi è identico a Samurai Warriors 2: i modelli poligonali dei personaggi sono gli stessi, con medesime texture e design, sempre discreti ma nulla più. Gli effetti speciali sono invece stati leggermente migliorati e producono esplosioni e lampi più luminosi che in passato, ma non aspettatevi nulla di miracoloso. Come al solito il motore grafico gestisce senza perdere un colpo l’enorme mole di unità presenti sul video, non intaccando minimamente e in alcun momento la frenesia del gioco. Peccato che neppure questa volta si sia pensato ad arricchire un po’ gli scenari, che appaiono come di consueto poco dettagliati e privi di spessore.

Nulla di significativo da dichiarare sul fronte audio: colonna sonora roccheggiante ad esaltare la velocità degli scontri (ma forse un po’ fuori luogo dato il contesto epico) tutto sommato godibile, ed effetti sonori in linea con il resto della produzione.

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E arriviamo al momento del giudizio finale. Warriors Orochi risulta essere un’altra bella mossa commerciale di Koei che distribuirà certamente un buon numero di copie ai fedelissimi delle serie Samurai e Dynasty Warriors, e che magari riuscirà ad attrarre qualche nuovo pesciolino nella sua rete. Non fraintendetemi, non intendo assolutamente dire che il gioco sia brutto o che Koei tenti di ingannare i fruitori di videogames, ma personalmente penso che sarebbe arrivato il momento di introdurre qualche elemento fresco in questa longeva ed immutabile serie, sia esso a livello di gameplay o puramente grafico. Certo, la modalità storia, che permette di seguire il dipanarsi della trama attraverso le vicende di quattro casate diverse, è senz’altro elemento apprezzabile, ma si può fare di più. Preso così per quello che è, ignorandone i prequel, Warriors Orochi risulta essere un titolo decisamente divertente, tecnicamente limitato e, alla lunga, piuttosto ripetitivo. Nella vostra ludoteca c’è ancora una copia di Samurai Warriors 2? Se si, allora per tirare qualche sana mazzata ogni tanto va benissimo anche quella.
6.4

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