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img Batman: Arkham Origins
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Batman: Arkham Origins - anteprima hands-on

Appuntamento ghiotto la scorsa settimana presso la Warner Bros. di Milano, dove abbiamo avuto modo di avere un anteprima dei loro giochi basati sui Supereroi DC Comics e Marvel. Mentre vi rimandiamo a più avanti per l’hands-on di LEGO Marvel Super Heroes, ci concentriamo ora sulla nostra prova di Batman: Arkham Origins.
Come consuetudine quando un videogioco ha molto successo, ecco arrivare il terzo appuntamento con "Batman: Arkham" che, giusto per non smentire la storia delle trilogie, è ovviamente un prequel. In questo caso ci troveremo proiettati alcuni anni prima rispetto ad Arkham Asylum e Arkham City, durante una vigilia di Natale: una notte che rappresenterà un vero punto di svolta per il cavaliere di Gotham, per la città stessa e per molti co-protagonisti delle avventure di Batman. E’ Ben Mattes, Senior Producer di Warner Bros Montreal, che ci accoglie e incomincia a parlare davanti ad uno schermo dove scorrono le immagini di spezzoni del gioco. Inizia col dirci che la mappa di Batman: Arkham Origins sarà grande il doppio rispetto al precedente episodio e sarà molto ampliato il fattore open-world permettendoci di spostarci dalle strade più buie e povere agli attici più esclusivi. Come dicevamo qui troviamo Batman in un momento storico molto particolare: Gotham City non è ancora preda della follia causata dai tanti ospiti dell'Arkham Asylum e il protagonista è all’inizio della sua carriera, non ancora divenuto quel Cavaliere Oscuro che tutti temono. E’ un personaggio ancora sul nascere, e quindi in questo gioco vivremo la sua crescita che da un punto di vista narrativo ci vedrà acquistare man mano la fiducia e la collaborazione del fido Alfred e di quello che diventerà un prezioso alleato, l’ufficiale di polizia Gordon che al momento non è ancora diventato Commissario.

Mentre osserviamo spezzoni di scenari del gioco, Ben Mattes ci parla di questa notte alla quale Batman dovrà sopravvivere, infatti Black Mask gli ha messo addosso una taglia di 50 milioni di dollari e questo attirerà in città otto spietati criminali con l’obiettivo di ucciderlo. Tra di loro troveremo Bane, Deadshot, Deathstroke, Copperhead e Firefly, senza dimenticare Joker e Penguin. Batman non potrà contare nemmeno sui poliziotti perché è perseguito come un fuorilegge da parte della polizia di Gotham e braccato da un gruppo di funzionari corrotti della GCPD che faranno di tutto per guadagnarsi la taglia per primi. E così seguiamo lo sviluppatore mentre guida Batman attraverso una Gotham disegnata come sempre splendidamente e ci introduce ad un nuovo sistema di spostamento veloce che permette a Batman di convocare a distanza il suo aereo, il Batwing, per trasportarlo velocemente in altre aree della mappa. Il Batwing non è pilotabile dal giocatore ma funziona come un teletrasporto: è proprio con questo che Mattes ci porta nella bat-caverna, luogo importantissimo in questo gioco perché sarà proprio qui che potremo migliorare le nostre capacità di combattimento superando sessioni di training che ci daranno punti XP, oltre a poter upgradare la nostra tuta con versioni più resistenti e meglio attrezzate per i combattimenti. Nello stesso modo, piano piano metteremo le mani sui classici gadget di Batman che faranno la loro comparsa durante la storia: in particolare in Batman: Arkham Origins potremo avvalerci del nuovo “Remote Claw” che ci permette di colpire contemporaneamente due bersagli (nemici od oggetti) e far sì che vengano attratti uno contro l’altro. Questo potrà anche esser utilizzato per tendere la corda tra due muri lontani tra loro, così da permettere a Batman di attraversarla per passare da uno all'altro.

MX Video - Batman: Arkham Origins


Terminata la presentazione è ora di provare con mano il titolo: Ben Mattes ci saluta e ci indica le uniche due postazioni hands-on presenti, che in pochi secondi vengono prese d’assalto e mi vedono mestamente attendere in coda. Mentre aspetto mi rendo conto che la demo che ci faranno giocare non è altro che un brevissimo spezzone del gioco in cui dovremo affrontare un boss di Batman: Arkham Origins. Finalmente è il mio turno: mi trovo nel covo di Penguin, con l’obiettivo di scovarlo per estorcergli l’informazione di dove si trova Black Mask. Le ambientazioni sono le classiche della serie, la grafica pulitissima con qualche miglioria apprezzabile ma nessuno stravolgimento rispetto al precedente episodio. Mentre tra e me e me penso di prendermi qualche secondo per rimasticare le mosse di combattimento, ecco apparire una banda di farabutti che mi affronta a muso duro. Sono un po’ arrugginito ma alcune combo le ricordo ancora e riesco a stenderli senza problemi. Anche qui nessuna novità rispetto al passato. Mi incammino in un corridoio alla ricerca di Penguin, e parte una scena cinematografica in cui si vede il villain interrogare Alberto Falcone, noto delinquente di Gotham City. Passano alcuni secondi e Batman interviene con durezza malmenando brutalmente il Pinguino sino a quando non vediamo che nell’ombra si muove una sagoma: un rumore secco e metallico interrompe il colloquio e qualcosa ci aggancia la caviglia cominciando a trascinarci via. All’estremità di ciò che ci ha agganciato appare alla luce Deathstroke! Fine della lunga cut-scene.

Quando riprendo possesso del controller mi trovo in un grosso spazio che ricorda un’arena: dall’altre parte c’è un mascherato Deathstroke che mi urla provocandomi e mi si lancia contro aggredendomi con un’asta poco socievole. Si comincia e devo dire che i primi colpi mi permettono di controllare bene i suoi attacchi, sembra un boss facile. Mi tornano alla mente le parole che poco prima Ben Mattes aveva pronunciato quando ci annunciava l’introduzione nelle boss-fight di un'IA dei boss in grado di testare l’abilità raggiunta dal giocatore nel corso della sua evoluzione. Non ho idea di che livello io abbia in questa demo, ma mi sento tranquillo. Ogni tanto mi accorgo di alcuni suggerimenti a video che non riesco ad azionare, ma credo facessero riferimento alla possibilità di usare il Remote Claw su oggetti e su Deathstroke stesso: me ne pentirò amaramente. Il combattimento procede molto bene, la barra vitale di Deathstroke comincia a calare sino a quando non riesco con una sequenza di colpi a rompergli la maschera che rotola via rapidamente sul pavimento. Parte una piccola cut-scene nella quale il nemico mi mostra tutto il suo disappunto per la perdita della maschera. Le parole non mi fanno paura e poi la sua vita è già a metà. Riprendiamo il combattimento, ma stavolta le cose mi sembrano diverse. Lui attacca senza soluzione di continuità e nel momento in cui mi muovo per trovare spazio sento uno sparo e vengo colpito al petto dal suo Remote Claw, alla cui altra estremità Deathstroke ha agganciato una tanica di benzina che viene verso di me alla velocità della luce. Mi appare un QTE che manco clamorosamente, e la tanica mi esplode in faccia. E’ l’inizio della mia fine. Deathstroke non mi molla più. Sarà questa nuova IA del Boss o sarà la mia abilità da schiappa, fatto sta che ricevo una scarica di colpi che non riesco a parare ma soprattutto non c’è segno di aperture per poter effettuare un contrattacco. Il destino è segnato, mi piego per terra dopo l’ultimo colpo e in dissolvenza riappare il Pinguino che ride schernendomi. Mi sa che la prossima volta dovrò passare prima dalla bat-caverna per un po’ di allenamento. Mi consola il fatto che altri colleghi hanno fatto la mia stessa fine. Insomma, come tutti i combattimenti con i boss, difficile superarli alla prima.

C’è un po’ di disappunto per la breve e molto incanalata demo a nostra disposizione, che non mi ha dato la possibilità di valutare in maniera approfondita la qualità del nuovo gioco. Come dicevo, non ho notato balzi tecnici sottolineabili rispetto agli altri episodi. Rimane il fatto che il fascino che l’uomo pipistrello si porta con sé non tradirà neanche stavolta gli appassionati: l’uscita di Batman: Arkham Origins è prevista per il 25 ottobre 2013, quindi non essendoci molto spazio per una nuova anteprima vi invitiamo ad attendere il giudizio finale nella nostra immancabile recensione.

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L'autore

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Amante degli animali, tecnologo, videogiocatore da sempre, passa dai Laboratori di Ricerca in Biologia Molecolare alle Multinazionali IT Americane nei gloriosi anni ‘90. La giornata perfetta: un paio di Martini molto secchi, Frank Zappa nelle orecchie, 3-4 ore divise tra Doom e Half-Life e al fianco la sua "ferocissima" bassottina a pelo duro.

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