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Bodycount
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Bodycount - anteprima hands-on

Codemasters continua la sua esplorazione del mondo FPS: dopo la serie bellica Operation Flashpoint, è ora il momento di affrontare atmosfere maggiormente urbane/sci-fi ed un gameplay di stampo più arcade con Bodycount, la nuova opera degli stessi autori del Black di Criterion. Grazie ad una copia preliminare fornitaci dall'editore, eccovi le nostre prime impressioni sul titolo.
Chi si è avvicinato al mondo delle console solo con l'attuale generazione, conoscerà il nome Criterion unicamente per i titoli sviluppati dopo l'acquisizione da parte di EA, ossia gli ultimi episodi della serie Burnout e NFS: Hot Pursuit. In realtà la società si era distinta in passato per aver creato il motore grafico che alimentava titoli del calibro di GTA III, Vice City e San Andreas oltre che per l'FPS Black, caratterizzato da un elevatissimo livello di azione e distruzione oltre che per un certo ossessivo feticismo degli sviluppatori nei confronti delle armi da fuoco. Quando EA decise di concentrare gli sforzi dello studio esclusivamente sul mondo racing, il team di sviluppatori ed artisti che avevano dato vita a Black si trasferirono in casa Codemasters iniziando a lavorare su Bodycount, che non a caso è visto da molti come il successore spirituale dell'FPS di Criterion.

Bodycount ci metterà nei panni di Jackson, un agente dell'organizzazione segreta "Network", incaricata di intervenire negli scenari bellici di un mondo prossimo venturo dilaniato da battaglie tra stati e gruppi rivoltosi: il nostro scopo sarà cercare di scoprire in cosa consiste il coinvolgimento della multinazionale Target nei conflitti in corso. Il gioco utilizza l'EGO Engine di Codemasters, già impiegato con risultati superlativi nella serie DiRT ed, in maniera meno brillante, negli ultimi due Operation Flashpoint; il gameplay è quello di un FPS molto diretto, privo di particolari tatticismi, caratterizzato da un'alta distruggibilità delle ambientazioni e da un sistema di copertura che ci permette di sfruttare i molti ripari presenti negli ambienti, sporgendoci per sparare in sicurezza.

La versione del gioco ricevuta da Codemasters conteneva tre soli livelli giocabili in modalità Bodycount: si tratta di una modalità parallela alla campagna principale (che sarà composta di 17 missioni) in cui potremo rigiocare tutti i livelli della storia per fare più punti possibile così da scalare le classifiche online: oltre alle normali uccisioni, i punti si guadagnano concatenando più kills consecutivamente oppure mettendo a segno gli Skill Shots, colpi particolarmente audaci come headshots e così via.

Le tre missioni provate offrivano un buon mix di ambientazioni. "Campo Militare" era l'insediamento di una forza di ribelli, una baraccopoli tra condotti dell'acqua, bidoni, rifiuti e capanne; "Interno della Target 1" mi ha invece permesso di esplorare una delle basi della Target, dagli ambienti ipertecnologici in gran parte di acciaio e vetro, mentre "Villaggio dei pescatori" e era una zona portuale composta da numerose barche ormeggiate, edifici e palafitte. Sia nel primo che nel terzo livello, tutte le costruzioni presenti sulla mappa erano completamente esplorabili.

Il biglietto da visita di un gioco, soprattutto se appartenente al genere FPS, è inevitabilmente la grafica: da questo punto di vista Bodycount non si è mostrato particolarmente brillante, con un dettaglio grafico nella media e soprattutto un modello di illuminazione non all'altezza delle produzioni più recenti. Le ambientazioni sono tutte dettagliate con numerosi elementi distruttibili, ma il colpo d'occhio non è sicuramente di quelli capaci di lasciare i giocatori stupefatti. L'unico livello graficamente superiore agli altri era quello nella base della Target, caratterizzato da un look hi-tech e con superfici metalliche o di vetro; forse anche per via dell'assenza dei molti dettagli degli altri due livelli, qui gli sviluppatori sono riusciti a spingere maggiormente il motore. Nonostante gli ottimi risultati avuti con DiRT, l'EGO Engine sembra quindi confermarsi come non adattissimo a questo genere videoludico: già in Operation Flashpoint non faceva gridare al miracolo, ma lì era giustificato dalla vastità delle ambientazioni mentre qui era lecito aspettarsi di meglio. Purtroppo neanche il comparto artistico riesce ad aiutare, con un design piuttosto ordinario - a tratti scontato - di ambientazioni e personaggi.

Lato gameplay, Bodycount si presenta invece come un solido FPS, con punti di interesse come le ambientazioni aperte e dotate di percorsi multipli, la possibilità di aprirsi varchi abbattendo le pareti degli edifici ed alcune armi dall'utilizzo più tattico come le mine di prossimità. Oltre alle armi convenzionali, che variano tra le classiche pistole, fucili di vario tipo e mitra, il tutto ottenibile in apposite postazioni di rifornimento o dai nemici uccisi, potremo contare su delle abilità speciali mappate sul d-pad come l'adrenalina, per rallentare il tempo ed uccidere più facilmente grossi gruppi di nemici, il potenziamento dei colpi, che rende i proiettili esplosivi, o il bombardamento aereo. Questi sono utilizzabili solo dopo aver riempito un'apposita barra di energia. L'azione risulta essere molto frenetica, grazie alla grande quantità di nemici che ci troviamo contro ed alle loro tattiche di accerchiamento: non sono però molto bravi a trovare copertura, e restano facilmente esposti ai nostri colpi.

Le missioni hanno una struttura ad obiettivi: una voce ci informa via radio (il gioco è doppiato in italiano) del prossimo obiettivo e ci comunica eventuali informazioni utili durante la missione, dopo di che l'obiettivo appare sullo schermo con un apposito indicatore. Una volta raggiunto, ci viene comunicato quello successivo. In caso di morte si riparte immediatamente, senza evidenti tempi di caricamento, dall'ultimo checkpoint. A tal proposito ho notato che il sistema di checkpoint non si preoccupa del fatto che siamo circondati di nemici nel momento in cui ne raggiungiamo uno: la situazione viene salvata e, in caso di morte, riappariamo lì anche in presenza di nemici. In un caso specifico ho dovuto sudare per uscire da tale situazione, perchè rinascevo, venivo sopraffatto, morivo, rinascevo e così via, finchè non sono riuscito a scappare per trovare il tempo di contrattaccare adeguatamente.

Dopo questa prima prova su strada, l'impressione che ho avuto di Bodycount è quella di un FPS piuttosto ordinario, privo di caratteristiche che lo rendano realmente interessante per gli amanti del genere. Tutti gli elementi del gioco, compresa la distruttibilità degli ambienti, si sono già visti altrove e con risultati anche migliori, lasciandoci con quello che sembra un lavoro discretamente realizzato ma senza particolare brillantezza. Tre livelli su 17 non bastano comunque per giudicare un gioco nella sua complessità: non resta che attendere l'uscita del gioco completo, ad inizio settembre, per capire se gli sviluppatori saranno in grado di sorprenderci.

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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