MondoXbox

Live your
passion!

MondoXbox

MondoXbox



I Am Alive

I Am Alive - anteprima hands-on

Dopo uno sviluppo decisamente travagliato ed un passaggio di testimone da Darkworks ad Ubisoft Shangai, I Am Alive sta per vedere finalmente la luce anche se in forma ridimensionata per Live Arcade. E grazie ad una versione preliminare fornitaci dall'editore, siamo in grado di offrirvi le nostre impressioni basate sui primi 6 capitoli della storia.
Terra, giorni nostri: l'intero globo è scosso da devastanti terremoti che abbattono palazzi, creano voragini ovunque e causano la discesa di una nebbia di polveri tossiche su gran parte delle aree abitabili. A distanza di un anno dall'Evento, l'umanità è decimata e sull'orlo dell'estinzione mentre i pochi rimasti cercano di sopravvivere tra le macerie. Tra questi troviamo il protagonista di I Am Alive che, di ritorno alla città di Haventon dopo una lunga assenza, è deciso a scoprire se moglie e figlia sono ancora vive. Una volta arrivato a casa scopre che Julie e Mary si sono recate con altri sopravvissuti ad un punto di evacuazione: inizia così la nostra ricerca per ricongiungerci con la nostra famiglia. Un incipit, questo, che riporta alla mente il bellissimo fumetto di Kirkman The Walking Dead, noto ai più per l'omonima trasposizione televisiva. Ed il parallelo non finisce qui: come Rick Grimes, anche il protagonista di I Am Alive si fa strada in un mondo ostile ed ormai sconosciuto, con lo scopo di sopravvivere e raggiungere le persone amate. Un viaggio che lo porterà ad incrociare altri uomini e donne che, in tempi così drammatici, tirano fuori tutto il meglio (poco) ed il peggio (tanto) dell'umanità.

La prima caratteristica di I Am Alive che risulta evidente non appena si inizia il gioco è il particolare stile grafico "desaturato", tendente quasi al bianco e nero e con un effetto a "grana grossa" su tutta l'immagine: oltre a rendere in maniera eccellente l'atmosfera di distruzione degli ambienti, questo aiuta anche a celare le imperfezioni di una grafica non certo eccellente dal punto di vista tecnico - basta avvicinarsi a qualche oggetto per rendersi conto di come il livello dei dettagli non sia dei migliori - restituendo comunque un ottimo colpo d'occhio complessivo. Le ambientazioni risultano così estremamente suggestive con alcuni scorci da fotografare, soprattutto quando ci si trova in posizioni sopraelevate e si può godere di splendidi panorami.

  • img
  • img
  • img


Il gioco inizia appena fuori Haventon, dall'altra parte di un fiume e all'estremità di un ponte di ferro semi-crollato: per raggiungere la città è necessario superare in qualche modo il ponte e l'occasione è perfetta per iniziare a familiarizzare con una delle componenti principali del gameplay: le scalate. Il sistema di arrampicata è apparentemente simile a quello visto in Tomb Raider, Assassin's Creed e titoli similari: strutture e palazzi hanno dei punti d'appoggio sfruttabili per far presa e arrampicarsi, ma una volta iniziata la scalata si nota subito una differenza sostanziale. Il protagonista non è un atleta né un agente speciale super-addestrato, quindi arrampicarsi comporta uno sforzo enorme e si rischia di esauarire le energie prima di essere arrivati in cima: questo fattore viene simulato nel gioco con una barra di resistenza che si consuma gradualmente man mano che ci si arrampica - anche stando fermi appesi, perchè comunque richiede uno sforzo - o anche più velocemente in caso si facciano dei salti verso il lato o in alto per raggiungere appigli più lontani. Una volta esaurita la barra, ci rimangono pochissimi secondi a disposizione durante i quali dobbiamo premere ripetutamente il grilletto destro per simulare lo sforzo extra fatto nel cercare di arrivare in cima; se non ci riusciamo, perderemo la presa cadendo mortalmente. Questo aggiunge una componente più tattica alle arrampicate, richiedendoci di studiare attentamente il percorso e fermarci ogni volta che troviamo un piano sul quale salire per riposare; più avanti nel gioco troveremo poi bibite per ripristinare l'energia ed anche dei ganci da scalatore che, piantati alle pareti, ci permettono di rimanere appesi senza fare sforzi e quindi riposarci, facendo ripristinare la barra della resistenza.

Una volta superato il ponte e dopo aver goduto di uno splendido panorama dalla cima dello stesso, con il fiume sottostante che si riversa in un'enorme spaccatura nel terreno, arriviamo ad Haventon ed inizia la fase di esplorazione per raggiungere la casa del protagonista. La pianta della città è disegnata su una mappa nel nostro inventario, ma questa è stata stampata prima dell'Evento e non tiene conto delle interruzioni causate da crepacci, palazzi crollati ed automobili incidentate; man mano che esploriamo le strade, quindi, il protagonista la aggiorna col pennarello annotando tutte le barriere incontrate, così da avere dei riferimenti qualora dovessimo ripassare da quelle parti. Oltre alle interruzioni, alcune delle quali superabili scalando edifici o saltando tra piattaforme poco distanti, un'altra insidia ambientale è rappresentata dalle aree ricoperte di polvere tossica: respirarla ci condurrebbe velocemente alla morte, quindi in queste zone è essenziale trovare dei punti da scalare per salire al di sopra della nube e oltrepassarla in qualche modo, per poi riscendere in strada in zone più sicure.

MX Video - I Am Alive


Ma le strade, anche se deserte e desolate, non sono completamente disabitate: di tanto in tanto ci capiterà di incontrare altri sopravvissuti, la maggior parte dei quali intenzionati a sopravvivere a nostre spese. E qui entra in gioco un'altra componente chiave del gioco, i combattimenti. Se incontriamo un singolo nemico disarmato possiamo cercare di farlo fuori in corpo a corpo usando un machete, ma se i nemici sono di più si rischia di finire sopraffatti: ecco quindi che torna utile l'uso della pistola, se non fosse per il fatto che le munizioni sono dannatamente poche. La maggior parte delle volte vi ritroverete senza proiettili o con solo uno o due in canna, la tattica migliore è quindi cercare di intimidire i nemici puntando loro la pistola ma senza sparare, avvicinandoci quanto basta per colpirli o gettarli già da un burrone; questo può non funzionare con nemici anch'essi dotati di armi da fuoco, ed in questi casi spesso basta individuare il capo e farlo fuori con un colpo per portare gli altri ad arrendersi. Non si tratta quindi di uno sparatutto o di un gioco incentrato sull'uso della pistola, tanto che il sistema di mira dispone di un aggancio automatico sui nemici ed i preziosi proiettili vanno utilizzati solo come ultima risorsa: ogni combattimento si vince capendo il modo migliore per far fuori gli avversari nella sequenza che ci eviti di venire sopraffatti.

  • img
  • img
  • img


Haventon non è comunque popolata solo di malintenzionati: di tanto in tanto incontreremo persone in difficoltà che potremo aiutare dando loro medicine o cibo, azioni per le quali saremo ricompensati con oggetti utili e con lo sblocco di un apposito obiettivo qualora dovessimo aiutare 20 bisognosi sparsi per la città. Dopo aver visitato la casa del protagonista, incontriamo poi una bambina smarrita che, dopo averla difesa da un gruppo di predoni, dovremo condurre ad un suo familiare con il quale è in contatto grazie ad un walkie talkie. Questa missione, parte integrante della storia del gioco, ci porterà a sfuggire con la bimba sulle spalle ad una tempesta di sabbia, portandola al riparo in un centro commerciale per poi cercare di raggiungere una cassa di medicinali appesa in cima ad un grattacielo in costruzione, indispensabile per curare l'asma della piccola. Inutile dire come il raggiungimento di tale cassa comporterà una serie di peripezie sia per quanto riguarda la scalata del grattacielo che i combattimenti con i gruppi di nemici che vi si sono insediati. Una volta raggiunta la cassa, alla fine del sesto capitolo, questa versione di prova del gioco è terminata lasciandomi a desiderare che Ubisoft mandi presto quella definitiva per permettermi di completare l'avventura. Per arrivare a quel punto ho impiegato poco più di un'ora e mezza, ma visto che la storia era appena all'iniziata mi aspetto che tale durata venga almeno quadruplicata nel gioco finale, arrivando intorno alle 6-7 ore.

Da quel che ho potuto vedere, I Am Alive si prefigura come un ottimo titolo, non ambizioso come il gioco che fu annunciato nel 2008 ma comunque ricco di spunti innovativi e dall'atmosfera intensa e coinvolgente. Si tratta di un survival game nel vero e proprio senso del termine: risorse estremamente ridotte e difficili da trovare, scontri dall'esito sempre incerto e - per chi vuole una vera sfida - una modalità di difficoltà estrema che non permette di riprovare in caso di errore, forzandoci a ricominciare il capitolo dall'inizio. Sicuramente qualcosa di diverso da quanto visto finora anche all'interno di generi similari. Se il resto del gioco riuscirà ad introdurre costantemente nuovi elementi evitando così il rischio ripetitività, potrebbe essere uno dei Live Arcade più interessanti degli ultimi tempi. Appuntamento al 7 marzo per l'arrivo sul Marketplace.

c Commenti (15)


L'autore

autore

Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

c

Commenti

x Invio commenti disattivato per gli articoli più vecchi di tre mesi.
caricamento Caricamento commenti...