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GWENT: The Witcher Card Game

GWENT - le novità viste alla Gamescom

In occasione della Gamescom, CD Projekt Red ci ha calorosamente accolti presso il suo stand dove, oltre a fare scorta di ottima birra artigianale polacca, abbiamo potuto dare uno sguardo in anteprima ad alcune delle novità in arrivo per GWENT: The Witcher Card Game come i tornei eSports professionali e la nuovissima campagna Thronebreaker. Eccovi le nostre impressioni.
Non c’è niente da fare. Se CD Projekt decide di sviluppare e rilasciare un nuovo gioco, le premesse per un ottimo titolo ci sono sempre, anche quando si tratta di “semplici” spin-off, e GWENT: The Witcher Card Game ovviamente non ha smentito questa consuetudine. Sono passati circa 10 mesi dal rilascio della versione beta del gioco, e in questo lasso di tempo il numero di giocatori ha continuato ad aumentare esponenzialmente, così come l’apprezzamento del pubblico per il particolare passatempo nato come semplice mini-gioco nell’ultimo capitolo della trilogia videoludica dedicata a Geralt di Rivia. Un successo sfociato nella prima competizione eSport ufficiale di GWENT denominata Challenger, che ha visto molti pro gamers impegnati a contendersi il titolo ed un premio complessivo di 100.000$. Considerando i risultati ottenuti, non bisogna dunque stupirsi del fatto che gli sviluppatori abbiano deciso di mettere in piedi una vera e propria lega eSport ufficiale, integrata nel gioco ed accessibile praticamente a chiunque, almeno ai livelli più bassi. Sì, perché la modalità Masters (così si chiamerà) sarà ovviamente articolata su più livelli, suddivisa in stagioni e sarà regolamentata in modo abbastanza complesso, come chiaramente spiegato dal team di sviluppo durante l'evento stampa tenuto in fiera.

Volendo sintetizzare il più possibile il regolamento (liberamente consultabile a questo indirizzo per chi vuole saperne di più), alla base di tutto ci saranno gli eventi Regular Ranking Ladder, delle normali competizioni “stagionali” basate sulla modalità competitiva presente nel gioco, tramite cui verrà stilata una classifica. Al termine di ogni season i giocatori più forti accederanno alla Pro Ladder, a cui seguiranno nell’ordine gli “Open Tournaments” e i “Challengers Tournaments”, che traghetteranno i giocatori più capaci alla fase finale, denominata “World Tournament”. La composizione dei singoli tabelloni includerà ovviamente i vincitori della fase precedente e alcune Wild Cards selezionate dagli sviluppatori sulla base dei risultati ottenuti durante la stagione appena conclusa, ma non solo. Prendendo parte alle varie competizioni sarà anche possibile accumulare Crown Points, utili per eventuali ripescaggi, ed è anche prevista la possibilità di partecipare a tornei ufficiali organizzati da terze parti. Al fine di risultare quanto più equilibrata possibile, la modalità “Gwent Masters” vedrà l’introduzione di nuove regole specifiche, che obbligheranno i giocatori a variare spesso la fazione e la composizione del deck in uso per poter accedere alle fase successiva. Vi state chiedendo come mai sia stato necessario creare una struttura così ben regolamentata? Le ragioni fondamentalmente sono due: la forte volontà degli sviluppatori di ribadire che il GWENT, per quanto possibile, non è un gioco di carte basato sulla fortuna e la presenza, come in ogni competizione eSport seria, di cospicui premi in denaro destinati ai vincitori delle varie competizioni. Non male per un gioco di carte collezionabili, vero?

MX Video - GWENT: The Witcher Card Game

Una volta conclusa la doverosa parentesi dedicata alle gare ufficiali, il team di CDPR ha poi proseguito la presentazione confermando l’arrivo a breve di un corposo update e fornendoci numerosi dettagli tecnici su Thronebreaker, la modalità Storia rivelata proprio durante la Gamescom e prevista per la fine dell’anno. Questa modalità arriverà insieme ad un aggiornamento che, oltre ad ampliare il catalogo attuale con 30 nuove carte giocabili e a migliorare il bilanciamento globale, mira anche ad espandere la componente social del titolo introducendo una classica pagina profilo, una chat ed un sistema di messaggistica integrati, ovviamente tutto questo per la componente multiplayer.

Tornando a Thronebreaker, invece, questo si presenta invece come una campagna single player a sé stante della durata di circa 10/15 ore ed ambientata nel vasto universo di The Witcher, alla quale hanno lavorato alcuni degli sceneggiatori responsabili della trama dell’ultimo capitolo della saga (e scusate se è poco). Purtroppo però i dettagli relativi alla storia di questo add-on non sono stati rivelati, neanche a porte chiuse. Ad oggi sappiamo solo che la protagonista di questa espansione sarà Meve, regina dei regni di Lyria e Rivia, che saranno presenti 5 vasti mondi esplorabili, tutti disegnati a mano, e che gli eventi narrati si collocheranno prima di quelli raccontati nella trilogia dello Strigo.

Ma, a conti fatti, come funziona questa modalità Storia? Chi ha buona memoria sicuramente si ricorderà della nostra precedente anteprima, pubblicata dopo la Gamescom 2016. In quell’occasione il protagonista era Geralt ma le meccaniche di base sembrano rimaste più o meno invariate. In buona sostanza, avviando Thronebreaker il giocatore si ritroverà a guidare Meve e alcuni altri pg in una sorta di RPG con visuale isometrica fortemente orientato all’esplorazione ed al combattimento che, con le dovute limitazioni, sembra non voler rinunciare praticamente a nulla. Oggetti da raccogliere, quest secondarie, enigmi da risolvere, scelte multiple, personaggi secondari e molto altro. Ovviamente non aspettatevi la stessa profondità vista nella serie principale, ma le premesse per un prodotto riuscito e diverso dal solito ci sono davvero tutte. A differenziare Thronebreaker da un classico RPG isometrico ci pensano infatti alcuni aspetti fondamentali, primi fra tutti i combattimenti, che non verranno risolti impugnando le armi ma tramite una sfida a Gwent. Nel corso della storia Meve potrà infatti costruire un proprio esercito sotto forma di un mazzo separato da quelli utilizzati online, e utilizzarlo per affrontare i propri avversari, anch'essi dotati di un deck personalizzato e di abilità specifiche.

Per mettere insieme il proprio esercito la regina potrà sfruttare il proprio accampamento, una sorta di hub centrale composto da varie strutture, a cui sarà possibile accedere in qualunque momento. Per creare dei soldati o delle macchine da assedio però non basta avere il denaro necessario alla costruzione o all’addestramento degli stessi ma è fondamentale reclutare costantemente nuovi uomini e qui entra in gioco una delle meccaniche più interessanti mostrate durante la presentazione, che si lega a doppio filo alla libertà di approccio concessa al giocatore. Nel corso dell’avventura Meve sarà costretta a prendere spesso delle decisioni difficili, che avranno conseguenze sul corso degli eventi influenzando sia il proseguo della storia che il rapporto tra la sovrana ed il suo popolo.

Per spiegarci meglio questa situazione i ragazzi di CDPR ci hanno mostrato una breve sequenza di gioco tratta direttamente da Thronebreaker. Meve e i suoi seguaci sono sulle tracce di alcuni pericolosi banditi e si imbattono in un villaggio. Parlando con alcuni paesani la sovrana intuisce che questi le stiano nascondendo qualcosa e può decidere come comportarsi. Può usare il pugno di ferro o essere più pacata per scoprire la verità, per poi scegliere di perdonare chi le ha mentito o giustiziare tutti senza particolare pietà. In base alle scelte effettuate otterrà risultati differenti ma, soprattutto, sarà in grado di reclutare più o meno uomini da addestrare presso il proprio accampamento. Oltre agli edifici destinati alla formazione di nuovi soldati l’accampamento permette inoltre di accedere alla tenda di Meve, dove sarà possibile visualizzare i progressi e le statistiche di gioco, o fare un salto alla taverna, dove scambiare quattro parole con gli eventuali personaggi secondari incontrati nel corso dell’avventura. Anche in questo caso i dialoghi non saranno fini a sé stessi ma permetteranno al giocatore di accedere ad interessanti quest secondarie o a informazioni aggiuntive utili per proseguire. Esplorando a fondo il mondo di gioco sarà poi possibile sbloccare fino a 20 carte completamente inedite, che potranno poi essere utilizzate anche nelle classiche sfide multigiocatore.

Da un punto di vista tecnico Thronebreaker ovviamente non rappresenta una pietra miliare per l’attuale generazione ma riesce comunque a risultare più che gradevole. Il mondo di gioco, come già accennato, è stato interamente disegnato a mano e grazie ad un sapiente uso della visuale isometrica sembra in grado di restituire un buon livello di dettaglio. Durante i dialoghi la visuale si posiziona invece frontalmente rispetto ai vari protagonisti coinvolti, così da farci apprezzare il design dei personaggi e le varie ambientazioni. Anche in questo caso l’impatto grafico è più che positivo anche se, ad essere sincero, durante la prova ho notato qualche imperfezione di troppo, soprattutto sui personaggi.

Purtroppo durante l’evento preparato da CDPR non era possibile testare con mano la campagna dedicata alla regina Meve, quindi per potervi dare un giudizio più approfondito dovremo attendere ancora un po’ di tempo. La sensazione comunque è assolutamente positiva. La scelta di miscelare il GWENT e i classici RPG isometrici, condendo il tutto con una trama all’altezza delle aspettative dei fan, potrebbe rendere questo spin-off ancora più interessante. Oltre a questo la nascita della lega eSport non può che far felici tutti coloro che apprezzano il GWENT, anche se per valutarne la reale portata e la “solidità” dovremo necessariamente fare il punto tra qualche mese. Nel frattempo voi ovviamente continuate a seguirci, così da non perdere nessuna news!

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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