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Mad Max - provato alla Gamescom

Dopo i grandi risultati al botteghino di Mad Max: Fury Road, l'interesse dei fan nei confronti del Mad Max di Avalanche Studios è schizzata alle stelle: riuscirà il nuovo titolo a riprodurre gli stessi livelli di spettacolare epicità della pellicola di Miller? Dopo esserci svuotati una bomboletta di vernice argentata sui denti, siamo corsi alla Gamescom a provarlo. Ammirateci!
Warner Bros. negli ultimi anni sta applicando una politica interessante con i suoi prodotti su licenza: nel momento in cui le masse sono in fermento per un eroe o una saga precisa, pubblica una nuova IP basata su quell’universo ma senza ricalcare il film del momento, e affidando il lavoro a studi di sviluppo "scafati" e capaci. È successo con la serie Arkham ai tempi dei film di Nolan, con l'Ombra di Mordor in vista de Lo Hobbit e, ora che Mad Max è tornato al cinema con Fury Road, anche Avalanche Studios (gli stessi di Just Cause) si è messa in gioco. Avendo apprezzato molto gli altri titoli menzionati poc'anzi, ho quindi risposto con molto interesse all'invito di WB di provare con mano il gioco in occasione della Gamescom.

Dopo essere entrato insieme ad altri giornalisti nella saletta adibita alla prova del gioco, gli sviluppatori di Avalanche hanno introdotto il titolo con una breve presentazione, condotta sulla linea del “meno parlo, più giocate”. Ci viene semplicemente detto che il gioco è ambientato nell’universo di Mad Max ma nulla ha a che spartire con l’ultima pellicola. L’unica cosa in comune è, forse, che tutti e due i Max di questo millennio hanno perso la loro macchina, l’Interceptor. Per questo, una volta preso il pad della postazione mi trovo a dover personalizzare un nuovo veicolo, nuovo si fa per dire. Il sistema di personalizzazione non assolve solamente ad uno scopo estetico ma influisce anche sulle prestazioni del mezzo potendo optare per delle modifiche che danno risultati diversi su accelerazione, freno, armatura, controllo e via dicendo. Tutto in pieno stile post-apocalittico secco e sabbioso.

Una volta deciso come scendere in campo mi trovo immediatamente al centro di un inseguimento/scontro nelle sabbie di un torrido deserto. Il presentatore spiega che ci sta facendo provare una porzione di gioco abbastanza avanzata, invitandoci a sperimentare con i tasti e le combinazioni possibili di attacchi. Sul cassone della mia macchina c’è un aiutante che funge da torretta e radar. Per fermare i mezzi nemici, fino a distruggerli, posso contare sul banalissimo speronamento - reso ancora più dannoso da un turbo - oppure posso rendere le cose più divertenti ordinando al mio gregario di arpionare i mezzi nemici, strappando assi, ruote, portelle, o di lanciare le lance esplosive mandando al creatore auto, pilota, aiutante, passeggero e scorpioni nei dintorni. Infine, tanto per essere grezzi il giusto, trovo il tasto per sparare con il fucile a canne mozze. Il sistema è alquanto automatico e all’approssimarsi di un auto si illumina la zona che verrebbe colpita se facessi fuoco. La maggior parte delle volte sono i copertoni avversari, così da sbilanciare il mezzo e costringere il nemico a fermarsi.

MX Video - Mad Max


Quando una macchina è fuori uso ma gli occupanti sopravvivono allo schianto, escono dal veicolo per spararmi, come un torero con un toro impazzito. In questo ambito ho notato una IA abbastanza passiva, che si limita stare in prossimità del mezzo abbattuto. Ad ogni modo non c’è pietà in quel mondo e gli stessi strumenti di distruzione usati contro le macchine possono essere rivolti verso gli umani. Fra questi spicca l’arpione che, una volta infilzato il nemico, lo lancia in giro con un colpo di frusta. Sadicamente appagante. Il controllo della macchina è, ovviamente e fortunatamente, molto arcade e per quanto sia divertente mettere fuori gioco tutti gli avversari in un’atmosfera pienamente fedele al genere, manca un po’ di fisicità, di pesantezza.

Una volta sconfitti tutti i predoni al mio inseguimento devo trovare il modo per entrare in una struttura lì nei pressi. Alla fine la porta si apre dopo aver distrutto alcuni generatori con la combinazione di arpione e fucile a pompa. È il momento di uscire dal veicolo e provare le fasi in terza persona. Già al primo scontro noto che quella che sembra essere sempre più la filosofia Warner ha messo radici anche in Mad Max: il sistema di combattimento corpo a corpo ricalca pesantemente quello brevettato da Rocksteady con il Cavaliere Oscuro e rivisto, in forma leggermente diversa, anche ne L'Ombra di Mordor di Monolith. In Mad Max, ovviamente, il nostro alter ego non si muove con la stessa grazia e prontezza di riflessi di Batman, ma tutto il meccanismo di attacco, contrattacco e mossa finale è presente quasi invariato. A differenza del pipistrellone, però, Max non si fa problemi ad uccidere. Nel mio percorso verso l’obbiettivo ho modo di affrontare gruppi abbastanza numerosi, nell’ordine di 5-6 persone, che per uno armato solo dei suoi pugni rientra esattamente nella definizione di “numerosi”. Il combattimento è brutale, come già detto: i nemici si lanciano in attacchi spinti dalla follia e dalla voglia di sangue e Max risponde con la violenza che ci aspetteremmo da una persona nata e cresciuta in quella realtà. La mossa finale, a volte portata a termine con l’ausilio di fucile o coltello, è un colpo di grazia che non lascia scampo. Anche in questo caso mi è capitato di assistere a momenti di stallo a causa di una IA ferma nella replica della stessa mossa, nello specifico la parata. Alla fine sono riuscito ad abbattere il nemico dandogli le spalle e aspettando che fosse lui a cercare di colpirmi.

Quello che mi ha fatto veramente sospirare, tanto da chiederne il motivo allo sviluppatore seduto vicino a me, è stata la scelta di impedire a Max di camminare in fase di mira. Esattamente: come nei vecchi Resident Evil. Purtroppo invece di rispondere direttamente il mio interlocutore ha abbozzato facendomi notare che dovevo fare altro: ero infatti giunto ad un semplice enigma ambientale a base di ponte levatoio, leve ed esplosioni. Una volta abbassata la passerella sono ripresi gli scontri fino ad una caverna nella quale mi aspettava il mio obbiettivo: un energumeno decisamente grosso, arrabbiato e con un corno animale montato nella zona pelvica… uno spogliarellista dell’Apocalisse? No, affatto. Dopo un breve colloquio il tizio se ne va portandosi via una graziosa fanciulla in pericolo e lasciando nella sabbia un poveraccio sgozzato a mo’ di avvertimento.

Tutta la scena, oltre a farmi chiedere “Chi? Cosa? Perché?” ha messo in luce la concreta possibilità, visto il doppiaggio, i ritmi e le animazioni, che la parte più interessante del lavoro Avalanche possa risiedere proprio nella sceneggiatura e nella trama da vivere scontro dopo scontro, inseguimento dopo inseguimento. Un’interessante prospettiva rispetto al recente lavoro cinematografico di Miller che, a fronte di una spettacolarità indiscutibile, ha offerto una storia tutto sommato molto semplice.

Al termine della prova posso dire che siamo in presenza di un prodotto che qualsiasi fan di Mad Max dovrebbe prendere assolutamente in considerazione, così come tutti gli amanti delle ambientazioni post-apocalittiche. Forse non stiamo assistendo alla nascita di un nuovo franchise videoludico della caratura della serie Arkham, ma il fatto di aver affidato la licenza ad un team con pregressa esperienza in ambito free-roaming ed action sembra esser stata la mossa giusta per portare sulle console di nuova generazione un poco di sana, dura e violenta vita all’insegna del caos. Ovviamente solo in fase di recensione del titolo completo potremo dire se Mad Max riuscirà a scampare dall’accusa di Mediocre!

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L'autore

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Un giorno qualcuno gli disse che c'erano altri giochi oltre Age of Empire. Da quel momento è alla ricerca dell'esperienza definitiva, molti sostengono faccia apposta a non trovarla per poter continuare a giocare. Convinto sostenitore de "il voto non fa il gioco", scrive su diversi siti, un paio addirittura creati da lui. Un giorno scomparira nel nulla in un vortice di gameplay, o impazzito scenderà in strada urlando di minacce a New York e brandendo una spada immaginaria.

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