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Tom Clancy's The Division - visto alla Gamescom

Nonostante la morte l'anno scorso dello scrittore Tom Clancy, Ubisoft porta avanti la sua eredità con The Division, interessante titolo che mescola sparatutto in terza persona, gioco di ruolo e MMO. Alla Gamescom di Colonia abbiamo assistito ad una nuova dimostrazione a porte chiuse e questo è ciò che abbiamo visto.

DI COSA SI TRATTA

The Division è il nuovo gioco di Ubisoft ispirato alle opere techno-thriller di Tom Clancy, scrittore scomparso il 1° ottobre 2013 e a cui l'industria dei videogiochi deve moltissimo: senza i suoi libri infatti non avremmo avuto saghe del calibro di Splinter Cell, Ghost Recon e Rainbow Six. La trama di The Division ci porta in una New York devastata da un letale virus rilasciato da dei bioterroristi in occasione del Black Friday (una ricorrenza americana dove per un venerdì i negozi offrono forti sconti su diversi prodotti, in particolare di elettronica), decimando gran parte della popolazione. Dopo il fallimento della Direttiva 51, un piano realmente esistente contro le epidemie ordinato dal Presidente degli Stati Uniti, la città diventa teatro di uno dei peggiori incubi dell'uomo, ovvero l'annientamento della civiltà e il ritorno della legge del più forte. I pochi sopravvissuti infatti si dividono in tre categorie: bande di teppisti e banditi che razziano le poche scorte di cibo, acqua e risorse eliminando senza pietà chiunque provi a fermarli, una organizzazione paramilitare che si fa chiamare “Cleaners” che agisce principalmente nelle zone contagiate dal virus bruciando le possibili cause dell'epidemia con i loro lanciafiamme e infine i normali civili, vittime dei soprusi delle altre due fazioni e praticamente indifesi. Il Governo decide quindi di inviare “La Divisione”, una squadra di ex agenti segreti e spie di alto rango con il compito di riportare l'ordine nella città. Nel gioco vestiremo i panni di un membro della Divisione, e attraverso le nostre azioni dovremo liberare le varie zone di New York da minacce umane e epidemiche, rendendo al tempo stesso di nuovo sicura e abitabile la Grande Mela.

Come anticipato all'inizio dell'articolo The Division propone un misto tra sparatutto in terza persona, gioco di ruolo e MMO. La componente TPS è di stampo piuttosto classico, con un sistema di coperture ormai tipico del genere: ciò che invece caratterizza maggiormente questa parte sono la serie di gadget tecnologici a disposizione, come droni e granate a ricerca, oltre ad una grande interazione e distruttibilità dell'ambiente. Il lato GDR invece viene messo in risalto fin dall'inizio con un profondo editor per creare il nostro agente personalizzato, ma anche in questo caso si nota subito una differenza rispetto ad altri esponenti del genere, ovvero la mancanza di classi predefinite. Gli sviluppatori hanno infatti ribadito più volte come in The Division i giocatori potranno avere la totale libertà nella scelta dello stile di gioco, senza limitazioni dovute a specifiche classi o altro. Ci si potrà quindi tranquillamente specializzare ad esempio in fucili d'assalto e da cecchino allo stesso tempo, oppure puntare sulle armi pesanti ma con abilità anche di supporto, il tutto ovviamente a patto di avere abbastanza punti esperienza da spendere nello skill tree. Si potranno inoltre azzerare e ridistribuire i vari punti abilità, permettendoci quindi ad esempio di focalizzarci su determinate armi per una missione, resettare tutto e provare qualcosa di diverso in caso abbiamo trovato delle difficoltà con la scelta precedente.

Infine The Division vanta una solida componente multigiocatore cooperativa online: la zona di Manhattan sarà adibita a zona sicura dove potremo incontrare altri giocatori, scambiarci risorse, creare gruppi per le varie missioni e dedicarci ad attività secondarie. L'interazione tra i vari membri della squadra sarà infatti fondamentale, e per avere un ulteriore aiuto un altro giocatore potrà supportarci tramite un'applicazione per smartphone e tablet guidando un drone volante, utile per marcare nemici, distrarli e fornire fuoco di copertura.

COSA ABBIAMO VISTO

Una volta entrati nella stanza della presentazione siamo stati accolti da una sviluppatrice del gioco la quale ci ha riassunto brevemente l'incipit della storia e le caratteristiche principali di The Division. Dopo la visione di un trailer e di un filmato che ci mostrava la stessa missione mostrata durante l'E3 di Los Angeles (che potete vedere di seguito) è arrivato finalmente il momento di assistere ad una nuova dimostrazione giocata dal vivo.

MX Video - The Division


La squadra era composta da quattro membri, di cui due controllati da degli sviluppatori e due dall'intelligenza artificiale, e infine un terzo sviluppatore forniva supporto grazie al suo tablet. La prima cosa che ci hanno voluto mostrare è stata la mappa tridimensionale, grazie alla quale attorno al giocatore si crea un ologramma che ci mostra la zona circostante segnalando gli obiettivi della missione ed eventuali punti di interesse. Ogni area inoltre riporta tre statistiche, ovvero livello di sicurezza, livello di contagio e livello di moralità, ognuno influenzato dalle nostre attività in quella determinata zona. Una volta aumentati i livelli di sicurezza e moralità e abbassato quello di contagio si potranno allestire delle basi sicure, così da poter riprendere il controllo del quartiere e ripristinare l'ordine. Le basi inoltre potranno essere upgradate spendendo le varie risorse, così da evitare che cadano di nuovo in mano alle bande di malintenzionati. Una volta contrassegnati gli obiettivi da eliminare, gli sviluppatori sono entrati nella metropolitana di New York per mostrarci l'ECHO, un dispositivo i grado di produrre delle ricostruzioni virtuali di fatti avvenuti in un luogo (in questo caso un incidente ferroviario che ha distrutto parte della stazione), un po' come il visore da detective utilizzato da Batman in Arkham Origins durante le investigazioni. Le ricostruzioni, oltre a fornirci ulteriori dettagli sulla trama e il background della storia, offrono anche alcuni spunti per organizzare delle strategie di battaglia, ad esempio scoprendo alcuni punti deboli delle strutture o scorciatoie nascoste. Una volta usciti dalla metropolitana il team si è recato all'interno di un edificio arrivando fino al tetto, così da mostrarci come in The Division la stessa New York sia protagonista del gioco: la città infatti, oltre alle notevoli dimensioni, è riprodotta in ogni dettaglio grazie al motore grafico SnowDrop e sarà possibile esplorare internamente praticamente qualsiasi struttura vediamo, spostando la giocabilità anche sul piano verticale tra i tetti e sottoterra con la metropolitana. Prima di passare all'azione vera e propria gli sviluppatori ci hanno voluto mostrare il menu di personalizzazione delle armi e dei gadget, che tramite un'interfaccia olografica proiettata direttamente davanti al personaggio (un espediente ideato da Dead Space per rendere il gioco ancora più immersivo e poi replicato da altri giochi, tra cui il recente Watch Dogs) permette di scegliere tra una vastissima gamma di opzioni e accessori a seconda dello stile che vogliamo adottare. Uno dei membri del team si è così concentrato sui fucili a pompa e d'assalto, mentre il secondo ha scelto un ruolo più di supporto potenziando diversi gadget.

Una volta arrivati sul luogo della missione è iniziato il primo scontro a fuoco con una banda di malviventi dopo un tentativo di approccio stealth finito male per un errore di valutazione (che poi sia stato voluto o meno dagli sviluppatori non ci è dato saperlo), ma sicuramente si è trattata di un'ottima occasione per iniziare a vedere l'effettiva distruttibilità dell'ambiente e l'uso dei vari gadget. Le coperture hanno iniziato a sbriciolarsi sotto i colpi ripetuti del fucile a pompa e delle granate a ricerca, così come i vetri delle macchine che si trovavano sulla traiettoria dei proiettili. Il drone volante controllato dal terzo giocatore tramite il suo tablet ha iniziato a marcare i nemici nascosti, distraendoli poi tramite dei flash accecanti e permettendo agli altri membri di avvicinarsi ed eliminarli tranquillamente. Risolta la situazione si è arrivati ad una zona dall'alto tasso di contaminazione, per cui è stato necessario indossare delle maschere antigas. A seconda del livello di contagio inoltre bisognerà procurarsi delle maschere più avanzate, per cui alcune aree potrebbero non essere affrontabili durante le prime fasi di gioco, costringendoci a tornare una volta ottenuta l'attrezzatura necessaria.

Qui il team si è imbattuto in un gruppo di Cleaner e le loro armature li hanno resi dei nemici piuttosto coriacei e insidiosi con i loro lanciafiamme, tanto che ad un certo punto uno dei giocatori è stato abbattuto e per rianimarlo sono servite delle tattiche diversive da parte degli altri membri per riuscire a soccorrerlo senza rimanere feriti a loro volta. Il drone di supporto ha iniziato a sparare alle spalle dei nemici per distrarli, un agente controllato dall'IA ha lanciato una torretta automatica nei pressi del ferito per coprirlo da eventuali avversari nelle vicinanze e infine l'altro giocatore è riuscito a correre in soccorso del compagno, completando poi l'opera a fucili spianati ripulendo l'area, completando così la missione e creando una zona sicura a New York allestendo un campo base.

TIRIAMO LE SOMME

The Division ha generato un forte hype fin dal suo annuncio, e questa ulteriore dimostrazione non ha fatto altro che mantenere vivo l'interesse verso questo gioco. Il comparto tecnico di prim'ordine e il giusto equilibrio tra generi diversi tra loro (anche se purtroppo la componente MMO ancora non è stata mostrata del tutto) sicuramente rendono il titolo uno dei più promettenti del 2015, nonostante l'agguerrita concorrenza di grandi titoli in arrivo sempre il prossimo anno. L'eredità di Tom Clancy è più viva che mai.

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L'autore

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I videogame lo intrigano fin da piccolo nonostante il disappunto della nazi-mamma, che alla fine è costretta a cedere e sopporta anche la sua mania per i Comics, i Manga e il collezionismo di Limited Edition. Spera di farsi strada nel mondo del giornalismo videoludico iniziando nel dicembre 2011 a collaborare per MX, inoltre studia psicologia per cercare di capire il comportamento dei fanboy.

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