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Silent Hill: Downpour
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Silent Hill: Downpour - provato alla GC

Silent Hill è una delle serie più famose e longeve del genere survival horror e quest’anno arriverà al sesto capitolo per console casalinghe che tenterà di riportare la serie agli antichi splendori, dopo gli ultimi episodi che non sono riusciti a convincere fino in fondo i numerosi fans che ogni volta sperano in un ritorno alle origini. Allo stand Konami della GamesCom era possibile giocare la lunga demo di Silent Hill: Downpour e noi non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di addentrarci ancora una volta tra le minacciose strade della famosa cittadina, per capire se finalmente questo nuovo episodio sia davvero in grado di riportare la serie agli antichi splendori.
Di cosa si tratta
Silent Hill è una misteriosa città avvolta dalla nebbia, teatro durante questi anni di tante drammatiche ed angoscianti vicende tutte con un unico comune denominatore: il soprannaturale. Quello che infatti caratterizza questa famosa serie è la possibilità di tramutare luoghi comuni come ospedali, chiese ed altri posti simili, in una loro versione infernale, malata e disturbata dove albergano mostruose presenze con le quali i protagonisti delle varie storie devono puntualmente confrontarsi per cercare di sopravvivere e fuggire da questi incubi ad occhi aperti. Nel nuovo Silent Hill: Downpour il malcapitato di turno si chiama Murphy Pendleton, un condannato che durante un trasferimento riesce a fuggire dalla custodia grazie ad un incidente che fa cappottare il furgone della polizia. Murphy si ritrova quindi a vagare di notte in mezzo alla nebbia che avvolge la foresta che lo circonda: dopo poco realizza di trovarsi ai margini di una piccola città all’apparenza deserta; ovviamente si tratta di Silent Hill. Qui incomincia la sua avventura che lo porterà a cercare un modo per fuggire e non farsi ritrovare dagli sbirri, ma allo stesso tempo lo costringerà ad affrontare una lunga serie di pericoli e di mostri che popolano la tetra cittadina.

Lo sviluppatore del gioco, Vatra Games, ha deciso di caratterizzare questo nuovo Silent Hill con la pioggia (il termine downpour significa infatti acquazzone), che andrà ad affiancare la classica nebbia che da sempre avvolge la città e che dovrebbe contribuire a creare un’atmosfera ancora più cupa ed angosciante. La pioggia avrà un ruolo molto importante nel gioco, ad esempio intensificandosi quando ci saranno dei nemici dei paraggi, allertandoci quindi ma creando anche un ambiente più ostile per gli scontri. Torneranno poi gli elementi tipici della serie, come gli enigmi ed i puzzle ambientali, fortemente sacrificati negli ultimi capitoli a favore di una componente action un po’ troppo marcata, che ha privato di molta atmosfera e pathos le recenti avventure.

Cosa abbiamo visto
La demo provata alla GamesCom era costituita dall’inizio esatto del gioco; il filmato introduttivo mostrava infatti la rocambolesca liberazione di Murphy ed iniziava con il protagonista che, dopo aver risalito un piccolo dirupo, si trovava immerso nell’oscurità e nella nebbia di un’enorme bosco. I primi minuti di gioco sono serviti per prendere confidenza con i controlli che sostanzialmente sono rimasti invariati, e chi ha già giocato un qualsiasi episodio della serie si sentirà a suo agio dopo pochi attimi. A poca distanza dal luogo dell’incidente si trovava una stazione di benzina abbandonata, con finestre e porte completamente sbarrata da tavole di legno. Giusto il tempo di raccogliere la mappa della zona e un piede di porco da usare come arma, e subito ho verificato che la distruzione degli ambienti è ancora una volta alquanto scarsa; le tavole di legno che mi impedivano l’accesso alla stazione non si sono nemmeno scalfite nonostante i ripetuti colpi che ho provato a sferrare con la mia arma. La stessa cosa si è ripetuta con un altro paio di edifici completamente inaccessibili finchè non ho notato un cartellone pubblicitario che segnalava la presenza di una funivia, che forse avrebbe potuto portarmi in un luogo più confortevole. Una volta entrato nella sala d’attesa della funivia ho incontrato i primi, semplici, enigmi da risolvere, come l’attivazione della corrente per rimettere in funzione la cabina e simili. Purtroppo però, per accedere alla funivia bisognava inserire un biglietto per sbloccare i tornelli posti all’entrata ed io non ne possedevo uno; ho cercato tra gli scaffali della stazione ma senza fortuna e poi sono uscito per provare a cercare altrove.

Appena uscito è incominciato a piovere ed ho potuto quindi notare il piacevole effetto dell’acqua che progressivamente bagnava la tuta da carcerato di Murphy e produceva vistose pozzanghere sul terreno. Le varie strade che ho provato a seguire erano comunque tutte misteriosamente interrotte e finivano nel vuoto, come se la zona fosse isolata dal resto del mondo. Questa è una caratteristica tipica della serie che ritorna anche in Downpour, anche se stavolta il senso di smarrimento è maggiore perché intorno a noi c’è la fitta boscaglia che, assieme alla nebbia, ci impedisce di vedere un qualsiasi orizzonte e quindi un’ipotetica via di fuga. Lo scenario, è inutile negarlo, ricorda tantissimo quello già ammirato in Alan Wake e la sensazione di trovarsi in qualche stradina di Bright Falls è assai frequente ma questo, personalmente, l’ho trovato come un punto a favore del nuovo Silent Hill, perché a parte alcuni elementi dello scenario, il gioco non tenta di copiare il titolo Remedy in nessun modo. Comunque, dopo aver girovagato un po’ tra le varie case, ho incontrato il primo personaggio col quale interagire, un postino che mi ha confermato che l’unico mezzo di trasporto utile al momento poteva essere la funivia che avevo già visitato, anche se era in disuso da un pò. Neanche il tempo di chiedergli il nome della cittadina, che il misterioso postino era sparito nel nulla lasciandomi di nuovo solo. Nelle vicinanze però ho finalmente trovato una piccola villetta esplorabile nella quale mi sono subito fiondato per cercare indizi ed oggetti utili. Gli interni mi sono sembrati immediatamente molto suggestivi e ricchi d’atmosfera, con una serie di giochi di luci ed ombre studiati ad arte per trasmettere un senso di inquietudine e pericolo.

Dopo avere cercato invano il biglietto per la funivia sono scivolato in un lungo condotto che mi ha portato dentro quella che sembrava a tutti gli effetti una cucina di un ristorante, dove, dopo avere azionato l’unica leva presente, si è sprigionata una fuga di gas con conseguente incendio. Ho dovuto quindi attivare il sistema anti-incendio che ha smorzato le fiamme, ma proprio mentre sembrava tutto risolto, ecco che hanno incominciato staccarsi le mattonelle dal pavimento, il soffitto ha incominciato a volare via e le pareti si sono sgretolate trasformando tutta la cucina in un posto da incubo. La sala è diventata una specie di capannone industriale con soffitto e pareti che sembravano ricoperti da sangue e carne umana; il mondo normale era stato tramutato in un universo parallelo, marcio e malato, da sempre marchio di fabbrica della serie Silent Hill. A quel punto ho provato risalire le scale che sembravano portare verso l’uscita, ma più salivo e più le scale si allungavano e l’uscita sembrava più distante, in un convincente gioco di prospettiva che è proseguito anche quando sono riuscito ad arrivare su un corridoio di quello che sembrava ora un albergo pieno di piani e stanze. Qui una stana presenza, simile ad un buco nero che risucchiava ogni cosa al suo interno, ha incominciato ad inseguirmi; per evitare di essere preso ho dovuto sfruttare ogni elemento dell’ambiente per cercare di rallentare il mio inseguitore, usando anche un tasto che mi permetteva di guardare alle mie spalle e controllare a quanta distanza fosse la pericolosa presenza oscura. Alla fine sono riuscito a mettermi in salvo, uscendo dall’edificio e ritrovandomi di nuovo nel mondo normale, in uno spiazzale all’aperto tra alcune case abbandonate. La pioggia ha cominciato a farsi più intensa e sono comparsi i primi nemici veri e propri; due donne possedute che mi hanno subito attaccato. Per difendermi ho usato una pala trovata lì vicino ed ho così potuto verificare il sistema di combattimento che mi è sembrato più dinamico e meno legnoso dei precedenti capitoli. Purtroppo dopo essermi sbarazzato delle due donne e avere ripreso l’esplorazione per qualche minuto, ho dovuto abbandonare la postazione di gioco perché il tempo a disposizione era scaduto e non ho potuto quindi vedere la parte finale della demo, anche se credo che fosse praticamente terminata.

L’approccio col nuovo Silent Hill è stato molto positivo e ho lasciato lo stand Konami piacevolmente impressionato. La direzione artistica mi è parsa davvero buona e il gioco ha davvero tanta atmosfera e fascino anche grazie alla nuova ambientazione che caratterizza Downpour. Anche l’elemento pioggia mi è sembrato ben integrato nell’avventura e sarà molto interessante vederne ulteriori effetti col progredire del gioco e delle situazioni. Il motore grafico usato si attesta nella media, non fa gridare al miracolo ma riesce a gestire molto bene tutto l’ambiente, compresi i vari effetti atmosferici e di luce ma, oltre alla scarsa interazione con lo scenario, ha mostrato il fianco con texture che caricavano in vistoso ritardo o, peggio ancora, con alcuni oggetti realizzati davvero in modo approssimativo e in bassa definizione, come se fossero ancora in fase di lavorazione, ipotesi comunque plausibile dato che mancano ancora alcuni mesi all’uscita.

Tiriamo le somme
Da grande fan della serie, devo ammettere che qualche dubbio sull’effettiva qualità di questo nuovo capitolo ce l’avevo; dopo averlo provato ho tirato invece un bel sospiro di sollievo perchè Silent Hill: Downpour promette molto bene e gli sviluppatori di Vatra Games sembrano essere riusciti ad indirizzare di nuovo la serie nella giusta direzione. Il semplice fatto che in tutta la demo mi sia dovuto scontrare con solo un paio di nemici è un chiaro segno di come questo nuovo capitolo abbia abbandonato la deriva action degli ultimi anni per riproporre un gameplay più ricco di atmosfera e maggiormente incentrato sull’esplorazione e sulla ricerca, piuttosto che sul numero dei combattimenti. Silent Hill, con la sua nebbia perpetua e la pioggia costante, mi è sembrata ora molto più cupa, silenziosa ed inquietante che mai. La mappa di gioco sembra essere molto vasta e dovrebbe regalare parecchie sorprese dato che, nella versione finale, sarà possibile spostarsi addirittura attraverso al metropolitana e i luoghi da visitare saranno vari e diversi dai classici ospedali e palazzi già visti nei vecchi episodi della serie. Peccato per il comparto tecnico che ancora non riesce a rendere pienamente giustizia all’ottima direzione artistica del gioco e che risulta solo lievemente migliorato rispetto a quello del 2008 visto in Homecoming. Se però i problemi che affliggono l’aspetto puramente grafico di Downpour saranno sistemati prima del suo debutto, allora questo autunno avremo di nuovo un valido motivo per tornare nella misteriosa cittadina e perderci nella sua fitta nebbia.

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