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WRC 2: FIA World Rally Championship
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WRC 2: FIA World Rally Championship hands-on

Black Bean e Milestone si preparano a gettarci nuovamente nel mondo del World Rally Championship con il nuovo WRC 2: FIA World Rally Championship. L'editore ci ha invitato a visionare e provare con mano il titolo: eccovi tutto quello che abbiamo appreso, unitamente alle nostre prime impressioni.
Sviluppare titoli su licenza comporta sia dei pro che dei contro. Se da una parte c'è la certezza di poter contare su un pubblico preesistente e affezionato, serializzabile anno dopo con continui miglioramenti, dall'altra parte c'è la necessità di offrire un prodotto il più completo possibile e che soprattutto sappia appassionare e soddisfare sia gli amanti della licenza che i videogiocatori in generale. La scelta di Milestone per seguire la licenza WRC è stata quindi una scelta abbastanza logica e ovvia, dato che avendo già per le mani la licenza Superbike, di racing e prodotti seriali gli sviluppatori italiani se ne intendono. Dopo un primo anno che potremmo tranquillamente definire come sperimentale, i talentuosi ragazzi di Milestone ci hanno dato la possibilità di testare con mano il seguito ufficiale di quel WRC: FIA World Rally Championship uscito l'anno scorso in seguito all'acquisizione della licenza da parte di Black Bean.

Prima di poter toccare con mano il lavoro svolto dal team di sviluppo, il PM del gioco ci ha voluto chiarire alcuni dettagli sul titolo. Innanzi tutto lo sviluppo è partito dalle solide basi date dai vari feedback ricevuti sia dalla stampa specializzata che da quella massa compatta di iper-appassionati che hanno dissezionato con occhio critico il primo gioco. Inoltre, rispetto allo scorso anno sono stati resi più partecipi sia i piloti stessi che le varie scuderie, che hanno dato la possibilità agli sviluppatori di acquisire telemetrie utili per la realizzazione della fisica dei mezzi e soprattutto hanno agevolato la campionatura audio dei diversi mezzi. Anche in termini di contenuti il titolo ha subito un pesante ammodernamento, a partire dalla modalità principale, ovvero quella carriera che tanto aveva fatto stocere il naso nel primo capitolo. Oltre al fatto di poter contare su tutte le piste e gli stage del campionato mondiale in corso, tanto è stato fatto sotto l'aspetto della gestione del team. Da quest'anno infatti non saremo solamente piloti ma dei veri e proprio manager di scuderia, trovandoci quotidianamente a gestire ad esempio licenziamenti o assunzioni dei vari meccanici e altre dinamiche tipiche di questo settore.

Oltre a questo sono state introdotte anche nuove modalità di gioco come il "Super Special Stage", una gara testa a testa - che ricorda molto le 1vs1 di DiRT3 - in cui la precisione mista alla velocità faranno letteralmente la differenza. Per valorizzare questa modalità i ragazzi di Milestone hanno addirittura pensato di creare una sorta di mini-campionato dedicato e, ancora più importante, ci sarà anche la possibilità di realizzarli e disputarli online con i propri amici.

Parlando quindi in termini di contenuti, WRC 2: FIA World Rally Championship parte da presupposti sicuramente allettanti: oltre alla classe regina ci saranno anche tutte le sotto categorie, per un totale di 63 team ufficiali, 9 categorie d'auto diverse, 100 stage su cui correre e ben 25 tipologie di terreno su cui far derapare la nostra auto. Se a tutto questo si aggiunge il totale aggiornamento del regolamento delle competizioni alle regole vigenti quest'anno, si può facilmente intuire come di carne al fuoco ce ne sia parecchia e quanto i ragazzi di Milestone abbiano voluto puntare su un prodotto assolutamente completo.

Esaurite la parole, ho avuto modo di mettere le mani su una build del gioco completa all 80%, che permetteva di testare due tappe del campionato WRC, Germania e Svezia, e un Super Stage anch’esso ambientato in Germania. La mia scelta è caduta sulla tappa del Rally di Germania. Fin dai primi metri di gioco ho potuto apprezzare come il bordo pista e tutto quello che è il contesto in cui correva la mia auto è ora stato notevolmente arricchito di dettagli. Durante la gara, con un sole quasi al tramonto, gli scorci che il gioco regalava erano di grande livello. Lo stesso dicasi degli effetti particellari e soprattutto dell’illuminazione dinamica, migliorata incrementata sensibilmente rispetto al precedente motore grafico. Nel complesso quindi, il gioco non ha deluso a livello visivo. Altra nota lieta riguarda la fisica, che sembra essere notevolmente migliorata rispetto al passato. La massa dei veicoli ed i vari effetti inerziali e gravitazionali sembravano essere riprodotti in maniera assolutamente reale in base alla conformazione del terreno su cui stavo correndo. Purtroppo però avendo avuto solo una macchina a disposizione (una Mini Cooper), non ho potuto testare le differenze su altre macchine di categorie diverse e più prestanti. Ad elevare all’ennesima potenz questa sensazione ci ha pensato la postazione sulla quale ho provato il tutto, il D-Box: un cockpit di ultima generazione che ha la particolarità di interfacciarsi direttamente con il gioco per prelevare le telemetrie dando cosi una sensazione ancora più reale e veritiera ai movimenti del cabinato. Scordatevi però prezzi onesti, dato che questo gioiellino costa ben 4000 euro: l'editore ha però accennato informalmente che, anche se per ora disponibile solo su PC, dal prossimo anno potrebbe arrivare anche su console.

Tornando al gioco, l’unica nota negativa riguarda la totale assenza di deformabilità del tracciato, cosa invece già vista in altri titoli del genere. In un contesto costruito in maniera così certosina, vedere un tracciato assolutamente insensibile al passaggio dei mezzi lascia un po’ l’amaro in bocca.

Insomma l’offerta che Milestone vuole offrire agli amanti del WRC sembra quanto mai corposa e consistente. Se a quello che vi ho raccontato aggiungete il multiplayer online per un massimo di 16 giocatori e un pieno supporto post-rilascio a mezzo di DLC già pianificati, capirete come rispetto al precedente capitolo questo WRC 2: FIA World Rally Championship parta sicuramente da basi più solide. Noi non vediamo l’ora che arrivi ottobre per che capire se, oltre alle fondamenta, anche il prodotto finale sarà all’altezza dell’importante nome che porta.

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