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F.E.A.R. 3
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Anteprima - F.E.A.R. 3

Dopo un primo capitolo acclamato dalla critica e dai giocatori e un seguito solido ma con poche innovazioni, torna per la sua terza incarnazione una serie che è paura di nome e, si spera, di fatto. Alla regia non più Monolith ma Day 1 Studios, che per questo progetto punta tutto su una nuova evoluzione della co-op: vi riassumiamo nella nostra anteprima cosa potremo aspettarci da F.E.A.R. 3.
Il Diavolo veste Prénatal
F.E.A.R. 3 partirà esattamente nove mesi dopo la conclusione di F.E.A.R. 2; il periodo di tempo non è casuale, visto che Alma è in dolce attesa e sembra essere scomparsa. La Armachan, azienda responsabile del disastro avvenuto in F.E.A.R. 2, è alquanto preoccupata per come andranno le cose e decide quindi di sguinzagliare alla sua ricerca nientemeno che Point Man e Paxton Fettel. Le premesse sono golosissime: una madre in grado di massacrare un’intera cittadina con la forza del pensiero e particolarmente lunatica sta per partorire non si sa quale abominio. Visto che solo le doglie creano degli squarci dimensionali sul nostro pianeta, la paura è tanta e ad impedire il parto vengono mandati i suoi figli che si vogliono un bene da morire. Chi ha detto che si stanno perdendo i valori familiari? E’ sul rapporto Fettel-Point Man che i ragazzi di Day 1 Studios, reduci dal deludente Fracture, hanno intenzione di porre le fondamenta del gameplay di F.E.A.R. 3 arricchendolo con il concetto di "diversion co-op". Analizziamone più da vicino i meccanismi.

Un'unione forzata
Chi ha giocato il primo capitolo ha ben presente lo stato del rapporto fra i due protagonisti. Per chi non sapesse di cosa si parla ecco in poche parole la situazione: In F.E.A.R. Point Man ha ucciso Paxton Fettel per scoprire poi che era suo fratello. Paxton, che aveva ancora qualcosa da dire, ha preso possesso del corpo di un soldato (questo avviene nell’espansione Reborn per F.E.A.R. 2) tornando di fatto alla vita. Malgrado l’attrito, i due sono consapevoli di dover collaborare per poter fermare Alma, o quanto meno non intralciarsi; grazie a tal premessa gli sviluppatori hanno dato vita ad uno stile di gioco che potremmo chiamare cooperazione forzata. Ciascun protagonista è pilotabile da un diverso giocatore, ed ha delle abilità ben precise che gli permetteranno di proseguire nella storia anche da solo, ma non senza difficoltà. Unendo le forze invece i due fratelli sono quanto di più distruttivo si possa mettere sulle tracce di una persona, e potranno dedicarsi alla ricerca della madre procedendo come un rullo compressore. Fettel in particolare, essendo dotato di poteri paranormali, sarà in grado di vedere dei passaggi e delle scappatoie altrimenti invisibili. Sarà sua discrezione dirlo o meno al suo compagno rischiando di compromettere il rapporto. Dal canto suo Point Man, dotato di un arsenale di tutto rispetto, potrà contare sulla sua capacità di rallentare il tempo per poter forellare i nemici con maggior tranquillità. Anche qui può trovar posto la scintilla di un litigio familiare nel caso Point Man dovesse prendersela comoda nel fornire supporto al fratello. Se invece si sceglie la via della collaborazione, l’azione combinata dei poteri di Fettel con il piombo di Point Man permetteranno ai giocatori di sbaragliare drappelli armati in pochi secondi. Un esempio: Paxton ha la possibilità di sollevare i nemici in aria con un attacco ad area. Point Man a quel punto non deve far altro che attivare il bullet-time e abbattere gli improvvisati piccioni.

Le possibili domande riguardo questo meccanismo di gioco possono essere: nel caso in cui uno dei due personaggi sia gestito dalla IA perché il giocatore è in single player, come si comporterà nei confronti dell'altro? Aiutare o meno il compagno di squadra comporta dei bonus, dei malus o non cambia nulla ai fini della storia? Nel caso in cui il comportamento del proprio personaggio influisca sul gameplay, sarà interessante vedere i rapporti che si verranno a creare nelle partite su Xbox Live.

Il redivivo Fettel non sarà l’unico ritorno in F.E.A.R. 3. Day 1 Studios ha infatti confermato il ritorno dei mech e delle relative battaglie fra robottoni che tanto avevano fatto discutere e appassionato i fan del primo episodio. Se da un lato è sicuramente esaltante poter contare sulla potenza di un esoscheletro di qualche tonnellata per spazzare via gli oppositori, dall’altro il team di sviluppo dovrà utilizzare al meglio questa risorsa per evitare di far apparire F.E.A.R. 3 un titolo troppo “casinaro” togliendo spazio alle atmosfere che danno il nome al gioco. Questa precisazione assume un valore maggiore se si tiene conto del fatto che un gioco fatto in cooperativa abbatte drasticamente la suspense in eventuali situazioni horrorifiche.

Nessuno rimarrà indietro
Se il single player si basa su premesse che non fanno della cooperazione disinteressata il loro fulcro, non si può dire altrettanto per il multiplayer, anzi. In F.E.A.R. 3, oltre alle classiche modalità offerte da praticamente qualsiasi sparattutto online, sarà presente una novità decisamente interessante: Fucking Run. Il meccanismo alla base si questa modalità è semplice: quattro compagni di squadra devono arrivare da un punto A ad un punto B amazzando tutto quello che c’è in mezzo e che ostacola il loro cammino. Dove sta l'inghippo? Ce n'è uno solo, ma enorme. Alle spalle della squadra avanzerà un muro di detriti in grado di uccidere istantaneamente chiunque ne venga a contatto, portando al Game Over l’intera squadra. Sarà quindi necessario arrivare a destinazione tutti insieme e, se uno durante il percorso cade, i compagni dovranno essere lesti nel raggiungerlo e rianimarlo prima di venir travolti dal muro assassino. Fucking Run sarà divisa in più stage per un aumento progressivo della difficoltà sia degli ambienti che dei nemici da affrontare. Questa nuova modalità pensata da Day 1 Studios assomiglia molto alle orde di Left 4 Dead che costringevano la squadra a lavorare unita per sopravvivere, con la differenza che un muro inarrestabile alle spalle rende il tutto decisamente più adrenalinico.

Questione di bilanciamento
La scelta fatta nel gameplay da Day 1 Studios sarà sicuramente l’aspetto che decreterà il successo o meno del gioco. Un meccanismo come quello pensato dal team dev’essere gestito con estrema cura per poter risultare godibile senza scadere in un normale sparatutto cooperativo. Se dovessero riuscire nell’impresa, F.E.A.R. 3, in uscita il 27 maggio, permetterà ai giocatori di provare un nuovo concetto di cooperazione dando alla serie un motivo in più per essere considerata una delle più interessanti del suo genere. Se, invece il sistema pensato dovesse rivelarsi grossolano o al di sotto delle aspettative, il gioco rischierebbe di passare inosservato, o peggio: come uno di quei tanti titoli che, seguendo la moda del momento, pensano basti l’idea della coppia per poter conquistare i giocatori. Solamente giocandoci sarà possibile decretare se Alma ha sulle sue tracce due individui da temere o se può continuare tranquillamente a pensare alla carta da parati per la cameretta del piccolo.

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L'autore

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Un giorno qualcuno gli disse che c'erano altri giochi oltre Age of Empire. Da quel momento è alla ricerca dell'esperienza definitiva, molti sostengono faccia apposta a non trovarla per poter continuare a giocare. Convinto sostenitore de "il voto non fa il gioco", scrive su diversi siti, un paio addirittura creati da lui. Un giorno scomparira nel nulla in un vortice di gameplay, o impazzito scenderà in strada urlando di minacce a New York e brandendo una spada immaginaria.

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